Milanese del Casoretto Paolo Carlini è tra i più noti fotografi italiani. Lavora con le principali testate nazionali (Corriere della Sera e La Repubblica) oltre a tutti i principali editori, da RCS a Arnoldo Mondadori, da De Agostini e Editoriale Domus, Editrice Quadratum e Edizioni Condè Nast. Ha un particolare entusiasmo per i viaggi, le automobili e la ritrattistica, in particolare di compositori, pittori e artisti. Per Silvana Editoriale ha pubblicato “Cani Padroni”, volume di ritratti di cani e dei loro padroni, mentre in piena pandemia ha realizzato “Italia coast to coast. 1 van, 50 giorni e 9585 km” uno splendido racconto fotografico che percorre tutte le coste italiane da Trieste a Ventimiglia, passando per Sicilia e Sardegna.
Paolo CARLINI: “la Milano attuale è la migliore che io abbia vissuto”
La cosa che ami di più di Milano?
Amo la sua capacità di sapersi trasformare; smonta e archivia il passato costruendo, senza mai fermarsi, il futuro. Da quando sono nato ho imparato a convivere con i cantieri che, una volta chiusi, fanno dimenticare velocemente i disagi. Altra cosa che amo di Milano è la veloce integrazione: le persone che vengono a lavorare e viverci, se entrano nelle dinamiche della città, si sentono milanesi da subito.
La cosa che mi piace meno?
Quando lo vedo: lo sporco, il disordine, la maleducazione e l’incuria.
L’angolo di Milano che hai fotografato di più?
Sicuramente la trasformazione da Fiera Milano a CityLife. Una cosa che mi ha sempre appassionato, anzi, intenerito, è fotografare la natura che, incurante del cemento, si fa spazio in luoghi impensati: il verde e i fiori gialli spuntare dalle spaccature sui marciapiedi, le erbe e gli arbusti che trovano in una piccola fessura tra muro e strada nutrimento per crescere, le piante che, aggrappate a fessure, riescono ad averla vinta sugli austeri muri. Fotografare la normalità della vita quotidiana perché lo straordinario molte volte è nell’ordinario: ogni singola persona ritratta ha sempre qualche cosa di interessante da raccontare.
La miglior foto sulla città?
Uno scatto a cui sono affezionato è semplice e banale: un piccione sulla testa della statua di Alessandro Manzoni in piazza San Fedele. Lo scrittore morì in seguito a una ferita alla testa procuratasi inciampando proprio davanti alla chiesa; ho sempre pensato che quel piccione in fondo fosse lì a proprio a proteggergli il capo.
Il tuo locale preferito?
Direi il Museo di Storia Naturale di Corso Venezia: un luogo che riesce a darmi le stesse sensazioni che provavo da bambino. Un luogo emozionante e allo stesso tempo rassicurante.
Il tuo passatempo a Milano?
Mi piace guardare la gente, sono molto curioso e costruisco nella mia fantasia delle storie legate a quello che vedo; poi ho poca memoria e per questo che demando il ricordo alla fotografia. Guardando i palazzi, soprattutto la sera quando si illuminano le finestre degli appartamenti, penso a quante famiglie e persone vi abitano dentro, le loro vite, le aspettative, le sofferenze e le gioie. Fotografo sempre sentendo anche il dovere di documentare. Mi piace poi ritrovare la storia della città tra mura, porte storiche e nuove costruzioni: Milano si trasforma ma molte volte, quasi distrattamente e con tanta poesia, lascia in giro dei pezzi di storia.
La canzone preferita?
Lucio Dalla: Milano. Decisamente anni ’80 … come la mia gioventù.
Il luogo preferito nei dintorni di Milano?
Non ho un luogo preciso, non sono un abitudinario e mi piace girare cercando sempre cose nuove. In generale i parchi ma anche le zone industriali abbandonate.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Milano mi ha regalato momenti di grande emozione, in particolare con i concerti visti all’Arena, al Parco Lambro, al Montestella, all’Arco della Pace o nei piccoli locali. La cosa sicuramente più bella per me è stata la possibilità di raccontare la mia città con le fotografie e testi.
La fermata della metro a cui sei più affezionato?
Loreto. Milano ha la capacità di avere i paesi nella città. Amo ricordare che sono nato e cresciuto a Città Studi. Durante le superiori il ritrovo classico era la fermata di Loreto e quello che ai tempi mi sembrava un labirinto sotterraneo alla fine era uno spazio assolutamente conosciuto.
Il quartiere che ami di più?
Mi piace tanto l’isolato di via Lincoln; un luogo quasi da sogno astratto dal classico contesto urbano. Sembra un paese dalle sembianze buranesche incastonato nella città.
Caro sindaco Sala…
Penso che il buon esempio sia sempre più forte della punizione. Per questo consiglio al Comune di investire maggiormente sulla pulizia e sul miglioramento dell’arredo urbano. Lo sporco porta solo sporco e incuria. La città ha bisogno di maggior cura; molto si è fatto negli ultimi anni ma molto c’è ancora da fare. A mio giudizio, una delle armi vincenti per il rispetto della città e far appassionare gli abitanti a Milano e al proprio quartiere.
Milano Città Stato, cosa ne pensi?
Milano è una città speciale con tempi e dinamiche uniche nella nostra nazione. In generale una maggiore autonomia può, se ben amministrata, portare giovamento a tutta la comunità.
Se lasciassi Milano, dove andresti a vivere?
Rimanendo in Italia, sceglierei un piccolo paese, in favore di una vita più vicina alla natura.
Se avessi due miliardi di euro da investire su Milano…
Una risposta a sentimento…assistenza a chi ne ha bisogno, integrazione evitando che si creino ghetti, pulizia della città, formazione, verde e cultura. Li ho spesi tutti? Ne ho spesi di più? Se ne avanzano mettiamoli via per eventuali emergenze.
Cosa ti auspichi per la città?
Sono cresciuto nella Milano del post ’68, con l’austerity e gli anni di piombo fino alla Milano da bere. Quando sento dire “Milano non è più quella di una volta” mi viene una sola e potente risposta : “Meno male!”. La Milano attuale è la migliore che io abbia vissuto nei miei 57 anni di cittadino. Per il futuro non mi auspico nulla di particolare per la città ma tanto per i cittadini. I quartieri sono, come ho già detto, paesi dentro la città; avere un luogo migliore dove vivere dipende anche dalla volontà e responsabilità dei singoli abitanti. Una maturazione di un sempre maggior senso civico ci può aiutare ad avere un luogo migliore, pronto all’integrazione e all’arricchimento culturale. Sogno una Milano più attenta alla natura e ai bambini.
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LEONARDO MENEGHINO
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