Sonia Giudici. L’astrologa della finanza. Laureata in Bocconi, esperta di astrologia, si è sempre più specializzata nell’unire astrologia e finanza diventando un riferimento di banchieri e investitori, oltre che public speaker e formatrice per chi si interessa dell’unione di questi due mondi apparentemente agli antipodi. Nata a Cremona, innamorata di Milano.
Sonia GIUDICI: “nella mia Milano i meritevoli saranno in grado di REALIZZARE SE STESSI”
La cosa che ami di più di Milano?
La capacità di questa città di assorbire ogni nuovo stimolo culturale e farlo proprio arricchendo sé stessa ed evolvendo verso nuove forme identitarie.
Quella che invece ti piace di meno?
La maggiore difficoltà nel creare relazioni di lungo periodo fra le persone a causa dei tanti stimoli a cui siamo sottoposti che ci fanno essere dispersivi.
Il tuo locale preferito?
Cambia sempre.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Curiosare fra i banchi dei mercatini delle pulci.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Sorriso (Milano Dateo) di Calcutta.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Mi piace andare a passeggiare all’abbazia di Chiaravalle…non è esattamente Milano ma è un mio luogo del cuore.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Ho incontrato un cantante lirico del Tagikistan che mi ha seguita da via Clerici a San Babila declamando poesie persiane. Siamo stati sposati 10 anni ed abbiamo uno splendido figlio italo-tagiko.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Porta Romana: la fermata che associo ai tempi dell’Università.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Un russo offrirci 100 euro per indicargli la strada per La Scala.
Il quartiere che ami di più?
Rogoredo-Santa Giulia: il nuovo e la tradizione operaia che si incontrano…che è poi l’essenza di Milano.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Più asili nido comunali…perché la parità di genere è ancora troppo, troppo lontana.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Assolutamente sì: da Lombarda -sono originaria di Cremona- non posso non riconoscere l’estrema specificità dei bisogni e delle opportunità di Milano che richiedono logiche ed interventi totalmente diversi dal resto del Paese e della Regione.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Cambierei radicalmente ed andrei verso la natura che è quello che mi manca a Milano.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Il punto non è cosa ma come. Qualunque cosa farei, vorrei fosse fatto senza sottomettere il bene collettivo all’ideologia e all’asservimento ad alcuni specifici interessi.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Essere una capitale culturale europea aperta alle istanze dei giovani, al rinnovamento, ma che coltivi e nutra le sue tradizioni culturali e le sue radici. Dove, grazie alla mobilità sociale ed ad una mentalità più aperta, tutti i meritevoli ed in particolare le donne, possano davvero realizzare se stessi.
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