Abolite dieci anni fa per i costi troppo alti dovuti al potenziamento del trasporto pubblico e agli straordinari della Polizia Locale, potrebbero ritornare sotto un’altra veste. Esperti ed esponenti di maggioranza ritengono però inutile l’iniziativa contro lo smog, persino l’assessore che l’ha proposta.
In arrivo a Milano le DOMENICHE a PIEDI “a MACCHIA di LEOPARDO”?
# La proposte delle domeniche a spasso
Dopo dieci anni dalla loro ultima introduzione, le domeniche a piedi potrebbero ritornare, anche se sotto un’altra forma. La prima volta fu nel 1990 con Pillitteri: lo stop era arrivato invece nel 2013 durante la Giunta Pisapia a causa dei costi elevati per la sua gestione tra trasporto pubblico e servizio straordinario della Polizia Locale, pari a circa 250miila euro. Oggi sarebbero anche di più.
L’ipotesi allo studio da parte dell’Assessore all’Ambiente, Elena Grandi, con il supporto della collega alla Mobilità e Trasporti, Arianna Censi, sarebbe quella di avere domeniche a piedi a “macchia di Leopardo”. In accordo con i singoli municipi verrebbero scelti i quartieri dove non far circolare le auto. La stessa Grandi però ammette che non è una misura utile contro l’inquinamento, ma che serve esclusivamente a far vivere in un modo alternativo ai milanesi le strade della città, magari proponendo vari tipi di attività, dai giochi allo sport fino al commercio. Proprio come le “domeniche a spasso” all’epoca di Pisapia.
# Il Verde Monguzzi è contrario a politiche antismog ridotte a “una festa di quartiere”
Questa misura non piace al consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi, che da assessore regionale aveva fatto varare il Piano Aria lombardo: “Le domeniche a piedi sono una buona iniziativa prevalentemente culturale, ma in questo caso il Comune sta tornando indietro perché pensa di coinvolgere solo spicchi di città, riducendo le politiche antismog a una festa di quartiere“.
# “Non si può pensare che fermando solo Milano lo smog si riduca”
A ritenerla obsoleta invece è il docente di Circolazione e sicurezza stradale al Politecnico e responsabile del laboratorio Mobilità e trasporti, Luca Studer: “È una misura superata, soprattutto perché non si può pensare che fermando solo Milano lo smog si riduca. Se mai andrebbe estesa a tutta la regione o, meglio, a tutte le regioni della Pianura Padana”.
Continua la lettura con: Le STRADE di MILANO col limite di 15 chilometri all’ORA
FABIO MARCOMIN
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