Si riaccende la “guerra” tra i tassisti milanesi e il Comune di Milano. I tassisti rispondono alla proposta del Comune facendo ricorso al Tar contro il bando per le nuove licenze. Dopo che sembrava essere stata trovata la quadra per risolvere il problema della carenza di auto bianche in alcune fasce orarie della giornata, in base a uno studio presentato nel 2023 da Palazzo Marino, si rischia di ritornare al punto di partenza. La posizione dei tassisti e la risposta del Comune di Milano.
SFIDA COMUNE vs TASSISTI. “96 MILA EURO? TROPPI POCHI per una LICENZA”. “Siete CONTRO i MILANESI”
# Lo studio del Comune di Milano: nelle ore notturne del weekend il numero di chiamate inevase mai sotto il 40% del totale
Tutto nasce da un assunto: a Milano ci sono pochi taxi e il servizio risulta insufficiente. Questo il parere di una parte dei milanesi. Un fatto confermato anche da uno studio del Comune di Milano, presentato all’inizio dell’estate 2023, nel quale è emerso che il numero di chiamate inevase in città durante le ore notturne del weekend non scende mai sotto il 40% del totale, nei giorni feriali è invece la fascia 18-20 quella più sguarnita. Preso atto di questi dati l’Assessore alla Mobilità Arianna Censi, al termine della riunione della commissione di monitoraggio con i sindacati di categoria, aveva annunciato di portare in giunta la richiesta di ulteriori 1.000 licenze.
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# Il bando del Comune per 450 nuove licenze al prezzo di 96.500 euro
Dopo mesi di discussioni con il governo, con l’approvazione del Decreto Asset il 10 agosto 2023 e la successiva conversione in legge il 9 ottobre è stato consentito ai capoluoghi di regione, alle sedi di città metropolitane e di aeroporti di poter aumentare il numero delle licenze taxi in misura al massimo del 20% di quelle già rilasciate. Previste procedure accelerate per i bandi: l’Autorità di regolazione dei trasporti ha infatti a disposizione solo 15 giorni per valutarli.
Il Comune di Milano ha quindi pubblicato un bando per 450 nuove licenze taxi, con un prezzo fissato inizialmente a 86.829 e poi a 96.500 euro per la necessità di aumentare il numero di veicoli per il trasporto disabili e di taxi in turno di notte, per i quali sono previsti degli sconti fino al 40%. Da sottolineare come rispetto alla procedura ordinaria, che permette ai Comuni di trattenere il 20% dei proventi della vendita delle licenze e riutilizzarli per migliorare i servizi o la viabilità, il decreto Asset prevede che il ricavato delle nuove licenze sia destinato per intero come indennizzo ai tassisti.
# Il ricorso al Tar delle associazioni di categoria e dei radiotaxi 4040 e 8585
Il prezzo fissato per le licenze, deciso in base a uno studio dell’AMAT, partiva da una base di 160.000 euro per poi scendere appunto a 95.500 per consentire un meccanismo di sconti per notti e trasporto disabili. Le associazioni di categoria, Tam, Satam e Unione Artigiani, hanno però subito contestato la delibera comunale e insieme a radiotaxi 4040 e 8585 hanno depositato il ricorso al TAR per chiederne l’annullamento. Ritengono il prezzo “inferiore di circa il 50%, se non anche di più, rispetto all’attuale valore di mercato delle licenze stesse” e lamentano la “strumentalizzazione politica che l’Amministrazione sta perpetrando sulla questione taxi, eludendo le proprie responsabilità sulla gestione del traffico e della sicurezza in città e scaricandola esclusivamente sulla categoria”.
Inoltre, aggiungono i rappresentanti dei tassisti, “Il decreto Asset quantificando un contributo per il rilascio delle nuove licenze fa riferimento al valore attuale di mercato e non prevede alcuna scontistica. La nostra non è una valutazione di tipo politico, chiediamo solo che l’Amministrazione comunale di Milano applichi la legge correttamente”.
# La risposta dell’Assessore alla Mobilità, Arianna Censi: “il ricorso parla solo ed esclusivamente di soldi“
Non si è fatta attendere la risposta dell’Assessore alla Mobilità, Arianna Censi, che sulla propria pagina facebook ha commento l’azione legale dei tassisti: “In questi giorni abbiamo ricevuto la notifica del ricorso al TAR presentato da alcune associazioni sindacali dei tassisti di Milano. Il ricorso dei tassisti è davvero singolare e ha una caratteristica molto marcata, che non giudico ma che noto con grande stupore: parla solo ed esclusivamente di soldi. L’intero impianto del documento è costruito e gira continuamente intorno al tema del costo delle licenze. Nessuna critica di merito o proposta per il miglioramento del servizio, nessun intervento che possa a loro avviso aumentare la qualità del proprio lavoro. Solo la quantità di denaro che reputano di dover ricevere per il rilascio delle nuove licenze. Come ricorderete, per risolvere il problema della mancanza di taxi a Milano (come in tutte le città d’Italia), la scorsa estate abbiamo fatto una grandissima battaglia riuscendo a forzare il Governo e a far trattare il tema a livello nazionale […]. La soluzione offerta è stata un Decreto Legge non del tutto soddisfacente, perché […] stabilisce alcune regole vincolanti: le licenze devono essere onerose, l’incasso totale va versato al 100% ai tassisti “come indennizzo”, -non ci sono investimenti a favore dei comuni per infrastrutture, come ad esempio le corsie preferenziali.
Nonostante queste condizioni infelici, pur di avere ulteriori taxi a Milano, abbiamo deciso di pubblicare un bando per il rilascio di 450 licenze al costo di 96.500 euro, un importo congruo e approvato anche dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Siccome i taxi mancano soprattutto la notte e nei fine settimana, e più di tutte mancano le auto che permettono il trasporto di persone disabili, abbiamo previsto degli sconti per queste categorie. Una scelta di buonsenso, che penso chiunque di noi avrebbe fatto per il bene della città e nell’interesse pubblico. Viceversa il ricorso al TAR non solo non ha alcun senso, ma si disinteressa totalmente del servizio taxi, della sua qualità, dell’amore per Milano, del bene della città e dei suoi cittadini e cittadine”.
# Chi la spunterà?
Da un lato c’è l‘esigenza del Comune di Milano di risolvere il problema della carenza di taxi in determinate fasce orarie della giornata, con un bando per 450 nuove licenze taxi a un prezzo ritenuto congruo, ma al contempo tacciato di non prendersi in questo modo le responsabilità sulla gestione del traffico e della sicurezza in città. Dall’altro lato i tassisti che ritengono sufficiente il numero delle auto bianche in circolazione e troppo basso il prezzo proposto per le nuove licenze, a loro volta accusati di assumere questa posizione sia per contenere la concorrenza che per ottenere di più come indennizzo. Chi la spunterà?
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FABIO MARCOMIN
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