Prosegue la querelle tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia sull’aumento del costo dei ticket per il trasporto pubblico locale. Il tema è: Il buco va pagato da chi utilizza i mezzi pubblici o da tutti i contribuenti?
Il BIGLIETTO ATM (forse) non AUMENTA: la querelle tra Comune e Regione
# Il primo “scontro” nel mese di giugno sulla delibera regionale
Prosegue la querelle tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Tutto ha inizio nel mese di giugno 2023 quando l’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, scrive in un post sulla sua pagina facebook il suo disappunto contro la possibile delibera, poi assunta dalla Regione Lombardia, di fissare un tasso di inflazione al 6,41% che avrebbe potuto portare Palazzo Marino a dover aumentare il ticket Atm: “L’anno scorso ci siamo adeguati, quest’anno non siamo disponibili. Non è più possibile scaricare sui cittadini e sulle cittadine e lo dirò anche in sede di agenzia del trasporto pubblico. Bisogna pensare ad altri sistemi, che non può essere l’adeguamento annuale del prezzo di un servizio così importante per la qualità della vita delle città e dei cittadini. È necessario un robusto intervento statale sul trasporto pubblico locale.“
# Regione Lombardia vota a favore dell’aumento dei biglietti di Atm, Comune e Città Metropolitana di Milano si oppongono
I biglietti di Trenord sono già stati aumentati da Regione Lombardia, del 4%, che vorrebbe che la stessa strada fosse seguita da Atm, in nome di una legge esistente. Una posizione ribadita anche durante la riunione dell’Agenzia di Bacino per il trasporto pubblico locale di qualche giorno fa convocata sul possibile aumento dei ticket dei mezzi pubblici. Contro il rincaro hanno votato il Comune e la Città Metropolitana di Milano, Provincia di Monza e Brianza e Comune di Monza si sono astenuti. Queste le parole dell’assessore milanese Arianna Censi: “Finalmente oggi sono chiare le posizioni dei componenti dell’assemblea di Bacino. Insieme a noi ha votato Città Metropolitana e il risultato è stato la non applicazione dell’aumento tariffario per le loro quote, cioè oltre all’ 85 per cento”
# Per scongiurare definitivamente l’aumento servono altri 1,6 milioni di euro
Per coprire i costi complessivi derivanti dal mancato incremento dei ticket, circa 10 milioni di euro, il Comune e la Città metropolitana di Milano copriranno le loro quote rispettivamente con 8 milioni e 759 mila euro e 553 mila euro. Per scongiurare un nuovo balzello dei biglietti ATM mancano all’appello 1,6 milioni di euro che la Regione non metterà: in base alle ipotesi più accreditate quello ordinario sarebbe dovuto salire a 2,30 euro da gennaio 2024. Per questo, in attesa di approfondimenti giuridici su come procedere, l’Agenzia di Bacino si prenderà qualche giorno di tempo prima di una decisione definitiva. L’ipotesi più probabile è che anche la quota restante venga messa dal Comune. Anche se si potrebbe anche avere un rialzo ci qualche centesimo del prezzo del biglietto per compensare il mancato apporto della Regione. Ma non si tratterebbe dell’unico buco riguardante i mezzi pubblici di Milano.
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# Per far funzionare il trasporto pubblico milanese servono altri 400 milioni di euro
Se al momento sembra essere stata trovata una soluzione contro il paventato rincaro dei ticket, sul futuro non c’è alcuna certezza dato che il problema è molto più serio. Per far funzionare il trasporto pubblico milanese, senza tagli di corse e linee, manca una somma di quasi 400 milioni di euro che senza un intervento statale sarà impossibile recuperare: “Oggi a Milano spendiamo 850 milioni, che diventeranno 920 l’anno prossimo a regime con l’M4, e riceviamo un contributo insufficiente, di poco superiore ai 200 milioni.
Al netto degli incassi per la vendita di biglietti e abbonamenti mancano quasi 400 milioni, una cifra enorme per una città. Per quanto mi riguarda, non è possibile
fare un altro adeguamento. L’intervento deve trovare il suo finanziamento nel fondo nazionale dei trasporti, il ministero faccia il suo lavoro e investa in quella direzione. ”
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FABIO MARCOMIN
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