Eliana Liotta. Giornalista, saggista per La nave di Teseo, direttrice della collana editoriale Scienze della Vita in Sonzogno (gruppo Marsilio Feltrinelli) e vicepresidente della Fondazione I Pomeriggi Musicali, che ha sede al Teatro Dal Verme di Milano. È nata a Siracusa e non vede problemi nel sentirsi siciliana e milanese insieme.
Eliana LIOTTA: “La mia Milano diventerà una CITTÀ ECOMODERNA”
La cosa che ami di più di Milano?
È una capitale mondiale della cultura, dall’editoria alla musica.
Quella che invece ti piace di meno?
L’inquinamento dell’aria.
Il tuo locale preferito?
Il Rigolo, per me è come una seconda casa. I piatti sono i classici della tradizione italiana, con un’ottima scelta di pesce, verdure e alcune incursioni nella gastronomia toscana. E poi c’è Renato Simoncini, il proprietario, un amico, che ha sempre qualche storia da raccontare, come i ricordi di Montale e Quasimodo che erano clienti abituali.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Passeggiare senza meta e scoprire angoli inaspettati.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
O mia bela Madunina, perché la ascoltavo quando mi sono trasferita dalla Sicilia per cercare di imparare il dialetto milanese.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Il borgo di Cremia, sul lago di Como, il luogo del relax ma anche della concentrazione: lì ho scritto la maggior parte dei miei libri.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Incontrare il ragazzo che sarebbe diventato mio marito e che avevo conosciuto anni prima al Certamen ciceronianum di Arpino, una gara di latino per studenti dei licei di tutta Italia. L’ho rivisto per caso al Capolinea, il locale storico sui Navigli, ci siamo riconosciuti e dopo due anni il matrimonio, alla Chiesa di San Marco.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
«Tu forse non l’avevi mai pensato, / Ma il sole sorge pure a Crescenzago». È l’incipit della poesia di Primo Levi sul quartiere a Nord della città dove c’è la fermata Crescenzago della linea verde. Per anni sono scesa lì, ogni mattina, diretta alla redazione del mensile (allora Rcs) OK Salute. E sempre lì sono scesa per definire il mio primo libro, La dieta Smartfood, che ho pubblicato con Rizzoli.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
I fenicotteri rosa a Villa Invernizzi, in via dei Cappuccini.
Il quartiere che ami di più?
Brera, il mio quartiere.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Una richiesta facile da esaudire: indicare alla fermata della metropolitana Cairoli l’uscita per il Teatro dal Verme, un’istituzione che a settembre 2022 festeggia i 150 anni di vita e che ospita la Fondazione I Pomeriggi Musicali, di cui sono vicepresidente.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Milano è di fatto una sorta di «città stato». Credo che abbia dimostrato di sapere progredire, inventare, crescere con una visione autonoma anche senza uno status amministrativo speciale.
Tolta Milano in quale città ti piace vivere?
Trieste, bellissima, affacciata sul mare.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Li destinerei a borse di ricerca per giovani laureati italiani e stranieri che hanno qualità eccellenti ma non possono permettersi gli affitti milanesi.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Che diventi una città ecomoderna, con la natura che si incunea nel cemento, con i semi delle piante che germogliano tra i palazzi e i giardini che invadono i quartieri.
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