Maggiore autonomia nella gestione delle risorse. Il Il parco Orbitale. Utilizzo degli spazi sfitti del Comune.
I candidati alle Primarie del PD hanno forse letto Milanocittastato.it?
Nessuna boria, ma solo una pratica considerazione: nel corso del recente talk – incontro al Teatro dal Verme e nelle ultime dichiarazioni alla stampa, gli aspiranti primi cittadini di Milano hanno messo sul tavolo alcune proposte per Milano 2016 in sintonia ai nostri desiderata. Segno che chi ha a cuore il bene di Milano ha molte idee in comune.
Dunque li invitiamo a rilanciare: il futuro sindaco di Milano sarà a favore di Milano città stato?
Lo abbiamo chiesto ai tre principali contendenti alle primarie: Francesca Balzani, Pierfranceso Majorino, Giuseppe Sala.
Per diritto di cronaca, tutti e tre si sono rivolti a noi in modo garbato e hanno dimostrato interesse verso questo spin off dell’associazione Vivaio.
Sempre per dovere di informazione, l’ AD di Expo, Sala, ci ha comunicato di non volerci rispondere su questo tema.
#1. Milano città stato. Si o no?
Francesca Balzani: Sì a “Milano città stato” o Milano policentrica intesa come luogo dove creare innovazione in ambito politico, culturale, economico e sociale. Milano è una città vivace e per certi versi anticonformista e occorre sapere valorizzare al meglio i talenti e i saperi che è in grado di attrarre. Una recente ricerca del Sole 24 Ore colloca Milano e l’area metropolitana ai primi posti per qualità della vita e ora la vera sfida è quella di competere con le altre grandi capitali europee proprio per rilanciare questa tendenza che è stato innescata. Inoltre dico sì anche a “Milano città stato”, intesa come luogo dove i cittadini contribuiscono alla costruzione di un progetto comune.
Pierfrancesco Majorino: Milano città grande, accogliente, inclusiva. Che sappia costruire un profilo di autonomia amministrativa ancora più forte. Perché in questi anni, dopo gli anni difficili del centrodestra e della Lega Nord alla guida dell’Ammiistrazione, Milano, grazie al nostro lavoro e al sindaco Giuliano Pisapia, è tornata a giocare un ruolo di primo piano nel Paese. Pensiamo solo alla questione della legalità. Siamo tornati ad essere la guida morale.
2#. Sì, perché?
Francesca Balzani: Partirei dalla partecipazione. Il Comune di Milano, primo in Italia, ha saputo sperimentare la partecipazione condividendo con i cittadini il percorso di costruzione del bilancio partecipativo. Sono stati stanziati 9 milioni di euro, uno per ogni zona di Milano, e sono stati chiamati gli abitanti dei quartieri a progettare e successivamente a “votare” i progetti. Oltre al valore di una progettualità condivisa, la partecipazione è il luogo dove si mantengono le relazioni tra l’amministrazione e la collettività, dove ci si confronta e si costruisce. Si innescano processi di consapevolezza e di responsabilizzazione, in cui ognuno dà il proprio contributo e in cui ognuno riconosce il ruolo dell’altro.
Pierfrancesco Majorino: Occorre maggiore autonomia. Anche sul piano fiscale. La città metropolitana di Milano deve poter giocare un ruolo da protagonista rispetto alle sfide cruciali del presente e del futuro come la mobilità, lo sviluppo nel rispetto dell’ambiente, la creazione di nuovo lavoro.Per farlo occorre che la maggior parte delle risorse restino in città, sia amministrata dalla città a favore dei suoi progetti”.
3#. I confini di Milano città stato?
Francesca Balzani: Milano come laboratorio politico e progettuale non deve avere confini. Se invece devo pensare a un luogo di elaborazione di questo progetto, dico Milano e l’area metropolitana.
Pierfrancesco Majorino: Non mi piace molto parlare di confini che delimitano. E’ il momento di parlare di progetti che allargano. E l’istituzione della città metropolitana va in questa direzione ed è un’opportunità. Estendere i confini amministrativi, lavorare in sinergia con i comuni dell’hinterland su temi essenziali come la mobilità, l’urbanistica, le infrastrutture. Il prossimo sindaco deve immaginare Milano diversa da come l’abbiamo sempre vista e vissuta.
4#. La proposta impossibile. Qual è la sua proposta impossibile per Milano?
Francesca Balzani: Preferisco una proposta possibile e concreta sul tema delle case popolari. Il nodo principale resta quello della manutenzione. È necessario non solo investire per rendere di nuovo gli immobili abitabili e quindi assegnabili, ma anche sperimentare soluzioni alternative. La proposta che ho fatto è che il Comune prenda in gestione anche le case Aler, in modo che tutti gli inquilini abbiano come riferimento un unico “amministratore”.
Pierfrancesco Majorino: Nessuna proposta è impossibile se ci si crede per davvero. E credo che per Milano occorre mettere al lavoro persone con visioni radicali per davvero che conseguano risultati radicali. Posso dire cosa sogno per Milano: tante cose belle. Come una città senza auto nel 2030.
5#. Domanda da 1 miliardo di euro. Se avesse un miliardo di euro a disposizione per Milano che cosa farebbe?
Francesca Balzani: Inizierei a migliorare la vivibilità dei quartieri di Milano, realizzando il concetto di città policentrica attraverso la realizzazione di un arcipelago di centri, che superino la contrapposizione tra centro e periferia, e di micropedonalizzazioni in cui sia data particolare attenzione alla valorizzazione del verde. Sempre in quest’ottica penserei al potenziamento del trasporto pubblico e alla riqualificazione degli spazi comunali inutilizzati affinché diventino luoghi di aggregazione per i cittadini.
Pierfrancesco Majorino: Si può fare molto anche senza un miliardo, ma con il nostro bilancio. Che, ricordo, abbiamo risanato in questi anni. La Moratti ha lasciato un buco di 150 milioni di euro. Ora che abbiamo messo in sicurezza le casse del comune vorrei ancora più attenzioni per le fasce più fragili della popolazione. Intendo istituire un reddito minimo comunale e rendere agibili e disponibili tutte le 9 mila case popolari ancora vuote.
6#. Una cosa che aggiungerebbe a Milano e una cosa che toglierebbe?
Francesca Balzani: Aggiungerei più verde e diminuirei lo smog.
Pierfrancesco Majorino: Milano mi piace. Amo questa città. Ho fatto una scelta anni fa di fare politica nella mia città, contribuire a migliorarla. Per me è una scelta di vita. Aggiungerei più spazi per l’infanzia. Toglierei lo smog.
7#. La domanda finale. Qual è il suo fine?
Francesca Balzani: Lavorare per i milanesi continuando l’esperienza “arancione” degli ultimi cinque anni e rendere Milano la città che fa parlare di sé nel mondo non solo per la moda e il design ma anche per la qualità della vita.
Pierfrancesco Majorino: Vincere le primarie, vincere le elezioni e fare il sindaco. Con l’auto di tanti, delle forze migliori, motivate e libere di questa città.