Aumenta il livello di tensione delle scuole di Milano. Gli studenti hanno occupato l’edificio del loro liceo per sottolineare i problemi emersi sulla salute mentale innescati dalle restrizioni anti Covid.
“3 su 4 hanno ATTACCHI di PANICO”: la crisi nera degli STUDENTI di Milano
# La novità nelle proteste degli studenti: la salute mentale
La scuola italiana è sempre stata problematica per gli studenti, che hanno protestato nei confronti della sua cattiva organizzazione, delle difficoltà economiche che tagliano le gambe ad esperienze interessanti e all’importanza che viene data ai risultati piuttosto che al percorso per raggiungerli. L’ultima novità nelle proteste è la messa a rischio della salute mentale dei ragazzi. La pressione di raggiungere risultati eccellenti è sempre stata una delle problematiche principali della scuola italiana, ad oggi la situazione ha preso una piega psicologica, a causa degli aumentati abbandoni e le modalità poco sociali a cui la pandemia ha costretto gli studenti.
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# Studenti sotto pressione: ansia, panico e abbandoni
Secondo un sondaggio, il 76% degli studenti del liceo milanese Giosuè Carducci soffre di attacchi di panico. La pressione derivante dalla necessità di emergere a livello didattico schiaccia i ragazzi, ancora di più da quando alcune attività come stage e attività extracurricolari sono messi a rischio dalle restrizioni per il covid. In una situazione in cui sono negati i rapporti sociali e in cui la scuola offre solo lezioni frontali, dare il massimo non è sempre possibile, e ad aggravare questa sensazione di incapacità è il fatto che chi invece riesce viene messo sul piedistallo con articoli e interviste sui giornali locali. Il 60% degli studenti partecipanti al sondaggio hanno sottolineato il fenomeno degli abbandoni, confermando il fatto che nella propria classe c’è almeno un compagno che ha smesso di frequentare la scuola dopo il fenomeno d.a.d.
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# Non solo salute mentale: da rivedere anche il progetto scuola lavoro e la reintroduzione degli scritti alla maturità
L’occupazione del Carducci ha come scopo quello di portare in risalto non solo la salute mentale degli studenti legata all’ansia da prestazione, ma le richieste riguardano la revisione del progetto scuola lavoro, che avrebbe portato più disagi che svantaggi da quando è nato: molti studenti lamentano di non aver ricevuto l’appoggio della scuola per la ricerca di un ambiente lavorativo, e tanti hanno fatto qualcosa che non corrisponde nemmeno lontanamente al corso di studi frequentato. Un altro tema è la maturità, e il ritorno degli scritti, che nonostante siano stati affrontati per decenni, prima dell’arrivo della pandemia, con la loro reintroduzione in un periodo di ritorno alla normalità, spaventano gli studenti al punto tale da richiederne la rimozione o la modifica.
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# Problematiche sul filo del rasoio
L’occupazione del liceo classico Carducci di Milano, non è la prima e non sarà neppure l’ultima. La richiesta di aiuto degli studenti, che vogliono riprendere le attività sociali della scuola, diminuire l’ansia da prestazione e svolgere attività più stimolanti all’interno degli istituti scolastici è un tema molto diffuso. La presa di coscienza della propria salute mentale e dell’importanza di questa nell’affrontare il percorso scolastico, rendendo possibile raggiungere risultati migliori, contribuisce a richiedere modifiche al sistema.
Il fatto che oggi si parli di tutela psicologica può essere però un’arma a doppio taglio: la pandemia, e in particolare la d.a.d, hanno portato in primo piano la problematica di una scuola non stimolante ed estremamente competitiva, allo stesso tempo gli studenti più pigri giustificano l’abbassamento del loro rendimento scolastico. La problematica degli abbandoni, che è forse ancora più reale, è strettamente legata ai disagi della d.a.d e della svalutazione dello studente in quanto persona all’interno della scuola italiana, e di questo bisogna prenderne atto con rapidità.
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SARAH IORI
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