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La «Portofino del Garda» con la Baia delle Sirene

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Ph. @baiadellesirene_sanvigilio IG

Una stupenda penisola che con il suo fascino ha ammaliato alcuni dei personaggi più famosi della storia. Non solo: nasconde anche una leggenda conturbante.

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La «Portofino del Garda» con la Baia delle Sirene

# Punta San Vigilio, un angolo di paradiso sul lago di Garda

Siamo in Veneto, in provincia di Verona. Sulle sponde orientali del Lago di Garda c’è un piccolo angolo di paradiso: Punta San Vigilio. Si tratta una stupenda penisola nel Comune di Garda di proprietà dei Conti Guarienti di Brenzone che alla natura unisce, storia e arte guadagnandosi l’appellativo di “Portofino del Lago di Garda”.

Da vedere Villa Guarienti, abitata già in epoca romana e ai giorni nostri location utilizzata anche per matrimoni, o l’edificio originario del ‘500 la Locanda San Vigilio, oggi hotel e ristorante con una meravigliosa terrazza sul lago.

guerra.elisa IG – San Vigilio

Percorrendo la stradina di ciottoli si può inoltre vedere uno scorcio dell’antica limonaia di San Vigilio, oggi parte della locanda. 

# Il fascino della penisola ha ammaliato alcuni dei personaggi più illustri della storia

stefyxotto IG – Punta San Vigilio

Questa incantevole lingua di terra affacciata sulle acque del lago ha nei secoli affascinato e attirato visitatori da ogni parte del mondo, ammaliati dalla vista del tramonto sulle sue acque, anche alcuni tra i personaggi più illustri della storia. Tra questi l’Imperatore Alessandro di Russia, Maria Luigia duchessa di Parma, il re di Napoli, Winston Churchill, la pittrice Edith Junghans, Laurence Olivier, Vivien Leigh e re Carlo d’Inghilterra.

# La Baia delle Sirene

_silvia_graz IG – Baia delle Sirene

In estate si può passare del tempo fra un bagno e la tintarella nella spiaggia di Baia delle Sirene, racchiusa tra Garda e Torri del Benaco, un meraviglioso parco naturale con una splendida spiaggia attrezzata, immersa in un uliveto. Secondo una leggenda, tra i forti mulinelli delle acque del lago nuoterebbero delle creature metà donna e metà pesce. In una calda notte d’estate di tanto tempo fa queste meravigliose sirene apparvero ad alcuni pescatori intenti a riposarsi offrendo loro una bevanda che li rinvigorì invogliandoli a fare ritorno presto a casa dalle proprie mogli.    

# Come arrivarci

Milano-Punta San Vigilio

Da Milano ci vogliono circa 2 ore di auto, percorrendo l’autostrada A4 o in parte anche la Brebemi e poi la strada gardesana orientale. In alternativa arrivando a Garda ci sono altre opzioni. A piedi camminando per 3 km sul lungolago, in bicicletta, o in barca. L’approdo via acqua è nel suggestivo porticciolo che accoglie i suoi visitatori con la lapide che ricorda di lasciare “gli affari e gli affanni alla città” per godere appieno dell’atmosfera suggestiva del luogo. Con un unico sguardo si possono vedere il lago, la montagna, la sagoma della Rocca di Manerba e il Golfo di Salò.

Continua la lettura con: Vacanza sul LAGO DI GARDA (sponda VENETA): 10 mete da sogno

FABIO MARCOMIN

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Il giardino dei maialini rosa di Milano

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Credits Mariano Mallica FB - Giardino dei maialini dettaglio

Non solo i fenicotteri: a Milano ci sono anche i maialini rosa. Sembra di vivere in una fiaba. Si trova in un luogo insolito ma è subito diventato un’attrazione del quartiere. 

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Il giardino dei maialini rosa di Milano

# Il giardino dei maialini

Il giardino dei maialini o meglio i “Giardini Maialino” sono stati inaugurati nel 2018, a scomputo oneri di urbanizzazione del complesso residenziale MyBonola. Alle due entrate sono posizionati due grandi riccioli a simboleggiare i codini di questi animali uniti da un manufatto rosso che come un fil-rouge li collega alle due estremità.

Credits papadisordinario.it – Giardino maialino

Per accedere si passa attraverso un portale rosso lungo un marciapiede realizzato con sampietrini in porfido e pietra rosa.

# I maialini nel “fango”

Credits Mariano Mallica Gruppo Fb Passeggiando a Milano e dintorni – Giardino dei maialini dettaglio

Al centro dell’area verde c’è un’area giochi in sampietrini con piccole collinette a forma di maiali rosa sdraiati o immersi nel pavimento ruvido e gommoso di colore bordeaux, come se fosse il fango dove di solito trovano negli allevamenti.

Credits Urbanfile – Giochi giardino Maialino

A questi sono affiancati quattro piccoli dondoli, sempre dalla forma di maialini, mentre attorno sono installate delle panchine in legno che si trovano anche nelle due aree circolari esterne.

# Le piccole star della Gallaratese

Credits mybonola IG – Edificio mybonola

Siamo in via Bolla 16, nel Gallaratese, a poca distanza dal Cimitero Maggiore. Si raggiunge con i mezzi pubblici tramite la linea di autobus 69 o la metropolitana scendendo a una delle due fermate Bonola e San Leonardo della linea rossa.  

 

Continua la lettura: Dèrgano o Dergàno? 10 motivi che rendono speciale il quartiere della RIVOLUZIONE CONTADINA

FABIO MARCOMIN

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I 7 paesi d’Italia con il nome più buffo

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@wikipedia

E’ ormai leggendario “Fucking”, il paese austriaco divenuto un’attrazione proprio per il suo nome che, tra l’altro, i suoi abitanti hanno deciso di modificare. Anche se non possono rivaleggiare in fama con il piccolo comune vicino a Salisburgo, questi sette paesi italiani con il loro nome fanno bella o brutta figura, a secondo del punto di vista.  

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I 7 paesi d’Italia con il nome più buffo

#1 La California

@bus_tomasi

No, non siamo negli Stati Uniti, siamo in Italia, più precisamente in provincia di Livorno, a sud di Cecina.
Il nome di questo paese ha origine da Leonetto Cipriani che, nominato console onorario di San Francisco, decise di chiamare il borgo toscano “La California” di ritorno dal suo viaggio in America.

#2 Belsedere

@donatella_mariani_

Sempre in Toscana, nella provincia di Siena, troviamo un minuscolo paesino chiamato “Belsedere”, frazione del comune di Trequanda. Il nome sembra derivare da una famiglia che abitava in queste terre. Non sappiamo se il nome della famiglia fosse dovuto a qualche pregio anatomico. 

#3 Casa del Diavolo

@drive_whites

Una frazione dal nome più inquietante si trova in Umbria, in provincia di Perugia. Le origini del suo nome sono ancora misteriose, sono infatti molte le teorie per spiegare una scelta simile.
Alcuni sostengono che il paese sia chiamato in questo modo perché anticamente vi era una “casa della perdizione“, altri invece credono che il nome faccia riferimento alla distruzione portata dal passaggio di Annibale. La teoria più spaventosa lega il nome del paese al ritrovamento di urne funerarie contenenti ossa di bambini.

#4 Sesso

@wikipedia

Sesso (o Villa Sesso) è una frazione del comune di Reggio Emilia e sicuramente desta curiosità nelle persone che la visitano. L’origine del nome è ancora incerta: potrebbe derivare dalla distanza fra il paese e la città di Reggio Emilia, cioè il sesto miglio, oppure da sessus che significa sedimento, dall’alveo del torrente Crostolo che passa proprio qui. 

#5 Scaccabarozzi

@andragatu

Si passa in Lombardia dove si trova questa piccolissima località vicino a Giussago, in provincia di Pavia. Il suo nome è particolare, infatti era un cognome diffuso nel milanese e nel comasco. Probabilmente è stata una famiglia con questo cognome ad abitare in questa zona. Ma cosa vuol dire Scaccabarozzi? Il nome sembrerebbe derivare dal nobile gesto che una famiglia milanese fece durante l’epidemia di peste che colpì la città. Essendoci pochi mezzi e persone per portare i morti alla sepoltura, la famiglia si offrì di farlo e i suoi membri furono definiti “scarica barocci” che poi si tramutò in Scaccabarozzi. Ad oggi sono ancora molte le famiglie che portano questo nome.

#6 Purgatorio

@violadega

per sentirsi un po’ come Dante nel suo viaggio spirituale si può fare tappa a Purgatorio, una frazione di Custonaci in provincia di Trapani in Sicilia. Il nome è dovuto alla tradizionale processione dei Misteri che si tiene durante la settimana santa.

#7 Bastardo

@officine_rossopuro

Bastardo non è solo un epiteto offensivo ma una frazione di Giano dell’Umbria, in provincia di Perugia. Il nome originale è “Osteria del Bastardo”, dall’antica osteria che era posta lungo la via Flaminia. Negli anni ’20 però il nome è stato abbreviato alla forma odierna. Tuttavia successivamente i cittadini sentirono l’esigenza di modificare il nome del paese: furono proposti Villa Romana, Termoelettropoli o Lignilia, ma nessuno di essi fu scelto alla fine. Una curiosità: sembra che Bastardo sia il centro geografico dell’Italia. 

Continua la lettura con: Le tre città esistenti più ANTICHE del MONDO: una è ITALIANA

ANDRA STEFANIA GATU

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Le 4 città che lanciano la sfida a Milano

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Milano è il cuore pulsante dell’economia e della cultura italiana, ma la sua frenesia può risultare impegnativa per chi cerca una vita più rilassata. Queste sono le 4 città migliori dove vivere… lavorando a Milano.

