Di pochi giorni fa la notizia di un altro dipendente ATM, assunto con contratto a tempo indeterminato, che ha scelto di andare via da Milano. Il motivo è sempre lo stesso: l’alto costo della vita. Dato che inoltre lo smart working ha sdoganato il lavoro a Milano anche da grande distanza, può essere quindi utile sapere quali sono le città meno care dove vivere secondo i dati elaborati da Unione Nazionale Consumatori su fonte Istat. Scopriamo quali sono e perché possono piacere ai milanesi.
Le 5 CITTÀ MENO CARE d’Italia dove i MILANESI potrebbero andare a VIVERE
#5 Caserta, la città della Reggia che ha ispirato la Villa Reale di Monza
Partiamo da Caserta. In base ai dati elaborati dall’Unione Nazionale Consumatori su fonte Istat la città campana è risultata la quinta meno cara in Italia con un’inflazione del 4,6% e un aumento di spesa nell’ultimo anno di 895 euro. Per i milanesi che decidessero di sceglierla per lavorare in smart working troverebbero nel suo simbolo, la magnifica Reggia di Caserta, un forte richiamo a un edificio molto noto situato a pochi chilometri da Milano: la Villa Reale di Monza. L’architetto imperiale Giuseppe Piermarini, scelse infatti di realizzare quest’ultima unendo la sobrietà della villa lombarda e la maestosità ricca e lussuosa della reggia campana, al cui cantiere aveva partecipato come allievo di Luigi Vanvitelli.
#4 Campobasso, la città fondata dai Longobardi
Campobasso, con un’inflazione del 4,8% e una crescita della spesa annua per famiglie di 879 euro, si piazza al quarto posto tra le città meno care d’Italia. A settecento metri di altezza, sulla cima del colle di Sant’Antonio, la cittadina fondata dai Longobardi è una città verde, vivibile e giovane: perfetta per attirare i milanesi. C’è persino l’Università del Molise. Si divide tra la città vecchia con struttura a ventaglio e quella nuova fatta costruire secondo l’ideale ottocentesco della città-giardino.
#3 Reggio Calabria, con “il chilometro più bello d’Italia”
A seguire troviamo Reggio Calabria con un’inflazione del 4,5% e un aumento di spesa di 840 euro rispetto all’anno precedente. Nonostante sia distante da Milano di oltre 1.000 km, in futuro potrebbe essere molto più agevole raggiungerla se verrà realizzata l’Alta Velocità. Per gli appassionati di arte e monumenti ad aspettarli ci sono i Bronzi di Riace nel Museo Archeologico Nazionale, le tavolette di Antonello da Messina e i dipinti di Renato Guttuso nel Teatro Cilea, la Pinacoteca civica, il Duomo e il Castello Aragonese. Immancabile una camminata sul lungomare, definito da Gabriele D’Annunzio “il chilometro più bello d’Italia”
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#2 Catanzaro, la “città dei due mari”
A Catanzaro spetta la medaglia di bronzo con il 4,4% di inflazione e 822 euro di aumento annuo di spesa annua. Conosciuta come città del vento e “città dei due mari”, nelle giornate senza nuvole si possono vedere sia il Mar Ionio che il Mar Tirreno. A Milano l’accomuna il fatto di essere stata dominata da diversi popoli, tra cui greci, bizantini e normanni. Di epoca normanna la Cattedrale Santa Maria Assunta, costruita nel 1121. Il “Parco Sempione” della città, anche se di dimensioni quasi doppie, è il Parco della Biodiversità Mediterranea. Merita una visita Villa Margherita con al suo interno il più antico giardino pubblico cittadino, fatto realizzare in occasione della visita in città di Margherita di Savoia a fine ‘800.
#1 Potenza, il capoluogo più alto (e meno caro) d’Italia
In cima alla classifica, anche quest’anno, c’è Potenza. Il capoluogo della Basilicata è la città dove costa meno vivere in Italia. Si è registrata infatti qui l’inflazione media più bassa, pari al 3,7%, che ha comportato un aumento di spesa pari a circa 731 euro per ogni famiglia tipo. Come Campobasso anche Potenza ha in comune con la nostra città i trascorsi longobardi. Nonostante la sua bassa latitudine in inverno sembra di essere a Milano, per via delle fredde temperature dovute alla sua posizione a 819 metri sul livello del mare: Potenza è infatti il capoluogo di regione più alto d’Italia. Manca solo la nebbia, anche se in realtà non si vede più nemmeno a Milano.
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FABIO MARCOMIN
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