Il sindaco ha annunciato il distruggimento del Boschetto della droga, ma c’è chi sostiene che si sia spostato. Ecco la verità.
La VERITA’ sul BOSCHETTO di ROGOREDO: si è SPOSTATO o è FINITO?
Parliamo del Municipio 4 e nello specifico di un luogo che per anni è stato un’attrazione per tantissime persone, ma non turisti: il Boschetto della droga di Rogoredo.
Il sindaco Sala ha annunciato negli scorsi mesi, in un video disponibile sul suo profilo Facebook, che “oggi è un’area straordinaria, restituita alla città“. Tuttavia, nonostante effettivamente l’area in cui si trovava il Boschetto è stata riqualificata, sono in molti a sostenere che lo spaccio e il problema della droga a Rogoredo stia continuando semplicemente a qualche chilometro di distanza. Ma prima di capire se il Boschetto della droga non esiste davvero più oppure se ha semplicemente traslocato, è necessario capire che cosa distingueva il Boschetto della droga da tutte le altre piazze di spaccio e perché è diventato un caso di interesse internazionale.
# Il “boschetto”: come un supermercato 24/7
Quello che veniva chiamato “il Boschetto della droga” era un vero e proprio supermercato dell’eroina, h24 e 7 giorni su 7. La differenze con le altre piazze di spaccio è che queste sono disponibili solo in alcune fasce orarie, e quindi i tossicodipendenti sono costretti a spostarsi da una piazza all’altra, senza poter sostare nei dintorni troppo a lungo. A Rogoredo si era invece creato un sistema molto efficiente, sicuro e praticamente intoccabile, in cui la droga veniva venduta ogni giorno dell’anno a qualsiasi ora del giorno e non obbligava la “clientela” ad allontanarsi dal “punto vendita”.
Il risultato? Un grande bosco in cui molti tossicodipendenti provenienti da tutto il Nord Italia si trasferivano a vivere, con tende e sacco a peli, spostandosi solo per guadagnare qualche soldo per vivere e mantenere la propria dipendenza. Questo è il motivo per cui il boschetto di Rogoredo è diventato l’emblema dello spaccio: per l’organizzazione complessa e per il grande “residence dell’eroina” che vi si erano creato attorno.
# Nuove mini-piazze, ma non un nuovo Boschetto
Ora, solo dopo aver capito che cos’era il Boschetto della droga e perché era così importante smantellare la sua organizzazione, possiamo capire se oggi esiste ancora oppure no. Ogni testata giornalistica che si rispetti ha denunciato la presenza di nuove “mini piazze” che da Rogoredo si sono spostate di qualche chilometro, raggiungendo il Comune di San Donato. In particolare, la denuncia arriva dall’europarlamentare Silvia Sardone che dopo un sopralluogo ha descritto una situazione simile a quella del Boschetto, ma di dimensioni decisamente ridotte e non paragonabile in alcun modo alla sua organizzazione: “Ci sono ancora decine e decine di tossici che si addentrano nel nuovo bosco per acquistare dosi e drogarsi a cielo aperto; alcuni di loro si sono anche accampati con tende e vivono di fatto lì, in mezzo a sporcizia, rifiuti e siringhe.” Dalla descrizione fatta dalla Sardone sembrerebbe che le nuove piazze siano dei nuovi boschetti, non considerando in realtà quale fosse la sua caratteristica organizzazione: il celebre Boschetto di Rogoredo non esiste più, si sono ricreate delle “mini piazze” come tante altre, che devono essere tenute sotto controllo per evitarne l’espansione.
# Traslocare le piazze di spaccio non risolve il problema
Tuttavia, la pubblicizzazione di questo nuovo “boschetto” ha tanto l’aria di essere una trovata propagandistica che non propone delle soluzioni concrete al problema. Infatti la proposta superficiale dalla Sardone lascia perplessi: “basterebbe mettere una recinzione lunga qualche metro per impedire il viavai.” Sembra proprio che l’eurodeputata non abbia letto i dati, o forse li ha ignorati: da uno studio dell’EMCDDA – l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze – in Italia l’eroina risulta essere la droga più diffusa tra i quindicenni dopo la cannabis. Insomma, non solo il problema persiste ma è tornato ad avere cifre simili agli anni ’80, con consumatori molto più giovani.
Le nuove piazze di spaccio che si sono spostate da Rogoredo a San Donato non possono essere rinnegate, ma risolvere il problema della droga facendo traslocare di luogo in luogo gli spacciatori (in ogni business è la domanda a determinare l’offerta), è come risolvere un allagamento asciugando per terra anziché aggiustando il tubo rotto.
Leggi anche: Dal bosco della droga al BOSCO della MUSICA: il primo CAMPUS di un CONSERVATORIO ITALIANO
ROSITA GIULIANO
copyright milanocittastato.it
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.