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Le 4 città che lanciano la sfida a Milano

# Bergamo: aria pulita, atmosfere raffinate e ritmi umani a un’ora da Milano. Darà vita al BEMI?

A soli 59 km da Milano, Bergamo è una delle alternative più affascinanti per chi cerca una vita più tranquilla, ma non vuole rinunciare alla vicinanza con la capitale lombarda. La città si divide in due: la Città Alta, con i suoi vicoli medievali, piazze storiche e monumenti, e la Città Bassa, un centro moderno e ben attrezzato.

I dati indicano che Bergamo offre una qualità della vita superiore a Milano: nel 2023, ha raggiunto il 5° posto nella classifica del Sole 24 Ore per qualità della vita, mentre Milano è “solo” all’8°. Inoltre, i prezzi degli immobili sono notevolmente più bassi, rendendola una scelta interessante per chi cerca case più grandi a costi inferiori. La città è molto ben collegata a Milano sia tramite ferrovia (con treni che impiegano meno di un’ora per raggiungere il centro di Milano) che tramite l’autostrada A4. Non solo: l’aeroporto Orio al Serio, considerato il terzo scalo di Milano, è un altro punto di forza. Altro motivo di orgoglio è l’Atalanta, ormai stabilmente ai piani alti del calcio internazionale con un gioco d’attacco che ricorda il Milan di Sacchi. Ma cosa potrebbe fare ancor di più Bergamo per creare una maggiore unione con Milano?

Per unire le comunità delle due città, Bergamo potrebbe ospitare il BeMi, il “Festival del Pendolare”, un evento annuale che celebra chi vive a Bergamo ma lavora a Milano. Il festival potrebbe offrire sconti su trasporti e ingressi a musei di entrambe le città, nonché visite guidate e workshop per migliorare il bilanciamento tra vita privata e lavoro, rendendo più piacevole la quotidianità di chi si muove tra le due città.

# Monza: il capoluogo verde più vicino a Milano. Ospiterà il MOMI?

Se Bergamo già ospita uno degli aeroporti di Milano, che dire di Monza e del suo Gran Premio alle porte di Milano? Monza è il capoluogo di provincia più vicino a Milano, a soli 15 km dal centro. Famosa per il suo Parco, uno dei più grandi d’Europa, Monza unisce la tranquillità della natura con i vantaggi della vita urbana. Il Parco di Monza, con i suoi 688 ettari di verde, offre numerose opportunità di svago all’aria aperta, come passeggiate, corsi di jogging e ciclismo. La città è perfetta per chi cerca un rifugio dalla frenesia di Milano, ma non vuole rinunciare alla vicinanza con la capitale lombarda.

Monza è ben servita dai trasporti pubblici e da infrastrutture moderne. La stazione ferroviaria, insieme alla vicina metro di Sesto San Giovanni, consente di raggiungere Milano in pochi minuti, e la Tangenziale Nord la rende facilmente accessibile in auto. Non solo un’oasi verde, ma anche una città con una vita sociale vivace, scuole, ospedali e negozi di qualità, rendendola particolarmente apprezzata dalle famiglie. Per attrarre sempre più milanesi Monza sta già premendo sull’acceleratore. 

All’orizzonte c’è già la doppia metropolitana, con la M1 e la M5, che dovrebbe collegare Milano e Monza entro il 2030. Ma si potrebbe fare di più cono iniziative culturali o di intrattenimento. Come quella che si potrebbe tenere ogni primavera, con Monza e Milano unite per il MoMi, il “Festival Verde & Innovazione”, un evento dedicato alla sostenibilità e al benessere all’aperto, dove i cittadini delle due città potrebbero partecipare a escursioni, giornate di volontariato nel Parco di Monza e workshop sull’innovazione, sulla gestione degli spazi verdi e sullo stato delle tecnologie sostenibili. L’evento potrebbe includere anche installazioni e una fiera enogastronomica, con prodotti locali della Brianza e attività per famiglie.

# Como: una mini-Milano con uno dei laghi più belli del mondo. Organizzerà il LAMO?

Como, una delle città più affascinanti della Lombardia, è situata sulle rive del Lago a circa 40 km da Milano. La sua qualità della vita elevata si unisce a una bellezza paesaggistica rinomata in tutto il mondo. Molto ben collegata con Milano con l’autostrada dei Laghi che in 30/40 minuti porta da Como in corso Sempione, e con i frequenti treni. 

Il suo principale punto di forza è rappresentato dall’omonimo lago, con le sue acque cristalline e le ville storiche che lo costeggiano, che offre infinite opportunità di svago, dalle gite in barca allo sport acquatico, senza dimenticare le escursioni sulle montagne circostanti. Sebbene i prezzi degli immobili siano più alti rispetto ad altre città lombarde, sono comunque inferiori rispetto a Milano, rendendo Como una destinazione allettante per chi cerca una residenza in una località esclusiva, ma ben collegata. Per ora Como e Milano sono unite solo dalle gite del week end. Ma si potrebbe fare molto di più. 

Ogni estate, Como potrebbe organizzare il LAMO, la “Settimana del Lago e della Montagna”, durante la quale chi lavora a Milano potrebbe godere di una settimana di eventi all’aperto, con escursioni guidate, gite in barca e attività culturali. L’evento permetterebbe ai milanesi, che ancora non ne hanno avuto l’occasione, di esplorare il Lago di Como e le bellezze naturali della zona, con collegamenti diretti e sconti sui trasporti tra Milano e Como.

# Lugano: la Svizzera a un passo da Milano. Accenderà il LUMI?

Lugano, situata a soli 80 km da Milano, è una città che unisce il meglio della Svizzera e dell’Italia. La sua posizione privilegiata lungo il Lago di Lugano, circondata dalle montagne, offre un ambiente naturale incantevole. Oltre al paesaggio, Lugano vanta una forte vocazione internazionale, grazie alla presenza di numerose istituzioni finanziarie e culturali.

Lugano è perfetta per chi lavora nel settore finanziario o bancario, ma anche per chi cerca un ambiente stimolante e, forse, ancor più internazionale di Milano. La città è ben collegata a Milano tramite treni super precisi, che impiegano circa un’ora per arrivare al centro. Anche l’autostrada è molto comoda e si paga una sola volta all’anno. Inoltre, la stabilità economica e i vantaggi fiscali offerti dalla Svizzera la rendono una scelta interessante per chi cerca una qualità della vita elevata, unita a un’economia solida. Pagando relativamente poche tasse in cambio di servizi con standard tra i più alti del mondo. Piccolo difetto potrebbe essere il costo della vita, maggiore del già alto costo della vita milanese, con uno stipendio meneghino medio, tra i più alti d’Italia, ma potenzialmente inadeguato alla metropoli svizzera. Lugano è vicina a Milano ma come dichiarato dal sindaco, manca una collaborazione tra le due città Cosa si potrebbe fare?

Ogni autunno, Lugano e Milano si potrebbero incontrare per LuMi, la Business & Cultural Connection Week: una settimana dedicata a rafforzare le relazioni professionali, culturali e finanziarie tra le due città. Con conferenze, tavole rotonde e incontri tra imprese dei settori finanza e tecnologia, questo evento potrebbe creare un legame professionale e culturale duraturo tra Milano e Lugano.

Continua la lettura con: Questa è la nuova terra promessa per i milanesi in fuga

MATTEO RESPINTI

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Il progetto di un passante ovest per realizzare una vera circle line: il percorso

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In bordeaux il percorso della nuovo passante, in arancione il percorso della linea S9 dove dovrebbe transitare buona parte della circle line

Si parla sempre più spesso di circle line, una linea che passi intorno a Milano, avvicinando, anche con i mezzi pubblici, punti che sono vicini geograficamente ma che spesso hanno bisogno di andare in centro. Il progetto attuale prevede solo il percorso tra Rho e San Cristoforo, lasciando completamente il tratto ovest della città, anche se secondo alcuni la futura M6 potrebbe sopperire a questa mancanza, conviene forse pensare ad un percorso ferroviario che completi le ferrovie milanesi.

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Il progetto di un passante ovest per realizzare una vera circle line: il percorso

# Da Greco a San Cristoforo passando per San Siro

In bordeaux il percorso della nuovo passante, in arancione il percorso della linea S9 dove dovrebbe transitare buona parte della circle line

Il percorso della linea semicircolare ovest partirebbe dalla stazione di Greco Pirelli qui si potrebbe cambiare con le linee che percorrono la cintura ferroviaria ad est, come la linea S9. Proseguendo verso ovest si troverebbe la stazione di Istria M5 e Dergano M3, dove si potrebbe cambiare con le rispettive linee metropolitane. Queste due stazioni sono già in programma per la circle line.

A questo punto si abbandonerà la linea già esistente e si percorrerà una lunga galleria sotterranea, per raggiungere prima la stazione di Milano Bovisa costruendo due binari sotterranei come già fatto a Porta Garibaldi, per poi attraversare il Politecnico e raggiungere la stazione di Milano Villapizzone. In queste due stazioni si incroceranno tutte le linee suburbane, diversi treni regionali e il Malpensa Express. 

Il percorso continuerà verso ovest fino ad incrociare M1 a Lampugnano e M5 a San Siro Stadio, fornendo un servizio rilevante anche in occasioni di partite e concerti, sempre che lo stadio  di San Siro rimanga lì. Infine si raggiungerà la stazione di Inganni M1, sul ramo Bisceglie, e San Cristoforo M4 dove si raggiungerà di nuovo la circolare destra. 

Per fornire un servizio con dei treni non è pensabile aumentare il numero di stazioni sulla linea, in tal caso bisognerebbe cambiare il tipo di mezzo utilizzato e creare una vera e propria metropolitana. 

