Milano, la nuova metropoli da 3,3 milioni di abitanti: arriva la prima proposta dalla politica

Il primo passo verso Milano Città Stato. La proposta lanciata al governo e quello che è stato fatto negli ultimi anni

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assolombarda.it - Città Metropolitana di Milano
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Milano inizia a star stretta anche alla politica. Qualcosa si muove per rendere Milano quello che dovrebbe essere: una cosa sola con l’area metropolitana, con poteri e risorse accentuati. Un passo importante verso la città stato. Questa la proposta lanciata al governo e quello che è stato fatto negli ultimi anni.

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Milano, la nuova metropoli da 3,3 milioni di abitanti: arriva la prima proposta dalla politica

# Anche il Partito Democratico si muove per una grande metropoli con un unico governo

centrostudipim – Città Metropolitana di Milano

Dopo anni di silenzio si ritorna a parlare di una maggiore autonomia e di un unico ente per tutta la Città Metropolitana di Milano. A farlo è Alessandro Capelli, segretario Pd Milano metropolitana, come riporta Milano Today«Il Pd Milano metropolitano, a tutti i suoi livelli di governo, sta facendo uno sforzo politico continuo perché la nostra città sia sempre più interpretata e governata come un’unica grande città di 3 milioni e 200 mila persone. Non 134 comuni soli, (133 ndr) ma un’unica area metropolitana integrata e connessa come la vita di chi già la abita, perché la separazione dei territori tra aree interne e aree urbane genera iniquità e disillusioni».

Capelli spiega come ci sia una forte diseguaglianza per quanto riguarda i servizi tra Milano e gli altri 132 comuni: «Noi, politicamente, stiamo provando a fare una parte: l’abbiamo visto sul Pgt, sulle vicende dei parchi metropolitani e ci stiamo lavorando anche sui temi della mobilità e dello sviluppo. Ma è ovvio che è necessaria ora un’immediata riforma istituzionale». Nello specifico si chiede «l’elezione diretta di un sindaco metropolitano, che non può più essere eletto solo dai residenti nel capoluogo» con una richiesta diretta al governo: «se volete rafforzare le autonomia locali, è il momento di innovare istituzionalmente le città metropolitane».

Si tratterebbe quindi di completare la riforma delle città metropolitane che aveva, tra le ipotesi più discusse, appunto quella dell’introduzione dell’elezione diretta del sindaco metropolitano e lo scioglimento dei municipi del comune capoluogo, trasformando Milano in un insieme di comuni autonomi all’interno della città metropolitana. 

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Ma cosa è stato fatto di concreto fino ad oggi?

# L’ordine del giorno della Lega votato nel 2017 in Consiglio Comunale

Sono passati ormai 8 anni da quando, il 13 marzo 2017, il consiglio comunale ha approvato il primo atto che avrebbe dovuto portare la città a una maggiore autonomia. La proposta del consigliere Alessandro Morelli, in quota Lega, era sta approvata con 36 voti a favore e un solo astenuto. Questo il testo: “il consiglio comunale invita il sindaco e la giunta ad individuare ed attuare in ogni sede iniziative politiche e amministrative tendenti ad ottenere maggiore autonomia finanziaria e normativa a tutela degli interessi dei milanesi“.

Leggi anche: Primo passo del Consiglio Comunale verso Milano Città Stato

# Il dietrofront di Sala, mentre per Roma tutti sono al lavoro per darle maggiori poteri

Lettera Beppe Sala a Milano Citta Stato

Il Sindaco Sala rimane ancora fermo, nonostante le promesse fatte durante la prima campagna elettorale e alcune dichiarazioni negli ultimi anni, mentre per Roma si stanno muovendo mari e monti. Il 20 aprile 2022 la Commissione Affari costituzionali della Camera ha votato all’unanimità l’adozione del testo base della riforma costituzionale, predisposto dai relatori Annagrazia Calabria (Fi) e Stefano Ceccanti (Pd) sulla base di quattro proposte di legge, per trasformare Roma in Città Stato o meglio in Città Regione come ammesso dalla Costituzione Italiana. Il 18 gennaio 2024 l’Assemblea Capitolina si è riunita in seduta straordinaria per chiedere all’unanimità che vengano conferiti a Roma funzioni e fondi adeguati al suo status di capitale. Il governo vorrebbe portare a compimento la riforma entro il termine della legislature. 

