Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

Un quartiere quasi ignorato dai milanesi ma tra i preferiti da svizzeri, tedeschi e, soprattutto, dagli americani

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Villa La rotonda - ph. @clauz73 IG
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Milano ha il vizio di concentrarsi troppo sul centro. E perdere di vista i suoi angoli più straordinari in periferia. Un esempio? Alzi la mano chi conosce la Cagnola. Un quartiere quasi ignorato dai milanesi ma tra i preferiti da svizzeri, tedeschi e, soprattutto, dagli americani. 

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Navi, crocifissi magici e case-castello: le sorprese del quartiere più «americano» di Milano

# Dai Corpi Santi agli Asburgo 

credits: blog.urbanfile.org

La Cagnola era una parte dei Corpi Santi di Milano, con cui si indicava, fino al 1800 circa, il cerchio di territorio fuori delle mura spagnole. In questa fascia c’erano le cascine e i borghi che circondavano il comune di Milano. 

Nel 1500 Cagnola, accostato ai comuni di Boldinasco e Villapizzone, era già di notevoli dimensioni e risulta menzionato in un atto notarile firmato dall’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo

Nel 1755 gli Asburgo trasformarono il nome in Comuni rurali.

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# L’area da piazzale Accursio a Piazza Firenze

Il curioso nome ‘Cagnola’ quasi certamente deriva dal nome di un proprietario fondiario che risiedeva qui nell’antichità. Il borgo si sviluppava a ridosso della antica via Varesina che partiva da Porta Tenaglia e arrivava a Saronno o Varese. Comprendeva l’attuale piazzale Accursio, che un tempo si chiamava Piazza del Bersaglio, a causa della presenza del Tiro a segno nazionale, e si estendeva fino al cosiddetto Rondò della Cagnola, oggi Piazza Firenze. Nel 1923 il comune di Milano annesse Villapizzone, Musocco, Garegnano, Boldinasco e il quartiere Cagnola. La viabilità fu modificata e nacquero in quel periodo via Gassendi e via Pacinotti.

# Il “furto” dei tre santi in marmo: dalla Cagnola al Castello Sforzesco

credits: blog.urbanfile.org

Nel 1644 gli abitanti della Cagnola decisero di far erigere un oratorio e posizionarlo al confine con i tre comuni in cui il borgo era suddiviso. L’oratorio fu intitolato a San Giovanni Battista.  Di tale costruzione oggi rimangono solo tre statue in marmo bianco del 1400 che raffigurano tre santi nell’atto della preghiera e che oggi sono conservati al Castello Sforzesco.

# Il crocifisso magico trasferito a Campione. Galleggiava per davvero!

credits: blog.urbanfile.org

Un altro pezzo storico è stato portato via dal quartiere. Questa storia mescola sacro e profano. Alla Cagnola vi era un’antica osteria, anch’essa ormai scomparsa, chiamata dell’Ostone che era posizionata proprio in fronte all’oratorio di San Giovanni Battista. Di fronte all’osteria fu ritrovato sul fondo della roggia un crocifisso in rilievo su marmo. La leggenda vuole che il blocco di marmo scolpito galleggiasse sull’acqua. Fu raccolto e appeso nell’osteria: oggi lo si può ammirare nella Galleria Civica di Campione d’Italia.

# Un assaggio di Svizzera a Milano

All’interno del quartiere, nelle adiacenze di viale Certosa, si trova un insieme di vie che celebrano lo stato confinante con la Lombardia: la Svizzera. Via Chiasso, Bellinzona, Locarno e Monte Generoso. La caratteristica di queste vie è la presenza di piccole ma molto eleganti villette liberty.

# Il Liberty District: Cinema Trieste e Tennis Club Bonacossa

credits: blog.urbanfile.org

In via Giovanni Antonio Plana, di fronte al civico 20 si trova un meraviglioso palazzo liberty. In via Pacinotti poi si trova un edificio del 1912 che era un cinema, il cinema Trieste. E’ uno degli edifici liberty più di pregio della zona. Nel tempo è diventato cinema Sempione e ha in seguito conosciuto momenti di abbandono e incuria. Oggi è stato restaurato e trasformato in uno spazio culturale.

Anche in via Pietro da Cemmo è possibile notare rilievi smaltati con motivi floreali in stile liberty che sovrastano i portoni di ingresso delle abitazioni. Poco distante da via Plana si trova però la perla liberty per eccellenza: il Tennis club Bonacossa. Questo palazzo meraviglioso è nello stesso tempo un’istituzione dello sport cittadino e un bene culturale ed artistico di pregio. Fu progettato nel 1923 dall’architetto Muzio per il conte Bonacossa, a cui fu dedicato.

# Le case-castello

Villa La rotonda – ph. @clauz73 IG

Girando per il quartiere ci si imbatte in case o villette alquanto particolari. In via Gassendi 3 e in via Bodoni,  per esempio si possono trovare  strani edifici multicolore che assomigliano a dei piccoli castelli. Sempre restando sul tema castelli è impossibile non citare le ‘case-castello’ presenti all’angolo tra via Bartolini e via Arimondi. Sono case merlate realizzate all’inizio del secolo scorso, recentemente acquistate dall’hotel Mercure.

# Sta diventando il quartiere americano: dal Poligono alla Piazza della Libertà

Tiro a Segno riqualificato

In piazzale Accursio si trovava il tiro a segno nazionale, un edificio realizzato nel 1906 con il nome di ‘Poligono della Cagnola’ che sorgeva nella ex piazza Bersaglio, oggi piazzale Accursio. I soci milanesi tiratori furono qui ospitati fino al 1972, anno in cui si trasferirono. Nel 1985 viene posta sotto tutela come bene monumentale perché rappresenta un esempio di architettura liberty e perché possiede al suo interno particolari di valore storico ed architettonico. L’intero edificio originariamente è stato ceduto al consolato americano di Milano che sta trasformando l’intera area. Stanno infatti sorgendo la Piazza della Libertà, il Parade Ground e il Liberty Building.

# Ma quella è una nave o un benzinaio?

In piazzale Accursio, oltre al Tiro a segno, c’è un altro particolare interessante. Percorrendo viale Certosa in direzione nord, laddove si forma una biforcazione con viale Espinasse, proprio in tale biforcazione si trova questa stazione di servizio della AGIP, costruita negli anni ’50 e rimasta in attività fino agli anni ’80. L’edificio è molto originale perché realizzato somigliante alla tolda di una nave. Le pensiline sembrano essere ali di un aviogetto. Negli anni 50, in pieno boom economico, l’architettura rispecchiava lo spirito di movimento, di fermento che permeava la società dell’epoca. Qualche anno è diventato Garage Italia su intuizione di Lapo Elkann. 

Continua la lettura con: Quando il quartiere Rebecchino era il centro di Milano

GIULIA PICCININI (Aggiornato da Redazione)

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Giulia Piccinini
Ho 38 anni, due figli, sono nata e cresciuta a Milano. Laureata in filosofia, insegnante. Da sempre curiosa di Milano, delle sue storie e delle sue curiosità. Amo girare la mia città continuando a scoprire le sue meraviglie.

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