«Raccolte 50mila firme contro l’autonomia»: il PD lombardo rema contro la Lombardia?

Quando gli ordini di scuderia vanno contro gli interessi dei cittadini

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regole del gioco

Una cosa da ammirare nei milanesi è la capacità di unirsi sulle questioni più importanti, al di là degli schieramenti di partito. Ad esempio, sull’autonomia sembrava fossero tutti d’accordo. Anche perché con questa legge i cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori. Ma ancora una volta c’è chi si sfila. 

«Raccolte 50mila firme contro l’autonomia»: il PD lombardo rema contro la Lombardia?

# «La nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata»

E’ lo stesso PD lombardo a pubblicarlo sui suoi profili social: «Con oltre 50.000 firme raccolte online soltanto in Lombardia, oltre alle migliaia di firme registrate ai banchetti, la nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata di Calderoli, che vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». A parte che identificarsi con l’intera Lombardia che grazie a 50mila firme raccolte dal partito “guiderebbe” «la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata» sembra un tantino presuntuoso, ma la vera questione è un’altra. L’autonomia differenziata era un concetto concepito proprio dal PD e, se si legge attentamente la riforma, non si riesce proprio a capire come si possa sostenere che «vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». Anzi. Per capirlo vediamo in sintesi che cosa dice la riforma. 

# La legge in poche parole: si premiano con più autonomia le regioni più meritevoli, mentre l’autonomia viene tolta alle regioni che non rispettano gli standard minimi di servizio ai cittadini

 

Il principio della legge è elementare. Le regioni possono decidere di gestire fino a 23 competenze in autonomia dallo Stato che però deve vigilare sul rispetto di un livello minimo delle prestazioni (LEP) per ogni classe di servizio. Se una regione non è in grado di garantire questi standard perde l’autonomia di gestione nei servizi in cui fornisce un livello scadente. Un principio che tutela i cittadini, spingendo le regioni a garantire servizi migliori e che fa intervenire lo Stato quando questi servizi sono insufficienti.

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L’autonomia differenziata prevede la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Si introduce pertanto un principio di responsabilità per le regioni che, finora, potevano agire “indisturbate” nella fornitura dei servizi, senza rischi. Anzi. Il modello di governance esistente tendeva a premiare le regioni più inefficienti, favorendo l’intervento dello Stato a colmare deficit. 

# I cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori

Credits: corriere.quotidiano.it
politici

Quindi la legge prevede servizi al rialzo, forniti dallo Stato o dalle regioni a seconda di chi lo faccia meglio. Consentendo un miglioramento per tutti i cittadini. Mentre gli unici a venire colpiti dalla riforma sono i cattivi amministratori che, nel caso fossero incapaci di fornire servizi adeguati per i cittadini, sarebbero privati della gestione dei servizi e delle relative risorse, che passerebbero allo Stato. Quindi, considerando poi che il PD della Lombardia dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini lombardi, come può essere così irresponsabile da muovere un’azione che porti a penalizzare i cittadini della Lombardia? Purtroppo ancora una volta in cima agli interessi dei partiti ci sono gli ordini di scuderia del partito. Anche a discapito dei cittadini. Come sosteneva Marco Pannella. 

Continua la lettura con: L’autonomia differenziata è legge: in poche parole ecco cosa cambierà in Italia

ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

2 COMMENTI

  1. L’origine della sinistra è internazionalista; quindi, prima il mondo e poi basta. Per cui la sinistra è internazionale e non nazionale. Solo la sinistra sa come si deve agire, quindi è contro per definizione e per nascita. Per cui si rimangia in continuazione le sue asserzioni, se non le fanno più comodo

  2. come al solito alla sinistra non va bene niente solo quello che fa comodo a loro.
    E’ ora che le regioni siano autonomo così chi amministra male paga di sua tasca e una vita che pagano sempre gli stessi , basta.

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