Le regioni hanno comunicato i dati, adesso sta al governo decidere la nuova ripartizione dell’Italia nelle ormai ben note zone gialle, arancioni e rosse. Oggi, dopo aver sentito il parere tecnico del CTS, Comitato Tecnico Scientifico, verranno comunicati gli eventuali cambi di colore che interesseranno diverse regioni. Tra queste anche la Lombardia che sembra essere proprio in bilico tra la permanenza nel giallo e l’ingresso nell’arancione. Cosa dicono i dati?
Lombardia in bilico tra zona arancione e gialla
# Rt torna a cavallo di 1. Ma terapie intensive sotto il 30% e curva di contagi e decessi verso i minimi
Secondo gli ultimi dati, Milano registra un indice Rt leggermente sopra la soglia dell’1, più precisamente dell’1.08, mentre in Lombardia l’indice sembra essere di 1.04. Numeri che indicano un lieve aumento dei casi, seppur contenuto e costante, non sembrano esserci infatti balzi marcati. I dati di mercoledì 17 affermano che nella Regione, su 38.296 tamponi, 1.764 erano positivi: il rapporto tra test effettuati e positivi è del 4.61%.
Insomma, i dati non parlano proprio chiaramente e se alcuni numeri fanno sperare in una permanenza nella “più libera” zona gialla, altri fanno temere un passo indietro, entrando in quella arancione. Anche il Direttore generale del Welfare della Regione, Marco Trivelli, ha affermato che da un lato il tasso di occupazione delle terapie intensive è sceso sotto il 30%, ottimo dato che indica l’assenza di pressione ospedaliera, ma dall’altro ha dichiarato “è vero che i numeri sono in ascesa e il tema delle varianti è molto preoccupante”.
A spaventare di più infatti sono proprio le tanto discusse varianti che nella Regione lombarda hanno portato alla creazione di piccole zone rosse nei quattro comuni di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù.
# La “febbre del giallo” delle regioni e la bianca speranza della Val d’Aosta
Il governatore Attilio Fontana sembra essere fiducioso, convinto che la Lombardia abbia i numeri e le carte in regola per restare in zona gialla. In una sua dichiarazione ha mosso inoltre una richiesta al governo centrale, chiedendo che le decisioni vengano anticipate in quanto i dati vengono presentati già il martedì.
Ma la Lombardia non è l’unica ad essere ignara per quel che riguarda il proprio destino. In bilico anche Lazio, Friuli e Piemonte, i cui governatori, come Fontana, ribadiscono di avere i numeri giusti per poter rimanere in zona gialla.
Diversa invece la situazione in Abruzzo dove, dopo la stretta delle provincie di Pescara e Chieti, l’intera regione sembra essere a rischio di indietreggiare in zona rossa.
Non ci sono solo notizie negative però, in mezzo ad un’Italia dai colori così accesi infatti, potrebbe iniziare a farsi strada il bianco. La Valle d’Aosta potrebbe far diventare realtà il sogno della zona bianca, la zona a rischio più basso dove la vita pre-covid non sembra più così lontana. Prima di aggiudicarsi questo primato però, la Regione dovrà confermare che, per la terza settimana consecutiva, sta registrando meno di 50 persone positive su 100mila abitanti.
# Il nuovo Governo Draghi si rimbocca le maniche e pianifica correzioni e modifiche
Nel frattempo, il nuovo Governo Draghi potrebbe apportare qualche modifica per quanto riguarda l’applicazione delle misure restrittive. Nel fine settimana infatti il Premier incontrerà il ministro della Salute, Roberto Speranza, e la ministra agli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, per fare il punto sull’andamento della pandemia e per valutare eventuali modifiche. Sembra che proprio il sistema di divisione potrebbe essere cambiato in modo da garantire maggiore aderenza ai dati più attuali.
In agenda anche il riassetto del CTS e l’istituzione di una cabina di regia di ministri che avrà il compito di valutare i nuovi provvedimenti, confrontandosi con l’intero Esecutivo. Lo scopo è quello di evitare delle sovrapposizioni di voci che, come accaduto spesso nei giorni scorsi, può in qualche modo destabilizzare le regioni. La cabina avrà inoltre il compito di affiancare ai provvedimenti, per così dire sanitari, quelli di tipo economico: per ogni chiusura dovranno essere predisposti immediati ristori.
Resta infine da decidere quale strumento utilizzare per attuare le nuove disposizioni, la scelta è tra il famoso Dpcm, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che abbiamo imparato a conoscere negli scorsi mesi, o il più tradizionale Decreto.
Insomma, potrebbe cambiare la forma, ma anche la sostanza, nella speranza così di poter presto tutti seguire il candido esempio della Val d’Aosta.
Fonti: ilgiorno.it, milanotoday.it
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