Martina Mazzotta. Una delle protagoniste della cultura milanese anche se… vive a Londra. Una dote innata per l’estetica e una robusta formazione classica e internazionale costituiscono un contributo preziosissimo per il futuro di Milano. Anche da lontano.
A ottobre curerà la retrospettiva su Max Ernst a Palazzo Reale.
Martina MAZZOTTA: “La mia Milano parte dalla riscoperta della sua MEMORIA”
La cosa che ami di più di Milano?
Armonia/disarmonia, contrasti/equilibri, bello/brutto in un insieme dinamicissimo e organico.
Quella che invece ti piace di meno?
L’inquinamento: offusca la visione nitida della città (attraversa il corpo, ma attraversa anche lo spirito)
Il tuo locale preferito?
“Il Rigolo”, per motivi biografico-affettivi: un ristorante che riporta alla Milano degli anni ’60-’70-’80, quella dei giornalisti del Corriere, degli artisti di Brera, della borghesia illuminata di un tempo.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Avere il privilegio di fare la turista, di andare per musei e chiese, a passeggio a naso all’insù o in bicicletta, scovando gemme incastonate e architetture in un insieme eterogeneo.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Sapessi com’e strano, sentirsi innamorati a Milano…
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
L’Abbazia di Chiaravalle.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
La solidarietà. Nei contesti più diversi, e a più livelli.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Wagner. Da ragazzina vagheggiavo che potesse risuonarvi una sinfonia. Ora mi piace spuntare da una delle uscite al mercato, o in via Marghera: la qualità di tutto ciò che vi si trova risulta affascinante, vivendo all’estero.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
La fata-regina-mamma dei gatti del Castello Sforzesco: tutti i giorni (lockdown compreso!) li raggiunge in bici, li va a nutrire, si occupa di loro, parlando e cantando, e questo da più di 30 anni!
Il quartiere che ami di più?
Due strade: corso Garibaldi e via Tadino.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Di includere nell’immagine vibrante e scintillante che della città offre, a livello nazionale come internazionale, iniziative di riqualificazione e promozione che contemplino le periferie e le zone meno centrali.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Dovrei documentarmi di più, ma in linea di principio: sì.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Abito a Londra da anni, ma vivo regolarmente anche Milano: le due città si complementano molto bene a vicenda.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Li investirei nelle scuole, nei corsi per stranieri, nella formazione a tutti i livelli.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Che la dea della memoria, Mnemosine, la prenda in custodia. Che Milano riscopra la propria identità storica e culturale, che la trasmetta alle nuove generazioni di cittadini, di tutte le provenienze e contesti, attraverso investimenti mirati alla formazione e all’avvio professionale sul territorio, così da ricreare un tessuto sociale consapevole, competitivo, orgoglioso di appartenere alla propria città e dunque attivo nel viverla e promuoverla.
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