Letizia Gambi. Artista, musicista Jazz, nata a Napoli cresciuta in Lombardia tra Milano e Como, da qualche tempo trasferita negli Stati Uniti dove tiene concerti e incide dischi. Innamorata di Milano, con nostalgia.
Letizia GAMBI: “la mia Milano sarà l’esempio di una città GIUSTA”
La cosa che ami di più di Milano?
Amo la vasta proposta di ristoranti e cucine alternative che solo Milano ha in Italia. Amo i panifici di quartiere con focaccia e cornetti caldi, che profumano di buono. Le attività a gestione familiare. Sono le cose che mi mancano di più da quando vivo negli Stati Uniti. Amo Milano perché è la città più internazionale d’Italia.
Quella che invece ti piace di meno?
Paragonata ad altre metropoli europee Milano a volte è un po’ provinciale, ma non sa di esserlo! Milano è la metropoli meno internazionale d’Europa.
Il tuo locale preferito?
Essendo sempre via ho perso di vista i locali. Però ho lasciato il cuore al Club Due di Brera, dove iniziai a cantare da ragazzina, appena arrivata a Milano per studiare Jazz.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Fare il tour delle gelaterie per decidere qual è il gelato migliore. Passeggiare al parco.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
La canzone su Milano è Milano di Dalla. Ma la canzone che mi fa pensare a Milano ogni volta che l’ascolto si intitola “A time” . E’ il primo brano che ho composto nella mia mansarda a Porta Venezia, scritto a Milano e inciso poi a New York nel mio primo album..
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Il lago di Como.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
L’incontro che mi ha cambiato la vita, al Blue Note, con il mio produttore americano Lenny White.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Porta Venezia. Dove ho sempre avuto casa.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Sul Duomo, la Statua della Libertà in miniatura! In realtà si chiama la statua della Legge Nuova che, scolpita all’inizio dell’800 da Camillo Pacetti ispirò, 70 anni dopo, quella di New York. Come al solito copiano sempre da noi!
Il quartiere che ami di più?
Porta Venezia e Brera.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
1.Chiederei di investire davvero nella musica live e nell’educazione musicale anche nelle scuole. Gli chiederei di darmi in mano la direzione di un nuovo festival musicale internazionale. Di ridurre la burocrazia e la tassazione per i teatri, locali, e club che vogliono fare musica. Bisognerebbe incentivare alla bellezza e all’arte, nel rispetto dei professionisti e del loro prezioso lavoro.
2. Gli chiederei anche di restituirci i (già pochi) parcheggi per residenti in centro che ha dato ai dehors dei ristoranti!
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Si, ma dipende sempre da chi controlla l’autonomia.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Ho già lasciato Milano per New York e Miami. Torno ogni tanto per qualche settimana. Vorrei tornare a vivere a Milano, in una Milano che accoglie gli artisti italiani con lo stesso entusiasmo con cui accoglie quelli stranieri.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Il Festival di cui sopra e rilancerei le piccole imprese. Il made in Italy.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Il futuro è già domani. In questi tempi di difficoltà e ingiustizie vorrei solo che Milano fosse l’esempio di città “giusta”. Una fortezza dove le libertà di pensiero e di scelta vengono garantite a tutti e dove si vive da esseri umani liberi. Una città più umana e meno digitale. È il mio sogno.
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