La proposta del Partito Democratico è da considerare quindi una buona notizia, come un primo passo per trasformare Milano in una città stato. Ma nella pratica, che cosa significherebbe?

Leggi anche: ROMA ACCELERA per la “CITTÀ STATO”. MILANO ancora al PALO

# Milano Città Stato: dalla nascita del progetto alla raccolta firme per il referendum per dare a Milano i poteri da regione

@globalsystem – Città Metropolitana Milano

Milano Città Stato nasce come progetto nel 2015, nel 2016 debutta il magazine online. Nel corso di questi quasi 10 anni esponenti di diversi parte politiche e dell’imprenditoria si sono espressi in modo favorevole a fare ottenere alla città di Milano un maggior grado di autonomia. Tra questi anche i candidati sindaci alle elezioni comunali del 2016, compreso l’attuale Sindaco Beppe Sala che come detto non ha poi fatto alcun passo concreto. 

Un primo sondaggio sul sito di Milano Città Stato a maggio del 2019 aveva visto la maggioranza dei milanesi votanti scegliere per dare più poteri a Milano:

  • il 93% è a favore di un referendum sull’autonomia della città 
  • il 94% è per dare più autonomia a Milano (in maggioranza, 61%, sono per una “città regione” sul modello di Berlino, Madrid o Amburgo, segue l’ipotesi di “legge speciale”, votata dal 33%).

Il passo successivo avrebbe dovuto prevedere una prima raccolta di 1.000 firme per indire il referendum consultivo per far scegliere ai milanesi se dare autonomia a Milano, secondo quanto previsto dalla Costituzione Italiana e trasformarla in una Città-Regione, ma l’avvento della pandemia da Sars-Cov-2 ha bloccato l’iniziativa. 

Un altro sondaggio effettuato da Ipsos a maggio del 2021, su richiesta di Librandi promotore di una lista a sostegno della rielezione di Beppe Sala, ha confermato la volontà dei milanesi nel voler dare più autonomia alla città. Alla domanda: “Sarebbe opportuno che alla città di Milano venissero attribuiti poteri o competenze speciali come se Milano fosse una regione o una provincia autonoma?2 milanesi su 3 hanno votato per dare a Milano il tipo di autonomia più spinto previsto dalla nostra Costituzione. Ma come può Milano ottenere più poteri e risorse?

# Lo prevede la Costituzione Italiana

Lo prevede l’art. 132 (parte II titolo V) della Costituzione italiana: Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni
esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando
ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle
popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza
delle popolazioni stesse 
[cfr. XI]“. A quanto pare proprio gli stessi politici non sembrano a conoscenza della possibilità, come emerso in un botta e risposta tra Sala e Fontana durante il convegno promosso da Assolombarda ‘Your Next Milano’ sul futuro di Milano nell’ottobre 2023.

Questo meccanismo attiverebbe una nuova regione, la regione “Milano”, attraverso una
richiesta dal basso fatta dai rappresentanti politici dei cittadini che dovrebbe essere
poi suggellata dalla volontà popolare. Vanno sentite le regioni, con parere obbligatorio ma
non vincolante, e deve prendere la forma di legge costituzionale. Quindi occorre che vi sia
intesa politica tra il governo locale della città e il parlamento nazionale.

Continua la lettura con: A Milano l’autonomia delle province dell’Alto Adige? Le 10 cose che si potrebbero fare

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

2 COMMENTI

  1. Sarebbe un grave errore limitare il progetto alla sola Città Metropolitana ( o ex provincia ). Solo il tema caldo della estensione a Monza ella M5 evidenzia come l’entità in embrione dovrebbe avere un carattere interprovinciale (per inventare un termine), ma lasciare ai comuni la facoltà di non aderire e restare legati alla attuale provincia di appartenenza, garantendo la sovranità dei cittadini per la decisione.

  2. Ecco dimostrato che la attuale amministrazione non vede al di là del naso. Ma finalmente il PD ha rivisto i suoi schemi,e anche lui vuola Milano città Stato, con le relative autonomie. E’ da anni che sostengo che Milano avrebbe dovuto avere un territorio almeno pari a quello di Rioma, e quindi comprendere tutta l’attuale provincia, invece ti togliere Lodi e Monza. Ma tant’è. Meno male che ora qualcosa si move

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