Milano è la metropoli più ricca d’Italia e i suoi quartieri non sono da meno: medie fino a 88 mila euro pro-capite, solo Quarto Oggiaro è sotto la media nazionale. A dirlo è l’agenzia delle entrate che negli scorsi giorni ha diffuso la mappa dei redditi basata sulle dichiarazioni del 2021 riferite ai redditi 2020. Sorprendenti anche le posizioni di svariati comuni lombardi, primi in classica nella top ten nazionale.
La classifica dei QUARTIERI più RICCHI di Milano
# Milano, primo posto fra le grandi: 10mila euro in più rispetto alla media nazionale
Milano, come l’anno scorso, si riconferma la più ricca fra le metropoli. Con un reddito medio pro capite di 31.778 euro è in testa alla classifica con circa 10mila euro in più rispetto alla media nazionale di 21.570. Subito dopo Padova (25.487), Parma (25.355) e Bologna (25.334). Solo il quinto posto per la Capitale con 24.487 euro. In fondo alla classifica si trova invece Rimini con un Irpef pro-capite di 18.213 euro, poco più in alto Catania (18.285) e Prato (19.077).
Un primo posto fra le “grandi”, ma non solo. Dalla classifica rilasciata dall’agenzia delle entrate anche i suoi quartieri figurano ai primi posti a livello nazionale.
# Il podio dei cap milanesi, (quasi) tutti sopra la media nazionale
Da Brera a Citylife, da Quarto Oggiaro a Cimiano, attraversando Città Studi o viale Certosa. La mappa della ricchezza a Milano passa anche dai suoi quartieri. In cima alla classifica, naturalmente il centro storico. Al cap 20121, che comprende piazza Duomo, Quadrilatero della Moda, Brera e Castello, si raggiungono medie da 88.745 euro.
Al secondo posto City Life, Pagano e Wagner (20145) con una media di 71.792 euro. A seguire con 68.414 euro ancora il Municipio 1 tra corso Magenta e via Torino (20123), poi Missori-Larga-Vittoria-San Babila (20122) con 53.040 euro. Il quinto quartiere è la zona a est di Porta Venezia (20129) con 49.396 euro di reddito pro capite: qui si va dal villaggio “operaio” di via Lincoln a corso Concordia, da piazza Novelli a via Lambro.
# Un solo quartiere di Milano sotto la media nazionale
Praticamente tutti i cap milanesi risultano al di sopra della media nazionale per reddito pro capite. Solo un quartiere è più basso, si tratta di Quarto Oggiaro (20157) con una media pro capite di 17.628 euro. Poco prima si trova Baggio (20152) con 21.846 euro e, risalendo la classifica Bruzzano, Comasina e Bovisasca (20161) ferme a 21.923. Rizzoli, Palmanova, Cimiano e Crescenzago ( 20132) con 21.964 e Espinasse e Villapizzone (20156) con 22.112.
# Capitale anche della diseguaglianza: distanze fino a 60mila euro tra i quartieri milanesi
Una grande differenza interna per Milano che vede il quartiere italiano a reddito medio più elevato Brera-Montenapoleone, con quasi 90mila euro anno e una distanza di più di 60mila euro da quello con la media più bassa della città, Quarto Oggiaro. Per fare una comparazione a Bergamo, la seconda città più ricca della Lombardia, la forbice tra quartiere più ricco e più povero è 4 volte inferiore: poco sopra i 15mila euro.
# 8 comuni lombardi nella top ten dei più ricchi d’Italia
Se Milano con i suoi quartieri mantiene il titolo tra le grandi città, la vera sorpresa sono i comuni nella provincia. Quest’anno la Lombardia fa l’en plein: 8 dei suoi comuni sono nella top ten dei più ricchi d’Italia. Il podio è infatti tutto lombardo. Il reddito record è di Basiglio dove i contribuenti in media dichiarano 44.684 euro, secondo Cusago (36.894 euro) e al terzo posto Torre d’Isola (34,568).