# Un percorso già disegnato

In bordeaux il percorso del nuovo passante, in verde scuro il percorso della nuova circonvallazione mai realizzato e in viola il vecchio percorso della circonvallazione

Fino al 1931 era presente una linea circolare completa ed un passante ad ovest, poi per via di necessità urbanistiche venne abbattuta completamente la circonvallazione, una linea che da Romolo arrivava fino a Certosa con un’unica fermata al centro nei pressi dell’attuale Parco Sempione. 

Dopo aver abbattuto questa linea, sarebbe dovuta sorgere una nuova linea più ad ovest, che passando per San Siro avrebbe messo in relazione il ramo nord e quello sud della città. Proprio sulla bozza di questo tracciato si potrebbe completare la cintura ferroviaria.

# Un treno ogni 3 minuti e 20 secondi, come una metropolitana

trenord_discoverytrain IG

Per rendere la linea efficace ed efficiente, sarà necessario garantire una frequenza piuttosto elevata, alternando treni suburbani a treni pensati esclusivamente per questo percorso.  

  • Per prima cosa la linea S11 (Chiasso – Milano Porta Garibaldi – Rho) cambierebbe in parte il suo percorso, a Greco Pirelli imboccherebbe la circolare ovest, terminando poi la sua corsa alla stazione di Milano Rogoredo.
  • Per sopperire alla mancanza della linea S11 tra Greco Pirelli e Rho si potrebbe potenziare la linea S7 (Lecco – Molteno – Milano Porta Garibaldi) fino alla stazione di Rho.
  • La linea S8 (Lecco – Milano) si unirebbe alla linea Milano-Mortara-Alessandria dopo il raddoppio della ferrovia tra Milano e Mortara, transitando appunto lungo la linea circolare.
  • Il regionale per Bergamo, via Carnate, potrebbe invece raggiungere Genova passando da Pavia, garantendo quindi treni frequenti che raggiungano Orio al Serio senza effettuare cambi.
  • Infine si potrebbero aggiungere dei treni pensati per rimanere su questa linea semicircolare, a sud si fermerebbero a San Cristoforo M4, mentre a nord si potrebbe decidere se far terminare la loro corsa a Greco Pirelli, a Sesto San Giovanni M1 o a Monza (dove è previsto l’arrivo della M5). 

Con queste linee si potrebbero avere anche 18 treni ogni ora, garantendo un treno ogni 3’ 20”, rendendo questa linea quasi una tratta metropolitana. 

# Una nuova circolare e stazioni meno congestionate

Metro onirica

Tutto questo permetterebbe di completare la circolare ferroviaria andando ad aggiungersi agli altri servizi di trasporto di Milano, come il tram 9/10, la linea 90/91 e le tangenziali di Milano. Inoltre questo permetterebbe di decongestionare in parte i binari passanti di Milano Porta Garibaldi, potendo garantire una migliore efficienza della rete ferroviaria.

Oltre al tunnel ferroviario sarebbero necessari alcuni lavori di potenziamento della rete, come il secondo binario tra Milano e Mortara, una valutazione sul traffico di cintura con eventuale ampliamento dei binari e un vero ragionamento per rendere funzionale anche la linea ad est. 

SAMUELE GALBIATI

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Come pagare il Malpensa Express il 40% in meno

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tickets-milan.it - Malpensa Express

Una trucchetto semplice per risparmiare sul prezzo del biglietto. Ecco come si deve fare e quanto si paga.

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Come pagare il Malpensa Express il 40% in meno

# Dal 1999 il servizio ferroviario che collega Malpensa a Milano

Credits: @volamalpensa – Malpensa

Il servizio del Malpensa Express, inaugurato il 28 maggio 1999, è l’unico dedicato a collegare direttamente l’aeroporto di Milano Malpensa con Milano. Allo scalo sono due le possibili fermate, Terminal 1 e Terminal 2. All’inizio era effettuato solo tra la stazione di Milano Cadorna e Malpensa, negli anni successivi è stato ampliato per includere altre stazioni milanesi, come Milano Centrale e Milano Porta Garibaldi.

Credits: milanomalpensa-airport.com

 

Un servizio non tanto express nonostante il nome, sia per la durata del viaggio (37 minuti da e verso Cadorna, oltre 50 da e verso la Stazione Centrale) e per le fermate intermedie, tre nella tratta Malpensa-Cadorna e fino a otto in quella Malpensa-Centrale, comprese quelle in comune di Milano Bovisa, Saronno e Busto Arsizio FN.

Leggi anche: Milano-Malpensa: una linea Express per niente express

# Il biglietto costa 13 euro a tratta, ma c’è un trucchetto per risparmiare

Costo biglietto Malpensa Express

Il biglietto ufficiale per il Malpensa Express ha infatti un costo di 13 euro a tratta, Malpensa T1/T2 – Milano e percorso inverso, acquistabile sul sito ufficiale, nell’app e sul sito/app di Trenord. Il fatto però che la linea servita abbia più fermate intermedie, invece di essere un collegamento diretto tra due capolinea, si trasforma in un vantaggio per quanto riguarda il prezzo del biglietto. Ecco perchè.

# Come pagare il 40% in meno

Se invece si sceglie di acquistare sul sito/app di Trenitalia o di Trenord due biglietti separati, per le tratte Milano Cadorna/Centrale-Busto Arsizio FN e Busto Arsizio FN-Malpensa T1/T2, si risparmia il 40% del costo del biglietto. 

Biglietto Cadorna-Busto Arsizio Nord

La prima tratta ha un prezzo di 4,40 euro, la seconda di 4 euro, per un totale di 8,40 invece di 13 euro. Tra andata e ritorno il risparmio è di 9,20 euro.

Biglietto Busto Arsizio Nord-Malpensa T2

Anche acquistando il biglietto Malpensa Express andata e ritorno in unica soluzione, solo online, rimane più vantaggiosa la soluzione del doppio biglietto a tratta: il prezzo scende infatti a 20 euro, sempre di più dei 16,80 della seconda opzione. 

 

 
 
 
 
 
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Fonte e video: giovfranco IG

FABIO MARCOMIN

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Al Poli colazione gratis per tutta la settimana

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Da oggi fino al 17 novembre.

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Continua con: La trasformazione dei ticinesi sulle autostrade italiane

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Milano – Londra in 5 ore e mezza in treno: un sogno che diventerà realtà?

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Ideogram AI - Av verso Londra

Il treno batterà l’aereo? Nel prossimo futuro si potrebbe andare da Milano a Londra a bordo di treni veloci. Il piano allo studio e i passi che sono stati compiuti.

Milano – Londra in 5 ore e mezza in treno: un sogno che diventerà realtà?

# Da Milano a Londra con l’alta velocità per battere l’aereo 

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

Il servizio connette al momento Londra a Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Lione, Marsiglia, Avignone e Rotterdam, attraverso il tunnel della Manica. Nel futuro si potrebbe però fare colazione a Brera e pranzare a Notting Hill. Questa possibilità nasce dall’annuncio fatto nell’estate 2020 del progetto Green Speed di Eurostar: l’obiettivo è quello di collegare con l’alta velocità la capitale britannica con altre grandi città del continente europeo.  

Anche l’allora Segretario ai trasporti del Regno Unito, Grant Shapps, aveva confermato pieno appoggio del Parlamento di Londra: «Tra le destinazioni da aggiungere in futuro ci sono Bordeaux, la Spagna, il Portogallo, Ginevra e Svizzera, l’Italia, l’Austria e Francoforte. In definitiva, vogliamo vedere connessioni senza soluzione di continuità con reti continentali ad alta velocità verso moltissime destinazioni europee»

# Il primo passo concreto: la fusione tra Eurostar e AV Thalys

Credits jolienvgaalen IG – Eurostar

Un primo passo è stato fatto, con la fusione tra Eurostar e la società ferroviaria AV Thalys, avvenuta nei primi mesi del 2022, in seguito all’approvazione da parte della Commissione Europea. Nello specifico Thalys è entrata a far parte nel gruppo Eurostar.

Mappa eurostar

A livello pratico non cambia molto, ma avere una gestione unitaria del servizio va sicuramente nelle direzione futura di un collegamento veloce tra Londra e le altre grandi città europee nel centro e sud Europa. Mancano ancora lunghi tratti di binari adatti all’alta velocità in direzione di Francia e Svizzera dopo Torino e Milano e nella tratta Lione- Lilla e, anche se una data di lancio effettiva non è stata immaginata, il progetto prosegue. 

# Le altre compagnie ferroviarie interessate

albertmaestreserra IG – Renfe

A conferma della bontà del progetto c’è l’interesse dimostrato da altri operatori, pronti a competere con Eurostar nella gara per il futuro servizio ferroviario. Getlink, un tempo noto come Eurotunnel, ha infatti aperto ad altre compagnie, con Trenitalia che si è subito dimostrata interessata e quella spagnola Renfe che sta valutando l’opzione.

# Questi potrebbero essere i tempi di percorrenza 

Ideogram AI – Av verso Londra

Ma quanto ci si metterebbe? In alcuni potrebbe essere più conveniente dell’areo, contando i tempi di arrivo, attesa e in imbarco in aeroporto, in altri casi una vera alternativa per chi ha paura di volare. Ecco alcuni esempi:

  • Roma: 11 h e 30’
  • Lisbona: 9 h e 30’
  • Barcellona: 6 h e 30’
  • Milano: 5 h e 30’
  • Marsiglia: 5 h e 30’
  • Bordeaux: 4 h e 30’
  • Ginevra: 4 h e 20’
  • Francoforte: 3 h 20’
  • Colonia: 2 h e 30’

FABIO MARCOMIN

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Ha riaperto la Latteria di San Marco. Ma presto potrebbe cambiare

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latteriasanmarco IG

Le latterie erano presenti a Milano già nell’800 e vendevano solo latte. La trasformazione in luoghi dove mangiare un buon piatto come “fatto in casa” a prezzi bassi è avvenuta nel Dopoguerra. Tra quelle che hanno resistito c’era la Latteria di San Marco, prima della chiusura sul tramontare del 2023 per il pensionamento di suoi proprietari. Ora ha riaperto, vediamo come e grazie a chi.

