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La trasformazione dei 7 ex scali ferroviari di Milano: a che punto siamo

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Ex scali Milano

Negli ultimi anni, Milano ha avviato un ambizioso progetto di riqualificazione urbana, focalizzandosi in particolare sulla riqualificazione dei sette ex scali ferroviari. Queste aree per complessivi 1,2 milioni di mq, un tempo dedicate al trasporto merci, sono destinate a diventare nuovi poli di sviluppo urbano, combinando residenze, spazi verdi e servizi. Ecco il punto sui progetti di trasformazione dei 7 ex scali.

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La trasformazione dei 7 ex scali ferroviari di Milano: a che punto siamo

Ex scali Milano

#1 Scalo Romana con il Villaggio Olimpico e il parco sopra la ferrovia

scaloportaromana.com – Nuovo masterplan

Lo Scalo Romana è al centro di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana che trasformerà l’area in un quartiere multifunzionale, integrando spazi residenziali, commerciali, uffici e servizi condivisi. Tra i sette ex scali è l’unico in piena costruzione.

Questi gli interventi previsti:

  • Il Villaggio Olimpico, la cui struttura principale è stata completata, con sei edifici nuovi e due edifici storici restaurati, la Squadra Rialzo e il “Basilico”. Nonostante un incremento dei costi di costruzione di circa 40 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali, COIMA prosegue i lavori, confidando in un supporto governativo per la copertura finanziaria. Durante le Olimpiadi Invernali del 2026 mette a disposizione 1.400 posti letto per gli atleti, mentre a partire dal 2027, ne è prevista la riconversione nel più grande studentato d’Italia con 1.700 posti letto.
  • Il parco. Le opere di bonifica e preparazione per la sua realizzazione sono in corso. Lo sviluppo è in prevalenza al centro, coprendo la ferrovia con una sorta di collinetta, mentre si prevedono percorsi trasversali e longitudinali per mettere in collegamento zone di via Ripamonti, corso Lodi, Symbiosis e Porta Romana ora separata dall’ex scalo. Inizialmente il progetto prevedeva anche la costruzione di una “foresta sospesa”, una passerella verde sopraelevata tra le aree, simbolo di sostenibilità e continuità urbana. Tuttavia, questa parte è stata definitivamente accantonata
  • Uffici e Spazi Commerciali. Nella zona adiacente a piazzale Lodi, è prevista la realizzazione di una nuova piazza su più livelli, circondata da edifici destinati a uffici, negozi e ristoranti. Questo sviluppo mira a creare un vivace centro commerciale e d’affari, facilmente accessibile grazie alla vicinanza alla stazione ferroviaria della Circle Line, prevista per il 2031.

  • Orti Urbani. Il progetto prevede la creazione di orti urbani all’interno del grande parco pubblico di circa 100.000 mq. Questi spazi verdi saranno dedicati alla coltivazione comunitaria, promuovendo l’agricoltura urbana e offrendo ai residenti l’opportunità di partecipare attivamente alla vita del quartiere.

  • Piazza Olimpica. Nel cuore del Villaggio Olimpico, sorgerà la Piazza Olimpica, uno spazio pubblico polifunzionale destinato a diventare da punto di incontro e aggregazione per residenti e visitatori. Durante le Olimpiadi Invernali del 2026, sarà l’unica area accessibile al pubblico.

Leggi anche: Il Villaggio Olimpico in stile casermone sovietico: e quale sarebbe lo scandalo?

#2 Scalo Farini con il campus Brera e la nuova sede Unicredit

Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini

Il masterplan per lo sviluppo dello Scalo Farini e di San Cristoforo è stato affidato al team OMA e Laboratorio Permanente, vincitori del concorso “Agenti Climatici”. Questo progetto ambizioso prevede un intervento di rigenerazione urbana che combina sostenibilità ecologica, mobilità innovativa e spazi funzionali per uffici, residenze e attività culturali. Il masterplan include anche una vasta area verde che funge da filtro ecologico, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo al benessere della comunità. Inoltre, sono previsti spazi pubblici e ciclabili, per ridurre il traffico veicolare e promuovere la mobilità sostenibile. Nel giugno 2024, UniCredit ha annunciato l’intenzione di trasferire la sua nuova sede presso lo Scalo Farini, offrendo un premio di 16 milioni di euro per accelerare il processo. Il progetto prevede la creazione di un hub finanziario nell’area, con un campus, integrandosi nel più ampio piano di rigenerazione degli scali ferroviari milanesi.

guastalla scalo farini
Rendering del distaccamento dell’Accademia di Brera

Al momento l’unico vero intervento riguarda la costruzione del nuovo campus dell’Accademia di Brera, recuperando il vecchio complesso ferroviario a forma di “U” presente nell’area. Si prevede il mantenimento della sua architettura originaria, con ampi spazi luminosi e soluzioni energetiche sostenibili. Al suo interno aule, laboratori creativi, gallerie espositive e spazi per la sperimentazione artistica. Il cuore dell’intervento è proprio la commistione tra cultura, natura e architettura contemporanea, con ampie superfici pedonali e un parco lineare, tra i più grandi della città.

Leggi anche: La Milano del futuro: i 7 «quartieri nascenti» che rivoluzioneranno la città (Mappa)

#3 Scalo San Cristoforo: un’ecosistema blu con zone umide collegate al “filtro verde” dello Scalo Farini

Oma – San Cristoforo

Lo Scalo San Cristoforo diventerà la parte “umida” del grande progetto di rigenerazione urbana guidato da OMA e Laboratorio Permanente, connesso allo Scalo Farini. Qui nascerà un “paesaggio blu”, una rete di bacini e aree umide progettate per la depurazione naturale delle acque attraverso fitodepurazione e processi ecosistemici. L’obiettivo è restituire alla città un ecosistema attivo, capace di purificare l’acqua e al contempo creare un habitat per biodiversità urbana, con piante acquatiche, fauna locale e percorsi immersi nella natura.

Oma – Rendering San Cristoforo

Questo parco ecologico fungerà da filtro verde per Milano Sud-Ovest e sarà complementare al grande parco lineare dello Scalo Farini, in un sistema ambientale che risponde alle sfide climatiche e rigenera territorio e paesaggio. 

