Il Ministero stoppa i lavori al MONTE STELLA. Maran: “Grave che un Ministro si arroghi il diritto di commissariare Milano”

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Nuovo scontro di poteri tra Milano e organi dello Stato. Ancora una volta è il Comune a soccombere. 

L’amministrazione di Milano si sta ancora leccando le ferite per il blocco dell’aumento dei biglietti stabilito dalla Regione che arriva un altro brutto colpo, stavolta da Roma. Il tema è sempre quello: la scarso o nullo potere decisionale del Comune su Milano. 

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Il casus belli sono i lavori al giardino dei giusti sul Monte Stella. Si tratta di un progetto elaborato a lungo e dopo l’approvazione finalmente avviato seppur tra molte polemiche. Sembra una classica decisione di competenza dell’amministrazione della città ma ancora una volta ci si è accorti che il Comune non ha libertà sulla città. O, meglio, il vero potere a Milano ce l’hanno lo Stato e la Regione. 

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Perfino i lavori in un parco cittadino possono venire bloccati se il governo non è d’accordo. Questo è accaduto con la sospensione dei lavori per ordine del Ministero dei Beni Culturali. Non si conosce la motivazione ufficiale, ma subito si è alzata la protesta di Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica che si era fatto carico del progetto. 

Altro che autonomia differenziata, Milano è in balia dell’ego ideologico dei Ministri. Ed è una vergogna” è l’attacco del post pubblicato sulla sua pagina. 

La sua conclusione è netta: “Non è grave solo il fatto in sé, legato al giardino dei giusti, è grave che un Ministro si arroghi il diritto di commissariare Milano (Comune, Sovrintendenza, ecc) per un pugno di voti.
A Milano c’è stato un dibattito ampio, favorevoli e contrari, e poi si è deciso. Siamo maturi abbastanza da prendere scelte sulla nostra memoria senza essere commissariati”.

Il Governo e le opposizioni negano che ci sia una motivazione politica o ideologica alla sospensione dei lavori, ma invece rilevano irregolarità nel progetto.

Nei commenti al post di Maran c’è chi sottolinea la vera questione in questa come in altre vicende: una città che produce oltre il 10% della ricchezza nazionale, ma non ha neppure l’autonomia di poter decidere il prezzo dei biglietti del bus o i lavori in un suo parco cittadino. E la soluzione per molti è solo una

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