C’è un’ordinanza del Sindaco, in vigore a Milano, che fatica ad essere accettata fino in fondo: quella che vieta la somministrazione di alcolici dalle 22:00 alle 5 di mattina, ma solo in una zona di Milano.
La quaresima di Via Lecco: la saga del COPRIFUOCO alcolico a PORTA VENEZIA
# Il cavillo di battaglia
L’ordinanza generale è di inizio agosto ed è quella che vieta alle attività commerciali di somministrare alcool e cibo da asporto, nell’arco di tempo compreso tra le 22 e le 5 del mattino. Ora l’ordinanza è stata prorogata fino al 5 ottobre segno che, l’attuale amministrazione, intende condurre la campagna elettorale anche con questo argomento.
Più che un cavallo di battaglia, però, si tratta di un cavillo, un dettaglio nascosto nella nuova ordinanza che sostanzialmente toglie ogni possibile per proseguire il lavoro, ma solo ai commercianti di una particolare zona milanese.
Fino a sabato, infatti, per i locali di Via Lecco e dintorni, è stato possibile servire alcolici e cibi in contenitori di plastica, come se fossero un asporto di quelli che abbiamo imparato ad usare da qualche mese.
Il nuovo testo della restrizione prevede, adesso, l’impossibilità di vendere alcolici dopo le 22, senza distinzione tra giorni feriali e weekend o materiali impiegati.
# La restrizione nella restrizione
Il Comune di Milano, in altre zone diverse da Porta Venezia, vieta la somministrazione di alcolici, in contenitori di vetro e in orari notturni, tra il venerdì e la domenica. Succede ad esempio in corso Como.
Porta Venezia viene colpita in toto. Già oggetto del provvedimento cui è soggetta ogni zona di Milano, ora i proprietari e gestori dei locali della zona arcobaleno, vedono ulteriormente restringersi le possibilità di lavoro, quindi di guadagno.
Ma cos’ha Porta Venezia di diverso dalle altre zone? Mistero. Infatti l’ordinanza è arrivata minacciosa a squarciare il cielo milanese come un fulmine a ciel sereno, mentre agli imprenditori milanesi coinvolti nelle restrizioni, non è rimasto altro che inscenare una protesta pacifica, organizzando un sit-in bloccando le vie con gli sgabelli dei locali, quelli destinati a rimanere vuoti grazie a questo provvedimento.
# Assist alla politica milanese
La mossa del Comune ha indubbiamente fornito un assist a tutti gli attori in corsa per una poltrona a Palazzo Marino.
Siano essi avversari o compagni di Sala, tutti hanno preso una posizione sulla vicenda, appoggiando la protesta di proprietari e gestori dei locali.
La zona, ricordiamolo, è nota per essere la comfort zone della comunità LGBTQ+ e il responsabile diritti PD, Michele Albiani, ha partecipato al sit-in di protesta, sottolineando le difficoltà della comunità LGBTQ, degli esercenti e dei residenti e l’inefficacia dell’ordinanza: «abbiamo visto che, poche ore dopo, chi non aveva volontà di rispettare le regole di convivenza civile, non le rispetta nemmeno adesso».
Sala dovrà difendersi dal fuoco amico dei capilista di Milano Unita, Paolo Limonta ed Elena Lattuada che propongono una profonda rivisitazione del provvedimento, troppo restrittivo per una sola zona, quindi a rischio di favorire altri quartieri, con buona pace della ricaduta occupazionale e della concorrenza leale.
I radicali milanesi tornano alla carica con una loro vecchia proposta, quella del Sindaco della Notte, tema che potrebbe essere spiegato ai milanesi e farne comprendere meglio le opportunità.
Naturalmente i competitor di Sala, della parte politica avversaria, non si sono fatti scappare l’occasione di criticare. Gabriele Mariani ha messo in luce la tempistica del provvedimento, uscito a 4 settimane dal voto, quando in tutto il quinquennio l’amministrazione ha sottovalutato i disagi dei residenti di Porta Venezia. Mariani condanna poi l’assoluta mancanza di dialogo tra Palazzo Marino e i commercianti della zona, che in cerca di un compromesso hanno proposto la chiusura anticipata di tutti i locali alle 1:30, iniziativa fino ad ora ignorata dal Comune.
Infine Luca Bernardo, che suggerisce di tenere in considerazione le esigenze di tutti: residenti che vogliono essere tutelati dal caos notturno, ma anche imprenditori che cercano – con mille sforzi – di uscire da un pesante periodo di restrizioni dovute al Covid e che di fatto suggerisce ascolto e dialogo tra le parti.
# L’incontro ci sarà
Il Sindaco Sala ha dichiarato che quando vengono presi provvedimenti di questo tipo, è perché sul tavolo di Prefetto e Questore ci sono segnalazioni particolari su quartieri e situazioni. Se le istituzioni si decidono ad intervenire, è anche per evitare che – come accaduto in Garibaldi – i residenti possano prendere iniziative autonome, pericolose e non approvate.
La sensazione è, però, che dopo la sorpresa iniziale e la bagarre seguita alle proteste dei commercianti, ci sia ora la volontà di incontrare le parti per un accordo a metà strada.
Gli imprenditori della vita notturna hanno manifestato la volontà di applicare un’autogestione e l’amministrazione comunale ha dichiarato di essere disposta a riceverli per approfondire le loro proposte.
In molti si augurano che sia l’inizio di un cambio di metodo: anziché privilegiare le restrizioni e la coercizione, dare precedenza al dialogo e all’ascolto.
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LAURA LIONTI
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