#4 Scalo Greco Breda con “L’innesto”: il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia

Urbanfile – Innesto

A luglio 2024 sono iniziati i primi interventi per dare avvio alla riqualificazione della stazione di Milano Greco Pirelli. Per questa area è stato scelto il progetto “L’Innesto”, che prevede la trasformazione dell’ex scalo Greco-Breda nel primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia.

barrecaelavarra.it – Innesto economia circolare

Su una superficie complessiva di 6 ettari si prevedono 400 appartamenti per housing sociale, 300 posti letto per studenti, con una suddivisione tra locazioni e vendita agevolata. Circa il 60% dell’area sarà destinato a spazi verdi pubblici, inclusi parchi e orti urbani. Il quartiere sarà a zero emissioni, con soluzioni per l’efficienza energetica, l’uso di energie rinnovabili e una gestione sostenibile delle risorse. La mobilità sostenibile sarà incentivata con infrastrutture ciclopedonali, colonnine per veicoli elettrici e car sharing. L’intervento mira anche a migliorare l’accessibilità e a integrare il quartiere con le zone circostanti, promuovendo inclusione sociale e qualità della vita urbana.

Leggi anche: Scalo Greco-Breda: al posto della ferrovia il primo quartiere a zero emissioni d’Italia

#5 Scalo Lambrate con le tre piazze di Lambrate Streaming

Credits Comune di Milano – Rendering Lambrate

Il progetto “Lambrate Streaming” per la riqualificazione dello Scalo Lambrate prevede la creazione di un maxi-parco pubblico di circa 41.500 mq, arricchito da 900 alberi e aree attrezzate per lo sport. Oltre al parco, sorgeranno residenze a prezzi accessibili destinate principalmente a giovani coppie e studenti, con una superficie complessiva di oltre 19.000 mq, pari a circa 307 alloggi. Il masterplan prevede anche la realizzazione di un sistema di tre piazze collegate tra loro, inclusi frutteti, orti didattici e di comunità, aree ricreative attrezzate, campi giochi e sportivi per adulti e bambini, e aree cani. Il muro del rilevato ferroviario verrà riqualificato con un allestimento artistico che si configurerà come una “quinta urbana” incisa di poesie e versi legati ai temi del treno e del viaggio.

A maggio 2024, in via Gaetano Crespi 28, adiacente all’ex scalo, è stato demolito un vecchio edificio industriale per fare spazio a nuove costruzioni residenziali, segnando l’inizio della trasformazione dell’area. La fine dei lavori, inizialmente prevista tra il 2026 e il 2027, non è stata ancora ufficializzata, dato che il cantiere vero e proprio deve essere avviato.

Veniamo infine a quelli di cui non si conosce lo sviluppo futuro.

#6 Scalo Rogoredo con edilizia sociale e parco lineare

Scalo Rogoredo

Il progetto di riqualificazione dell’ex Scalo Merci di Rogoredo rappresenta una delle trasformazioni più significative nel sud di Milano. L’area di circa 21.000 mq, precedentemente adibita a scalo ferroviario, sarà trasformata in un quartiere residenziale e commerciale moderno, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla qualità della vita. Il Piano Attuativo approvato dal Comune di Milano all’inizio del 2024 prevede la costruzione di alloggi a prezzi accessibili, in via esclusiva Edilizia Residenziale Sociale (ERS), spazi pubblici e servizi per la comunità

Piano attuativo Rogoredo

L’integrazione con il contesto urbano sarà totale, con ampie zone verdi e un parco lineare che attraverserà l’intera area. Al momento, dopo le demolizioni degli edifici nel 2021, non sono disponibili aggiornamenti sulla prosecuzione del progetto.

#7 Scalo Porta Genova ancora in attesa di un progetto

Urbanfile – Magazzini Porta Genova

La stazione di Porta Genova è destinata alla dismissione entro il 2027. Tuttavia, con l’introduzione della nuova linea S19, che effettuerà le stesse fermate della S9 nella tratta da Albairate a Porta Romana FS, i treni dovrebbero smettere di fermarsi a Porta Genova già dall’inizio del 2026, proseguendo invece verso Rogoredo. Questo cambiamento anticipa la chiusura operativa della stazione, facilitando il processo di riqualificazione dell’area.

Agroscalo 2020
Agroscalo 2020

Ad oggi però non ci sono novità sul suo futuro. In passato erano stati avanzati dei progetti di rigenerazione come Agroscalo, pensato per integrare l’agricoltura urbana con il recupero degli spazi dismessi, ma nessuno di questi è mai stato confermato.

Leggi anche: Lo scalo di Porta Genova può diventare il «Camden Town» milanese?

Continua la lettura con: La riqualificazione di Loreto: la situazione dopo anni di rinvii

FABIO MARCOMIN

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La «rivoluzionaria» Metrotranvia Milano-Brianza e le sue 25 fermate da record: la nuova data di fine lavori

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credits matteocarioti_ ig

Per il momento, l’unica certezza di questa metrotranvia è il ritardo accumulato in questi anni. Concretamente, però, a che punto sono i lavori? Scopriamolo.

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La «rivoluzionaria» Metrotranvia Milano-Brianza e le sue 25 fermate da record: la nuova data di fine lavori

# 25 fermate per collegare Milano con la Brianza

credits monzabrianzanews ig

25 fermate per percorrere il tratto Milano-Brianza in poco più di mezz’ora. Questo progetto potrebbe rivoluzionare la mobilità del nord Milano, offrendo un collegamento alternativo con la provincia di Monza e Brianza. Al momento però, il cantiere ha subito alcuni ritardi. Così come il termine dei lavori, che è slittato a marzo del 2028. 

# Quali sono i problemi principali del collegamento?

credits Comune di Paderno ig

Ma cosa ha causato questo ritardo? I ritardi maggiori sarebbero stati causati dalla mancata consegna delle aree soggette ai lavori da parte del Comune di Bresso. E nemmeno l’idea di procedere con micro-cantieri è stata risolutiva. Resta poi un nodo importante da sciogliere: quello relativo all’impresa di costruzioni CMC di Ravenna. Questa impresa, infatti, ha richiesto la liquidazione giudiziaria e starebbe seguendo un percordo di mediazione previsto in conclusione a febbraio.

