Chi ci è nato, chi ci ha vissuto o chi ci ha lasciato un pezzo di cuore perché è stato il primo quartiere dell’approdo a Milano arrivando da altre parti d’Italia. Scopriamo i quartieri per cui i milanesi provano più affetto di qualsiasi altra parte della città secondo un recente sondaggio. Foto cover: @milanographies IG
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I 7 quartieri a cui i milanesi sono più affezionati
# Ortica
Ortica. Un quartiere che conserva ancora la sua anima di borgo, dove un tempo c’erano gli orti da cui deriva il nome e che oggi è attraversato da ferrovia e tangenziale. La Balera dell’Ortica è un po’ il punto di riferimento, ritrovo per molti milanesi della zona e non solo, dove passare serate in allegria tra cibo e musica, a giocare a bocce o a ballare lo swing. L’Ortica era la casa di Jannacci, oggi le pareti delle sue case ospitano i murales realizzati dal collettivo Orticanoodles e che rappresentano la storia più recente di Milano.
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# Bovisa
Bovisa. Uno dei quartieri più effervescenti di Milano. Qui nacque la Milano Films, la casa di produzione cinematografica milanese nel cui stabilimento venne prodotto il primo film italiano. Un passato industriale con la Candiani, poi rilevata dalla Montecatini, dell’Union de Gaz che portò il gas in città e della Fernet Branca attiva ancora oggi. Nel presente c’è il Politecnico con il suo campus e il gruppo televisivo Mediapason. Nel futuro ci sarà il parco scientifico tecnologico nell’area della Goccia, 33 ettari di bosco e ruderi tra la fermata ferroviaria di Villapizzone e Bovisa.
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# Porta Venezia
Porta Venezia. Il quartiere più multietnico della città, ma anche il quartiere LGBT+ con la fermata della metropolitana arcobaleno. La zona pullula di locali di ogni tipo, chic, trendy, alla mano e ricercati. Allo stesso tempo è una delle più eleganti della città con i palazzi appartenuti ai nobili, Villa Invernizzi con i fenicotteri, il Museo di Storia Naturale dentro i Giardini Indro Montanelli e il Museo Etrusco, la meravigliosa Villa Reale con il giardino “vietato ai minori” e i maestosi dazi.
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# Baggio
Baggio. Qui non sembra proprio di essere a Milano, forse il nucleo meglio conservato tra quelli che un tempo erano borghi autonomi. I ritmi sono ancora da paese, ancora non ci arriva la metropolitana. Si può ammirare l’organo dipinto e l’affresco della Chiesa di Sant’Appollinare, prendere parte come spettatori alla corsa degli asini o rilassarsi nel Parco delle Cave, un’ex cava di sabbia trasformata in oasi faunistica e naturale.
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# San Siro
San Siro. Un quartiere dalle mille facce, sportivo e verde per vocazione con lo Stadio e l’Ippodromo quali simboli e allo stesso tempo monumenti. Da qualche anno arriva anche la metro, la linea lilla o M5, e c’è persino la Casa delle Fate. Le dimore dei super ricchi si contrappongono invece al quadrante delle case popolari, senza dubbio l’area più difficile anche per l’alta concentrazione di residenti stranieri di origine africana con frequenti situazioni di occupazione.
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# Porta Romana
Porta Romana bella, Porta Romana. Risuonava la canzone popolare milanese risalente al secolo scorso e legata alla Ligera, la microcriminalità cittadina dell’epoca, cantata tra gli altri da Nanni Svampa e Gaber. Il simbolo del quartiere rimane l’Arco di Porta Romana e il bastione delle mura spagnole con le terme di Milano dotate della prima biosauna al mondo in un tram. Poi c’è il Teatro Parenti e la piscina all’aperto dei Bagni Misteriosi, via Muratori dedicata alla cucina romana e la Cascina Cuccagna, l’unica in centro città.
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# Città Studi
Città Studi. Il nome dice tutto del quartiere. Qui è presente la maggiore concentrazione di istituti universitari di Milano, il Politecnico con il Cremlino, l’edificio che ricorda quelli della piazza Rossa a Mosca, e il polo scientifico della Statale che fra qualche anno si trasferirà quasi per intero al MIND. Una zona quindi giovane e vivace, si trova qui il mitico Bar Basso dove è stato inventato il Negroni sbagliato, fuori dal centro ma nemmeno troppo lontana e ben collegata grazie alla fermata M2 di Piola.
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FABIO MARCOMIN
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