Da qui è partito tutto. È innegabile infatti che Expo abbia dato inizio a quel processo virtuoso che in questi ultimi anni ha trasformato il volto e l’immagine internazionale di Milano, portandola ad essere un modello e una delle principali mete turistiche del nostro paese. Per immaginare la Milano del futuro non si può dunque che ripartire da qui. Ma come sarà l’Area Expo (ora Arexpo) del futuro?
Milano INnovation Distrct: il quartiere del futuro
Lo scorso primo maggio (2018) l’Albero della Vita è tornato ad accendersi di luci, musiche e colori per celebrare il passaggio di consegne ufficiale. L’area su cui sorgeva l’esposizione universale infatti diventerà MIND, ovvero Milano Innovation District, un distretto della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione in grado di promuovere le eccellenze del territorio nei campi della ricerca scientifica, medica, farmaceutica e delle life sciences. In una parola, un distretto avveniristico, ovviamente SMART, che nelle intenzioni dovrà essere in grado di attrarre investimenti e generare ritorni economici per tutto il territorio.
Il paradiso degli scienziati
Sarà un distretto autosufficiente, una città nella città che ospiterà lo Human Technopole (il polo tecno-scientifico di ricerca sul genoma), il nuovo Ospedale Galeazzi e le facoltà scientifiche dell’Università Statale, oltre ad aziende private legate al mondo della ricerca scientifica, medica e farmaceutica, e un “Lab-Hub” per l’Innovazione Sociale e lo Sviluppo Sostenibile della Fondazione Triulza. MIND sarà dotato di tutte le funzioni primarie – ricreative, culturali, sportive, residenziali, produttive e terziarie – a formare un habitat metropolitano di nuova concezione e, si promette, sostenibile. Dove la mobilità sarà “leggera”, governata da vetture elettriche a guida autonoma, mentre l’approvvigionamento energetico avverrà grazie alla realizzazione di un centro tecnologico dedicato.
E non potrebbe essere diversamente, date le dimensioni dell’area interessata. Per farsene un’idea non si può quindi che partire dai NUMERI.
I numeri di Mind
1.000.0000: sono i metri quadrati di proprietà Arexpo SpA, una società partecipata da Stato, Regione Lombardia e Comune di Milano cui appartiene l’intera area sulla quale quali sorgerà la citta della Scienza.
Quasi due miliardi gli investimenti privati già raccolti, e altrettanti fondi pubblici, per riprogettare ed edificare l’intera area, per un totale di circa 800 mq di slp (superficie lorda di pavimento): un volume due volte è mezzo più ampio di Porta Nuova per intenderci.
60.000: i visitatori giornalieri previsti (circa 100.000 sono stati quelli di Expo), tra docenti, ricercatori e studenti della Statale, ricercatori dello Human Technopole (in parte già insediati all’interno dell’ex Palazzo Italia), il personale medico e i pazienti del Galeazzi e il personale degli uffici privati.
3: le università milanesi coinvolte a vario titolo, che avranno tra l’altro il compito di definirne l’identità e le strategie di comunicazione e promozione: la Statale, lo Iulm e il Politecnico.
Tre anche le fermate della metro che dovrebbero servire l’area: Rho Fiera, Mind Cascina Merlata e Stephenson, per le ultime due al momento sono in corso le analisi di fattibilità. Si tratterebbe di un passo importante verso la famosa Circle Line, una linea ferroviaria che da San Cristoforo dovrebbe giungere sino a Rho Fiera collegando i quartieri lungo il suo percorso come una vera e propria metropolitana.
In sintesi l’intera area ex EXPO assumerà l’aspetto di un reticolato continuo di spazi per la fruizione collettiva aperti al pubblico, con attrezzature verdi (giardini, viali alberati) e azzurre (canali e altri specchi d’acqua), progettati per promuovere l’incontro e lo scambio di idee tra chi abiterà il Parco: studenti, ricercatori e aziende.
A che punto siamo?
Il nuovo Galeazzi: uno degli ospedali più alti del mondo
Nell’aprile 2018 la società di progettazione australiana Lendleasing, che si è aggiudicata la gara internazionale per lo sviluppo dell’ex area Expo, ha presentato al Politecnico uno studio preliminare di realizzazione di Mind. I primi lavori a partire sono stati quelli dell’Ospedale Galeazzi, che si svilupperà verticalmente per una superficie complessiva di 150.000mq: con i suoi 16 piani per quasi 90 metri altezza, si candida ad essere uno tra gli 8 ospedali più alti d’Europa e tra i 75 ospedali più alti del mondo. Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata all’impatto ambientale, con l’impiego di materiali ecocompatibili, l’uso delle energie rinnovabili e il massimo impegno nella riduzione delle emissioni. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2021.
