Ci sono angoli di vecchia Milano che l’espansione famelica della città non ha fatto scomparire. Nuovi insediamenti hanno sostituito le antiche cascine, ma il verde è rimasto come collante. Come in questa area nascosta portata alla celebrità da un servizio del sito blog.urbanfile.org che lo innalza a “quartiere del verde” di Milano. Andiamo a scoprirlo.
La sorpresa di ARZAGA: è il quartiere più VERDE di Milano?
# Il colore del Nord-Ovest
Nella zona Nord-Ovest di Milano, più precisamente nelle punte più estreme dei Municipi 7 e 8, il verde è il colore di punta. Praticamente tutte le zone più lontane dal centro, in questi punti cardinali, hanno la caratteristica di essere circondati da tanto verde.
È il caso dell’area intorno a Via Arzaga, che porta il nome dell’antico insediamento che fino a 180 anni fa dava il nome all’intera zona che ora è compresa tra Primaticcio, Inganni e Bande Nere.
Sono le ex zone agricole di Milano, che hanno ceduto il passo alla città quando tra fine ‘800 e tutto il ‘900 ha continuato a consumare terreno, nella sua bulimica espansione.
La stratificazione urbana, però, non è riuscita a risucchiare tutto il verde, che sembra quasi tenere insieme tutte le diverse forme che ci sono oggi.
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# «Una volta qui era tutta campagna»
Via Arzaga deve il suo nome ad un’antichissima cascina, forse quattrocentesca, che dominava il territorio di Porta Vercellina. Inizialmente, infatti, l’attuale via iniziava proprio da Largo Settimio Severo e da lì conduceva alla cascina.
Il punto esatto è l’incrocio tra Via Arzaga e Via dei Benedettini; lì sorgeva questa bella cascina dall’aspetto inconsueto.
Di architettura neogotica, Cascina Arzaga aveva una facciata molto ampia in mattoni e un immenso ingresso a volta, che dava accesso alla corte interna dove erano visibili le ali, realizzate in pietra e rifinite con portici, che ospitavano le stalle da un lato e le abitazioni dall’altro.
Il complesso, costruito a forma di U, era “chiuso” dall’altro lato dalla bella cappella ottagonale dedicata a San Carlo, versione ridotta di quella di San Carlo al Lazzaretto.
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# Il progresso degli anni ’60 rade al suolo l’antica cascina
Spinto dall’irrefrenabile crescita della popolazione, il Comune di Milano ha acquistato questo territorio, cambiandone radicalmente il volto.
Milano ha continuato a sottrarre terreno agricolo, fino ad arrivare alle soglie della cascina.
Nel 1966 Cascina Arzaga viene demolita, in concomitanza con un vincolo che la Sovraintendenza emette ormai troppo tardi, rispetto alla decisione dei proprietari. Un atto barbaro, come lo definisce Urbanfile, che fa perdere per sempre un gioiello del 1400.
Per un certo periodo resta in piedi il chiosco della cappella ottagonale, abitato da un pastore almeno finché, una notte di agosto del 1966, viene anch’esso demolito.
Di Cascina Arzaga restano delle belle foto d’epoca, rigorosamente in bianco e nero e pochi fotogrammi del film “Boccaccio ’70” di Mario Monicelli. Le riprese di quest’ultimo riguardano un episodio dal titolo “Renzo e Luciana”, girato alla fine del 1962 e ritrae i protagonisti immersi in questo angolo di periferia.
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# Il quartiere oggi
Oggi questo quartiere è cambiato, ma non così tanto da rendere impossibile ricostruire – almeno con l’immaginazione – la vita del distretto agricolo della cascina.
Il contatto con l’anima di Cascina Arzaga, resta non solo nel nome della via, ma dalla testardaggine del verde che si insinua in ogni singolo cortile delle nuove costruzioni.
Nonostante le diverse stratificazioni, che danno spunto per una datazione dell’espansione di Milano, ogni palazzina di questo distretto è isolata dalle altre grazie alla cintura del giardino con cui sono circondate.
Guardando la zona dall’alto, è oggi visibile l’ingrediente che tiene insieme il quartiere come un collante: il verde dei giardini.
Uno dei capisaldi del distretto è la graziosa Chiesa dei Santi Patroni d’Italia, che sorge proprio in Via Arzaga dal 1965 e che ha sostituito una chiesa in legno costruita per dare un luogo di preghiera alla popolazione in continuo aumento, dopo l’abbattimento della cappella ottagonale di Cascina Arzaga.
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# L’anima verde e la tenacia del giardino Moravia
La tenacia con cui l’anima agricola del territorio sembra affrancarsi ancora oggi, vive anche nel Villaggio dei Fiori del Lorenteggio.
La vicinanza tra la ex Cascina Arzaga e questo dedalo di vie, tutte intitolate a nomi di fiori, è una contiguità certamente casuale ma desta curiosità.
In questo punto si trova il più grande parco pubblico della zona, un altro esempio del carattere della natura che non si arrende all’urbanizzazione selvaggia.
Nel 1969, in piena espansione senza controllo di Milano, questo lembo dell’antica campagna è rimasto libero dalla costruzione caotica dei nuovi quartieri.
Ne è risultata poi una pregevole riqualificazione, che ha portato alla realizzazione del giardino oggi intitolato ad Alberto Moravia.
Forse qui il territorio non è mai cambiato, forse è sempre lo stesso dal lontano medioevo. Il Giardino Moravia, ex Berna Ciclamini, può farci intuire com’era Milano una volta?
Fonte: Urbanfile Blog
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LAURA LIONTI
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