Debora Cantarutti. Nutrizionista, cofondatrice di Bon “cibo buono che fa bene”, ha ideato la ciboterapia con cui divulga le proprietà e gli effetti degli alimenti sull’organismo. Lavora a stretto contatto con il mondo medico occupandosi di predisporre una dieta personalizzata da integrare con quella farmacologica. Friulana di Cividale, innamorata di Milano.
Debora CANTARUTTI: “la mia MILANO sarà una città più UMANA”
La cosa che ami di più di Milano?
È la città che ti dà le maggiori opportunità per realizzare i tuoi sogni, se sei una persona sveglia e capace.
Quella che invece ti piace di meno?
La qualità dell’aria. Poi la fuffa: si promuove la forma ma senza contenuti all’interno. Ora siamo entrati in un’epoca che richiede invece tanta sostanza.
Il tuo locale preferito?
Don Lisander. Il miglior risotto di Milano. Uno dei pochi che usa i pistilli.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
In Parco Sempione. A inseguire i pappagallini verdi sulla grande Magnolia e ad assaporare i profumi che cambiano da una settimana all’altra. Il mio punto preferito è il vialetto che divide in due la parte del parco che ricorda la campagna inglese fino al Castello e dall’altra l’Arco della Pace.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Il Duomo di notte.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Montevecchia. Insieme all’Oltrepò pavese e ai percorsi di trekking sopra Como e Lecco.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Conoscere la persona più importante della mia vita.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Moscova. Un crocevia di zone che amo. In un solo punto tante possibilità, come nella vita.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
L’alberello nato nel marciapiede di via Canonica. Oppure quando durante il lockdown ho scoperto un anziano pittore che dipingeva gatti seduto su una panchina.
Il quartiere che ami di più?
Tra Procaccini e l’Arco della Pace.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Tutti i palazzi di Milano dovrebbero avere un roof garden. Sarebbe positivo per l’estetica e per il verde della città. Impegnarsi seriamente per depurare l’aria. Rendersi più autonoma da Roma e guardare di più a città come Londra.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Sì. Non solo lei, anche per altre città e territori. Sono per una decentralizzazione tra realtà piccole che cooperano e competono per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Territori che invece di chiedere allo Stato devono organizzarsi per rendersi autosufficienti.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
A Londra. Perché è la sorella maggiore di Milano. Altrimenti in Provenza perché è il luogo del cuore.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Investirei in due cose. La renderei la città in grado di creare verdure e frutta di alto profilo nutrizionale “a metro zero” a disposizione di tutti. Migliorerei la qualità dell’aria e darei anche alle famiglie più povere la possibilità di accedere a cibo sano.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Diventare una città più umana. Non solo luogo dove si lavora e si dorme.
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