Ed ecco la prima provincia non lombarda, Pieve Ligure, tra Sori e Bogliasco in provincia di Genova, è al quarto posto con 32.842 euro. Si torna vicino a Milano con il quinto posto di Arese (32.459), il sesto di Segrate (32.417), e il settimo San Donato (32.411). Ottavo Pino Torinese (32.121). Milano dall’undicesimo posto del 2019 sale al nono (31.384) e a concludere i primi posti c’è Galliate (31.777).
La top ten è tutta appannaggio del Nord Ovest. Nel complesso, Gabicce Mare (provincia di Pesaro e Urbino), Lajatico (Pisa) e Cugnoli (Pescara) sono gli unici centri tra i primi 30 al di fuori di questa area geografica. Invece, dove si trova il comune con il reddito più basso?
# La Lombardia non si fa mancare nulla…
A differenza di quanto si potrebbe pensare il comune più “povero” d’Italia si trova, proprio come i top, in Lombardia. Si tratta di Cavargna, in provincia di Como, dove il reddito medio dichiarato dai contribuenti è pari a 6.525 euro, in aumento rispetto ai 6.243 euro del 2019. Ma la Lombardia rimane comunque capolista.
Se si guarda alle regioni, in testa alla classifica delle più ricche c’è sempre lei, con un reddito medio di 25.330 euro, seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.800 euro) e dall’Emilia Romagna (23.700 euro). Dall’altra parte della classifica, nelle ultime tre posizioni troviamo invece Basilicata, Molise e Calabria rispettivamente con 16.900 euro, 16.800 euro e 15.600 euro.
# Il prezzo della pandemia? 31mila contribuenti in meno e 500 euro per ogni milanese
Si parla del 2020, come ha inciso il primo anno di Pandemia? Tra lockdown e restrizioni alle attività economiche, l’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle finanze dei milanesi. Si è registrata una perdita di 552 euro medi sul reddito pro capite per Milano e in media 477 euro in meno per l’intera regione. Ma i quartieri in cui questo dato è più rilevante non corrispondono ai più ricchi (75 mila euro in su) ma a quelli della fascia tra i 30 e i 60 mila euro annui. I redditi oltre i 75 mila euro, invece, hanno visto aumentare la loro ricchezza di qualche migliaia di euro medi pro capite.
Solo a Milano, i dati segnano anzitutto 31 mila contribuenti in meno rispetto all’anno precedente. È da collegare alle persone scomparse, anche a causa del Covid, oppure (secondo gli analisti) di piccoli o piccolissimi imprenditori che, a causa dei costi non più gestibili a fronte di lockdown e zone rosse, hanno preferito o sono stati costretti a chiudere. Sono più di tremila le imprese lombarde che la pandemia ha soffocato.
A certificarlo è il rapporto Anci “I Comuni della Lombardia 2022“. Il saldo negativo tra le imprese attive nel 2019 (814.322) e a fine 2020 (811.098), con un calo dello -0,4%, ha determinato una frenata violenta per l’economia lombarda. Solo Varese è riuscita a chiudere con un incremento di 231 attività. La Città metropolitana di Milano ne ha perse 1.159, -0,4%. Ma Mantova e Sondrio, in proporzione, sono state più penalizzate dalla crisi sanitaria: Mantova ha perso 686 imprese in un anno, l’1,9% in meno. La Valtellina 165, con una variazione negativa dell’1,2%. Lodi, con 124 aziende che hanno cessato l’attività, è la terza provincia per impatto della pandemia: -0,9%.
La pandemia si è fatta di certo sentire per la Lombardia e Milano, ma nonostante le perdite, rimangono le zone più ricche del Belpaese e si spera in una continua ripresa.
Continua la Lettura con: A Milano la DISTANZA tra quartieri ricchi e poveri è la più ALTA d’ITALIA
SARA FERRI
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