Un’azione che sembra in contrasto con la “transizione ecologica” invocata dal Sindaco e che toglie agli abitanti dell’area una fonte naturale di produzione di ossigeno e un’oasi unica per la città. Ecco cosa sta succedendo e cosa verrà costruito al suo posto.
🛑 Addio alla GOCCIA: la DISTRUZIONE in atto del BOSCO SPONTANEO di Milano
# Iniziato il taglio degli alberi nel “Bosco della Goccia” in Bovisa
La svolta di Sala con l’entrata nei “Verdi Europei” dovrebbe segnare un cambio di marcia nell’ottica di quella transizione ecologica da lui invocata come strada da seguire per il futuro della città, tanto da aver istituito e essersi assegnato una delega apposita a questa missione. Nei fatti però, nonostante questa delega sia operativa da oltre un anno, il processo di cementificazione e cancellazione di aree verdi non si è fermato.
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L’esempio più lampante è la “Goccia della Bovisa”, un tempo area industriale di cui ancora ne rimane traccia per via dei gasometri, l’unico esempio di bosco spontaneo a Milano, con alberi che da oltre 30 anni danno ossigeno all’area e agli abitanti della zona oltre a contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico. Il Politecnico, che ha i diritti di edificazione essendo il terreno di suo proprietà, ha dato inizio al taglio di diversi alberi ad alto fusto per portare avanti il proprio progetto, approvato anche dal Comune di Milano, di costruire alcuni edifici ad uso dell’università. Anche se alcuni verranno verranno trapiantati, non è certo un buon segno se si vuole arrivare a 3 milioni di alberi piantati in tutta la Città Metropolitana di Milano e mostra come in questo caso si stia procedendo nella direzione opposta rispetto a quanto il Sindaco Sala si è prodigato a portare avanti.
Fonte: Gruppo Cantiere Urbanfile
# Il progetto di riqualificazione approvato a luglio scorso che cancella il bosco della “Goccia”
Il progetto è stato sin da subito contrastato dal comitato di quartiere perché prevede di fatto la cancellazione del bosco della “Goccia”, per la costruzione di un grande parco scientifico-tecnologico, con i due gasometri recuperati, uno destinato ad ospitare lo “Smart city innovation hub“, l’altro la “Fabbrica dello sport“, nuove residenze universitarie, un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia, oltre un’area verde pubblica di circa 40 mila metri quadrati.
Adesso nell’area sono già presenti circa 2.000 alberi, ma parte di questi è appunto in fase di abbattimento. Non era possibile preservare il bosco e ripensare il progetto con un differente consumo del suolo?
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FABIO MARCOMIN
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