A Milano arriva Selfiestreet: il tuo volto potrà apparire sui maxi schermi della città

Il nuovo social "a cielo aperto", che trasforma selfie e video in "show urbani": basta l'app, 10 euro e il desiderio di apparire

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Credits: Ideogram
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Dal feed ai maxischermi, a Milano arriva Selfiestreet, il social che “scende in strada”. Scopriamo come il tuo volto potrà finire tra le vetrine di Montenapoleone o tra i palazzi del navigli.

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A Milano arriva Selfiestreet: il tuo volto potrà apparire sui maxi schermi della città

# Selfiestreet: il social che esce dal telefono e conquista la città

Credits: selfiestreet.it

Dal 15 aprile 2025, Milano e Roma diventeranno i primi palcoscenici di Selfiestreet, un nuovo social network che promette di trasformare ogni utente in una celebrità urbana. L’idea è tanto semplice quanto potente: permettere a chiunque di apparire sui maxischermi delle città italiane, rendendo il proprio selfie o video visibile a centinaia di passanti.

Ideato dall’imprenditore Michele Cascavilla – già noto per il marchio Lenzuolissimi e autore del libro Le lenzuola del potere, con prefazione di Silvio Berlusconi – Selfiestreet fonde digitale e spazio pubblico, social media e street art. 

Non si parla più soltanto di like e follower: il nuovo obiettivo è essere visti dal vivo, da chiunque attraversi le strade delle nostre città. Tre semplici passaggi – scaricare l’app, caricare un contenuto e scegliere orario e città – e si potrà vedere la propria immagine campeggiare sullo schermo del Duomo di Milano o in una piazza affollata della Capitale. «È una forma di espressione pubblica, democratica e spettacolare», spiega Cascavilla. «Un palco virtuale per chi, nella vita reale, non ha mai avuto modo di esibirsi».

# Dove sono i maxischermi

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Il progetto è interamente Made in Italy, supportato da partner solidi: la famiglia Peruzzo, erede di una storica casa editrice, e il gruppo Vivenda, attivo nei servizi tecnologici e sociali. L’idea ha cominciato a prendere forma prima della pandemia e ha richiesto un lungo lavoro di progettazione tecnica.

L’infrastruttura si basa su una rete di videowall installati nelle principali piazze italiane. Al momento, le città coinvolte sono:

#1 Milano: Corso Garibaldi 121: 22:00 – 23:00, Alzaia Naviglio Grande: 22:00 – 23:00, San Pietro all’Orto (Montenapoleone): 18:00 – 19:00.

#2 Roma: Piazza Risorgimento: 13:00 – 14:00 | 17:00 – 18:00 | 22:00 – 23:00.

Per accedere alla visibilità pubblica basta pagare 10 euro per 15 secondi di proiezione. I contenuti sono moderati, per evitare abusi o episodi di cyberbullismo, ma non serve alcun merito particolare: chiunque, pagando, può apparire.

L’ispirazione dichiarata è la profezia di Andy Warhol: «Nel futuro, ognuno sarà famoso per 15 minuti». Nella versione di Cascavilla, quei quindici minuti si sono però trasformati in dieci secondi. Tutto quello che serve è uno smartphone e il desiderio di esserci.

# Un social network o un prezzo sulla fragilità?

Credits: Ideogram

Alla fine, due domande restano sospese, un po’ come i contenuti sui videowall.

Primo: Selfiestreet è davvero un nuovo social network o è semplicemente un modo diretto per monetizzare sul bisogno umano di essere visti e riconosciuti? Se i social tradizionali guadagnano vendendo dati e pubblicità, qui, bisogna ammetterlo, il meccanismo è più trasparente: si paga per apparire, punto.

Secondo: se il modello dovesse prendere piede, che impatto avrebbe sull’identità delle città? Milano e Roma, ricche di storia e fascino, non rischiano di diventare palcoscenici continui? I maxischermi potrebbero moltiplicarsi, modificando l’estetica urbana e soffocando ciò che rende unici questi luoghi, già abbastanza affollati di per sé.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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