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Ha riaperto la Latteria di San Marco. Ma presto potrebbe cambiare

# La chiusura dopo quasi 60 anni di attività

latteriasanmarco IG – Esterno

Il 24 dicembre 2023 i coniugi Arturo e Maria Maggi avevano deciso di porre fine alla storia lunga 58 anni della Latteria di San Marco dal 1967. Finalmente la meritata pensione dopo aver dato vita a un luogo leggendario dove venivano serviti piatti di ottima qualità, uno è finito persino nel menu della Casa Bianca, con tre caratteristiche uniche rispetto agli altri ristoranti: nessun sito internet, sempre chiuso nel weekend e non si accetta le prenotazioni, nemmeno Madonna e Trump si sono potuti sottrarre a quest’ultima regola. Una cucina casalinga in un‘atmosfera famigliare, con Arturo ad occuparsi ai fornelli, e la moglie Maria in sala a occuparsi de clienti. Un capitolo chiuso ma con già una concreta ipotesi di un passaggio di consegne, e quindi di un arrivederci al locale, di lì a poco.

# La riapertura grazie all’erede di una nota casa di moda

latteriasanmarco IG

A quasi un anno dalla chiusura, il 5 novembre 2024, ha infatti riaperto i battenti. La speranza, ancora prima dell’epilogo annunciato, era che la nuova gestione non snaturasse troppo questo luogo iconico di Milano finito persino sulle pagine del New York Times. Al momento rimane tutto come era prima dato che la nuova proprietaria, l’erede della nota famiglia di modo Loro Piana, Vittoria, ha deciso di proseguire nel segno della continuità richiamando per i prossimi sei mesi Arturo e Maria Maggi alla guida del locale. 

# Per i prossimi sei mesi non cambia nulla

audreydeverdun IG – Latteria di San Marco

Rimangono l’arredo originale al limite del kitsch, con nove tavoli per circa 30 posti a sedere, piastrelle bianche e blu al bancone, la pendola sospesa alle pareti, i piatti, compresi quelli cucinati nei tegami d’argento e lo spaghetto limone e peperoncino, e le regole dei vecchi proprietari, tra cui nessuna possibilità di prenotazione. Fino alla prossima estate tutto sarà uguale a come lo è stato per quasi 60 anni. Si tratta di un periodo necessario per il passaggio di consegne, per trasmettere tutto quanto necessario a non perdere la memoria culinaria del locale. Quello che verrà dopo è ancora da scrivere.

FABIO MARCOMIN

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Si torna a sciare a Milano

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scuolasvizzeramilano IG - Gae Aulenti

Il cuore di Milano si trasforma in un piccolo villaggio svizzero. Compreso di maxi pista da sci ai piedi dei grattacieli. Ecco fino a quando si può sciare e cosa si trova nel villaggio.

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Si torna a sciare a Milano

# Il villaggio svizzero ai piedi dei grattacieli di Porta Nuova

sanbernardino_swissalps IG – Swiss Winter Village

Torna lo Swiss Winter Village di Svizzera Turismo in piazza Gae Aulenti a Portanuova. Fino al 17 novembre si può godere di un’anteprima dell’inverno svizzero tra sci, mercatini di Natale e avventure sulla neve in un villaggio dedicato.

thetravellingfamily IG – Eurocity

Si può incontrare Babbo Natale e sedersi in un’installazione a forma di treno Eurocity per scoprire le diverse destinazioni svizzere, come la poco conosciuta località di San Bernardino, comprensori innevati e gli immancabili trenini panoramici come il Bernina Express che conduce fino alla perla dell’Engadina, Sankt Moritz.  

Fino al 7 dicembre torna anche la promozione 2×1 Eurocity per viaggiare dal 15 novembre al 20 dicembre pagando solo un biglietto intero per due persone, da acquistare almeno 3 giorni prima della partenza. Tra le mete raggiungibili ci sono: Lucerna, Zurigo, Basilea, Berna, Lugano, Montreux, Losanna, Ginevra.

Leggi anche: Glacier Express: il TRENO VELOCE più LENTO e PANORAMICO del mondo

# 850 mq di pista dove sciare gratis

Anche quest’anno il cuore del villaggio è la pista da sci artificiale di 850 mq dove sciare e scendere con slittini e gommoni sotto i grattacieli gratis, in particolare ai piedi del più alto d’Italia, la Torre Unicredit.

mariosalvini IG – Swiss Winter Village

Per chi non è pratico è possibile seguire gratuitamente le lezioni dei maestri della Swiss Ski School, così come non è da pagare il noleggio dell’attrezzatura, (sci, scarponi, bastoncini, casco) offerto sempre da Svizzera Turismo. Necessario effettuare una prenotazione anticipata. Finito di sciare ci si può accomodare sulle sdraio come in un autentico apres ski.

# Gli chalet del formaggio e del cioccolato

sanbernardino_swissalps IG – Chalet

Per vivere al meglio l’atmosfera di montagna ci si può fermare nello chalet del formaggio  dove degustare la tipica raclette, una forma di formaggio tagliata a metà riscaldata sul fuoco e raschiata poco alla volta sul piatto di portata quando inizia a fondere. Per chiudere in dolcezza c’è poi lo chalet del cioccolato, dove deliziarsi con le praline e vedere un maestro cioccolataio Lindt intento a creare il cuore caldo.

# Gli orari di apertura

Swiss Winter Village

Il villaggio è aperto durante la settimana delle 9 alle 21 di sera, nei weekend dalle 10 alle 22.

FABIO MARCOMIN

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Una passerella pedonale circolare sopraelevata a Loreto (e nelle altre grandi piazze di Milano)?

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Credits Manolo Mak Macchetta Fb - Passeggiata circolare sopraeleavata

La rotonda è la soluzione più adottata nel mondo per risolvere il disordine e snellire il traffico creato in un grande snodo cittadino. Spesso però si vengono a generare problemi di attraversamento per i pedoni. Prendendo spunto da alcuni interventi alternativi dall’estero, sul gruppo facebook “Cantiere Urbanfile” viene lanciata la proposta di realizzare delle passerelle pedonali circolari sopraelevate. Vediamo quali potrebbero essere i vantaggi con questo genere di infrastruttura.

Una passerella pedonale circolare sopraelevata a Loreto (e nelle altre grandi piazze di Milano)?

# Un passerella pedonale circolare sopraelevata per migliorare il traffico e la sicurezza dei pedoni

Credits __justbehappynick__2022 IG – Rotonda pedonale sopraelevata Shanghai

Le rotonde, soprattutto quelle nelle grandi piazze di Milano, sono spesso un pericolo per i pedoni che le attraversano. Se da un lato agevolano il traffico di auto e moto, dall’altro chi si muove a piedi deve prestare sempre un’attenzione particolare per evitare di essere investito.

Dal gruppo facebook “Cantiere UrbanfileManolo Macchetta lancia una proposta, prendendo esempio da alcune soluzioni adottate all’estero, di realizzare nelle rotatorie più grandi delle passerelle pedonali circolari sopraelevate. L’esempio nella foto è del Lujiazui Pedestrian Bridge, a Shanghai, una passerella sospesa a quasi 20 metri sopra la strada, larga 5,5 e che consente a 15 persone di camminare fianco a fianco. In questo modo viene facilitato l’accesso a tutti gli angoli della piazza e ai trasporti pubblici.

Oltre a Loreto quali altre piazze di Milano potrebbero trarre giovamento da questa idea?

# Un’idea per Loreto e le altri grandi piazze milanesi?

Credits: natipervivereamilano.com – Loreto Loc

Sono diverse le zone della città dove un’opera del genere potrebbe tornare utile. Una fra tutte piazzale Loreto, che entro il 2030 dovrebbe trasformarsi in un’area pedonale affiancata su tre lati dal traffico veicolare senza risolvere appieno il problema dell’attraversamento dei pedoni. Tra le altre piazze che potrebbero sperimentare una soluzione del genere, potrebbero esserci piazzale Lodi, piazzale Brescia e Repubblica. Mantenendo l’assetto attuale della piazze, costruendo questo tipo di passerella si potrebbe al contempo rendere più fluido il traffico e migliorare la sicurezza dei pedoni. Con progetti da archistar oltre che funzionali potrebbero costituire anche un’avanguardia di design capace di migliorare l’estetica urbana. Che ne pensate?

Leggi anche: Le 7 ROTONDE più IMPORTANTI di Milano

Continua la lettura con: Il SUCCESSO del BIGLIETTO MENSILE a 9 euro: boom dei mezzi pubblici, crollo di traffico e inquinamento. La strada giusta per Milano?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il caffé più buono di Milano si prende qui?

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Torrefazione Vercelli - ph. @choi_coffee_diary IG

Il caffè è un rito a cui milanesi sono incapaci di sottrarsi, anche più volte al giorno. Per questo abbiamo chiesto ai milanesi di indicarci “il caffè più buono di Milano”. Vediamo i risultati del sondaggio

Il caffé più buono di Milano si prende qui?

