A prescindere dalle condizioni meteo, nel mese di agosto i parchi milanesi saranno inaccessibili a milanesi e turisti. Un’ordinanza che non ha precedenti e che rischia di creare molti più danni che benefici, soprattutto per chi è costretto a restare in città per motivi economici. E per rinfrescarsi non si può contare nemmeno troppo sulle piscine all’aperto.
PARCHI CHIUSI fino al 31 AGOSTO: per STARE FRESCHI ci restano i SUPERMERCATI
# Fino al 31 agosto parchi off-limits
A seguito del nubifragio nella notte tra il 24 e il 25 luglio, un’ordinanza del Comune di Milano ha stabilito, per ragioni di sicurezza, la chiusura di tutti i parchi cittadini recintati fino all’ultimo giorno del mese di agosto. L’obiettivo dichiarato è di prevenire potenziali pericoli e preservare l’incolumità delle persone. Una decisione presa a prescindere dalle future condizioni meteo e che si estende anche alle aree verdi non chiuse in caso di allerta per temporali, piogge, vento o grandine. Non solo. Per le attività commerciali presenti in prossimità di aree verdi, come bar e ristoranti con dehor l’ordinanza chiede di segnalare in modo alla tempestivo Protezione Civile possibili pericoli riscontrabili a vista e, in caso di alberi, piante o rami danneggiati, di non utilizzare i plateatici in queste aree. Sono esclusi dall’ordinanza i mercati in quanto già oggetto di verifica specifica da parte dell’amministrazione comunale.
# Restano chiuse anche molte piscine all’aperto
Non ci si può rinfrescare su un prato verde all’ombra di un albero? L’alternativa sarà l’acqua fresca di una delle molte piscine all’aperto…anzi no. Le cose non vanno meglio nemmeno in questo caso, perché trovare una piscina aperta sarà una caccia al tesoro. Da tempo è chiuso il centro balneare Scarioni di via Valfurva, in fase di riqualificazione. Stesso discorso per il Lido in zona Lotto che dovrebbe essere trasformato in un “piccolo Idroscalo” e per la piscina Suzzani in zona Ca’ Granda, ristrutturata parzialmente prima del Covid e che sarà sottoposta ad alcuni lavori edili e di impiantistica. Tutti e tre questi impianti storici non apriranno prima del 2025. Ma c’è di peggio.
Per la piscina Argelati sui Navigli si attende ancora l’esito della valutazione della proposta arrivata per la sua riqualificazione e dell’interesse di un soggetto per la gestione della struttura 365 giorni l’anno. Solo in caso positivo si procederà prima a gara e poi ai lavori. Tra le strutture più importanti aperte, il Centro Saini, si prospettano invece due anni di chiusura per lavori di riqualificazione al termine della stagione estiva 2023.
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# Il nonsense: perché solo Milano?
Si tratta di un’ordinanza che non ha precedenti. Il Comune di Milano ha scelto di mettere al primo posto l’incolumità dei suoi cittadini in quanto ha ritenuto che la città si trovi in un’area a rischio in caso di altri nubifragi: perché allora nessun altro comune dell’hinterland o della Lombardia ha preso una decisione simile? Quasi tutti quelli che hanno scelto di chiudere i parchi li hanno riaperti pochi giorni dopo la tempesta di pioggia e vento o li riaprono i primi giorni di agosto. Mancano giardinieri e agronomi, la gestione del verde è inefficiente? A prescindere dai motivi della decisione non sarebbe stato forse più opportuno delimitare le aree con gli alberi caduti e a rischio lasciando alla responsabilità e alla valutazione personale dei milanesi la scelta di entrare o meno in un parco? Anche perché per un pericolo ipotetico, quello di un albero che possa cadere su qualcuno, si causa un problema reale a tutti quei milanesi costretti a stare in città ad agosto, oltre al danno di immagine per Milano per i turisti che si troveranno obbligati a restare alla larga dai parchi della città. Caso unico a livello mondiale. E che risolleva la solita domanda che ci stiamo ponendo da tempo: l’amministrazione comunale non si sta intromettendo troppo nella vita dei cittadini?
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FABIO MARCOMIN
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