In principio erano semplici mattoncini colorati per stimolare la nostra fantasia. Poi venne la Lego mania: chi non si cimentava a erigere palazzi e costruzioni fatti di lego non aveva futuro.
Più di recente, la Lego-follia è sbarcata ad Arese, nel più grande shopping center d’Italia. Ma ora arrivano due notizie che portano i lego dal mondo della fantasia alla realtà del quotidiano, per renderla migliore.
L’artista Jan Vormann vive a Berlino e sul suo sito ufficiale si trova la mappa di tutti i palazzi in oltre 40 città del mondo che ha riparato utilizzando dei mattoncini lego.
Un esempio tra tutti? Venezia. Nella gallery qui sotto si mostra come l’artista è intervenuto contro la corrosione da salsedine di cui sono vittima da secoli i palazzi della Serenissima.
La seconda notizia è ancora più dirompente e può riguardare direttamente ognuno di noi.
Se servirà una parete in più in un appartamento, se ci si dovrà costruire un riparo di fortuna, potremo farcela senza malta, calce, polvere o rivestimenti: basterà acquistare dei mattoni a incastro, fatti proprio come i classici Lego. Solo che in formato gigante.
In questo caso non siamo di fronte ad un’applicazione tout-court dei mattoncini danesi, ma di uno spin-off architettonico che ne emula le forme e la tecnologia a incastro: “L’ho pensata anche per chi è in difficoltà a montare un mobile dell’Ikea” ha detto l’inventore, l’ingegnere di Aosta, Flavio Lanese.
Un’idea rivoluzionaria, molto comoda e garantita (“alle sollecitazioni di trazione, compressione e pressoflessione“, N.d.r.) e, aspetto ancora più interessante: antisismica.
Gli SpeedyBrick, questo il loro nome, si smontano, rimontano, e “sono già pronti per l’installazione di reti tecnologiche , come impianti elettrici, reti telematiche, impianti idraulici, all’interno dei muri”, spiega il portale Dailybest.
La notizia è stata a sua volta rilanciata dal magazine ItaliaCheFunziona: un nome che speriamo sia presto una realtà per il nostro paese.