Linee ornamentali e dinamiche, decorazioni che prediligono la natura come forma di ispirazione… Dalla sua nascita, lo stile Liberty costituì un autentico tentativo di riforma di vita.
Anche a Milano non mancano palazzi progettati secondo questo stile, da Casa Berri Meregalli a Palazzo Castiglioni fino al palazzo Liberty in via Plinio. Ma proprio quest’ultimo ha cambiato identità: la sua facciata posteriore è stata dipinta completamente di nero, accendendo numerose polemiche tra i residenti.
È un addio definitivo alle tonalità grigie dei cementi ornamentali e al rosso ocra prima dominanti?
Il PALAZZO LIBERTY in TOTAL BLACK, residenti in rivolta: “È un obbrobrio” (immagini)
# I residenti infiammano i social: “È uno scandalo che l’armonia di colori e di forme del quartiere sia deturpata da un edificio così nero”
Da qualche giorno sono iniziati i lavori di ristrutturazione del palazzo Liberty di via Plinio 2 che ospita l’albergo Demidoff. Ma, alla vista della facciata posteriore, completamente dipinta di nero, i commenti dei residenti hanno infiammato i social.
“È veramente un obbrobrio e uno scandalo, dal punto di vista estetico, civile e umano, che l’armonia di colori e di forme del quartiere sia deturpata da un edificio così totalmente nero, impressionante nel suo carattere spettrale, simile a una casa dei morti o a un palazzo uscito da un incendio di guerra. Soprattutto considerati i tempi in cui stiamo vivendo”. E c’è anche chi lo ha definito “cupo“, “spettrale“, “funereo“, seppur una minoranza abbia manifestato apprezzamento per il restyling “total black”.
Una polemica che ricorda molto quella del 2019 riguardante la ristrutturazione del palazzo di via Farneti, a seguito della quale il Comune chiese ai costruttori di schiarire la tonalità della facciata.
# Un palazzo Liberty che ora stona nel contesto “vecchia Milano” in cui si inserisce
Una forte perplessità che nasce da quella che viene definita una scelta decontestualizzata, che sfavorisce e nasconde le caratteristiche e gli elementi di pregio di un palazzo che risale ai primi anni del ‘900, come tutti quelli circostanti.
Infatti, con il nero inchiostro della nuova tinteggiatura, gli eleganti decori liberty sono stati cancellati. Senza considerare che si inserisce in un contesto “vecchia Milano”, in cui i colori delle facciate hanno tonalità vivaci, brillanti, tendenti al chiaro. Non di certo nere.
E anche Massimo Scarinzi, assessore al commercio e alle attività produttive del Municipio 3, replica al restyling, auspicando un intervento migliorativo nei confronti di un palazzo simbolo dello stile Liberty, ma non più integrato con l’anima del quartiere.
# In assenza di vincoli, i proprietari sono liberi da obblighi nei confronti della Sovrintendenza
Ed ecco quindi la domanda più gettonata: “Chi ha potuto autorizzare un intervento così radicale?”
Ebbene, nessuno. Infatti, la presenza di vincoli monumentali o paesaggistici richiederebbe il passaggio dalla Sovrintendenza per qualsiasi operazione. Ma, in loro assenza, sta alla volontà del proponente sottoporre il progetto alla Commissione Paesaggio. E, nel caso del palazzo Liberty di via Plinio, ci si trova proprio nel secondo caso: non è obbligatorio richiedere nessuna particolare autorizzazione e i proprietari si sono avvalsi di questa libertà.
Ma forse, e solo in questo caso, sarebbe stato meglio concederne di meno. Chissà se la rivolta dei residenti basterà per compiere un passo indietro…
Fonte: mianews.it
Continua la lettura con: Piazza CASTELLO: che fine ha fatto il progetto di RESTYLING?
ALESSIA LONATI
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