# Il caffè più buono di Milano si beve alla Torrefazione Vercelli

Un plebiscito da parte dei milanesi. Al primo posto tra i caffè più buoni di Milano si posiziona quello della Torrefazione Vercelli. Nata nel 1953 dalla famiglia Martin, ha sempre mantenuto come attività principale la lavorazione del caffè, con la tostatura nel negozio fino al 1990 e poi in un laboratorio di Trezzano sul Naviglio acquistato in seguito. Da lì parte ogni giorno il caffè tostato che arriva sempre fresco in negozio.

Credits piacerecaffe IG – Miscele Torrefazione Vercelli

Le miscele proposte sono 7, quasi tutte 100% arabica, da portare a casa in sacchetto. Al bancone si può bere un ottimo espresso 100% arabica. Il locale si trova al civico 2 di via Francesco Cherubini con ingresso su Corso Vercelli. Negli anni è diventato un vero must per gli amanti del caffè di qualità. Ma quali sono gli altri caffé più amati dai milanesi?

 

# I 10 caffè più buoni di Milano

Credits sabrina_steinbeck_malara IG – Torrefazione Ernani

Scorrendo la top ten dei caffè più amati dai milanesi troviamo:

2. Torrefazione Caffè Ernani in Corso Buenos Aires 20

3. Pari merito: Caffè Cimmino in via Larga, Caffè Napoli in Porta Ticinese e Hodeidah in via Piero della Francesca.

Tra i caffè preferiti anche quelli dei seguenti locali: Bar 1970 di via Soperga, Divino Caffè di piazzale Udine, Barbisa in Porta Romana, Loste Cafè in via Gucciardini, Illy Caffè in Gae Aulenti e Cova in Montenapoleone.

Questi i risultati del sondaggio. Eppure per il Gambero Rosso sono altri i caffè al top a Milano. 

# Per il Gambero Rosso i migliori ex aequo sono il Pavè e L’île Douce

Pavè

Nella guida migliori Bar d’Italia 2023 che premia con tre chicchi, per il caffè, e tre tazzine, per il locale, i bar dove viene servito il caffè più buono, ce ne sono due milanesi su dodici in totale in Lombardia: il Pavè di via Felice Casati 27 che ottiene questo riconoscimento da 10 anni, e che per questo ha ricevuto l’ulteriore riconoscimento della stella, e L’île Douce di via Luigi Porro Lambertenghi 15.

Continua la lettura: Questo è il SUSHI più BUONO di Milano: le 5 STELLE del SOL LEVANTE secondo i milanesi

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Da Milano fino al Circolo Polare Artico: in treno con un biglietto solo

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Milano-Circolo Polare

Un’avventura memorabile: dalla Stazione Centrale di Milano fino ai remoti fiordi norvegesi. Ecco il percorso e il tipo di biglietto da scegliere per ottimizzare i costi e semplificare l’organizzazione del viaggio.

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Da Milano fino al Circolo Polare Artico: in treno con un biglietto solo

# Un’avventura incredibile dai binari della Stazione Centrale ai remoti fiordi norvegesi

Credits marci.woanders1435 IG – Narvik

Un’avventura straordinaria, da inserire nell’elenco di quelle da vivere almeno una volta nella vita. Non è per tutti, richiede infatti grande pazienza e curiosità, data la lunghezza del viaggio e i numerosi treni da cambiare. Il vantaggio è che per effettuare l’intero percorso basta un solo biglietto, come spiegheremo più avanti. Per chi desidera viaggiare in treno da Milano fino al Circolo Polare Artico, il tragitto principale attraversa la Svizzera, la Germania, la Danimarca e la Svezia, con destinazione finale in Norvegia. Esploriamo ora il percorso nei dettagli.

# Le tappe: al circolo polare in due giorni

Da Milano al Circolo Polare Artico

Si parte dalla Stazione Centrale e la prima tappa è la Svizzera. Le alternative sono due: Zurigo, dopo poco più di 3 ore di percorrenza, oppure Basilea, dopo circa 4 ore.

Il viaggio prosegue in direzione di Amburgo, per una durata tra le 6 e 30 minuti da Basilea alle 7 ore e 30 minuti da Zurigo, scegliendo tra tre servizi: il treno notturno ÖBB nightjet, quello diurno ICE o i servizi svizzeri SBB. Arrivati nella città tedesca si prende il treno IC diretto che percorre il tragitto fino a Copenaghen in circa 5 ore, per poi salire treni diretti SJ X2000 / Snabbtåg fino a Stoccolma per altre 5 ore di viaggio. Un’altra soluzione è messa a disposizione da un treno diretto fino alla capitale danese con un viaggio che dura 14 ore.

Credits marci.woanders1435 IG – Arrivo a Narvik

Rimane quindi l’ultima parte del viaggio, sull’ultimo treno, che conduce all’estremità del fiordo Ofot a nord del Circolo Polare Artico nella cittadina di Narvik. Il più probante di tutti vista la durata di oltre 18 ore. Tirando le somme, se non ci sono imprevisti quali ritardi o disservizi con i treni, bisogna stare in ballo circa 2 giorni per arrivare a destinazione partendo da Milano.

# La soluzione migliore è optare per il Global Pass di Interrail

Credits interrail – Logo anniversario 50 anni

Torniamo al biglietto, anche se non è propriamente corretto definirlo così. Per andare fino al Circolo Polare Artico con un unico titolo di viaggio si può utilizzare il pass Interrail, che permette di viaggiare sui treni notturni e diurni in oltre 30.000 destinazioni e 33 Paesi in Europa. Questo pass si configura in base al numero di giorni necessari per completare “l’impresa”. Dopo aver festeggiato il suo 50º anniversario nel 2022, il servizio, molto popolare negli anni ’80 e ’90 prima dell’avvento dei voli low cost, è tornato in voga. Dal 1998, è disponibile per tutte le fasce di età, anche se è offerto a un prezzo scontato per gli under 27.

Per un viaggio di questo tipo, si può optare per il Global Pass, con i prezzi dei biglietti base per viaggi della durata da 4 a 7 giorni che vanno dai 211 ai 286 euro, per la fascia d’età fino ai 27 anni, e da circa 281 a 381 euro per quella fino ai 59 anni d’età. Eventuali costi upgrade del servizio vanno aggiunti in fase di acquisto e non sono inclusi i costi di prenotazione per i treni ad alta velocità e notturni.

Continua la lettura con: Milano Istanbul in treno questo: il percorso, la durata e il costo del viaggio

FABIO MARCOMIN

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Quei piatti milanesi che i milanesi non conoscono

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Ph. @la_cesarina_lorenza_a IG

Si dice che ogni scarrafone è bell’a mamma soja. Ma a Milano no. Perché la città ambrosiana, che si fa lustro di essere oltre che capitale del design anche del “food”, sottovaluta, ignora, non prende nemmeno in considerazione diversi sui piatti tipici, nati nella notte dei tempi e arrivati fino a noi di mano in mano, di racconto in racconto, di massaia in massaia.

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Quei piatti milanesi che i milanesi non conoscono

Tutti conosciamo il risotto alla milanese, magari nelle versione extra lusso con l’ossbüs ed anche la superlativa gremolada (lo sapete cos’è vero?). Chi poi non ama alla follia la cotoletta, o costoletta, o orecchia di elefante, chiamatela come volete. Ce ne sono versioni alte e basse, di vitello o di maiale, ultra croccanti o solo leggermente panate, burrose o più asciutte e light. E poi ancora cassoeula e panettone, mondeghili, la büsecca e riso al salto. Tutti li conoscono e tutti (forse esageriamo, diciamo tanti) li apprezzano e li richiedono nei ristoranti, trattorie o nei ritrovi gastronomici familiari più tradizionalisti.
Ma la stragrande quota dei milanesi non ordinano, non consumano e non sanno nemmeno cosa siano diverse leccornie meneghine. Come queste tre.

#1 Ris in cagnòn

Ph. @riccardochef IG

Non è un risotto, non è una minestra. È un riso bollito, versione povera e popolare. Quando non c’era brodo buono per il risotto e nemmeno verdura adatta per il minestrone di riso, nelle vecchie cucine milanesi, quelle meno abbienti e facoltose, si optava per massimizzare il gusto con quello che si aveva. Ovvero il riso, bollito e scolato. E a parte burro, burro, burro. Fritto in padella con la salvia, anche detta erba savia. Questa era spezzettata e lasciata “andare” fino a farla diventare scura e croccante, somigliante a dei piccoli vermicelli (cagnotti, in milanese cagnòn). Una volta condito il riso e spolverato di grana (e non certo parmigiano) la pietanza va servita.

#2 Rustisciada

Ph. @la_cesarina_lorenza_a IG

Ricorda nel nome la rosticiana toscana. Ma qui la denominazione inganna. Perché non è un piatto arrosto, bensì in umido. Si tratta di un secondo piatto a base di carne di maiale, solo lonza e salsiccia, e tanta tanta tanta cipolla. Il tutto tagliato a dadini e cotto per un paio d’ore con vino rosso e polpa di pomodoro. Risultato finale è una sorta di spezzatino “rosso” con una crema dolcissima formata dal connubio vino-cipolla.

#3 Brüscitt

Ph. @areacocktailbar IG

Pur essendo di origine bustocco-legnanese, possiamo considerare i brüscitt un piatto tipico milanese dimenticato. È un secondo, anche in questo caso un umido (umido ma non troppo), a base di ritagli, bruscolini (da cui il nome) di carne di manzo. Mentre i tagli nobili del bovino adulto erano destinati alle tavole aristocratiche e ai sciur, i macellai erano soliti tagliare al coltello i rimasugli dei carni avanzate. Mi raccomando, il taglio deve essere al coltello e mai a macchina, altrimenti si perderebbe oltre che il sapore anche tutta la poesia. E la cottura? In un grande tegame coperto, il tutto condito con vino rosso e semi di finocchio. Il segreto per mantenere la giusta umidità al piatto finale è non aggiungere mai liquidi in cottura ma solo ed esclusivamente burro.