# Le rassicurazioni di Daniela Caputo, consigliera delegata alle infrastrutture della Città Metropolitana

credits milanoeprovincia ig

Lo scorso 25 settembre si era tenuto un incontro tra i sindaci dei comuni interessati all’opera, ed erano stati rassicurati dalle dichiarazioni di Daniela Caputo, neo consigliera delegata alle infrastrutture della Città Metropolitana: «Ho informato gli amministratori locali presenti del fatto che con la direzione lavori e i tecnici della Città metropolitana abbiamo fatto un nuovo sopralluogo lungo i 14 chilometri su cui si svilupperà il percorso della metrotranvia e abbiamo verificato che nei cantieri i lavori procedevano» specificando che «in tal senso ho avuto rassicurazioni circa il fatto che le difficoltà societarie sono in fase di risoluzione e ciò favorirà sia la possibilità di reperire le maestranze che la definizione di un nuovo cronoprogramma. Ho inoltre chiesto di limitare al massimo i disagi per i cittadini e le attività commerciali» ha concluso Caputo.

# Il sopralluogo in cantiere e quando dovrebbe aprire il collegamento

credits milanotrasporti ig

Lo scorso 5 marzo ha avuto luogo un confronto tra la Commissione Territorio la Città Metropolitana di Milano e la CMC di Ravenna sulle criticità dei cantieri di questa metrotranvia. «L’opera sconta già un ritardo di sedici mesi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per evitare di allungare ulteriormente i tempi» ha spiegato Jonathan Lobati di Forza Italia. Ma quando aprirà quindi il collegamento? Secondo MilanoToday, il collegamento dovrebbe aprire al pubblico nell’ultimo trimestre del 2027, con un ritardo di oltre 16 mesi rispetto al programma.

# Un’opera rivoluzionaria: da Milano alla Brianza in tempi record

credits cittàmetropolitanamilano ig

L’opera è stata progettata nel 1999 e ha subito poi un iter complesso e travagliato. I cantieri sono stati aperti solo nel gennaio del 2023, per un investimento complessivo che ammonta a 256 milioni di euro. Il tracciato sarà lungo 14,3 chilometri con 25 fermate distanti tra loro, in media, 540 metri. La metrotranvia attraverserà 8 comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino. Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.

Per percorrere l’intera tratta, da Milano a Seregno, si stima quindi un tempo massimo di 40/50 minuti. Nel progetto ci sono anche iniziative green: i treni saranno dotati di trasmettitori in grado di recuperare l’energia che si sviluppa dal tram in fermate e rimetterla in rete, mentre per ogni albero tagliato se ne pianteranno due. 

Continua la lettura con: Metrotranvia della Brianza: per ora l’unico record è il ritardo

ANDREA PARRINO

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Le nuove «torri faro»: su Milano Nord si accende la luce

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credits robydistefano ig

A Nord si pensa in grande. Vediamo nei dettagli il progetto.

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Le nuove «torri faro»: su Milano Nord si accende la luce

# Un’area abbandonata dal 2010

credits robydistefano ig

A novembre del 2024, l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni ha approvato una delibera di adozione che dà il via libera alla trasformazione dell’ex Enichem, un progetto che mira a riqualificare un’area di oltre 14mila metri quadrati, abbandonata nel 2010. Ma in cosa consiste il progetto?

# Il nuovo progetto: le «torri faro»

credits robydistefano ig

Il nuovo progetto prevede la realizzazione di una torre residenziale di 83 metri (25 piani), un edificio residenziale di 6 piani che si affaccierà su via Luini e un edificio commerciale, rispondendo così alla crescente domanda di abitazioni e spazi commerciali nel quartiere. Verrà anche creata una nuova piazza pubblica, un luogo di incontro e socialità per i residenti. Le nuove «torri faro» permetteranno di preservare le aree verdi e di rispondere all’esigenza di uno sviluppo sostenibile.

# La piazza pubblica per contenere il traffico

credits robydistefano ig

Tra la futura fermata MM1 Restellone e la via Monte Santo nascerà una piazza pubblica con un grande spazio verde. Aiuterà a mitigare il traffico e a favorire la mobilità ciclabile e pedonale.
L’area verde integrata alla piazza verrà piantumata con essenze arboree e arbustive autoctone e ospiterà giochi inclusivi, panchine per socializzare e una piccola collina che diminuirà l’impatto visivo e acustico del cavalcavia Buonarroti. La piazza sarà raggiungibile anche dal parco Gramsci con una pista ciclabile.

# La sintesi delle opere pubbliche previste

credits robydistefano ig

Queste tutte le opere pubbliche previste dal Piano Attuativo:

piazza pubblica con area verde integrata (circa 3.500 mq)
parcheggio e verde d’arredo a servizio della funzione residenziale (circa 1.330 mq)
area verde di vicinato della funzione residenziale e collegamenti verso la piazza (circa 2.535 mq)
parcheggio e verde a servizio della funzione commerciale (circa 2.290 mq)
verde di mitigazione lungo il confine con la ferrovia (circa 615 mq)
riqualificazione di via Monte Santo nel perimetro del progetto (circa 1.575 mq)
riqualificazione via Monte Santo/Luini esternamente al progetto (circa 2.860 mq)
nuova rotatoria all’intersezione vie Monte Santo/Monte Nero/Ponchielli (circa 600 mq)

# I costi complessivi e la ricaduta per la collettività

credits robydistefano ig

Il piano sarà ora depositato per un periodo di 15 giorni, durante il quale saranno accettate eventuali osservazioni. Dopo l’approvazione definitiva, seguirà il rilancio dei permessi di costruire, con un iter che si concluderà presumibilmente in circa 90 giorni dalla delibera di adozione. Gli oneri complessivi tra opere pubbliche e servizi saranno pari a poco più di 3,5 milioni di euro, con scomputo del valore di quasi 2,5 milioni di euro.

