Lorenzo Zucchi. Nato a Parma, a Milano da 20 anni, appassionato di viaggi, di cinema e di scrittura. L’ultimo libro pubblicato è Bandiere per tutti.
Lorenzo ZUCCHI: “la mia Milano spera che le OLIMPIADI del 2026 portino ad un’era d’oro come EXPO 2015”
La cosa che ami di più di Milano?
Sono un fanatico degli agglomerati, delle metropoli infinite, però allo stesso tempo ho anche vissuto 30 anni in una città piccola. Quindi dico: le sue dimensioni, abbastanza grandi per avere sempre qualche via o quartiere minore che ancora non conosci.
Quella che invece ti piace di meno?
Non amo la mancanza di civiltà che raramente viene perseguita, come i parcheggi sul marciapiede o le deiezioni dei cani abbandonate. A volte, anche l’incuria della manutenzione del comune mi rende triste. E le aree abbandonate in cui il proprietario non vende mi deprimono.
Il tuo locale preferito?
Tutta la generazione dei primi pub milanesi: The Friends, The Ghost, il Matricola, il Mulligan’s, il Murphy’s Law, l’Old Fox.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Sicuramente l’aperitivo, l’unica religione alla quale mi sia piegato senza pormi domande.
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Ne metto due: Il Nilo nel Naviglio e Uramaki, di Mahmood.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Per anni ho vissuto da cittadino intransigente, detestando tutto ciò che c’era oltre il cartello di Milano barrata. Ma ho sempre amato Sesto San Giovanni, che considero una mia casa mancata.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
In passato essere aiutato in condizioni di difficoltà. Più recentemente veder crescere mia figlia nelle foto dei social fatte in giro per Milano.
La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?
Brenta, per via di un ristorante messicano dove vado ogni tre anni con mia figlia e anche per un romanzo che un giorno forse scriverò, ambientato nella zona.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Sicuramente tutte quelle del vostro articolo “Le 10 cose più strane che si trovano a Milano”, ma ancor più forse il famoso orecchio che faceva da campanello al Quadrilatero del Silenzio.
Il quartiere che ami di più?
De Angeli è stata la mia prima Milano e rimane tuttora quella più amata.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Condivido una delle vostre battaglie: prolungare tutte le linee metro come la verde che arriva a Gessate. Milano non merita di morire di traffico e inquinamento. E magari anche chiedere ai comuni dentro la cerchia della tangenziale di diventare quello che di fatto già sono, quartieri di Milano.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Come spesso mi capita, vaneggiavo di cose senza sapere che altri le avevano pensate prima di me. 100% favorevole, la considero a tutti gli effetti un’idea mia.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Forse potrei dare una chance a Genova, che ho sempre amato molto. Fuori dall’Italia, sicuramente mi piacerebbe vivere in molte città grandi, ma le mie preferite sono Berlino e Madrid.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Riaprirei i Navigli. L’immagine più romantica della città deriva da quei corsi d’acqua. Ci vuole un po’ di coraggio negli investimenti, ma la città ne saprà beneficiare.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
A livello generale, mi auguro che possa essere una città aperta a tutti e in pace. Nello specifico, spero che Le Olimpiadi del 2026 portino una seconda era d’oro come quella dell’EXPO 2015.
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