Continua la lettura con: Apre a Milano la trattoria che ha solo piatti lombardi

STEFANO CORRADA

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Quattro tipi di maschi milanesi da evitare assolutamente

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Tra tutti gli uomini che si possono incontrare a Milano, ce ne sono alcuni dai quali è meglio stare alla larga: ecco i 4 da evitare assolutamente.

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Quattro tipi di maschi milanesi da evitare assolutamente

Diffusi in tutta Italia, questi uomini, a Milano, come per tutto il resto, hanno uno stile tutto loro che li contraddistingue. 

#1 Il figo di legno

credit: stranotizie.it

È bello e sa di esserlo fin dai tempi delle medie quando era già il fighetto della classe e piaceva a tutte le sue coetanee. Crescendo ha capito come sfruttare al meglio i doni che Madre Natura gli ha generosamente elargito e conquistare praticamente ogni donna di suo interesse. Se avrà uno sviluppo psicologico normale si divertirà moltissimo da ragazzo ma poi ad un certo punto pure lui si stuferà della quantità a favore della qualità, si troverà una brava ragazza e vivranno felici e contenti.

Potrà metterci solo un po’ più tempo di lei a prepararsi prima di uscire ed occupare quasi tutto l’armadio con i suoi abiti su misura ma sarà probabilmente un sacrificio accettabile per una donna che in cambio si sveglierà tutte le mattine accanto a uno che pure da spettinato e con gli occhi mezzi chiusi sembrerà sempre un vichingo appena uscito da una pubblicità di moda mentre un normaloide sarebbe brutto e basta.

Se invece il suo ego non dovesse reggere a tanta beltà si presenterà la versione maligna del #figodilegno in tutta la sua perfidia e fragilità. Sarà ossessionato dalla sua perfezione fisica e come Narciso passerà ore a prendersene cura, ammirarsi e farsi ammirare. Potrebbe diventare un traditore serale annoiato e perennemente insoddisfatto e sfogare tutte le sue nevrosi sulla fidanzata di turno. Avrà un timore esagerato di invecchiare e perdere la sua bellezza. Il suo regno naturale da ragazzo sarà allora rappresentato dalla palestra, mentre superati i 35 anni sarà lo studio del suo chirurgo plastico che diventerà ben presto il suo migliore amico e che frequenterà più assiduamente di sua madre. Da uomo Alpha a uomo Gatto tirato e punturato di botox è un attimo. 

Chi attira: insicure con l’indole della crocerossina 

Chi fa davvero per lui: una brava psicoterapeuta

#2 Il Connesso (con le altre)

credit: pinterest.it

Non importa che convivano già da tre anni o stiano frequentando una ragazza da un mese e mezzo. Questa tipologia di uomo lo fa sempre e comunque quando vuole avere campo libero e tenersi aperte altre situazioni. Nel caso di rapporti lunghi e ufficiali il ghosting sarà meticolosamente applicato soprattutto online mentre nella vita di tutti i giorni la coppia condurrà una vita con amici e parenti normale. Lui perennemente #connesso, sarà attivissimo sui social postando foto con tutti: amici, parenti, il gatto del vicino tranne che…con la sua donna ufficiale. Non scriverà da nessuna parte di essere impegnato ed avrà  un numero di “amiche” incredibilmente alto a cui, da ragazzo educato quale è, non dimenticherà mai di mettere like o fare qualche commento alle nuove foto sperando di farsi notare e passare alle conversazioni in privato. 

Se invece un atteggiamento simile viene messo in atto fin dall’inizio della frequentazione, si avranno ben poche speranze che la nuova storia arrivi a vedere il prossimo panettone. In questo caso la malcapitata non avrà mai il piacere di conoscere gli amici o familiari del suo amato poiché staranno sempre e solo loro due tanto che ad un certo punto a lei verrà il sospetto che lui sia solo al mondo e sia stato allevato da un branco di cani randagi. Non è così! I cani per lo meno gli avrebbero insegnato l’amore per il prossimo! Instagram , Facebook, Tiktok, Telegram, Clubhouse, la bacheca della parrocchia… ovunque ci siano donne da conoscere, lui c’è!  

Chi attira: una donna che non si fa problemi ad avere più corna che capelli in testa 

Chi fa davvero per lui: il gatto del vicino con cui si fa i selfie

#3 L’impegnatissimo

credit: primabergamo.it

Si sa che a Milano, a parte il periodo Covid in cui tutto è irrealisticamente rallentato, non ci si ferma mai. Si lavora tanto, si tengono mille contatti e nel tempo libero ci sono un sacco di cose da fare e da vedere. L’impegnatissimo tuttavia ci prova a stare dietro a tutto ed essere sempre sul pezzo soprattutto quando sta con una che non gli interessa. Se non è molto preso dalla ragazza, invece di lasciarla al suo destino comunicandoglielo in modo chiaro, tergiversa e intanto, sperando che lei capisca da sola, la relega dietro agli amici, la partita a calcetto con i colleghi, la settimana della moda… in pratica la piccola illusa verrà appena dopo e subito prima della zia che vede solo alle feste comandate e una fetta di pizza riscaldata. Se tutto questo non dovesse bastare potrebbe giocarsi la carta della confusione. “Non sei tu, sono io, non sono sicuro che tu mi piaccia anche se però sono preso da te, sei una ragazza fantastica bla bla bla” che praticamente significa che sta già frequentando un’altra che gli piace di più ma non è sicuro che quella ci stia. In caso di esito positivo non si farà mai più né vedere né sentire.

Chi attira: ingenue contadinotte affascinate dal luccichio dei locali milanesi

Chi fa davvero per lui: nessuna, non se lo merita!

#4 Il Principe cerca moglie (ovvero la speranza in fondo al tunnel)

credit: ionerdelamiavita.home.blog.com

Bello, simpatico, intelligente, emotivamente equilibrato. Obiettivamente non ha proprio niente che non vada. È l’uomo che mette d’accordo tutti: familiari, amiche e purtroppo anche tutte le altre donne. Il suo unico difetto se di difetto si può parlare è che, qualora fosse libero, esattamente come accadrebbe con una donna di pari qualità, avrebbe una schiera di pretendenti pronte a frequentarlo. Quindi l’unico problema di interessarsi a questa tipologia di uomo è la concorrenza che a Milano è varia ed abbondante. Se una fanciulla tuttavia si mettesse comunque in testa di impalmarlo magari in modo sobrio tipo “U matrimonio napulitano, non puoi capì si sei nato a Milano” stile Castello delle Cerimonie potrebbe farcela solo differenziandosi dalle altre e ritagliandosi uno spazio tutto suo nel cuore del bel milanese. 

Chi attira: tutte

Chi fa davvero per lui: una che lo ami davvero

Leggi anche: Le 5 MERENDINE preferite dai BAMBINI MILANESI

SILVIA FUSARI IMPERATORI

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Le 7 parole dei dialetti d’Italia che starebbero benissimo nel milanese

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palliatone Credits: giannibiondillo IG

Quali sono le parole che, pur non essendo di origine milanese, sarebbero perfette se fossero nate in lingua meneghina?

Le 7 parole dei dialetti d’Italia che starebbero benissimo nel milanese

#1 Amuninni, dalla Sicilia la sveglia e la carica allo stesso tempo

Amuninni Credits: unaparolasicilianaalgiorno IG

Amuninni è una delle espressioni più intraducibili e tipicamente siciliane, molto più di tantissime altre che forse hanno maggiore celebrità. Letteralmente significa “Andiamo”, ma racchiude anche significati molto più potenti, come il migliore incoraggiamento quando si inizia un viaggio, si intraprende un’avventura, nasce una nuova impresa o – perché no? – anche quando si è persa ogni speranza. Amuninni è capace di trasformare lo stato d’animo, un invito all’azione, a darsi da fare, tutto in un’unica parola che, utilizzata con sagacia e maestria, sta ai milanesi come un abito su misura. Uno stile di vita racchiuso in questo suono, che possiede un che di magico.
Farebbe il paio perfetto con lo sbrigativo modo di dire milanese, “cià”. Che ne dite di unire “cià, amünì?”

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#2 Gold, dalla Venezia Giulia il modo di dire che appaga

Gold Credits: albertofalcombello IG

Poc se spind, poc se gold – ovvero poco si spende, poco si gode.
Al di là della forma giuliana, che i viaggiatori di due secoli fa ritenevano una lingua a metà strada tra il francese e lo spagnolo, curiosamente relegata ai margini di un territorio italico compreso tra gli austriaci, le montagne e l’influenza della Serenissima, quello che colpisce di questo detto e, di conseguenza, della parola “Gold” è la profonda saggezza della semplicità: se vuoi ottenere un risultato appagante, devi spendere di più.
Questo è un concetto talmente meneghino che non c’è alcun bisogno di spiegarlo. Se il Dogui non fosse stato milanese, sarebbe stato certamente Giuliano e se gold fosse inglobato nel dialetto milanese, sarebbe l’unità di misura del ranking di Tripadvisor: quanti gold la g’ha che l’osteria chi?

