Periodicamente compaiono a Milano, come di recente è successo al Parco Nord. Ma in realtà il simbolo reso infame dal nazismo a Milano ha una storia lunga.
Le SVASTICHE di MILANO
# L’ultima comparsa al Parco Nord
19 febbraio 2023. Un’enorme svastica realizzata con tronchi di legno compare al Parco Nord di Milano, dove sorge il Monumento al Deportato. E’ l’ultimo caso di atto vandalico che rievoca il nazismo. Ma non tutti sanno che a Milano esistono svastiche che con il nazismo non hanno nulla a che fare. Anzi, risalgono a epoche ben più lontane.
# Le svastiche storiche di Milano
Delle svastiche si trovano sull’abside della Chiesa di San Marco e sui quattro lati del sarcofago sotto il pulpito della Basilica di Sant’Ambrogio.
In realtà non si tratta di un’apologia del nazismo, ma dell’utilizzo di un simbolo religioso e propizio per le culture religiose originarie dell’India.
# Il significato originario della svastica
Prima di essere corrotta dalla follia nazista la svastica era un simbolo di universalità, di origine e ordine cosmico, persino di bene e di pace. Poi però un monaco austriaco dell’Ottocento ci ha messo lo zampino.
Le origini della svastica. Nella Grecia preellenica la celebre croce a bracci uncinati veniva utilizzata per raffigurare il concetto di moto perpetuo. Anche in Italia la svastica esisteva già nell’antichità, come dimostrano alcune raffigurazioni presenti su ceramiche etrusche. Nel Nord Europa la svastica rappresentava la luce solare, come salvezza dalle tenebre del male. In Oriente la svastica era diffusissima negli ambienti induisti, dove simboleggiava Vishnu, figura divina protettrice del mondo, e in quelli buddhisti, dove era un ideogramma rappresentante la coscienza della ciclicità di tutte le cose. Vista la forma a croce, fu anche un simbolo molto utilizzato anche dal cristianesimo, come è il caso delle svastiche presenti in San Marco e in Sant’Ambrogio. Tutti esempi molto di utilizzo positivo, vitale e benigno in ogni cultura. Ma poi è successo qualcosa che ne ha stravolto il significato.
# I due Adolf
Il significato benigno si è tramandato nei millenni fino ad arrivare al 1895. Adolf Lanz era un giovane monaco austriaco appassionato di occultismo ed esoterismo. Per queste sue passioni considerate incoerenti con la fede cattolica, il giovane fu cacciato dall’Università di Linz. L’espulsione non servì a togliergli le sue manie, anzi. Lanzo colse l’occasione di partire per l’India, per approfondire le sue conoscenze dell’esoterismo. Mentre si trovava a Calcutta, venne in possesso di un anello che aveva incisa una svastica. Una volta tornato in Austria, Lanz decise di fondare una setta, denominata Ostara, che aveva come simbolo proprio il simbolo di quell’anello che venne usato come una forma di reliquia magica.
La setta Ostara si fondava su teorie che erano un mix tra l’esoterismo orientalista, l’arianesimo e l’antisemitismo radicale: Lanz fu il primo a sostenere che gli ebrei andassero annientati attraverso il simbolo liberatorio della svastica. A quel punto facile capire come un paio di decenni dopo il simbolo venne utilizzato da un altro Adolf austriaco che, una volta preso il potere, decise di fare della svastica il simbolo del partito nazionalsocialista, ponendola su un sfondo rosso ad indicare la supremazia sul comunismo.
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