Mi trovo in Francia. La situazione vista da qui pare più seria di quello che riportano i nostri media.
“Aumentate gli stipendi!”: tra blocchi di carburante e scioperi, FRANCIA ad alto rischio CONTAGIO
Francia. Proseguono le carenze di carburante. In certe regioni si sfiorano le tre ore di coda per fare benzina, con oltre il 40% delle pompe con problemi di approvvigionamento. I primi effetti: turismo con prenotazioni in picchiata e grossi problemi per i lavoratori.
Questo è dovuto allo sciopero nelle raffinerie, in particolare di TotalEnergies: i lavoratori chiedono un aumento di stipendio che compensi il rialzo dei prezzi.
In sintesi dicono: perché le aziende dove lavoriamo si arricchiscono per il caro energia mentre i nostri salari si deprezzano per l’inflazione?
# In arrivo il blocco dei reattori nelle centrali nucleari
Lo stesso discorso lo stanno iniziando a fare anche i lavoratori delle centrali nucleari che minacciano il blocco di alcuni reattori a partire dall’ultima settimana di ottobre.
Si teme in Francia che ci possano essere problemi di fornitura di elettricità per i prossimi mesi.
# Manifestazioni e sciopero generale
Non solo. Divampano manifestazioni in molte città per richiedere l’aumento dei salari che pareggi l’inflazione. Domenica 16 ottobre 140.000 persone, secondo gli organizzatori, hanno protestato contro il caro vita e per togliere le sanzioni contro la Russia che starebbero portando al “collasso dell’economia francese”. Per martedì 18 ottobre le principali organizzazioni sindacali hanno proclamato lo sciopero generale. A rischio in particolare i trasporti pubblici.
# Il Governo stretto tra scioperi e rischio inflazione
Il governo è in impasse. Mercoledì ci sarà l’incontro per la rinegoziazione salariale, anche se la primo ministro Elisabeth Borne ha chiarito in diretta tv che già sono stati concessi lo scorso luglio aumenti nei salari (dal 2,2% al 3,7%), che lo sciopero è portato avanti da una minoranza e ha invitato le imprese private a intervenire a favore dei lavoratori.
Rialzi nei salari ritenuti insufficienti dai lavoratori perché non coprono la crescita dei prezzi con un’inflazione che sfiora il 10%.
# Rischio contagio
Il pericolo che allarma è l’effetto contagio: se il governo cede con i lavoratori delle raffinerie, tutte le altre categorie potrebbero fare lo stesso bloccando il paese. E, se accontentati, si innescherebbe una spirale inflazionistica incontrollata, perché il rialzo dei salari si proietterebbe in un ulteriore rialzo dei prezzi da parte delle aziende.
Un effetto contagio che potrebbe estendersi non solo alle altre categorie ma anche in altri Paesi.
La sensazione da qui è che sia solo l’inizio di un’ondata di violente richieste di rinegoziazione salariale che, a breve, potrebbe investire anche il nostro Paese. Probabilmente non appena sarà insediato il nuovo governo.
Continua la lettura con: Tornerà la luce a Milano?
ANDREA ZOPPOLATO
copyright milanocittastato.it
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/is