«Lavorare a Milano, vivere a Torino»: i nuovi pendolari dell’alta velocità

Torino sta sempre più diventando hinterland di Milano, come Cinisello o Sesto?

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Una delle tendenze dei nostri tempi: il lavoro a distanza. Ma non solo: l’alta velocità consente anche di vivere e lavorare in due città anche molto distanti tra di loro. Come è il caso di Torino e Milano. Sempre più persone abitano sotto la Mole ma per il lavoro scelgono Milano. La domanda che molti si fanno è: conviene davvero restare a Torino? 

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«Lavorare a Milano, vivere a Torino»: i nuovi pendolari dell’alta velocità

# L’alta velocità sta facendo diventare Torino hinterland di Milano?

credits: touring club

Non è un mistero che torinesi e milanesi si guardino con una reciproca diffidenza. Da parte di Milano ci sono brutti ricordi legati al passato, come la dismissione dell’Alfa Romeo, il “tradimento” del re dopo le 5 giornate, l’imposizione di un modello centralista contro le istanze federaliste di Carlo Cattaneo e di altri intellettuali milanesi. Da parte torinese invece è nata un’antipatia forse generata dalla frustrazione contro la città più internazionale del Nord Italia. Tutto questo sta venendo trasformato da una tendenza in atto ormai da qualche anno: l’alta velocità tra Torino e Milano. Sono sempre più i pendolari che usano i treni veloci per raggiungere Milano come luogo di lavoro per tornare la sera sotto la Mole. Un po’ come accade a una buona parte di chi vive nei dintorni di Milano: Torino sta sempre più diventando hinterland di Milano, come Cinisello o Sesto?

# Oppure tra Milano e Torino sarà fusione? Difficile con una tale sproporzione tra le due città

Credits lutmarlon-pixabay – Torino

L’alternativa a una Torino subalterna a Milano c’è l’ipotesi di fusione. Ultimamente in molti stanno rilanciando l’idea di una fusione tra due realtà culturalmente così lontane ed ambizioni così diverse. Però per funzionare i matrimoni devono essere alla pari. E questo non sembra il caso.

Che Torino sia in difficoltà è evidente: dopo il quasi totale abbandono degli stabilimenti produttivi di una Fiat ormai franco olandese, la città annaspa nel tentativo di ridisegnare un futuro al momento molto confuso. Le statistiche parlano chiaro: mentre Milano continua ad aumentare abitanti Torino li perde: negli ultimi dieci anni ha perso il 6% della sua popolazione, una emorragia che pare inarrestabile. Non solo: mentre a Milano i prezzi delle case continuano a crescere a Torino calano. Milano attira numerosi giovani e studenti, a Torino la popolazione invecchia. Per non parlare della qualità della vita: nella classifica dell’ultimo anno Torino ha perso 22 posizioni, precipitando in 58esima posizione. 

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Lungi da noi sostenere che a Milano vada tutto bene figuriamoci, potremmo fare un lungo elenco di problemi ma un matrimonio con l’annaspante Torino sarebbe per Milano come tirare il freno a mano ad un’auto in corsa. In attesa di questo matrimonio è indubbio comunque un fenomeno che sta portando sempre più torinesi nell’orbita di Milano. 

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# Resta la certezza: i pendolari dell’alta velocità 

Credits alessi_massimo IG – Frecciarossa Milano

La notizia circola già da tempo, rilanciata periodicamente da diverse testate nazionali: molti torinesi scelgono di utilizzare l’alta velocità per continuare a vivere a Torino ma lavorare a Milano.

“Ogni giorno feriale da Porta Nuova (con fermata a Porta Susa) partono fra le 5 del mattino e le 21 ventiquattro Frecciarossa di Trenitalia e tredici Italo. Ogni convoglio può ospitare 400 persone. Sulla stessa tratta, circolano poi decine di regionali e interregionali. Soluzione lenta e low cost per chi magari non fa troppi viaggi settimanali. Ed è arrivato anche Flixbus, con 19 corse spalmate praticamente sulle 24 ore (ci vuole circa un’ora e mezzo). In più, fuori da qualsiasi statistica c’è chi si sposta con la propria auto o il car sharing.” (da Il Corriere della Sera)

Ma se molti scelgono comunque di restare a Torino, la domanda è: si vive meglio nella città piemontese?

# L’insinuazione: si vive meglio a Torino?

Credits: enrica IG – Stazione di Torino Porta Nuova

Che un torinese scelga di fare il pendolare lo possiamo comprendere, ma quanto scritto dal Corriere della Sera nasconde qualcosa di più malizioso. Non si parla di torinesi ma di persone che scelgono di lavorare a Milano ma di vivere a Torino. L’insinuazione è che a Torino si vivrebbe meglio. Ma è così?  La sensazione è che è difficile immaginare che un milanese o un abitante di un’altra regione o ancora più uno straniero preferisca vivere sotto la Mole anziché all’ombra del Duomo, anche perché i dati dicono appunto tutt’altro.

Se un lavoratore, uno studente, un pensionato decidessero di vivere Milano abitando però fuori città sceglierebbe sicuramente altri luoghi al posto della sonnolenta e un po’ tetra Torino. Ci sono tre meravigliosi laghi a pochi chilometri, verdi vallate e alte montagne ben collegate, città maggiormente attrattive come per esempio Bologna ben connessa e Genova con il suo mare che tra pochi anni saranno raggiungibili in meno di un’ora. E, allora, se non c’è neanche il lavoro, perché restare a Torino?

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ANDREA URBANO

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Andrea Urbano
Nato a milano, ma milanese per scelta (per metà salentino). Sono appassionato a tutto quello che riguarda Milano: storia, cultura, dialetto e patrimonio artistico, progetti urbanistici, futuri socio econonomici, oltre a cinema, sport e viaggi. Lavoro nell'ufficio export di una multinazionale. Sono un grande tifoso del Milan. Alla ricerca di una modella. Quartiere: BOVISA

3 COMMENTI

  1. Indubbiamente Milano sta vivendo un periodo di riscossa e si sta trasformando in un città più attraente di quanto non lo fosse prima, e questo può rendere il confronto con Torino non molto probabile e foriero di qualche invidia da parte dei torinesi.

    Ma da qui al dipinto impietoso dell’articolo personalmente dico che ce ne corre e inviterei qualche torinese a dire la sua; dato che da 25 anni lavoro costantemente a contatto con Torino, intanto di frustrazione e antipatia non ne ho colta, anzi. Piuttosto colgo nell’articolo, se non antipatia, commiserazione ingiustificata verso Torino. La quale perde abitanti, ma proprio come Milano, al contrario di quello che stato riferito, la quale si, ha avuto una crescita fino all’avvento del Covid, ma poi in poco tempo quasi 40000 abitanti se ne sono andati, e il trend rimane questo (1 362 551 al 31-7-2023 quando Sala festeggiò il cittadino n° 1.400.000 alle soglie del Covid).

    Non manca l’obbiettività nei servizi di questo sito; non fanno onore queste banalità.

  2. Un articolo di fegati milanesi scoppiati o stomaci con ulcere mi pare di dedurre. Ottimo segnale dunque, se avete sentito la necessità di scrivere un pezzo tanto rancoroso e di attacco verso Torino, vuol dire che qualcosa di vero effettivamente c’è.

    Saluti da un ex milanese, ora felicissimo torinese.

  3. Giunto a leggere “sonnolenta e un po’ tetra Torino” ho capito che l’articolo è stato scritto con il solo, unico e puro scopo di essere un “clickbait”. Complimenti per la scarsa qualità di questo articolo.

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