Questa volta la notizia sembra autentica, non come la famosa “bidella”. Ma i motivi del pendolarismo dei record sono completamente diversi da quello che ci si potrebbe aspettare.
Milano – Catania: il super pendolare “per scelta” e la bufala della bidella
Speriamo non sia una nuova bufala data in pasto ai giornali. Ci ricordiamo tutti la vicenda della bidella che che diceva di fare tutti i giorni 10 ore in treno da Napoli a Milano e ritorno perché non si poteva permettere di sostenere le spese di affitto a Milano. Una vicenda che appariva fin da subito piena di buchi e che poi si è rivelata una vera e propria bufala, come denunciato proprio dal nostro sito (La STORIA della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI non sta in PIEDI: ecco cosa abbiamo scoperto) e poi confermato dagli altri giornali.
# La celebre bufala della bidella napoletana
Ne avevano parlato tutti, giornali e televisioni. Della bidella napoletana che diceva di prendere ogni mattina alle 5.30 “un Italo o un Frecciarossa” per arrivare a Milano alle 10, giusto in tempo per recarsi al turno di avoro al liceo artistico Boccioni dalle 10:30 alle 17:30. A quel punto smontare e rientrare a casa con un treno delle 18:30 che arriva in stazione a Napoli alle 23:30. Perchè lo faceva? Per gli alti costi di vivere a Milano: «Sommando le varie spese che dovrei sostenere se vivessi a Milano ho calcolato che non solo non mi basterebbe il mio stipendio ma dovrei anche aggiungerci qualcosa. E il gioco non vale la candela». In quel caso la notizia puzzava lontano come il viaggio che diceva di fare. Abbiamo controllato e i conti non tornavano: la donna diceva di guadagnare 1.200 euro al mese. Una cifra insufficiente a coprire i costi di andata e ritorno tutti i giorni con il treno ad alta velocità che superano per entrambi gli operato i 1.500 euro mensili. A quel punto si è scoperta la verità: il viaggio lo ha fatto, ma appena due volte. «Poi si è messa in malattia», come dichiarato dalla stessa scuola. La verità è venuta a galla ma il dado era tratto: a Milano sembrava più conveniente farsi centinaia se non migliaia di chilometri rispetto a passarci la notte. Ora viene rilanciata una nuova notizia che supera per chilometri anche quella della bidella di Napoli.
# Il nuovo recordman dei pendolari: da Milano a Catania e ritorno
Una situazione completamente diversa da quella della pendolare di Napoli. Si tratta di un “pendolarismo estremo”, come lo definisce lo stesso autore: Claudio Carastro, un ragazzo di 24 anni della provincia di Catania. Un percorso “estremo” che gli ha consentito di conseguire una laurea in Economia Aziendale, facendo la spola tra la Sicilia e Milano. Ma il tragitto è il contrario di quello che ci si potrebbe aspettare.
Carastro è “un pendolare al contrario”, ossia di un ragazzo che ha scelto di studiare all’università di casa sua a Catania anche durante il lavoro in uno studio di commercialisti a Milano. E questo è stato fatto per scelta, non per una necessità, come ha spiegato Carastro a Skuola.net, che si recava da Milano a Catania «fondamentalmente per sostenere gli esami. Ma era comunque un sacrificio. Per rendere l’idea, la giornata tipo della “trasferta” aveva inizio alle 3 di mattina, dopo una rapida preparazione mi dirigevo in aeroporto, dove parcheggiavo l’auto. Il volo tendenzialmente partiva tra le 5.30 e le 6.00 ed era l’unico che mi permetteva, salvo imprevisti, i quali ovviamente si palesavano spesso, di essere presente per l’orario di inizio dell’esame generalmente alle ore 9.00/9.30. (…) Finito l’esame, se restava ampio margine prima del volo ritorno, che sovente partiva all’ultimo orario disponibile (22.30/23.30), rientravo volentieri al mio paese, a trovare la mia ragazza, gli amici e i parenti. Altrimenti, se avevo meno tempo, passeggiavo per Catania e attendevo l’orario per tornare direttamente in aeroporto. Il rientro avveniva, causa continui ritardi dei voli, verso le 2.00 di notte. L’indomani ricominciava la giornata di lavoro in studio, sicuramente con maggior vigore se l’esame era stato superato». Ma con tutte le università che ci sono a Milano perchè la laurea a Catania?
# «Ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord»
«La mia forma mentis, la mia istruzione, la mia crescita derivano tutte dal percorso fatto nella mia terra. Per cui, se da un lato le strade si sono divise per varie ragioni, dall’altro ho nutrito il sentimento di creare un legame indissolubile con essa, concludendo il mio percorso di formazione, per l’appunto, in Sicilia, la quale investe per me, come per tutti gli altri studenti, nella nostra formazione. E poi, in qualche modo, ho voluto dimostrare che le università al Sud sono valide tanto quanto le università del Nord».
Le caratteristiche del pendolarismo in questo caso sono di chi se lo può permettere: si tratta di un lusso più che di una necessità, con voli andata e ritorno tra Catania e Milano. Il messaggio non è che a Milano non ci si può permettere di lavorare o di studiare. Ma è quello lanciato ai suoi coetanei del sud di non rinunciare all’idea di potersi formare nelle università esistenti vicino a casa loro, invece di ricorrere a tutti i costi- che spesso sono costi troppo alti- di studiare a Milano. Anche se poi, come lui stesso ammette, le opportunità lavorative probabilmente saranno maggiori a Milano che a casa loro: «A livello lavorativo, purtroppo, non è possibile al momento eseguire lo stesso ragionamento proposto a livello di istruzione. Ho provato ad approcciarmi al mondo lavorativo anche in Sicilia ricevendo, però, delle delusioni. Inoltre, per chi come me ha intrapreso un percorso in ambito economico e finanziario, Milano rappresenta il vertice in Italia. Attualmente, a livello professionale e personale, sto bene. In futuro si vedrà».
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ANDREA ZOPPOLATO
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