Le opere a rischio per buchi inattesi: c’è anche il PalaItalia?

Il rischio concreto è che i lavori per l'arena vengano bloccati. Sarà un altro flop come per il PalaSharp?

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Ph. @Onirism IG - PalaItalia
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Il tempo corre. Manca ormai un anno all’apertura dei giochi olimpici invernali: il 6 febbraio ci sarà la Cerimonia di Apertura allo stadio di San Siro. I cantieri dell’opera più attesa a Milano rischiano però di essere interrotti, con il rischio di un altro grave flop dopo l’ex PalaSharp. Non solo, per ospitare le gare di hockey servirebbe comunque una deroga. Vediamo perchè e il punto della situazione.

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Le opere a rischio per buchi inattesi: c’è anche il PalaItalia?

# Il primo inghippo: per ospitare le gare di hockey servirà deroga della Prefettura

La costruzione del PalaItalia nel quartiere di Santa Giulia, nella porzione nord, procede a ritmi serrati anche perchè non c’è un secondo da perdere: in caso di un minimo intoppo non si arriverebbe in tempo per le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina.

Onirism – Pala Italia

Nell’impianto sono programmate le gare di hockey maschile nelle due settimane che vanno dal 6 al 22 febbraio 2026, ma solo con deroga perchè non sarebbe dedicato a questo tipo di manifestazioni. Questo il primo nodo da risolvere. Servirà la deroga da parte della Prefettura di Milano e successivamente l’omologazione da parte della Federazione Sportiva, ma questo era già preventivato. La deroga è necessaria perchè l’opera viene costruita e finanziata dal gruppo tedesco Eventim, a cui è poi affidata la gestione e che ha in pancia la società di bigliettazione Ticketone, ed è stata pensata prevalentemente per concerti e in subordine per eventi sportivi quali pallavolo, tennis e basket con capienza limitata a 3.500 posti: l’Olimpia Milano, ad esempio, non ci potrà giocare.

# Il nuovo problema degli extra costi: mancherebbero tra i 50 e i 90 milioni di euro, ma il Governo non potrebbe intervenire

Veniamo al secondo problema dovuto al fatto che a realizzare il palazzetto, dalla forma ellittica ispirata all’archetipo dell’anfiteatro a firma di Sir David Chipperfield e con 16.000 posti a sedere, è un privato. L’investimento di Eventim è pari a 176 milioni di euro ma, come è risaputo ormai da due anni, il budget messo a preventivo non sarebbe più sufficiente per completare l’opera. Per questo motivo, la società avrebbe chiesto al Comune di Milano di coprire gli extra costi, stimati attorno almeno a 50 milioni di euro ma potrebbero anche essere di più, tra i 70 e i 90 milioni. Richiesta che la stessa amministrazione avrebbe girato al Governo italiano, senza però ricevere al momento una risposta positiva. Questo perchè, essendo un lavoro interamente assegnato a un soggetto privato, lo stanziamento di fondi si configurerebbe come aiuto di stato. Il tempo inizia a stringere e, nonostante non sia stato prodotto alcun documento ufficiale che attesi il buco, il rischio concreto è che i lavori per l’arena vengano bloccati.

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# Riprende quota l’opzione Torino?

stefanochecchi IG – Oval Torino

Ma cosa potrebbe succedere se il PalaItalia non venisse completato in tempo utile? Secondo alcune indiscrezioni sembrerebbe riprendere quota l’opzione Torino, esclusa dai giochi in fase di candidatura dopo aver ospitato le Olimpiadi 2006. Tra le strutture che potrebbero ospitare le gare di hockey potrebbe esserci l’Oval al Lingotto, oggi spazio utilizzato per eventi fieristici ma che 19 anni fa ha visto gareggiare gli atleti del pattinaggio sul ghiaccio.

# E il Villaggio Olimpico?

Fabio Marcomin – Villaggio Olimpico

Anche per il Villaggio Olimpico c’è ancora da sciogliere il nodo extracosti: si parla di circa 40 milioni di euro dovuti al rincaro delle materie prime e dell’energia. In questo caso la situazione non è problematica dato che gli edifici destinati agli atleti sono conclusi da mesi, sono in corso le rifiniture e il completamento di impianti e allestimenti interni oltre alle sistemazioni esterne quali pavimentazione, illuminazione, verde. La consegna è prevista in anticipo, luglio 2025, rispetto al cronoprogramma e sul tema delle risorse Coima ha confermato che è aperto un tavolo istituzionale insieme a Fondazione Milano-Cortina, Regione Lombardia e Comune di Milano.

Il problema dei buchi nel budget previsto stanno colpendo Milano da tempo: ci sono già opere andate a picco per colpa delle mancate risorse. Questi i due episodi più clamorosi. 

Leggi anche: Le perplessità dei milanesi sul villaggio olimpico

# Il flop Palasharp e la metrotranvia che arriverà solo dopo le Olimpiadi

coordinamentotutelaparcoovest IG – Palasharp

Concludiamo la rassegna delle opere olimpiche con il Palasharp e la metrotranvia tra Repetti M4 e Rogoredo M3. Per la prima si tratta di un vero e proprio flop. Inserita nel dossier per ospitare le competizioni di hockey su ghiaccio femminile, che traslocano nei padiglioni di Rho Fiera, il progetto non ha passato il vaglio del Cio che ha richiesto di modificarlo prevedendo un’area maggiore per gli atleti e riducendo i posti a sedere, rendendo la riqualificazione antieconomica per i privati che avrebbero dovuto farsene carico. Al suo posto verranno realizzati probabilmente case a basso costo, mentre è in corso una disputa legale tra Comune di Milano e TickeOne-Mca Events, azienda vincitrice del bando.

Percorso Metrotranvia 13

La metrotranvia 13, il lascito più importante dell’evento in termini di infrastrutture, dovrebbe entrare in funzione nell’estate 2027: un anno e mezzo dopo le Olimpiadi e circa 6 mesi dopo che il PalaItalia sarà rinconfigurato per ospitare concerti e spettacoli. La linea infatti, lungo il percorso di 4,7 km per 17 fermate tra M4 Repetti e la stazione M3 di Rogoredo, prevedeva una fermata nei pressi del Pala Italia. I tifosi diretti all’impianto per vedere le gare dovrebbe avere a disposizione solo dei bus di collegamento dalla metro blu e gialla.

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FABIO MARCOMIN 

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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