In Italia continua l’inasprimento delle restrizioni per i non vaccinati: dal primo febbraio ci sarà l’obbligo di presentazione del green pass anche per ritirare la pensione e accedere a banche, uffici pubblici e negozi. “Vi renderemo la vita sempre più difficile”, ha minacciato a DiMartedì il sottosegretario Sileri. All’estero invece si sta assistendo invece ad un’inversione di rotta: sono sempre più i Paesi che dichiarano di voler abbandonare il Green Pass. Vediamo quali.
🔴 GREEN PASS in RITIRATA (fuori dall’Italia)
# In Italia continua l’inasprimento delle restrizioni per i non vaccinati
In Italia stanno entrando progressivamente in vigore nuove restrizioni per i non vaccinati. Dopo l’obbligo vaccinale per coloro che hanno compiuto 50 anni, dal 20 gennaio è necessario essere in possesso di Green pass anche per andare dal parrucchiere o nei centri estetici e, dal primo di febbraio, lo sarà per accedere agli uffici pubblici, alle poste anche per ritirare la pensione, in banche e negozi, anche edicole e tabaccai. Al momento sono esclusi i supermercati e le farmacie.
Si è inoltre introdotto il Green Pass rinforzato che è necessario per muoversi sui mezzi e per lavorare, se si è over 50. Per il governo italiano sembra uno strumento prioritario, anche se all’estero le cose stanno procedendo in modo diverso. Aumentano infatti ogni giorno i Paesi intenzionati ad eliminare il Green Pass.
# Dal Regno Unito alla Svizzera i Paesi che fanno dietrofront sul Green Pass
Nel Regno Unito il premier Boris Johnson il 20 gennaio ha annunciato alla Camera dei Comuni lo stop al lavoro da casa e alle mascherine da subito nelle scuole e al green pass e mascherine in tutti i luoghi pubblici dal 27 gennaio, sostenendo che l’emergenza Covid sta “entrando in una fase endemica”.
Anche la vicina Irlanda ha cancellato gran parte delle restrizioni imposte per contrastare la diffusione della variante Omicron dal 22 gennaio, con pub e ristoranti che potranno rimanere aperti oltre le 20 e il green pass che non è più necessario per accedere ai luoghi di ristoro, intrattenimento e tempo libero. In Galles e in Irlanda del Nord il certificato rimane in vigore solo per i grandi eventi al chiuso e all’aperto.
Come già preannunciato la scorsa settimana dal Ministro delle Finanze dello Stato di Israele, Avigdor Liberman Israele cancellerà il green pass entro la fine del mese di gennaio. Il ministro ha spiegato che non c’è più alcuna “logica medica ed epidemiologica nel green pass”, idea peraltro condivisa da “molti esperti”, visto che con Omicron si ammalano anche i vaccinati.
In Svizzera il ministro della sanità Alain Berset ha dichiarato in un’intervista qualche giorno fa che l’obbligo di presentare il certificato Covid potrebbe presto essere soppresso: “Il periodo del certificato sembra arrivare alla fine“. Oltre a questo se ci sarà un’evoluzione favorevole della pandemia verrà abolito anche l’obbligo di smart working e di quarantena.
A muoversi in direzione opposta all’Italia c’è anche la Spagna dove il Green Pass è stato dichiarato incostituzionale già ad agosto dello scorso anno.
Anche la Danimarca ha annunciato il 25 gennaio di voler eliminare tutte le restrizioni, seguendo a ruota i paesi come la Svezia e la gran parte di quelli dell’Est Europa che non hanno mai attivato il Green Pass.
Perfino il paese che ha introdotto per primo il Green Pass, la Francia, ha annunciato per voce del primo ministro Jean Castex, un calendario con la progressiva eliminazione delle restrizioni.
A questo punto ci si chiede che cosa accadrà in Italia: proseguirà nella strategia volta a rendere questo strumento strutturale, come sembra nelle ultime indiscrezioni sulla estensione della scadenza per i tridosati, oppure seguirà la tendenza in atto nel resto d’Europa?
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FABIO MARCOMIN
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