Dopo i primi mesi in cui anche in Asia venivano tracciati gli asintomatici, la linea d’azione di Giappone, Corea del sud e Taiwan è cambiata con risultati sorprendenti. Pochi decessi in rapporto alla popolazione nonostante nessun lockdown e pochi vaccinati. Vediamo la strategia basata su 3 punti fermi.
La STRATEGIA OPPOSTA all’Europa: i dati di Giappone, Sud Corea e Taiwan
# I numeri della pandemia. Il confronto tra l’Italia, tra i peggiori in Europa nel gestire la pandemia, e i 3 paesi asiatici che hanno avuto i risultati migliori
ABITANTI
Italia: 60 milioni
Giappone: 126 milioni
Corea del Sud: 52 milioni
Taiwan: 24 milioni
MORTI COVID
Italia: 111.326
Giappone: 9.231
Corea del Sud: 1.748
Taiwan: 10
TAMPONI PER MILIONE DI ABITANTI
Italia: 849.469
Giappone: 79.791
Corea del Sud: 153.380
Taiwan: 20.330
MESI IN LOCKDOWN/ COPRIFUOCO
Italia: 7
Giappone: 0
Corea del Sud: 0
Taiwan: 0
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE VACCINATA (1 DOSE)
Italia: 18%
Giappone: <0,1%
Corea del Sud: <0,1%
Taiwan: non disponibile
MORTI COVID 5 APRILE 2021
Italia: 296
Giappone: 10
Corea del Sud: 4
Taiwan: 0
Fonte: worldometers.info
Le tre principali differenze
La strategia dei tre Paesi asiatici si è incardinata su 3 punti fermi: pochi tamponi, nessuna ricerca degli asintomatici e focus sulle cure. Vediamoli nel dettaglio.
#1 Meno tamponi, meno morti classificati come Covid
TAMPONI PER MILIONE DI ABITANTI
Italia: 849.469
Giappone: 79.791
Corea del Sud: 153.380
Taiwan: 20.330
I tre paesi hanno fatto dalle 10 alle 20 volte meno tamponi rispetto all’Italia. Questo indica un tratto in comune: dopo i primi mesi di tracciamento hanno deciso di focalizzarsi solo sui sintomatici. Ad esempio il Giappone con 10 volte tamponi in meno ha registrato anche meno di un decimo dei morti rispetto all’Italia con una popolazione doppia e pure più anziana. Anche la Corea del Sud, con una popolazione più simile per numero a quella italiana, è rimasta sotto i 1.800 decessi, contro gli oltre 110.000 italiani. Avendo sottoposto a tamponi solo le persone con sintomi il numero dei morti registrati è risultato inferiore, rispetto a quelli del nostro Paese e del resto dell’Europa escluso i paesi del nord.
#2 No “ossessione” a scovare asintomatici
La grande differenza degli Stati europei è stata quello di rintracciare e isolare gli asintomatici che come indicato da molti epidemiologi, avendo una bassa carica virale consentono di perseguire in tempi rapidi l’immunità di gregge come già successo in tutte le epidemie nella storia.
#3 Focus sulle cure, meno sulla prevenzione dei contagi
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE VACCINATA (1 DOSE)
Italia: 18%
Giappone: <0,1%
Corea del Sud: <0,1%
Taiwan: non disponibile
in Europa si rimane concentrati sulla prevenzione attraverso lockdown e vaccini. L’ossessione a limitare le attività e i contagi tra i sani ha portato a trascurare l’assoluta priorità in ogni malattia: la cura dei malati. Giappone, Corea del sud e Taiwan hanno invece deciso di focalizzarsi sulle cure, senza attendere i vaccini che infatti sono stati inoculati in pochissime persone, sotto lo 0,1%. In Europa, e soprattutto in Italia, a distanza di un anno c’è ancora confusione tra i protocolli di cura e spesso i malati arrivano in ospedale in gravi condizioni perché vengono somministrati i farmaci sbagliati. Questo spiega il tasso di letalità che in Italia è tra i primi due più alti al mondo.
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