La Statale Bis (con il campus Science for Citizens)
Per quanto riguarda l’Università Statale, l’obiettivo è di trasferire le facoltà scientifiche dal polo attuale di Città Studi, con un insediamento previsto di 18mila studenti e duemila ricercatori, realizzando un campus denominato Science for Citizens che si estenderà su un’area di oltre 150mila metri quadrati. Il progetto, proposto dallo studio Carlo Ratti Architetti su incarico di Lendlease, prevede un campus universitario di tipo aperto, quale terreno di sperimentazione di forme innovative d’insegnamento e di trasferimento tecnologico tra l’attività didattica e le future funzioni che sulle rimanenti aree di Expo.
Dal punto di vista architettonico, questo punta a riprodurre in chiave contemporanea lo schema tipologico della storica sede di Ca’ Granda: ci saranno cinque chiostri organizzati attorno a una grande piazza centrale, a copertura dei quali saranno utilizzati, come ulteriore omaggio allo storico edificio milanese, dei mattoni raffiguranti immagini e simboli capaci di comunicare anche in forma tridimensionale. Infine, una sequenza di giardini botanici, serre sperimentali e campi sportivi si collegherà al lungo parco lineare di Mind (un chilometro e seicento metri la sua lunghezza complessiva) e alle vie d’acqua che attraversano l’ex area Expo.
Il 26 febbraio il cda dell’ateneo avrebbe dovuto approvare la pubblicazione del bando per la gara a evidenza pubblica per la costruzione del campus, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2019/2020 e terminare in tempo per l’apertura del primo anno accademico, nel 2023-2024. Sul bando del Campus in area Mind, l’Ateneo ha formulato richiesta di vigilanza collaborativa all’ANAC, richiesta regolarmente accolta lo scorso 8 febbraio. Sulla base del protocollo Unimi/ANAC, il bando e gli atti di gara saranno sottoposti all’approvazione del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo solo a seguito dell’approvazione preliminare da parte di ANAC.
Lo Human Technopole nell’ex Palazzo Italia e in due nuovi palazzi
Lo Human Technopole sarà invece il nuovo centro di ricerca italiano che fungerà da polo di attrazione per i migliori talenti nazionali ed internazionali, un punto di riferimento, in Europa e non solo, per la ricerca biomedica, la genomica e per il futuro della medicina. Il progetto prevede una rifunzionalizzazione dei palazzi esistenti, in particolare dell’ex Palazzo Italia, simbolo di Expo 2015, e la realizzazione altri due: un edificio che ospiterà uffici e laboratori e una struttura realizzata con elementi prefabbricati in cui avrà sede il datacenter con i suoi supercomputer, per un totale di circa 30.000 mq. Per novembre dovrebbero essere completati i cantieri e insediati altri 300/400 ricercatori, mentre l’entrata a regime è prevista per il 2024.
E il verde?
Rimane forse la questione più controversa. Il Masterplan prevede 445.000 mq di verde, ricavati ai bordi del complesso e nella parte centrale, ricucendo i vari settori. Non si tratterebbe di un unico parco compatto quindi, bensì di cinque parchi tematici gestiti da diverse strutture.
Come ha osservato Michele Sacerdoti in un recente articolo su Arcipelago Milano, non ci sarebbero in realtà più di 80.000 mq di parco tematico, costituiti dal Parco del Cibo e dall’orto botanico, il resto sarebbe verde tra gli edifici, boulevard, piazze alberate, canali, campi sportivi e auditorium all’aperto. Il Parco della salute sarà collocato sopra il parcheggio sotterraneo dell’ospedale Galeazzi, il Parco lineare sopra la piattaforma di cemento del Decumano e non potranno ospitare alberi di alto fusto. Anche la Cascina Triulza sembrerebbe essere conteggiata nel verde mentre contiene un auditorium, degli uffici e dei laboratori.
Il consumo di suolo sarebbe in sostanza molto elevato. Non male per un’area che, nelle intenzioni inziali, avrebbe dovuto costituire un ampio parco agro-alimentare con l’obiettivo di mantenere una corona di verde intorno a Milano.
ROBERTA CACCIALUPI
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Complimenti al sindaco di Milano che cono l’ottima riuscita dell’expo ha dato un noitevole slancio alla città
Ma Grillo non diceva prima di iniziare EXPO …. ma chi volete che vada a RHO …. Bee sono andati APPENA 20 MILIONI DI PERSONE alla FACCIA di Grillo ed ora sulla stessa area EXPO inizia un altra grande ricostruzione ….sempre alla faccia di chi fa previsione da imbecille come sulla TAV ……fanno previsioni costi benefici , la più grande scemenza che si possa fare,,voi pensate che se avessero fatto la stessa scemenza costi benefici quando “qualcuno più intelligente e con un visione MOLTO più aperta””decise di fare la grande autostrada A1 .. non la avrebbero mai fatta ,visto il parco macchine esistente ALLORA in ITALIA, ora però dicono che Soc AUTOSTRADE guadagna troppo …. ,,,,Grande profeta Grillo ahahahaha
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