Nelle ultime settimane Milano sta vivendo una “rivoluzione viabilistica” con la realizzazione di numerose piste ciclabili e l’istituzione delle “zone 30”. Tuttavia, questa svolta green non è piaciuta a tutti e, soprattutto, ai tassisti milanesi, per i quali si tratta di “una serie di interventi che ha finito per peggiorare la situazione”.
Lo sfogo dei TASSISTI MILANESI: “Nessuna PROGETTUALITÀ nelle PISTE CICLABILI”
# Gli effetti di una progettazione approssimativa
Claudio Severgnini, presidente di “Tassisti Artigiani Milanesi”, ha indirizzato una lettera a Palazzo Marino criticando le corsie riservate ai ciclisti “spesso tracciate senza una progettazione definita, ma con il solo intento di lanciare una campagna green da utilizzare nella prossima campagna elettorale”.
Poi, secondo Severgnini, la concretizzazione delle piste ciclabili produce “effetti devastanti per tutti quei cittadini che hanno la necessità di spostarsi in città con altri mezzi”.
# Una viabilità che non considera gli interessi di tutti
Per le vie Milano, ovviamente, non circolano solo i ciclisti, ma anche tutti gli altri utenti della strada, tra cui anche i lavoratori.
Sempre nella lettera di Severgnini, si legge che la realizzazione delle piste ciclabili non considera “gli equilibri sulla normale circolazione degli altri utenti” e aggiunge che “la crociata contro l’automobilista è ormai al suo culmine”. Infatti, con il passaggio in zona gialla e la conseguente ripresa delle attività commerciali e delle scuole, “la circolazione in alcune vie e piazze ha già raggiunto livelli da bollino nero” e ci si chiede cosa accadrà quando saranno consentite nuovamente fiere e manifestazioni importanti.
# Le piste ciclabili senza progettualità portano ad un innalzamento del tasso d’inquinamento
Il presidente di TAM ha anche elencato alcuni esempi evidenti di mancata progettualità e di peggioramento delle condizioni del traffico.
Tra questi, la questione relativa a Corso Venezia e Corso Buenos Aires sulle cui piste ciclabili si è già discusso molto. Queste due vie “si sono trasformate in un unico serpentone di auto incolonnate, con il naturale innalzamento del tasso di inquinamento. Quando alcune decisioni vengono prese senza verificarne preventivamente gli effetti, accade che poi tutti ne faranno le spese, compreso chi, in passato, ha applaudito a questa rivoluzione”.
# I tassisti milanesi chiedono maggiore considerazione
Ma c’è un altro problema.
Infatti, secondo i tassisti milanesi “le guerre per essere vinte hanno bisogno dei soldati ed ecco che vengono arruolati agenti della polizia locale e ausiliari del traffico con il compito di far rispettare queste corsie“.
Un esempio, che ha tutti i connotati per essere “tragicomico”, risale al 3 febbraio scorso. Un taxi, in attesa del suo cliente, è stato multato perché era, con due ruote, sulla pista ciclabile in Corso Venezia.
I tassisti chiedono solo più rispetto e una maggiore considerazione anche delle loro esigenze, andando verso una riflessione amministrativa e un approfondimento dell’argomento.
Fonte: www.milanotoday.it
Continua la lettura con: Il simbolo di RINASCITA per MILANO è la PISTA CICLABILE più LUNGA d’Italia
ALESSIA LONATI
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