Continua la lettura con: I trucchetti per vivere bene a Milano

ANDREA PARRINO

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L’unica metro di Milano che NON ha la sostitutiva di notte

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Rete notturna Milano

A tredici anni dall’introduzione della rete notturna che sostituisce di notte le linee metropolitane di Milano, più altre di superficie, resta una linea mancante. Come una Cenerentola: da mezzanotte in poi per lei Milano rimane off limits. 

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L’unica metro di Milano che NON ha la sostitutiva di notte

# Nel 2012 l’introduzione della rete notturna sostitutiva della metropolitana e di altre linee di superficie

Elenco linee notturne
Elenco linee notturne

Risale al 2012 l’introduzione a Milano della rete notturna sostitutiva della metropolitana e delle più importanti linee di superficie. Il servizio copre la fascia tra la Mezzanotte e le 05:30 circa, anche se non ha ancora raggiunto standard simili a quello di altre metropoli europee. La pecca più grande al momento è quella di aver lasciato ancora scoperta una delle cinque linee metropolitane attive in tutta la loro estensione. Perfino l’ultima arrivata, la M4, ha adottato una linea di superficie di notte. 

# La M5 è l’unica senza un bus notturno

Stazione Garibaldi M5

Le linee notturne sostitutive delle metropolitane sono la NM1 (escluse le stazioni di Pero e Rho), la NM2 solo il tratto urbano, la NM3 che copre l’intero tracciato e la NM4 con fermate tra Linate e San Cristoforo da dove i bus continuano fino a Molinetto di Lorenteggio dove fanno capolinea. Ne manca una: per la M5 nessuno a Palazzo Marino o in ATM, da quando ha aperto per intero nel 2015, sembra avere pensato di abbinarle una linea sostitutiva che garantisse il servizio notturno lungo la stessa tratta. 

E pensare che non si tratta di un percorso marginale: Stadio San Siro, piazzale Lotto, Citylife, Domodossola, Procaccini/Sarpi, Garibaldi, Isola, Bicocca Università, Bicocca Village e Centro Sarca / Skyline Multiplex. Molti i luoghi di attrazione. Nel 2024 è stata lanciata anche una petizione sul sito del Comune ma con poca fortuna.  

Leggi anche: M5: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO dell’EXPO

# Per fare un percorso simile si deve salire su quattro linee diverse

Atm, percorso ipotetico M5 notturna

Come si può allora percorrere di notte il tragitto della M5? Per prima cosa bisognerebbe armarsi di tanta pazienza e poi mettere in conto di cambiare diverse linee. Partendo da Bicocca si dovrebbe salire prima sulla N42 fino alla Stazione Centrale, poi sulla N25 fino a Cadorna, ancora sulla NM1 fino a De Angeli e infine la N80 fino a San Siro Stadio.

# La Cenerentola tra le metropolitane milanesi

Credits Atm – Metro M5 nella rimessa

La sostitutiva non è però l’unica mancanza di questa linea che sembra a tutti gli effetti la Cenerentola tra le metropolitane milanesi, non solo per il “coprifuoco notturno”. Alla M5 manca infatti anche il deposito per i convogli, tutte le altre linee compresa M4 ne hanno almeno uno: è presente solo un impianto di officina situato nei pressi del capolinea di Bignami che può ospitare un numero limitato di treni. Questo spiega perchè un vagone incidentato della metro lilla è stato visto sulla linea verde. Ma non è il solo punto debole della M5: con molta probabilità rimarrà l’unica linea a non passare per il centro, persino la futura M6 ci passerà, e con l’inaugurazione della M4 ha perso pure il primato di linea più profonda di Milano. (Ultimo aggiornamento: 8 aprile 2025)

Continua la lettura: La metro viola sulla linea verde

FABIO MARCOMIN 

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In treno da Milano a Londra con l’alta velocità del Frecciarossa: l’annuncio di FS!

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Fare colazione a Brera e pranzare a Notting Hill, senza aerei, senza stress, senza code infinite ai controlli. Fra qualche anno potrebbe essere possibile. L’annuncio di FS e quando potrebbe essere il primo viaggio.

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In treno da Milano a Londra con l’alta velocità del Frecciarossa: l’annuncio di FS!

# Entra nel vivo il progetto “Green Speed”

Chatgpt AI – Frecciarossa Londra

Fare colazione a Brera e pranzare a Notting Hill potrebbe presto non essere più solo un’idea da film romantico. Il progetto “Green Speed”, annunciato nel 2020, sembra essere entrato nel vivo. L’obiettivo è quello di collegare con l’alta velocità la capitale britannica con altre grandi città del continente europeo. L’allora Segretario ai trasporti del Regno Unito, Grant Shapps, aveva confermato pieno appoggio del Parlamento di Londra: «Tra le destinazioni da aggiungere in futuro ci sono Bordeaux, la Spagna, il Portogallo, Ginevra e Svizzera, l’Italia, l’Austria e Francoforte. In definitiva, vogliamo vedere connessioni senza soluzione di continuità con reti continentali ad alta velocità verso moltissime destinazioni europee»

L’apertura da parte di Getlink, un tempo noto come Eurotunnel, ad altre società ferroviarie aveva infatti spinto alla fusione Eurostar con AV Thalys e all’interessamento, tra le altre compagnie, di Trenitalia a coprire il collegamento verso la capitale britannica.

Leggi anche: Milano – Londra in 5 ore e mezza in treno: un sogno che diventerà realtà?

# Un miliardo per l’alta velocità tra Londra e Parigi e poi fino a Milano

Mappa eurostar

FS Italiane ha deciso di giocare in grande: un investimento da un miliardo di euro per portare l’alta velocità tra Londra e Parigi con convogli ispirati al Frecciarossa. In corso ci sono valutazioni per possibili estensioni del servizio oltre la capitale francese verso Lille, Ashford, Lione, Marsiglia e Milano. L’alta velocità italiana, già presente in Spagna e presto in Germania con il collegamento Milano-Moncao dal 2026, punta a diventare un attore protagonista nel disegno continentale dei collegamenti su rotaia. L’obiettivo non è solo quello di portare i treni italiani all’estero, ma anche dimostrare che si può viaggiare veloce e comodo senza per forza prendere un aereo.

