Doveva essere il nuovo porto di Milano. Nei decenni si sono però ipotizzate diverse trasformazioni della zona, mai realizzate, che oggi vive tra il degrado e la voglia di rinascere con alcune attività che tengono viva la comunità del quartiere. Ecco come si presenta oggi Porto di Mare e cosa si sta facendo per il suo futuro.
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Porto di Mare black and white
# Una periferia in chiaroscuro che avrebbe dovuto ospitare il nuovo porto cittadino
Sud-est della città, al confine con il quartiere Corvetto, tra i più difficili di Milano, e Chiaravalle. Porto di Mare è un’area di poco più di 350mila mq che vive da decenni tra il degrado e la voglia di rinascere. Il suo nome è da far risalire al progetto immaginato agli inizi del ‘900 di un nuovo porto per la città data ormai la saturazione della Darsena in zona Ticinese.
Per rendere possibile la funzione di porto tra il 1902 ed il 1917 erano stati elaborati alcuni progetti per un collegamento tra l’area milanese ed il Po, in particolare il primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po. Doveva essere situato nell’area che oggi è il Parco Alessandrini, ma salvo i lavori di scavo di una grande buca per creare il bacino necessario all’attracco delle navi, non si fece più nulla. L’area fu trasformata prima in cava, poi utilizzata come area di pesca e infine piantumata una volta dismessa. In seguito, si decise di chiamare la fermata della nuova linea metropolitana M3 “Porto di Mare” in onore del progetto mai realizzato.
# Quello che poteva essere
Nei decenni si sono fatte strade diverse ipotesi di trasformazione di Porto di Mare. Tra questi l’idea di realizzare la “Cittadella della Giustizia” per trasferire tutti gli uffici giudiziari, il carcere circondariale di San Vittore e numerosi alloggi per i lavoratori. Ci fu poi quelle per una riqualificazione che comprendesse housing sociali, un villaggio dello sport, comprensivo d’impianti di atletica, golf e tennis, e il 50% della superficie a parco. Infine la realizzazione spazi per attività artigianali e produttive e per strutture sportive oltre a studentati e alloggi per le famiglie degli ospedalizzati. Niente di tutto questo però è avvenuto.
# Come è la situazione oggi
Oggi, come è detto, la zona vive una dicotomia tra luoghi funzionanti e aperti alla comunità e altri abbandonati nel più totale degrado. Tra i primi troviamo il Centro Internazionale di Quartiere (C.I.Q.), un progetto dell’associazione socio-culturale Sunugal, che da oltre vent’anni si occupa di co-sviluppo tra Italia e Senegal, e che nel 2016 ha vinto il bando pubblico per la ristrutturazione e la rivalorizzazione della Cascina Casottello in via Fabio Massimo 19.
C’è poi il Parco Avventura Corvetto, in una porzione del Parco Cassinis, dove si affrontano passerelle, ponti, salti nel vuoto, liane, reti e carrucole.
Infine troviamo i due centri tennistici, lo Sporting Corvetto e il Tennis dei Pini per un totale di dieci campi da tennis, e tre da calcetto, che dopo 50 anni di attività hanno però ricevuto la lettera di sfratto.
La stessa che hanno ricevuto altre attività dell’area, da sfasciacarrozze a demolitori fino a riciclatori di rifiuti, perchè l’obiettivo del Comune di Milano è di riqualificare un’area «terra di nessuno» disordinata e frammentata per riorganizzarla. A seguito della raccolta di di manifestazioni d’interesse sull’area lanciata da Palazzo Marino già alcuni gruppi privati hanno palesato interesse all’acquisizione dei terreni.
# Tra i progetti di rinascita attesi, ma ancora fermi, c’è l’Urban Park: la cittadella dello sport e della musica
Un processo in atto da tempo e che si è intensificato negli ultimi anni, con attività propedeutiche alla riqualificazione complessiva dell’area, operazioni di rimozione dell’amianto su numerose coperture dei fabbricati esistenti e una prima indagine ambientale preliminare conoscitiva dello stato di salubrità dei suoli. Accanto a questo è stato avviato un percorso di regolarizzazione delle attività esistenti e di valorizzazione di alcuni immobili dalla Cascina Carpana all’ex discoteca Karma – Borgo del Tempo Perso.
Quest’ultima dovrebbe diventare un centro composto da: una piscina con anfiteatro urbano e relative strutture di servizio, un’area eventi scoperta, un’area eventi coperta in tensostruttura, un’accademia, camerini, uffici, campi di Padel e relativa struttura di servizio, un’area espositiva/mercato in concessione a “Coldiretti”, un’area parcheggio e un’area verde. Il progetto proposto dalla società Social Music City, che si è aggiudicata ando per la concessione in diritto di superficie per trent’anni dei 6.100 mq , è però ancora in stallo. Demolizione il complesso nel 2022 ed effettuati i disboscamenti, a causa di lentezze burocratiche i lavori veri e propri non sono ancora partiti.
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FABIO MARCOMIN
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Aggiungerei che nella parte più a est, quella meno boschiva e più collinare che va verso la ferrovia, c’è un fantastico percorso per mountain bike! Strepitoso!
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