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#3 Cutvegna, dalla Romagna auguri bitter-sweet

Cutvegna Credits: ndj.223 IG

Quella romagnola è una dei tanti esempi di lingua che non ha riscontri con l’origine latina dell’italiano. Il romagnolo deriva dal gallo-italico e ha, rispetto all’uso delle doppie vocali meneghine, una pronuncia delle consonanti che lo rendono comprensibile solo ai nativi della regione.
Ben accetto nel dialetto milanese, potrebbe essere un sarcastico quanto divertente augurio, cutvegna, condensato di secoli di buon umore e tante consonanti.
Letteralmente significa Che ti venga, poi la frase termina qui, ma è un colpo ciò che si augura al nostro interlocutore. È la tipica frase di augurio che i romagnoli usano con modalità mista, benaugurante o il contrario e che un popolo di cuore come quello milanese, capace di un senso dell’umorismo non propriamente popolare, saprebbe usare con altrettanta destrezza, internazionalizzandolo: stà schis & cütvegni

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#4 Aridaje, da Roma la lotta all’inutile ridondanza

Aridaje Credits: marcoguarena IG

Arriva da dove meno te lo aspetti, un invito a togliere fronzoli, ad evitare inutili ripetizioni e a farla spiccia, come si dice nelle borgate della capitale.
Aridaje è una parola completamente diversa da daje, che già ha preso piede nel capoluogo lombardo.
Daje è una bellissima esortazione, ma guai a pensare che Aridaje sia un daje al quadrato. Letteralmente potrebbe sembrare, ma a Roma viene usato solo per sottolineare una seccante ripetizione di cose, azioni o parole, magari non richiesta, che comporta perdita di tempo e di concentrazione. Spesso associato dal linguaggio del corpo che tradisce noia, una seccatura inaccettabile. C’è qualcosa di più milanese di questo?

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#5 Paliatone, dalla Lucania un legame spagnolo con Milano

palliatone Credits: giannibiondillo IG

La proverbiale sintesi del Sud ci porta in Lucania, o comunque in tutte le regioni in cui domina un dialetto derivante dal napoletano di origine spagnola. Paliatone è un’espressione che consacra in maniera definitiva la voglia di gonfiare di botte qualcun altro, detto in una parola. Dovrebbe derivare dallo spagnolo apelar, ossia bastonare.
Oggi viene usato in maniera meno letterale, più simbolica: promettere un paliatone a qualcuno non si traduce per forza nella manica di botte.
Il suono della parola paliatone, in milanese, dovrebbe essere simile a paliatün o palliatün, mimando il gesto che vogliamo fare un c… così all’avversario.
Un gesto, un suono, il dono della sintesi e la disputa è sistemata, quasi certamente senza passare dalla parola ai fatti.

#6 Pizzicallante, da Foggia con amore

pezzecallande Credits: K1az.org

Delle lingue che si parlano in Italia, la Puglia ne ha un numero impressionante, proprio perché ogni quartiere possiede dei lemmi e modi di dire che cambiano da zona a zona, perfino all’interno della stessa città.
È Foggia che risalta per una termine incredibile, Pizzicallante, che denota persona puntigliosa e permalosa, che si attacca ai dettagli, rinfacciando di tutto. I foggiani sostengono di incontrare parecchi pizzicallanti, a Milano, tutto sommato siamo la seconda città della Puglia per numero di pugliesi residenti. In meneghino potrebbe suonare come spizicalànt, o spizicallànt, e siccome è un po’ un cerca scuse, a Milano potrebbe essere il soprannome del libretto della giustifica.

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#7 Cazzimma, da Napoli la trasformazione positiva più veloce

Una delle definizioni di cazzimma Credits: stella.capozzi65 IG

Sul gradino più alto del podio, per gusti personali di chi scrive, finisce la cazzimma, una parola napoletana forse non molto antica ma nemmeno così giovane come vuole far credere certa letteratura anni ’80. Una parola che ha ribaltato completamente il proprio significato, e che a Milano starebbe benissimo nella sua accezione più moderna: avere cazzimma  significa esser gente vera, che non ha paura di niente e nessuno, che non molla mai la sfida.
Inizialmente identificata con una sfumatura negativa, per denotare individui senza scrupoli e pronti a calpestare perfino la famiglia pur di arrivare al successo, la cazzimma viene ora usata più per esaltare alcune virtù immateriali ma positive.
Parola intraducibile, in meneghino dovrebbe essere scritta come in napoletano e farebbe coppia fissa con la qualità N. 1 dei milanesi: la milanesità

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LAURA LIONTI

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Grande Milano come Great Tokyo? Questi sarebbero i confini e le città incluse

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Grande Milano, ipotesi uno

La Greater Tokyo Area è l’area metropolitana più popolosa del mondo e anche quella più ricca. Come potrebbe essere la Grande Milano se si estendesse sulla stessa superficie? Queste le due ipotesi più sensate.

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Grande Milano come Great Tokyo? Questi sarebbero i confini e le città incluse

# L’area metropolitana di Tokyo è la più popolosa e ricca del mondo

By Earth Science and Remote Sensing Unit, NASA Johnson Space Center – JSC Gateway to Astronaut Photography of Earth, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=105820913 – Area metropolitana di Tokyo intorno alla baia di Tokyo di notte

La Greater Tokyo Area è l’area metropolitana più popolosa del mondo, con circa 39 milioni di abitanti distribuiti su una superficie di circa 13.500 kmq, pari alla superficie della Campania. Oltre alla capitale Tokyo, questa megalopoli comprende diverse città e prefetture, tra cui Yokohama, la più abitata dopo Tokyo con più di 3,6 milioni di residenti, Kawasaki, Chiba e Saitama e Yamanashi della vicina regione di Chūbu, formando un vasto agglomerato urbano che si estende nella pianura del Kanto.

Area metropolitana di Tokyo

La rete di trasporti è tra le più efficienti, puntuali e complesse al mondo, con oltre 150 linee metropolitane e suburbane che collegano quartieri e città vicine, includendo le reti JR East e quelle private come la Tokyo Metro e la Toei Subway. Un altro record è quello che riguarda il PIL, con 2.200 miliardi di dollari statunitensi è il più alto tra tutte le aree metropolitane mondiali.

E se la Grande Milano avesse gli stessi confini, fin dove si estenderebbe e quali città avrebbe al suo interno?

La Grande Milano sarebbe estesa oltre metà della Lombardia: le due alternative

ph. Chi viaggia impara – Geografia dello Stato di Lombardia

La Regione Lombardia si estende per 23.844 kmq, poco meno del doppio rispetto alla Greater Tokyo Area. Per dar vita una Grande Milano con le stesse dimensioni si possono ipotizzare due alternative.

#1 La Grande Milano più connessa geograficamente, economicamente e storicamente

Grande Milano, ipotesi uno

La prima che tiene in considerazione i territori che più sono connessi geograficamente, economicamente e storicamente a Milano. Avremo quindi:

  • Città Metropolitana di Milano: 1.575 kmq
  • Provincia di Varese: 1.199 kmq
  • Provincia di Como: 1.288 kmq
  • Provincia di Lecco: 817 kmq
  • Provincia di Monza e Brianza: 405 kmq
  • Provincia di Bergamo: 2.723 kmq
  • Provincia di Pavia: 2.968 kmq
  • Provincia di Lodi: 783 kmq
  • Provincia di Cremona: 1.771 kmq

L’area totale combinata è di 13.529 kmq, con 8 province oltre alla Città Metropolitana di Milano.

#2 L’ipotesi senza sbocchi verso la Svizzera

Grande Milano, ipotesi due

La seconda alternativa prevede di mantenere Milano, Bergamo, Monza e Brianza, Lecco, Pavia, parte della provincia di Lodi e tutta quella di Brescia, lasciando quindi fuori Varese, Cremona e Como. 

# Le due ipotesi a confronto

Metro a Milano e Brescia

Nel caso della prima ipotesi di Grande Milano si arriverebbe a una popolazione di 8,14 milioni, contro i 7,4 della seconda. Anche il PIL sarebbe superiore, circa 358 miliardi di euro contro 340, comparabile ad economie come quella della Danimarca o della Finlandia e tra le top 20 di Europa se fosse uno Stato. Per metropolitane è la seconda ipotesi a prevalere, con 6 linee metro, 5 di Milano più una di Brescia. Per linee suburbane la prima, 23 a 20, mentre si avrebbe lo stesso numero di linee tranviarie, 19, di cui 18 a Milano e una a Bergamo.

FABIO MARCOMIN

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Questi sono i 4 mezzi del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità di Milano

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Arriva sul mercato un nuovo monopattino che sembra uscito da un film di fantascienza. In pratica, è un vero e proprio mini bus che finge di essere un monopattino e rischia davvero di cambiare il modo in cui ci spostiamo nelle grandi città. L’idea suona troppo avveniristica? Forse lo è, ma proviamo a capirci di più. E soprattutto a intravedere come potrebbero cambiare i mezzi di trasporto privati e in sharing a Milano. 

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Questi sono i 4 mezzi del futuro che potrebbero rivoluzionare la mobilità di Milano

# Il Monopattino-minibus automatico

Of My Immagination

Per cominciare, si chiama “Hop” ed è pensato per girare sulle piste ciclabili: trasporta più persone contemporaneamente, come una sorta di navetta urbana. La struttura richiama quella di una bicicletta, ma è fatta per far salire e scendere i passeggeri in fermate dedicate, seguendo percorsi prestabiliti. Tutto senza bisogno di un conducente, grazie alla guida autonoma. In pratica, è un incrocio tra un monopattino elettrico e un mini bus, ma è abbastanza snello da muoversi nello spazio di una normale bici. Potrebbe dimostrarsi la soluzione per decongestionare il traffico e alleggerire i mezzi pubblici.

Of My Immagination

Il veicolo ha una struttura leggera, fatta di tubi metallici, senza i sedili a cui siamo abituati. Questo permette di stipare più persone rispetto ai normali mezzi pubblici. Insomma, un modo diverso di vedere la micromobilità urbana. La vera scommessa, però, sarà se riuscirà davvero a fare la differenza nelle nostre città congestionate, oppure resterà solo un’idea futuristica destinata a pochi quartieri sperimentali.