Leggi anche: Milano – Berlino col Frecciarossa? L”annuncio: quando sarà possibile e quanto ci metteremo

# La svolta: accesso al tunnel della Manica e collaborazione con Evolyn

Ideogram AI – Av verso Londra

A rendere possibile tutto questo è anche la partnership con Evolyn, un operatore spagnolo nato proprio per scardinare il monopolio Eurostar, come riportato da una nota ufficiale del Gruppo FS. Il passo decisivo è stato l’accesso al deposito di Temple Mills, vicino a Londra: una condizione essenziale per fare manutenzione ai convogli e ottenere i permessi per l’ingresso nel tunnel della Manica. Dopo aver ottenuto le licenze e i permessi necessari in Francia, il Gruppo FS sta collaborando con i principali soggetti coinvolti per gestire gli aspetti regolatori e operativi, tra cui un’integrazione ottimale dei nuovi servizi tramite l’Eurotunnel e le reti ferroviarie di Regno Unito e Francia.  

# Obiettivo primo viaggio nel 2029 tra le due capitali divise dallo Stretto della Manica, negli successivi la tratta Milano-Londra

Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi

Il primo viaggio tra le due capitali divise dallo Stretto della Manica potrebbe avvenire nel 2029, anche se bisogna attendere il completamento delle infrastrutture e delle autorizzazioni tecniche, visto che il nuovo collegamento si inserisce tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029. Negli anni successivi dovrebbe toccare a Milano, città hub per definizione, che con il collegamento diretto con Londra potrebbe accrescere ancora di più il ruolo di porta su rotaia verso il nord Europa

Continua la lettura con: Milano sarà il principale hub dei treni ad alta velocità del sud Europa?

FABIO MARCOMIN

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Uno dei misteri di Milano: a che ora scatta lo sconto per il sushi all’Esselunga

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Ph. @myfooddiary_ita IG

Svelato il segreto dello sconto sushi.

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Uno dei misteri di Milano: a che ora scatta lo sconto per il sushi all’Esselunga

Sconto Sushi

A chiunque di noi è capitato. Arrivare a sera, non avere voglia di cucinare, ripiegare all’Esselunga indecisi tra reparto pronti in tavola e quello del sushi, tra i banconi del pesce. Chi è avvezzo agli acquisti sa bene che ci sono due grandi differenze a seconda dell’ora degli acquisti per i prodotti freschi. 

# Quando si fa sera

La prima è nelle quantità. Avvicinandosi alla chiusura la disponibilità di prodotti freschi si assottiglia. La seconda è nei bollini di sconto: sempre avvicinandosi alla chiusura aumentano le probabilità che sui prodotti in giacenza compaiano i bollini di offerta, con la riduzione del prezzo di vendita. Ma a che ora scatta lo sconto per uno dei prodotti più amati da chi la sera non ha voglia di cucinare?

# La certezza: tutto il sushi in offerta è fresco di giornata

Sconto Sushi

La prima cosa certa è che il sushi in vendita al supermercato va prodotto e consumato in giornata. Pertanto la grande distribuzione ha ideato una strategia per evitare l’invenduto e il conseguente spreco. Avvicinandosi all’ora di chiusura è ormai cosa nota che sui prodotti vicini alla scadenza vengano applicati degli sconti. 

Ma la grande domanda che molti si fanno è: a che ora scattano gli sconti per il sushi? Dopo scrupolose ricerche e rivelazioni degli addetti al reparto pescheria siamo in grado di svelare l’arcano. 

# Da che ora dunque scattano gli sconti?

La procedura è la seguente: tra le 19.30 e le 20 il responsabile di reparto verifica le giacenze presenti nel banco frigo del pesce. A quel punto fa un rapporto e si procede all’applicazione degli sconti su tutte le giacenze di sushi e su quelle del pesce in prossimità di scadenza. Quindi per essere certi di trovare sushi fresco di giornata a un prezzo sensibilmente inferiore rispetto a poco prima e, per evitare il rischio di non trovarlo più, la fascia oraria ottimale è quella tra le 19.30 e le 20. 

Sconto Pesce

Ultimo aggiornamento: 8 aprile 2025

Continua la lettura con: Dove si trova il miglior sushi di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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21 fatti sulla Bovisa che non conoscevi

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Ph. @valeparasec IG

Uno dei quartieri più iconici di Milano è ricco di curiosità che solo pochi a Milano conoscono. Foto cover di @valeparasec IG

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21 fatti sulla Bovisa che non conoscevi

bovisa dergano

  1. E’ un “quartiere ferroviario”: è diviso in due dal tracciato delle Ferrovie Nord con direttrice nord-sud. Non solo: i suoi confini sono delimitati dai binari della ferrovia di gronda nord e a sud dalla circonvallazione esterna della 90/91.
  2. E’ un quartiere senza metro: è attraversato dal passante (linee S1, S2, S3, S4 e S13), da treni regionali, dalMalpensa Express. Ma non dalla metropolitana: la stazione più vicina è Dergano, sulla M3. 
  3. Esiste una storica rivalità tra la Bovisa e il quartiere confinante: Dergano. Una rivalità che nasce dalle origini in cui erano due borghi autonomi e agricoli, poi caratterizzatisi in modo diverso. La Bovisa si è trasformato in polo industriale, mentre Dergano è rimasto a lungo un borgo agricolo. 
  4. Il gasometro della Bovisa è uno dei più famosi del mondo. Parte del merito deriva dal quadro di Mario Sironi del 1942. Viene considerato uno dei simboli del quartiere. 
  5. E’ considerata la “Berlino Est” di Milano. Quartiere storicamente operaio, conosciuto per il suo passato anarchico di sinistra (davanti a molte case di ringhiera sono ancora presenti le targhe dei tanti partigiani caduti), polo industriale, referente come centro cinematografico internazionale e distretto giovane prevalentemente universitario. In Bovisa si respira una besondere Stimmung, come la definirebbero lungo la Sprea.
  6. Un tempo era un borgo agricolo e questa sua origine la si ritrova nelle sue numerose cascine. La più nota è Cascina Albana, che si trova sulla via Bovisasca, ed è circondata da capanne di lamiera e il parcheggio dei camper. Lungo la via Bovisasca correva un tempo una roggia, una specie di Naviglio. In Cascina Albana si ritrovano immigrati, artisti, anziani, professionisti e risulta presente già nel catasto teresiano del 1722.
  7. Era la capitale italiana del Cinema. Qui è nato il cinema italiano: nel 1910 ha inaugurato lo stabilimento della “Milano Films”, in attività fino metà degli anni ’30. I teatri di posa della Bovisa vennero utilizzati da altre aziende. Quello che rimane della prima casa di produzione italiana, l’Armenia Films (ex Milano Film), fa da cornice all’ingresso di un condominio ecologico.

