Oltre 100.000 dimissioni in un anno. Un’inchiesta de Il Giorno fa luce sul perché e quanti abbandonano il posto di lavoro a Milano. E per andare dove.
La “GREAT RESIGNATION”: è RECORD di lavoratori che MOLLANO Milano
# La “Great Resignation” dalla Città Metropolitana di Milano: oltre 100.000 dimissioni, quasi raddoppiate in un anno
Prosegue il trend in atto dall’avvento della pandemia che vede i neoassunti nella Città Metropolitana di Milano a fuggire altrove. La “Great Resignation” che ha colpito tutte le grandi metropoli internazionali non ha risparmiato il capoluogo lombardo.
In base ai dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro dell’area metropolitana si è registrato un boom delle dimissioni: nei primi 8 mesi del 2022 la crescita è stata del 23% rispetto allo stesso periodo del 2021, da 71.456 milanesi a 87.896, se si considerano tutti i 12 mesi si superano i 100.000 e senza considerare i contratti a termine non rinnovati. L’aumento delle dimissioni individuali è stato addirittura del 78%, da 14.435 a 25.674.
# Almeno 200.000 sono andati all’estero o tornati al sud negli ultimi 24 mesi
Come se in due anni avessimo perso una città come Brescia. Nella Città Metropolitana di Milano i circa 200.000 lavoratori che se ne sono andati negli ultimi due anni lo hanno fatto per nuove opportunità e soprattutto all’estero per qualifiche medio-alte e in un fuga verso il centro-sud del Paese, dove il costo della vita è minore, per le qualifiche più basse e anche nel pubblico impiego.
# Un terzo dei dipendenti Atm se ne va entro i primi 3 anni
Anche il Comune di Milano segna un aumento dei dipendenti che scappano, spesso nel sud Italia per riavvicinarsi alle proprie famiglie o per lavorare in altri uffici pubblici. Il commento del sindacalista Usi Stefano Mansi: “Degli ultimi 1100 neoassunti in Comune circa 450 si sono dimessi, anche per andare in amministrazioni che offrono stipendi migliori in una città dove il costo della vita e degli affitti è arrivato a livelli record“.
Il caso di ATM è emblematico dove, come riportato durante un’audizione in commissione a Palazzo Marino, i dipendenti si licenziano in media entro i primi tre anni dall’assunzione: la prima motivazione è il costo della vita troppo alto a Milano. Un problema che si riscontra anche all’atto della ricerca di nuovo personale sempre per il medesimo motivo.
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Fonte: Il Giorno
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FABIO MARCOMIN
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