Forlanini è stata protagonista di numerosi cambiamenti. Da essere una zona desertica a diventare un centro per attività sportive. Cosa è cambiato ai giorni nostri?
FORLANINI: da deserto alla riqualificazione del parco. “Il mare di Milano” è RINATO
# Il Laghetto Salesina di Forlanini: immersi nella natura a pochi minuti di macchina
Inserito nel parco sud di Milano, Forlanini è un parco urbano che si estende per 750000m² e deve il suo nome all’aviatore Enrico Forlanini. Inaugurato negli anni 70, è una vasta area alberata ed ombreggiata che predispone al relax nei mesi più caldi, grazie anche al Laghetto Salesina, uno specchio d’acqua sia di falda che piovana. Intorno ad esso si possono fare piacevoli passeggiate estraniadosi per un istante dal caotico vivere cittadino. Un habitat ideale per i milanesi che vogliano vivere l’illusione della natura a pochi minuti di macchina, ma anche per la fauna che lì si rifugia completando il quadro bucolico dei suoi colori.
# Le cascine conservatrici della storia lombarda. Quando natura e svago si incontrano
La creazione del parco riuscì a salvare l’oasi verde dalla speculazione edilizia negli anni 60/70 preservando alcune strutture storiche come la Cascina Cavriano, già citata in un documento dell’ Xl secolo. Nei dintorni altre undici cascine che conservano lo stile e le architetture lombarde, facendosi memoria delle nostre origini agricole. Negli anni 70 il parco era decisamente spoglio e con aree deserte, inserendosi perfettamente nel contesto culturale dell’epoca. L’approccio alla natura e allo svago venivano “attivati” dall’individuo che, con l’ausilio delle proprie facoltà, interagiva con l’ambiente, cosa che non accade oggi. Infatti la tendenza è quella di attrezzare il verde corredandolo di ogni comfort e offerte ludiche per grandi e bambini.
# “Il mare di Milano” nel mezzo della nebbia padana
Negli anni ’70 era un luogo dell’identità intatta. La natura era il palcoscenico dove ogni attore poteva esprimersi al meglio. Anche la nebbia era indiscussa protagonista delle campagne lombarde. Il pensiero corre allo storico film “L’albero degli zoccoli”, uno spaccato della vita rurale della pianura padana alla fine dell’800 ma ambientato proprio nella stessa, alla fine degli anni 70. La nebbia era un fenomeno climatico imponente che solo nella vastità poteva liberarsi così, quasi allo stato solido. Negli anni a seguire il Forlanini ha perso molto della sua magia perché iniziava a convivere con le prime proposte ricreative offrendo servizi a volte un po’ mediocri. Veniva appellato ironicamente “il mare di Milano” ma di divertente non emergeva nulla se non la brutta copia di una stazione balneare dove intere famiglie si riversavano in mancanza di altri lidi da raggiungere.
# La riqualificazione e i nuovi servizi offerti
Solo negli ultimi anni è stato riqualificato, addirittura con un’associazione che si prende a cuore la sua salvaguardia. Oggi ha al suo attivo 2 aree gioco, campi da bocce al coperto, il rinnovato Centro sportivo Saini, un percorso botanico, bar, ristoranti e se volete c’è un servizio di sci nautico. Sono cambiati quindi anche i suoi utenti. Amanti dello sport che si cimentano nelle più disparate discipline e lettori “seriali” di romanzi che si isolano dal mondo, buttando ogni tanto lo sguardo oltre la pagina, attirati dal canto di un cuculo.
Continua la lettura con L’uomo che sussurrava agli ALBERI: il papà del PARCO NORD di Milano
PAOLA MERZEGHI
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