8. Qui è stato realizzato il primo lungometraggio italiano: si chiamava Inferno ed era un film muto del 1911 sulla Divina Commedia. Non solo: è stato celebrato e citato nel cinema (Rocco e i suoi fratelli), oltre che nel notissimo film di Visconti (Inferno). Ma non solo nel Cinema: anche nella letteratura (Il malinconico ragazzo della Bovisa di Ermanno Olmi), nella pittura (ovvio il riferimento nel Gasometro… di Sironi), nella musica da Van de Sfross (40 pass) a Danzi.

https://www.mitomorrow.it/cambiamilano/quartiere-bovisa-storia-e-rinascita/

9. Ospita l’unico “bosco spontaneo” di Milano. Si tratta della Goccia che ospita residui di archeologia industriale risalenti a inizio Novecento. E’ un’area di 33 ettari di verde e ruderi, chiamata così per la sua forma, compresa tra le stazioni di Bovisa e Villapizzone e dove sorgeva l’Union des Gaz con i suoi gasometri. Sta venendo riqualificata dal Politecnico che la trasformerà in un grande parco scientifico-tecnologico.

10. Era uno dei principali centri di produzione e stoccaggio di gas d’Europa. Era densa di fabbriche che traevano giovamento dalla logistica. Tra le fabbriche ancora in attività c’è la Fernet Branca, uno dei grandi marchi della storia di Milano. 

11. Ospita una scuola con rifugio. La Scuola di Viale Bodio è stata frequentata dal regista Emanno Olmi e conserva un rifugio antibombardamento della seconda guerra mondiale. Il rifugio è visitabile.

12. E’ un quartiere di studenti. Questo grazie soprattutto alla seconda sede per dimensioni del Politecnico di Milano. L’area si suddivide in due campus universitari, in attesa dell’ampliamento all’interno della Goccia: quello est per la Facoltà del Design negli spazi della ex Ceretti e Tanfani e quello ovest per Ingegneria

Ph. @leonino_foto IG

13. Nel cuore della Bovisa si trova una delle più belle fontane di Milano, quella di Piazza Bausan. Costruita nel 1928, è dedicata ai caduti della Prima Guerra mondiale. Sull’orlo del tamburo sono incisi i seguenti versi del Dannunzio “fontana pia, la tua voce quieta in murmure perenne ci racconta storie del piave, storie dell’isonzo. essa è la voce dei nostri morti che giammai si estingue“.

14. Ospita il più grande incubatore d’Europa. Si tratta di TusStar che ha un giro d’affari globale superiore agli otto miliardi di euro e più di un miliardo e mezzo di profitti e che dal 1999 è stato in grado di incubare oltre 5000 aziende, una trentina delle quali già sbarcate in borsa. Di questo record bisogna ringraziare i cinesi dell’omonima società. 

15. E’ al centro di un portentoso progetto di riqualificazione chiamato MoLeCoLa. Progetto vincitore della seconda edizione di Reinventing cities comprende la trasformazione della Stazione del quartiere, la cittadella per studenti, percorsi ciclopedonali e boulevard verdi.

16. Ospita forse il locale più rappresentativo della tradizione milanese: lo Spirit de Milan in Via Bovisasca, tra i più ricercati in città, per il suo ampio spazio industriale, con palco e pista da ballo. Ci sono diverse serate a tema, come quelle dello Swing e delle lezioni di lingua milanese. Si mangia anche con menu rigorsamente milanese

bovisa dergano

17. Nel quartiere, in via Candiani 131, si trova La Scighera. Si tratta di un circolo culturale di 480 mq che è un riferimento anche a livello cittadino. Si suddivide in due aree: un bar osteria e un grande salone con palco per concerti e spettacoli dal vivo. Non solo: si presentano libri e si fa teatro popolare. 

18. Un altro locale di fama cittadina è “il tempio della birra artigianale”: il Birrificio la Ribalta. In via Cedevale rappresenta una garanzia per la birra artigianale, ma non solo: anche per la musica dal vivo, le degustazioni e gli eventi culturali. 

19. Il quartiere è stato uno dei più politicizzati della storia di Milano. In particolare per la presenza dello storico circolo anarchico della Ghisolfa

20. Ospita dei murales di livello internazionali. Nel 2019 durante la Design Week quattro urban artist di fama internazionale (Rancy, Zedz, Luca Barcellona, 2501) e 20 studenti del Politecnico hanno coperto con murales artistici 2.000 metri quadri di muri del dipartimento di Design del Politecnico Bovisa.

21. E’ “il quartiere del futuro”: secondo uno studio elaborato da “Scenari Immobiliari” la Bovisa è stata inserita tra i quartieri in cui la qualità della vita sarà migliore a Milano in un prossimo futuro. 

Ultimo aggiornamento: 8 aprile 2025

Continua la lettura con: Bovisa e Dergano: la grande rivalità

ANDREA ZOPPOLATO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. Agostino Bonizzi

La foto del giorno: oggi siamo a in Via Magolfa davanti alla Trattoria La Magolfa dal 1862

Ph. Agostino Bonizzi

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La norma proposta nel “Salva Milano” per aumentare la sicurezza nei cantieri

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La sicurezza prima di tutto.
 

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5+1 luoghi dove studiare gratis in giro per Milano

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Credits: @alegaz Fondazione Feltrinelli

Le università di Milano sono ben fornite di aree comuni dove preparare esami e presentazioni in santa pace. A volte però anche gli studenti hanno bisogno di cambiare, non confinandosi solamente nei luoghi che già vedono 24 ore su 24. Per rispondere a questa voglia di allontanarsi dall’università, pur dovendo continuare a studiare, la città offre agli studiosi milanesi vari locali dove si possono trovare comodi tavoli, prese e silenzio. Il tutto senza pagare. Ecco quali sono.

