Indeterminabili nella datazione, i sentieri urbani spontanei sono quei percorsi che le persone, in maniera naturale, trovano senza la guida di nessuno solcando i prati erbosi. Indecisi se sono lì da sempre, oppure se il fenomeno è della notte precedente, i sentieri spontanei sono dappertutto. Grazie al reportage di UrbanFile scopriamo quelli milanesi.
I SENTIERI SPONTANEI di Milano
# Prendere un sentiero con filosofia
Innanzitutto precisiamo che parliamo di percorsi cittadini che si trovano su spazi verdi, ovvero tutti quei sentieri che sono nati spontaneamente, laddove le persone hanno iniziato a solcare i prati erbosi. Il costante camminamento ha reso la terra così battuta da impedire la ricrescita dei fili d’erba.
Sono ovunque: nei nostri prati, nei parchi, accanto alle aree commerciali. Alcuni sono lì da sempre, altri sono stati “creati” successivamente alle riqualificazioni urbane.
In linea di massima ci sono tre modi per andare la punto A al punto B. Quello preferito da ognuno, rivela molto anche rispetto la filosofia di vita individuale.
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# Percorso migliore vs. percorso più veloce
Il tracciato in linea retta è il quello migliore?
Non è detto, è senza dubbio il più veloce, quello che permette di risparmiare tempo e fatica, a scapito però di qualcos’altro.
Una traiettoria tortuosa, invece, potrebbe essere a dir poco necessaria a causa di ostacoli sul terreno o altri motivi. Una via sinuosa e tortuosa permette però di ammirare più particolari, la cui vista è preclusa se si va di fretta.
C’è poi la terza filosofia di vita: quella degli urbanisti, paesaggisti cui piace progettare col goniometro le stradine che attraversano i parchi e le aree verdi pubbliche. Questa progettazione, in parte, viene bene. In determinate circostanze può succedere di tutto.
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# Traiettorie imprevedibili di Milano
Il blog UrbanFile ha raccolto una serie di traiettorie imprevedibili che il cammino dei milanesi ha tracciato in numerose aree verdi. Alcuni nati a dispetto di progetti ambiziosi, come BAM, la Biblioteca degli Alberi.
Perfino nella nuovissima BAM, il frettoloso passo milanese, ha tracciato una scorciatoia da A a B per tagliare fuori un “gomito” creato dagli architetti. Nei pressi del “nuovo centro cittadino” c’è un sentiero di questo tipo in Piazza Einaudi.
La paradossale madre di tutti questi sentieri spontanei sembra essere, a ragion veduta, quella salita dall’aiuola di Piazza Castello e che va al Parco Sempione, passando per il Rivellino del Santo.
Spontaneamente le persone lasciano quell’aiuola per salire verso il Castello Sforzesco, tracciando un sentiero che, sia a piedi che in bici, ha decisamente più senso rispetto a quello che vorrebbe farci fare l’architetto.
All’interno del Parco Sempione, biciclette e camminate hanno tracciato altri sentieri, alternativi ai percorsi principali.
# Sia dentro che fuori dalla circonvalla
Questo fenomeno si può trovare sia in centro che in periferia, non è legato ai luoghi più frequentati, è proprio una probabilità universale: le persone si scelgono il percorso migliore, tagliando dal prato.
A volte così sfacciatamente che il Comune ha dovuto sistemare, come nel caso di Ludovico il Moro – nei pressi di San Cristoforo – su un tratto in cui è comparsa una pavimentazione in pietra che permette un riparo dal “picio pacio”.
Altri esempi sono in Piazzale Accursio, al Parco di Trenno o a San Siro, al Taliedo, Adriano o Porta Venezia. UrbanFile segnala come pericoloso l’attraversamento che da Viale Brianza spunta in Loreto. La conformazione che assume oggi la viabilità, porta i pedoni a trovare uno sbocco che li espone a rischio di un attraversamento mai considerato, quindi senza tutele. L’auspicio è che – come nel caso del Castello e la sua imminente sistemazione generale – anche in Loreto angolo Viale Brianza, la riqualificazione annunciata sia focalizzata anche a mettere in sicurezza questo punto.
# Vietato calpestare le aiuole
I cittadini che “tagliano” attraverso il prato, non lo fanno per prendersi gioco degli urbanisti, assecondano un istinto atavico di cui i progettisti dovranno tener conto in futuro.
Inutile imporre il percorso da fare a piedi, così come ridicoli divieti a calpestare le aiuole: gli esseri umani hanno creato così tutti i sentieri che poi hanno fatto sviluppare commerci e scambi: percorrendo la via migliore. Questo è capitato camminando a volte in linea retta, il più delle volte quella semplicemente più naturale, che asseconda le imperfezioni del terreno battuto. E a meno che non intervengano ragioni di superstizione, continueranno a fare ciò che è nella loro natura.
Se sembra degrado, è solo da riprogettare meglio, ma chissà cosa succederebbe se si decidesse di unire idealmente tutti questi sentieri spontanei: si vedrebbe il sistema circolatorio di Milano?
Fonte: Blog.UrbanFile.org
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LAURA LIONTI
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