Scalo House, il terzo sequestro in pochi mesi a Milano: sta scoppiando una «Mani Pulite» dei costruttori?

Terzo duro colpo nel settore dopo il ‘Giardino Segreto’ e le Residenze Lac del Parco della Cave

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La reputazione della Milano simbolo di modernità e progresso sta venendo messa a dura prova dalla questione malavita. L’ultima notizia è de 7 novembre: la Guardia di Finanza ha sequestrato l’area di “Scalo House”, un progetto residenziale e di riqualificazione urbana che aveva suscitato grandi aspettative. L’episodio getta nuove ombre sulla gestione urbanistica e sulla trasparenza delle pratiche edilizie milanesi. E soprattutto inizia a serpeggiare la grande preoccupazione: scoppierà una nuova Mani pulite per il mondo delle costruzioni?

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Scalo House, il terzo sequestro in pochi mesi a Milano: sta scoppiando una «Mani Pulite» dei costruttori?

# Il progetto Scalo House: un sogno infranto?

La notizia del sequestro arriva dopo un’indagine su presunti abusi edilizi e irregolarità che coinvolgono funzionari pubblici e privati, facendo emergere una rete di pratiche illecite che minacciano l’immagine di una Milano orientata verso l’innovazione e il futuro.

Scalo House doveva essere uno dei progetti più ambiziosi di riqualificazione urbana nella zona tra via Valtellina e via Lepontina, vicino alla Stazione Centrale. L’area, un tempo degradata e poco valorizzata, era stata scelta per ospitare un nuovo complesso di residenze e appartamenti moderni, destinati a studenti e giovani professionisti. Il progetto, con la sua architettura innovativa e una posizione strategica, aveva tutte le carte in regola per diventare un esempio di edilizia sostenibile e moderna.

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La costruzione aveva previsto la demolizione di un magazzino logistico in via Valtellina, al civico 38, per fare spazio a due edifici residenziali di diverse altezze, con un giardino interno e un edificio già esistente, convertito in residenza universitaria convenzionata già abitata.

Le indagini condotte dalla Procura di Milano hanno portato alla luce irregolarità nel processo di autorizzazione dell’edificio, con l’accusa di lottizzazione abusiva e manipolazione delle pratiche urbanistiche. Le modifiche alle cubature degli edifici e la gestione degli oneri di urbanizzazione avrebbero permesso agli sviluppatori di ridurre i costi a discapito della qualità e della sostenibilità delle opere. Secondo gli inquirenti la realizzazione del progetto non avrebbe seguito le procedure previste per la valutazione e l’approvazione delle opere, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’affidabilità del sistema edilizio milanese.

# Il terzo sequestro in pochi mesi a Milano

Le indagini sono ancora in corso, ma l’inchiesta ha già coinvolto alcuni nomi di rilievo, tra cui esponenti pubblici e privati che avrebbero avuto un ruolo centrale nelle pratiche illecite legate al progetto. Tra gli indagati ci sono Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano, e Paolo Mazzoleni, ex assessore all’Urbanistica di Torino, entrambi accusati di falso ideologico e lottizzazione abusiva. Altri indagati sono dirigenti e tecnici comunali accusati di favorire operazioni illecite in cambio di benefici personali. Le accuse includono manipolazione dei titoli edilizi e favoreggiamento di operazioni fuori dalla normativa.

Nel corso delle perquisizioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato documenti e prove che attestano la manipolazione dei dati catastali e degli oneri di urbanizzazione, riducendo l’impatto delle opere a livello territoriale e dei servizi. Le operazioni sospette si estendono a più cantieri in tutta la città, sollevando dubbi sulla regolarità di numerosi progetti edilizi e sugli interessi economici legati alla riqualificazione delle aree periferiche.

Scalo House rappresenta il terzo sequestro negli ultimi mesi di cantieri in costruzione. I precedenti includono il ‘Giardino Segreto’ in Isola a maggio e le Residenze Lac di via Cancano affacciate sul Parco delle Cave a luglio. Questi episodi sono la testimonianza di un sistema che, nonostante la crescente attenzione sulla qualità e la trasparenza delle opere, continua a nutrirsi di pratiche illecite che mettono a rischio la sostenibilità e l’integrità dei progetti edilizi a Milano.

# Le dichiarazioni di Sala

Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, ha commentato la situazione con cautela. Intervenendo a margine della presentazione della veste grafica per le Olimpiadi invernali, ha dichiarato: «Non posso commentare, è evidente che i magistrati e la Guardia di Finanza non avvisano il sindaco prima di compiere determinate azioni. Oggi quello che so, l’ho letto dalle agenzie». Sala ha aggiunto: «Vediamo gli atti e poi non mancherò di dire la mia opinione, ma oggi non sono in grado di dire assolutamente niente».

# Da Mani Pulite agli scandali nelle costruzioni: quali implicazioni per il futuro di Milano?

Milano si è sempre distinta come una città all’avanguardia, ma episodi come quello di Scalo House sollevano interrogativi sulla gestione della sua crescita. La recente richiesta di maggiore autonomia fiscale da parte di Sala, in virtù del contributo economico della città, potrebbe essere compromessa da scandali come questo.

Se Milano vuole continuare a essere un modello di innovazione e sostenibilità, non può permettersi il rischio di essere associata a pratiche illecite che ne minano la reputazione: il pericolo è che l’ondata di interventi giudiziari travolga il settore delle costruzioni, come accaduto con Mani Pulite per la politica. Il futuro della città dipende dalla sua capacità di garantire trasparenza e rispetto delle leggi, senza compromettere l’etica e la giustizia sociale.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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