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5+1 luoghi dove STUDIARE GRATIS a Milano

#1 La Sala Lettura della Fondazione Feltrinelli

Credits: fondazionefeltrinelli.it
Fondazione Feltrinelli

Il primo spazio dove poter studiare tranquillamente senza dover per forza consumare, come invece succede nei bar che offrono la possibilità di rimanere più tempo all’interno per lavorare, c’è Fondazione Feltrinelli in Viale Pasubio 5. Se ai piani inferiori della Fondazione c’è un bar fornito di tavoli e prese, agli studenti conviene andare al quinto piano, il livello riservato a loro e ai dottorandi. Si tratta infatti della Sala Lettura, dove Fondazione Feltrinelli mette a disposizione l’insieme di volumi di sua proprietà, che gli studenti possono tranquillamente consultare. Ovviamente si può andare a studiare nella Sala anche con il proprio materiale, basta prenotare il proprio posto sul sito di Fondazione Feltrinelli.

 

#2 La libreria di Fondazione Prada

Credits: fondazioneprada.org
Libreria Fondazione Prada

Anche Fondazione Prada offre agli studenti un luogo dove studiare completamente gratis. Scendendo alla fermata Lodi TIBB, raggiungere il museo d’arte moderna-contemporanea in Largo Isarco 2 è molto veloce. Una volta entrati nella Fondazione basterà cercare la libreria e scegliere la propria postazione dove poter studiare tranquillamente e senza pagare. La libreria segue gli stessi orari del museo, è quindi aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, eccetto il martedì (che rimane chiusa). A disposizione degli studenti ci sono prese elettriche disseminate un po’ ovunque e servizio Wi-Fi gratuito, in più vicino c’è sempre il Bar Luce, dove chi vuole può prendersi un caffè o fare uno spuntino.

 

#3 Nell’hangar di Fuorimano OTBP

Credits: @patrizia.angela_rossi
Fuorimano

In via R. Cozzi 3, in zona Ca’ Granda, c’è Fuorimano, un locale dove poter prendere un aperitivo, gustarsi un brunch, fare un pranzo veloce, ma anche studiare gratis. Allestito come un grande hangar, con tanto di terrazza-giardino, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12:30 e dalle 15 alle 17 è possibile andare e studiare gratuitamente. Prese elettriche e Wi-Fi sono infatti a disposizione di tutti, senza dover per forza consumare. L’importante è prenotare la propria postazione sul sito.

 

#4 Nella biblioteca del Memoriale della Shoah

Credits: @libri_viaggi_arte
Biblioteca memoriale della Shoah

Arriviamo in un’altra biblioteca molto particolare, la Biblioteca del Memoriale della Shoah in Piazza Edmond Jacob Safra, 1, zona Stazione Centrale. Per andarci a studiare non è necessaria alcuna prenotazione: basta presentarsi e iscriversi gratuitamente fornendo un documento di identità, sperando che i posti a disposizione non siano già esauriti. All’interno della biblioteca è possibile consultare sia volumi presenti sugli scaffali che l’archivio, sempre registrandosi alla mail dedicata, ma soprattutto qui si può studiare usufruendo del servizio Wi-Fi gratuito e anche di acqua e caffè offerti dal Memoriale. La biblioteca mette a disposizione anche il servizio stampa, ovviamente questo è a pagamento. Gli orari? È aperta dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 17:30 (ultimo ingresso alle 16:00) e domenica dalle 10:00 alle 16:00.

 

#5 Base Milano

Credits: @domenicopalermo2016
BASE Milano

In zona Tortona, vicino al Mudec e precisamente in via Bergognone 34, c’è Base Milano, spazio sociale di contaminazione culturale tra arte, tecnologia e innovazione. Ambiente accogliente con tavoloni dove potersi sedere e prese a disposizione. Il locale è spesso affollato e c’è su quasi sempre la musica a basso volume, ma si riesce a studiare tranquillamente. A Base Milano si può studiare in modo totalmente gratuito e nel caso si avesse bisogno di acqua, caffè o uno spuntino c’è pur sempre il bar. BaseMilano è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 di mattina alle 2 di notte, il sabato dalle 10 alle 2 e la domenica dalle 10 alle 18.

 

#5+1 CityLife Shopping District

Credits: primosito.it
City Life Shopping District

Anche nell’edificio realizzato da Zaha Hadid in piazza Tre Torri, gli studenti possono andare tranquillamente con i loro libri, computer o tablet per studiare in modo completamente gratuito. All’interno del centro commerciale, vicino alle postazioni dove mangiare, si può infatti scegliere la propria postazione e accomodarsi tranquillamente (senza prenotazioni o consumazione obbligatoria). Aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, tra tutti i locali proposti è certamente quello più rumoroso, si è pur sempre in mezzo ai negozi e ad una delle zone più affollate della nuova Milano, però, nel caso si volesse poi fare una pausa pranzo, si ha l’imbarazzo della scelta per cosa mangiare.

 

(Ultimo aggiornamento: 8 aprile 2025)

Continua la lettura con: I LIBRO-BAR di Milano: le 10 migliori librerie dove prendere un caffè

BEATRICE BARAZZETTI

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I nuovi progetti di Milano finanziati dall’Europa: i tre più importanti

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credits Artribune ig

Sono 35 i nuovi progetti finanziati dai fondi europei, di cui 23 già in fase di realizzazione. Su alcuni però, si sono presentate delle difficoltà.

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I nuovi progetti di Milano finanziati dall’Europa: i tre più importanti

# I nuovi progetti in fase di realizzazione

credits PN Metro Plus ig

Milano ha il futuro negli occhi. E all’orizzonte spuntano 35 nuovi progetti finanziati dai fondi europei: 23 già in fase di realizzazione. Questi interventi sono resi possibili da PON Metro 2014-2020 e PN Metro Plus 2021-2027, e rappresentano un modello virtuoso di utilizzo di risorse comunitarie per trasformare le sfide urbane in opportunità di crescita sostenibile e inclusiva. 

