Milano è la «terza città dove si vive meglio in Italia»: come tornare la numero uno?

Come mai Milano è "solo" al terzo posto? Chi è al primo? Come ci arriviamo?

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La nuova classifica delle città italiane dove si vive meglio ha visto Milano rientrare nella top 3. Scopriamo perché, quali altre città sono sul podio, quali sono le peggiori e 4 idee per riportare Milano alla posizione che merita. Il primo posto.

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Milano è la «terza città dove si vive meglio in Italia»: come tornare la numero uno?

# Milano è terza per la qualità della vita

Credits: viator.com

La classifica che vede Milano al 3° posto, si basa sul Rapporto BenVivere e Generatività delle Province Italiane 2024, che analizza diversi fattori influenti sulla qualità della vita, come salute, sicurezza, economia, ambiente, inclusione sociale e turismo. Questo report, giunto al sesto anno di analisi, è stato pubblicato su L’Economia Civile e presentato al Festival Nazionale dell’Economia Civile a Firenze.

La notizia più grande è che, per la prima volta dopo 6 anni, Bolzano ha perso il suo primato: scivolata in soli 12 mesi al 10° posto, penalizzata da un calo nei punteggi relativi a legalità e sicurezza, demografia e famiglia, ambiente, cultura, turismo e inclusione economica.

La nuova classifica ha visto imporsi al primo posto Pordenone, che ha guadagnato una posizione rispetto al 2023, mentre Siena ha fatto un salto di 4 posizioni, piazzandosi al secondo. Milano ha migliorato di una posizione rispetto al 2023, riaffacciandosi al terzo posto. 

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La top 10 della classifica include alcune sorprese: Trieste, grazie a un incredibile balzo in avanti di 19 posizioni, si è piazzata quarta. Anche Rimini (+23), Udine (+11) e Parma (+2) sono riuscite a entrare nella lista delle migliori 10 città italiane. Le conferme nella top 10 sono Firenze, che anche quest’anno è rimasta stabile al 5° posto, e Trento, che, invece, ha guadagnato 1 posizione piazzandosi sesta.

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# L’altro lato della medaglia: le città in crisi

Credits: freepik

Bolzano e Prato, un tempo tra le migliori città italiane per qualità della vita, hanno subito pesanti cali. Prato ha perso ben 8 posizioni, scendendo fuori dalla top 10, mentre altre città come Bologna (-3), Gorizia (-3) e Ancona (-11) hanno registrato peggioramenti significativi. Ancona, in particolare, ha perso 11 posizioni rispetto al 2023.

Sul fondo della classifica troviamo il Sud Italia. Crotone e Reggio Calabria occupano rispettivamente l’ultimo e il penultimo posto, mentre Taranto si è piazzata al terzultimo posto dopo aver perso due posizioni rispetto al 2023. Altre località meridionali si trovano nelle ultime 10 posizioni:  Caltanissetta, Foggia, Catania e Napoli, che hanno comunque registrato leggeri miglioramenti.

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# Milano: luci e ombre

Le città sono valutate in base a una serie di indicatori suddivisi in dieci macroaree: legalità e sicurezza, salute, lavoro, ambiente e cultura, economia e inclusione, accoglienza, demografia e famiglia, impegno civile, servizi alla persona e turismo. Il report evidenzia che, sebbene il gap tra Nord e Sud si stia riducendo, restano significative le disuguaglianze in termini di benessere.

Milano ha guadagnato terreno soprattutto grazie alle sue performance nel campo della salute, dei servizi alla persona, dell’inclusione economica e della legalità. Tuttavia, nonostante il suo avanzamento nella classifica del BenVivere, Milano non è ancora riuscita a primeggiare, in parte a causa di performance meno brillanti nel settore dell’ambiente, della cultura, del turismo e della sicurezza, aree dove altre città come Pordenone e Siena si distinguono maggiormente.

Milano, quindi, è riuscita a salire sul podio grazie al suo costante sviluppo economico, ai suoi avanzati servizi sanitari e alla capacità di attrarre nuovi investimenti. Tuttavia, per diventare la migliore città italiana in cui vivere, occorreranno ulteriori sforzi, ecco 4 idee.

# Le 4 idee per raggiungere il primato nella qualità della vita

Per far sì che Milano diventi la prima in classifica per qualità della vita, si possono implementare alcune idee pratiche che affrontino direttamente gli indicatori su cui la città può ancora migliorare.

#1 Migliorare i collegamenti tra Milano e l’hinterland

Una delle lacune di Milano: si dovrebbe sviluppare un sistema di trasporti integrato e efficiente, che colleghi Milano alle città limitrofe. Questo potrebbe includere l’ampliamento delle linee della metropolitana, l’aumento della frequenza dei treni regionali e la creazione di corsie dedicate per i bus che collegano le aree suburbane.

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#2 Potenziare la sicurezza

E’ fuor di dubbio che la sicurezza influisca negativamente sul posizionamento di Milano, uno strumento potenzialmente utile, ancorché eticamente problematico, potrebbe essere investire in un sistema di sicurezza comunale intelligente. Si tratterebbe dell’installazione di telecamere di sorveglianza avanzate (con riconoscimento facciale immediato), idealmente solo nelle aree ad alto rischio, coordinate con una maggiore presenza di forze dell’ordine nei quartieri periferici. Ciò potrebbe rafforzare la percezione di sicurezza, migliorando la posizione rispetto agli indicatori di legalità e sicurezza.

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#3 Case low cost e affitti calmierati

Anche i prezzi delle abitazioni incidono negativamente sulla posizione di Milano nella classifica. A medio-lungo termine è fondamentale che il Comune di Milano lanci un piano di edilizia per la costruzione di nuovi alloggi a prezzi accessibili. Allo stesso tempo, a breve termine, potrebbe essere fondamentale avviare politiche che favoriscano l’affitto calmierato degli appartamenti già esistenti per le fasce più deboli e i giovani, facilitando l’accesso alla casa.

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#4 Più natura (e meglio curata)

Milano, tutto sommato, è ricca di parchi e aree verdi, e lo sforzo del Comune per aumentare il verde, introducendo delle vere e proprie “isole” nelle zone più cementificate, è lodevole e, sicuramente, contribuisce al buon posizionamento della città. Tema diverso sono la gestione e la manutenzione effettiva di queste aree verdi che, nella maggior parte dei casi, sono praticamente assenti. Per raggiungere il primo posto, aumentare il numero di aree, parchi e zone verdi potrebbe non bastare, al contrario, una maggiore cura di ciò che già esiste potrebbe essere uno strumento fondamentale per guadagnare posizioni.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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