Usciti gli ultimi dati di InsideAirbnb sugli affitti brevi: il crollo che non ti aspetti. Che amplifica un fenomeno assurdo: una Milano in cui sono sempre di più le case vuote.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità. Clicca per scoprire come fare
La città delle case vuote
# -10% di case per affitti brevi: aumentano le case sfitte (sono più di 100.000, oltre 16.000 quelle popolari)

Il crollo che non ti aspetti. Quello segnalato dagli ultimi dati di InsideAirbnb.Gli appartamenti a Milano per affitti brevi sono crollati del 10% in un solo anno: da quasi 25.000 a 22.600. È salito invece il prezzo medio: da 164 a 174 €. In aumento anche il guadagno medio che nell’anno è di 9172 € a fronte di 7626 € del 2023. Entrambi i dati sono conseguenza della riduzione dell’offerta. E questo si aggiunge al record di appartamenti sfitti in città che sono oltre centomila. Anche le case popolari restano vuote: a Milano ci sono 16.423 alloggi popolari vuoti (10.364 di Aler, 6.059 di Mm).
# Anche gli appartamenti occupati da affitti brevi restano sfitti per 10 mesi all’anno

Anche il mercato degli affitti brevi sembra quindi confermare il trend che sempre più case restano vuote: un appartamento su tre di quelli messi online resta vuoto nell’arco di 12 mesi. Si tratta di circa 7.000 appartamenti. Non solo: anche il rimanente due terzi (16.000), costituito dagli appartamenti che vengono occupati, registrano appena 66 notti coperte in 12 mesi. Quindi in media anche gli appartamenti “occupati” restano sfitti per quasi dieci mesi all’anno. Qual è il motivo di questo crollo degli affitti brevi?
# Anche gli appartamenti occupati da affitti brevi resta sfitto per 10 mesi all’anno
La ragione è molto simile al motivo per cui molti le preferiscono tenere la casa sfitta invece che darla in affitto: le norme che rendono sempre più problematica e proibitiva la gestione dell’affitto breve. Chi ci mette lo zampino è sempre lui: lo Stato. Che si mette di traverso contro chi dovrebbe essere libero di fornire servizi per gli altri e di produrre ricchezza. Che, in questo caso, si accanisce contro i proprietari con i suoi classici strumenti di dissuasione alla libera impresa: burocrazia, tasse e scarsa tutela. Perché al problema che riduce il mercato degli affitti brevi si aggiunge quello degli appartamenti che restano sempre sfitti, il cui motivo principale restano le eccessive tutele legislative per chi occupa senza pagare un appartamento. A quel punto, venendo meno per i proprietari la possibilità di liberarsi in tempi rapidi da inquilini abusivi o inadempienti, preferiscono tenere sfitte le loro case in eccesso. Creando così un danno non solo per se stessi ma soprattutto per i molti che hanno bisogno di una casa e che hanno la possibilità di utilizzarla nel rispetto delle regole. E quindi il risultato di questo garantismo ottuso e autolesionista è che abbiamo una Milano dove si costruisce ovunque e congestionata dal cemento. Ma dove sempre più case non fanno da casa.
Continua la lettura con: I 7 paesi dell’hinterland più sottovalutati
ANDREA ZOPPOLATO
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
I costi sono alti, è vero. Ma vi dice nulla il fenomeno delle occupazioni? Affitto la casa, pago i primi mesi, e poi non mi caccia via più nessuno. Oppure lascio la casa disastrata.
E io in queste condizioni devo affittare la mia casa?
Gli Air B&B producono una ricchezza da ‘rentier’, che è utile solo nella misura in cui viene reinvestita massicciamente nell’economia cittadina. Allo stato attuale, il ritorno occupazionale della richezza da Air Bnb, con sua elevata informatizzazione, si riduce ad un servizio di pulizie e cambio lenzuola, praticato da imprese che hanno sede e personale fuori dal Comune di Milano. Poca roba, brichiole che perlopiù finiscono nei comuni esterni.
Il grosso del guadagno finisce su conti correnti privati.
D’altro canto, drenando i B&B l’offerta di case, inducono inevitabilmente un’incemento sulla domanda di case, spingendo in alto la richiesta di stipendi, per poter pagare figure professionali che sono però funzionali all’economia reale, quella che non produce una ricchezza ‘rentier’, ma la richezza valutaria da reinvestimento industriale su cui si regge un paese manfatturiero come l’Italia.
Cosa dovrebbe mai fare un qualsiasi governo, se non giustamente tassare di più i B6B e rendere asfittico il tenere le case libere?
Se non partecipano al bene comune di un’economia manifatturiera e industriale che dà da mangiare al paese, che vengano quantomeno gradualmente tassati di più, perchè sul turismo non mantieni in piedi l’economia di nessuna città in piedi. Manco Venezia, che per i costi campa sulle attività portuali e il tessuto produttivo di Mestre e Porto Marghera.
Tantomeno Milano, che di materiale turistico ha in partenza oggettivamente meno da smerciare.
Milano ha perso in 40 anni 450000 abitanti, recuperandone solo 100000 dopo l’Expo. Grosso modo. A parte la media di persone per nucleo famigliare, sempre in calo, o il ritorno di emigrati del Sud Italia ai paesi di origine, uno fra i motivi di abbandono della città è stato la mancanza di posti auto per appartamenti costruiti senza garage quando pochissime famiglie possedevano anche solo un’auto. Cosa perdurata fino a quando Milano era popolata già da oltre un milione di persone nel dopoguerra. Oggi ce ne possono essere anche più di una per famiglia, e non sempre è possibile accontentarsi di lasciarle in strada.
E’ condivisibile questa osservazione?