7 QUARTIERI di Milano che una volta erano PAESI AUTONOMI

Scopriamo 7 quartieri di Milano che un tempo non erano di Milano: com'erano e come sono oggi

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Credits: Urbanfile

I quartieri di Milano li consideriamo parte indelebile della nostra città. Ma per molti così non è sempre stato: alcuni ne sono parte da poco meno di un secolo. Scopriamo 7 quartieri di Milano che un tempo non erano di Milano: com’erano e come sono oggi. 

7 QUARTIERI di Milano che una volta erano PAESI AUTONOMI

L’odierna configurazione della metropoli meneghina fu disegnata nella prima metà del XX secolo e dopo la prima incorporazione di Turro Milanese nel 1918 fu solo nel 1923, durante il regime fascista, che la maggior parte dei comuni autonomi, oggi quartieri della città, diventarono parte di Milano. Vediamo questi sette che un tempo erano piccole città autonome. 

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#1 Chiaravalle Milanese, l’oasi medievale attorno all’abazia cistercense

Credits: Urbanfile

Interamente circondato dalla campagna e immerso nel Parco Agricolo Sud si è formato nel medioevo intorno all’omonima abbazia cistercense di Chiaravalle, fondata nel 1135 da san Bernard de Clairvaux, il Cistercense che introdusse in Lombardia l’uso dei canali per l’irrigazione. Da comune autonomo a quartiere della città ha mantenuto intatto la sua vocazione agricola e anzi negli ultimi anni è stato ripristinato il mulino ad acqua per macinare il grano e chiunque può andare a prodursi la propria farina.

 

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#2 Crescenzago, la “Riviera di Milano” del settecento

Credits: ilcielosumilano.it

I reperti testimoniano l’esistenza di Crescenzago sin dalla preistoria, in età romana il borgo rappresentava un importante punto di passaggio per coloro che entravano o uscivano dall’antica Mediolanum. Il comune si sviluppò alle fine del XII intorno alla chiesa di Santa Maria Rossa, una chiesa in stile romanico del 1140, e per molto tempo fu la strada di ingresso alla città per chi proveniva da Venezia.

Il quartiere, caratterizzato dalla presenza di numerose cascine, si trova lungo il Naviglio della Martesana, e nel Settecento vennero costruite varie residenze di villeggiatura per i milanesi benestanti: ville De Ponti, Lecchi , Brasca, Pallavicini, Petrovic. Questa zona all’epoca era soprannominata “Riviera di Milano”. Il fascino delle ville lungo il Naviglio rimane ad oggi ancora immutato.

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#3 Lambrate, il borgo romano trasformato in polo industriale

Credits: Andrea Cherchi

Deve il suo nome al fiume che lo attraversa e se ne ha tracce della sua esistenza sin dall’epoca romana. Dopo l’annessione nel 1923, insieme agli altri dieci comuni, Lambrate iniziò a diventare uno dei poli industriali più importanti della città, con la trasformazione della Innocenti da produttrice di impianti a automobili nel dopoguerra, fino all’iconica Lambretta riconosciuta in tutto il mondo. Dal suo passato industriale Lambrate è passato ad essere uno delle mete più ambite durante il Fuori Salone, e quando era comune autonomo una delle frazioni era l’attuale quartiere dell’Ortica, uno dei più caratteristici della Milano odierna.

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#4 Musocco, il paese di chi lavorava nelle fabbriche di Milano

Credits: wikipedia.org – Antica cascina

Essendo in uno posizione strategica durante la rivoluzione industriale, fuori dal confine del Comune di Milano, divenne luogo ideale per l’insediamento di fabbriche. Qui alla fine dell’800 venne realizzata l’attuale stazione di Milano Certosa, che favorì il focus del comune di Musocco come area produttiva per la città. Prima dell’annessione a Milano nel 1923 superava i 15.000 abitanti. Oggi rimane la testimonianza dell’antico borgo, come una cascina e delle case a ringhiera, ma soprattutto ospita il più grande cimitero milanese, il Cimitero Maggiore.

 

#5 Niguarda, il paese delle ville quando ancora era campagna

Credits: giteinlombardia.it – Villa Clerici

Il comune di Niguarda era caratterizzato dalla presenza di numerose tenute. Fortunatamente anche sono quasi tutte sopravvissute anche quando il comune è stato annesso a Milano. Tra le più rilevanti ci sono Villa Clerici che contiene anche la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, Villa Calderara, Mellin, Lonati e Corio, che fu rifugio dalla peste per lo storico Bernardino Corio. Celebre è la Cascina California di inizio secolo scorso, famosa per il breve passaggio di Buffalo Bill e della sua compagnia. Qui sorge anche l’Ospedale Maggiore di Niguarda, uno dei più importanti a livello nazionale.

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#6 Trenno, il paese delle cascine che rifornivano Milano

Credits: wikipedia.org – Chiesa San Giovanni

Esteso poco più di 1 km, a quasi 9 km dal Duomo è di certo uno tra i quartieri più tranquilli e verdi della città. Infatti è circondato a nord dal Boscoincittà e a sud dal parco omonimo, ed è ancora attiva una delle tredici cascine milanesi, l’ottocentesca Cascina Rizzardi. Conserva ancora edifici e caratteristiche della vecchia borgata, circondata dai campi e concentrata intorno alla parrocchia e alle piccole attività commerciali, anche se non è adeguatamente collegato al resto della città, la fermata della metro Bonola M1 è a 1 km, 

 

#7 Vigentino, il paese dei formaggiai 

Credits: Andrea Cherchi – Fondazione Prada

Il quartiere si sviluppa tra Viale Ripamonti, lo Scalo Romana e Vaiano Valle, un tempo era un comune dedito all’agricoltura con la presenza di cascine soprattutto nella parte meridionale. Era in particolare definito il borgo dei formaggiai. Negli ultimi anni sta vivendo una fase di rinascita grazie alla riqualificazione a nord dell’abitato con il progetto Symbiosis, dove ha si è insediato il nuovo HQ di Fastweb, all’apertura di Fondazione Prada e a uno dei coworking più importanti in città. Il vicino scalo romana diventerà Villaggio olimpico nel 2026 e vedrà sorgere il primo grattacielo della zona, Torre Faro di A2A, dando ancora più forza alla rinascita del Vigentino.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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