Altri 4 possibili mezzi di trasporto del futuro

Ma l'”Hop” non è l’unico veicolo che immagina un futuro più connesso e meno ingombrante per le nostre strade. Vediamo quali altri mezzi potrebbero rendere il nostro tragitto casa-lavoro più divertente o, perlomeno, meno stressante.

#1 Biciclette che diventano bus: il “Bike-Bus”

Ideogram.AI

Immagina di pedalare con altre sette persone, su un veicolo che ricorda più una piccola corriera che una bici tradizionale. Il “Bike-Bus” potrebbe portare gruppi di persone in giro per la città, con tutti i passeggeri che pedalano insieme per spingere il veicolo. Ma non c’è da temere, non si parla della sola forza delle gambe: un sistema elettrico aiuterebbe a mantenere la velocità giusta senza sudare troppo.

Pensato per essere compatto e maneggevole, dovrebbe essere perfetto per i piccoli gruppi che vogliono muoversi in modo ecologico e, magari, chiacchierare un po’ durante il tragitto. Il comfort sarebbe garantito da sedili ben imbottiti e dotati di schienale regolabile, con tanto di copertura modulare per proteggersi dal maltempo. E per chi porta zaini o borse, ci sarebbero spazi dedicati sotto i sedili.

Quello che lo distingue dai mezzi classici è la possibilità di scegliere itinerari turistici o personalizzare i percorsi tramite un piccolo schermo touch al centro del veicolo. Più che un mezzo di trasporto, quindi, sarebbe un’esperienza di mobilità condivisa, ideale per chi vuole esplorare la città senza fretta.

#2 Skateboard che fanno tutto da soli

Credits: Ideogra.AI

Gli skateboard del futuro potrebbero diventare qualcosa di completamente diverso da quello che immaginiamo oggi. Dimentica il classico “pezzo di legno con le ruote” e pensa invece a una flotta di tavole autonome che si muovono in sincronia, grazie all’intelligenza artificiale e a una miriade di sensori. L’idea è che queste tavole potrebbero formare dei “convogli” mobili, mantenendo sempre la giusta distanza gli uni dagli altri, regolando automaticamente la velocità. Ogni skateboard avrebbe sistemi intelligenti per garantire equilibrio e stabilità, anche su terreni accidentati.

In questo scenario futuristico, gli skateboard non si limiterebbero a portarti da un punto A a un punto B, ma si integrerebbero con l’infrastruttura urbana, sfruttando percorsi che potrebbero cambiare dinamicamente a seconda delle condizioni del traffico. Sarebbe un modo completamente nuovo di pensare alla mobilità, un flusso continuo di movimento che si adatta e si trasforma in tempo reale.

#3 Scooter per il relax dei pendolari

Ideogram.AI

Se pensavi che gli scooter elettrici fossero già abbastanza futuristici, aspetta di vedere la prossima generazione. Immagina degli scooter autonomi, privi di comandi complessi, che si muovono da soli, lasciandoti il tempo per rilassarti. A bordo, si potrebbero trovare sistemi di intrattenimento, connessione Wi-Fi e persino un assistente virtuale che suggerisce itinerari panoramici o attrazioni turistiche lungo il percorso. Questi veicoli punterebbero a trasformare il tragitto quotidiano in un momento di svago o, perché no, di socializzazione.

La vera novità sarebbe l’atmosfera a bordo, progettata per il comfort e il relax, con sedili comodi e spazi pensati per interagire con gli altri passeggeri. Potresti anche fare amicizia durante il viaggio, rendendo il tragitto qualcosa di più di un semplice spostamento.

#4 Automobili volanti? Quasi

alef model a

E poi ci sono le auto leggere volanti, che sembrano voler sfidare la gravità stessa. Alcuni progetti, come l’Alef Model A di Alef Aeronautics e l’Hexa di Lift Aircraft, stanno già facendo parlare di sé. L’Alef ha fatto scalpore al Mobile World Congress 2024 con un veicolo che sembra uscito da un film di fantascienza, mentre l’Hexa ha mostrato le sue capacità di volo durante il SusHi Tech di Tokyo. Entrambe puntano a un futuro in cui volare sopra il traffico potrebbe essere alla portata di tutti, o almeno di chi potra permetterselo.

Nonostante tutto l’entusiasmo attorno a queste auto volanti, bisogna ammettere che il loro utilizzo quotidiano è ancora lontano. Per ora, progetti come questi servono più che altro a farci sognare. Tuttavia, altre soluzioni, come monopattini, bici, skateboard e scooter potrebbero già essere quasi pronti per l’implementate e potrebbero trasformare radicalmente il trasporto urbano.

Ecco allora che il futuro della mobilità urbana potrebbe non essere per forza nelle auto volanti o nei mezzi dal look avveniristico, ma piuttosto nella capacità di combinare le tecnologie già esistenti in modo intelligente, creando un sistema di trasporto che sia davvero a misura di città.

Continua la lettura con: La RIVOLUZIONE della MOBILITÀ: le 10 NOVITÀ attese a Milano nei PROSSIMI ANNI

MATTEO RESPINTI

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La trasformazione dei ticinesi sulle autostrade italiane

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La metamorfosi: da ticinese a Max Verstappen. 

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Problema sicurezza sui Navigli: chiude il Vista Darsena

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gudmilano.com - Gud Darsena di sera

Era diventato un punto di riferimento in tutta l’area. Per chi voleva fare colazione, aperitivo o fermarsi dopo cena per un drink con affaccio diretto sulle acque dell’ex porto di Milano. La proprietà ha deciso di gettare la spugna. Troppo pericoloso rimanere aperti. Un brutto segnale per la città quando non si riesce a proteggere chi ci vive e lavora. 

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Problema sicurezza sui Navigli: chiude il Vista Darsena

# Chiude uno dei locali con vista più belli di Milano

IG @vista.darsena

Una stupenda terrazza che guarda il molo di Milano dove mangiare dalla colazione a mezzanotte, passando per la merenda e l’aperitivo, a un passo dall’acqua. Questo è stato Gud Vista Darsena fino a domenica 3 novembre, quando uno dei locali con vista più belli di Milano ha chiuso per l’ultima volta le porte

gudmilano.com – Gud Darsena

In questo caso però non si tratta di una chiusura di un ristorante storico, di proprietari andati in pensione, di sfratto per vendita o di rinuncia per un affitto diventato insostenibile. Purtroppo la questione è un’altra, per certi aspetti molto più seria e preoccupante.

Leggi anche: I 7+1 miglior CAFFE’ con VISTA a Milano

# Lo stop per gravi problemi di sicurezza

gudmilano.com – Gud Vista Darsena di sera

A dare la trista notizia un post su facebook di Simone Lunghi, l'”Angelo dei Navigli”, istruttore di canoa alla Canottieri San Cristoforo che da anni si batte per la pulizia e tutela dei corsi del quartiere e che proprio nel Vista Darsena trovava luogo di sosta quando accompagnava le persone alla scoperta dei Navigli. Questo il testo del post: «Questa mattina è martedì (5 novembre ndr). Poiché il lunedì era giorno di chiusura oggi è il primo giorno in cui il Vista Darsena non ha aperto dopo molti anni di onoratissima attività. Questo perché il gruppo che aveva vinto il bando circa otto anni fa ha deciso di non partecipare più a causa del crescente livello di insicurezza che si respira in darsena nelle ore notturne.
Più di una volta i tavolini, le sedie e gli ombrelloni sono stati gettati in acqua da vandali sia durante le ore notturne addirittura a volte durante le ore di apertura da parte di balordi, squilibrati e criminali che hanno terrorizzato la clientela.
Il Vista Darsena è stato per noi un punto di appoggio importantissimo dove ho fatto spesso tappa con le persone che avevo 
Oggi è un giorno triste.»

Leggi anche: Sicurezza a Milano? “La gran parte non denuncia neanche”

# L’insicurezza non è solo percepita, è reale e occorre intervenire con decisione nei luoghi più a rischio

Credits gazzettadimilano IG – Gabrielli e Sala

Se i numeri dei reati denunciati, per i quali Milano si piazza tristemente al primo posto in Italia, vanno presi con le pinze in un senso e nell’altro, non tutti denunciano e più si scende lungo lo Stivale e più aumenta l’omertà, non si può far finta che il problema sicurezza sia una favola. E non si tratta di questione di percezione, come spiegato dal Sindaco Sala quando ha istituito una comitato strategico con il supporto dell’ex capo della polizia Franco Gabrielli con l’obiettivo di gestire meglio l’aumento della microcriminalità occupandosi anche di comunicare meglio con la città, in particolare per quanto riguarda la percezione di insicurezza crescente dei milanesi negli ultimi tempi. 

gudmilano.com – Gud Darsena di sera

I pericoli sono reali. La chiusura del Vista Darsena è un brutto segnale per la città, la zona dei Navigli è purtroppo conosciuta per diventare un far west ancor prima che arrivi sera soprattutto nei weekend: risse, accoltellamenti, danneggiamenti alla cosa pubblica sono ormai una costante. Non si tratta di fare di tutta l’erba un fascio, ma i luoghi più frequentati e turistici della città non devono trasformarsi in terra di nessuno, dove tutto è concesso: serve un controllo massiccio delle forze dell’ordine, con il supporto di adeguati sistemi di videosorveglianza, e una gestione coordinata per gestire al meglio l’enorme flusso di persone. 

Leggi anche: Milano, GOTHAM CITY REALE o solo PERCEPITA?

FABIO MARCOMIN

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