Luca Ravenna. Nato a Milano si è formato artisticamente a Roma collaborando come autore al gruppo The Pills, noto per i cortometraggi di umorismo noir in bianco e nero. Dopo aver continuato a scrivere per altri finché si è deciso a spingersi in prima linea, diventando un volto noto con spettacoli di stand-up prendendo in giro situazioni di vita quotidiana. Appassionato di cinema, di Inter e di Milano.
Luca RAVENNA: “la mia Milano sarà più UNDERGROUND”
La cosa che ami di più di Milano?
La curiosità dei milanesi.
Quella che invece ti piace di meno?
L’isteria demenziale e spesso immotivata che si percepisce in città.
Il tuo locale preferito?
“Il tango” in via Casale per bere. Bar “Quadronno” e bar “Ai confini del gusto” in piazza Santo Stefano per i panini, mia grande passione. Mi si è spezzato il cuore quando ho saputo che il bar Anny di via De Togni ha chiuso e quando il Bar Crocetta è diventato una catena, perdendo tutto. I panini sono il nostro vanto e nel resto d’Italia non sanno farli come da noi.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Camminare con le cuffie e guardare le vetrine. Non esiste città con vetrine più eleganti.
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Porta Romana nella versione di Nanni Svampa e Ma Mi cantata da Jannacci.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Forse la Santeria, sono affezionato perché ho fatto il mio primo spettacolo un po’ più grande ed ero molto emozionato, essendo fuori dalla terza cerchia, direi che vale come “nei dintorni”.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Aver avuto fiducia da parte del pubblico quando organizzavo le serate di stand up al Teatro Franco Parenti. Veniva la gente quasi a caso, poi è diventato un appuntamento fisso. Come dicevo, la curiosità dei milanesi per la novità è il grande vanto della città secondo me. E non ha pari in Italia. Averla provata sulla mia pelle è la più grande soddisfazione della mia vita.
La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?
Turati, perché scendevo lì per andare al liceo e mi sembrava di essere un adulto all’improvviso.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Persone che negano le loro origini per sembrare milanesi. Lo sforzo non vale assolutamente a niente. Le differenze sono belle.
Il quartiere che ami di più?
Quello più bello è sicuramente la zona da Vincenzo Monti a Corso Magenta. Quello che amo di più è “my hood”, da Missori, aprendo il compasso da Corso Italia fino a Porta Romana.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Easy on Instagram, Beppe. Non sacrificare gli spazi sociali in nome del dio denaro. Deve esistere anche una dimensione underground, non solo executive. È troppo cara come città ed è inaccettabile questo.
Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Assolutamente contrario. Milano deve prendere ma anche restituire con generosità al resto della regione e all’Italia.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Vivo a Roma da 15 anni. Sono in perenne Erasmus.
Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?
Come prima cosa ho pensato: proverei a comprare l’Inter. Però devo essere sincero con me stesso, non mi sentirei mai all’altezza di gestire il mio grande amore per la mia squadra. Quindi dico che comprerei il Milan e lo farei fallire brutalmente.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Che si rilassi un attimo.
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