Emanuele Carlo Maria Gabardi. Docente in più università milanesi, tiene corsi di formazione ed è consulente di strategie di comunicazione.
Emanuele GABARDI: “La mia MILANO deve essere d’ISPIRAZIONE alle altre metropoli italiane”
La cosa che ami di più di Milano?
La mia casa, nella quale sono nato e nella quale torno sempre volentieri, anche quando rientro dalle vacanze.
Quella che invece ti piace di meno?
Il delirio urbanistico degli ultimi anni. Dai grattacieli in zona Garibaldi all’insipienza con la quale si pensa di migliorare la viabilità. L’arroganza di chi viaggia su due ruote (in particolare chi lo fa su monopattini elettrici e biciclette, che non ha rispetto per i pedoni, che traversano gli incroci col rosso, che vanno contromano e viaggiano sui marciapiedi, che
pedalano col telefonino in mano …).
Il tuo locale preferito?
Per prendere un caffè il Camparino.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Visitare mostre e musei.
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Per la verità nessuna.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Devo andare nel Lodigiano o in Brianza per trovare dei luoghi fuori Milano che mi piacciano.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Aver visto i Beatles nei due concerti del 24 giugno 1965.
La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?
Nessuna in particolare. Più facile dire quelle alle quali non sono per niente affezionato: tutte quelle della Linea Lilla e Garibaldi, che è assolutamente caotica.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
L’entusiasmo con cui è stata celebrata nel 2011 la vittoria di Pisapia. Non avevo mai visto una partecipazione politica così ampia e così viva per una elezione politica.
Il quartiere che ami di più?
Il Centro.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Caro Sala, devo essere molto critico con le scelte urbanistiche dissennate che sono iniziate lo scorso anno. Rifacimenti di piazze che sembrano disegnate da bambini e non da professionisti (mi rifiuto di pensarlo solo guardando il pezzo rifatto di Piazza Bacone e lo scempio che è facile prevedere sarà Piazzale Lavater). L’ennesima trasformazione di Corso Buenos Aires è un delirio e l’aumento delle zone nelle quali non sarà possibile viaggiare a più di 30 km all’ora (vale anche per i monopattini elettrici?) trasformerà una città che è storicamente fast in una città slow. Caro Sala, questa è Milano, la New York d’Italia, l’unica città europea del Belpaese, tutto il resto è provincia. Per cortesia, non trasformiamola nella Brescello di don Camilo e Peppone!
Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Non sono a favore delle autonomie in genere.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Senza dubbio Torino. Ma se andiamo oltre i confini nazionali, Parigi. Forse Torino, oltre a piacermi per la sua vita culturale, i suoi musei, la gentilezza della gente (che differenza rispetto alla media dei milanesi scorbutici e spesso aggressivi1) è la mia città preferita proprio perché si respira un po’ un’aria francese.
Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?
Non so se mi basterebbero, ma per prima cosa occorre affrontare il problema degli indigenti. Il disagio economico, quando addirittura non è autentica povertà, è aumentato. Chi per età, salute o altri problemi non può permettersi di vivere in un’abitazione decente, di saziarsi a tavola, ottenere le cure sanitarie necessarie ecc. va aiutato. E occorre creare posti d lavoro per tutti, Lavorare non significa solo portare il pane a casa, ma anche avere una vita dignitosa. Per ottenere il rispetto per se stessi.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Essere d’ispirazione alle altre metropoli italiane in termini di efficienza e di visione internazionale.
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