Una tendenza in atto da un po’ di tempo a Milano. Sempre più negozi chiusi, soprattutto le piccole attività, sostituiti da appartamenti, utilizzati anche per affitti brevi.
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La desertificazione commerciale di Milano: al posto dei negozi case per affitti brevi
# In Lombardia previsti quasi 5.000 negozi in meno nel 2024
Un fenomeno in atto ormai da decenni, quello della chiusura delle piccole attività e dei negozi di quartieri nelle piccole e nelle grandi città: mercerie, drogherie, panifici e molto altro. Sopravvivono solo gli esercizi commerciali in cui è necessaria la presenza del cliente, come bar, ristoranti, estetiste. Per il 2024 se ne stimano 4.600 in meno in Lombardia, in base all’ultimo studio di Confesercenti. In primis i grandi supermercati, poi i centri commerciali e infine l’e-commerce hanno decretato l’abbassamento delle serrande. A Milano ha influito negativamente anche l’alto costo degli affitti e delle spese in generale. Al loro posto tendenzialmente attività in franchising, punti vendita dei colossi del fast fashion e catene di ristoranti o fast food. Nell’ultimo periodo però sta cambiando qualcosa.
# I negozi chiusi trasformati in abitazioni da vivere o per affitti brevi
Una tendenza che sta prendendo sempre più piede a Milano, in modo silenzioso perchè solo chi vive in una determinata via se ne accorge, è la trasformazione dei locali un tempo adibiti a negozi in abitazioni. Capita infatti sempre più di frequente di vedere locali a piano strada dove al posto delle vetrine ci sono finestre e le porte d’ingresso con insegne sono sostituite da classiche porte blindate. Non solo case dove vivere, ma come investimenti da far fruttare spesso in affitti brevi, molto più redditizi delle classiche locazioni. Tra gli esempi illustrati dal Presidente di Confesercenti di Milano, Andrea Painini, al Tgr Lombardia ci sono sono via Devoto in Zona delle Regioni, con 4 appartamenti al posto di un ristorante siciliano, e via Sirtori in Porta Venezia, con un negozio di un fiorista diventato abitazione.
# La turistificazione mette a rischio l’anima di Milano?
Se la sostituzione dei negozi di quartiere, delle botteghe e dei piccoli ristoranti con catene di brand presenti in tutte le città del mondo sta facendo vacillare l’anima di Milano e la sua unicità, la mazzata finale potrebbe arrivare dalla crescita incontrollata degli appartamenti destinati agli affitti brevi. Il rischio è una città sempre più invasa dai turisti, che mangiano e acquistano negli stessi locali che potrebbero trovare anche a Londra e New York, e sempre meno milanesi, esclusi dalla mancanza di abitazioni e dal costo della vita fuori controllo.
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FABIO MARCOMIN
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