Partiamo da quelli che sono stati portati a termine. Tra i più importanti troviamo: 

  • la riqualificazione di spazi pubblici come piazza Castello e via Beltrami, per un valore di 7,37 milioni di euro, con l’aggiunta di oltre 186 nuovi alberi, 14mila essenze arbustive e fiori e 16mila mq di pavimentazione naturale;
  • 117 nuovi autobus ibridi diesel-elettrici Euro VI progettati per ridurre emissioni di CO2, consumi e inquinamento acustico.

Passiamo a quelli in fase di costruzione. I tre principali sono: 

#1 Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC):

credits beppesala ig

L’idea di realizzare una Biblioteca europea di informazione e cultura nasce alla fine degli anni Novanta, da un’idea di Antonio Padoa Schioppa e viene promossa dall’associazione “Milano Biblioteca del 2000”. Adesso, la BEIC è uno spazio digitale d’eccellenza in fase di costruzione nell’area di Porta Vittoria, finanziata con 101 milioni di euro provenienti dal PNRR. Negli ultimi mesi, però, il progetto ha subito una battuta d’arresto, travolto da alcune inchieste.

A fine gennaio di quest’anno due archistar sono finiti nel mirino dei magistrati. Si tratta di Stefano Boeri e Cino Zucchi, accusati di non aver dichiarato un possibile conflitto di interessi nell’ambito di questo progetto. Si stima quindi che la fine dei lavori possa arrivare nella prima parte del 2027.

#2 La Magnifica Fabbrica del Teatro alla Scala

credits magnifica fabbrica ig

Questo nuovo polo culturale ospiterà i Laboratori e Depositi del Teatro alla Scala. L’intervento mira a ottimizzare le attività di produzione del Teatro, coinvolgendo oltre 150 professionisti tra scenografi, costumisti e tecnici, e offrendo al pubblico l’opportunità di partecipare a eventi culturali e scoprire il dietro le quinte delle produzioni artistiche della Scala. A che punto siamo però con i lavori? Dopo la rinuncia del Comune al ricorso al Consiglio di Stato, la gara è stata riassegnata al Consorzio Cadel (il vincitore iniziale), con l’obiettivo di completare i lavori entro il 2026 per non perdere i fondi del PNRR. Ma nonostante l’assegnazione ufficiale a GEDI SpA, i lavori non sono ancora ripartiti.

#3 900 + 100 punti di vista

credits PN Metro Plus ig

Altro progetto che mira a rafforzare l’offerta culturale della città e il suo posizionamento a livello europeo. L’intervento intende creare un grande polo culturale integrato, che includerà esposizioni permanenti, mostre temporanee e nuovi servizi innovativi per il pubblico. Il progetto si focalizza su una visione multidisciplinare, mescolando arti visive, fotografia, cinema, musica e arti performative, per valorizzare l’arte moderna e contemporanea e potenziare la vocazione culturale di Milano.

# Altri interventi in programma: 150 alloggi e due tratte della 92

credits PN Metro Plus ig

Il PN Metro Plus sostiene una visione integrata di rigenerazione urbana che include interventi di rigenerazione urbana, tra cui:

  • 170 alloggi in via San Romanello, a Quinto Romano;
  • nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile con due tratte dedicate alla circolare filoviaria 92;
  • una nuova Control Room per il monitoraggio della mobilità e della sicurezza urbana;
  • investimenti in ambito welfare per contrastare la povertà minorile, in un quadro complessivo di interventi per un valore di 149,3 milioni di euro.

Continua la lettura con: I 4 progetti più attesi nel futuro di Citylife

ANDREA PARRINO

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8 aprile 1862. Muore il «Mostro di Milano»

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boggia

È la via più stretta e ‘nera’ di Milano, Vicolo Bagnera. È così piccola e lugubre da essere teatro di alcuni omicidi. Sì, perché il “mostro di Milano”, il primo serial killer italiano è passato di qui. 

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8 aprile 1862. Muore il «Mostro di Milano»

Si chiamava Antonio Boggia ed era nato a Urio, in provincia di Como, il 23 dicembre 1799. 

Un uomo insospettabile: “Di modi calmi, con un’esteriore quasi di bonarietà, esatto osservatore delle pratiche religiose, estraneo, almeno apparentemente, da viziose tendenze”: lo descrisse così la Sentenza del Tribunale di Milano.

Non solo. Era anche poliglotta “grazie alle sue conoscenze della lingua tedesca, trovò lavoro a Palazzo Cusani, sede del comando militare austriaco, in veste di fochista e trovando un’abitazione in via Gesù”.

Si sposò nel 1831 e con la moglie andò a vivere in via Nerino 2. Boggia cominciò a uccidere nell’aprile del 1849, e la sua prima vittima fu Angelo Ribbone, derubato di 1.400 svanziche, “il cadavere quindi venne smembrato e nascosto nel suo scantinato nella Stretta Bagnera”, usato dal Boggia come magazzino e ufficio. 

Proprietaria dello stabile in cui viveva Boggia era Ester Maria Perrocchio, un’altra delle sue vittime. Aveva 76 anni quando il figlio Giovanni Murier, decoratore presso la Richard ceramiche, ne denunciò la scomparsa all’istituzione dei Carabinieri Reali, con sede a Palazzo Cattaneo in via Moscova, a Milano.

Spiega MilanoPlatinum: “Maurier dichiara che, preoccupato dall’improvvisa sparizione della madre, ha indagato presso i custodi, scoprendo che la vedova ultrasettantenne si sarebbe ritirata sul lago di Como delegando amministratore unico del suo stabile in via Nerino Antonio Boggia, muratore e capomastro già suo inquilino e con il quale da tempo era entrata in confidenza.

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Da quando Ester è scomparsa, Boggia si comporta come se il palazzo fosse suo: aumenta gli affitti, esegue lavori di manutenzione, fa sparire dal cortile la colonia di felini che la signora amava tanto. Interrogato da Maurier, Boggia esibisce delle lettere scritte da Ester dal suo buen retiro sul Lario, nelle quali gli vengono fornite istruzioni sull’amministrazione del condominio. Inizialmente Maurier, abituato alle stranezze della madre con la quale, peraltro, non è in buoni rapporti, crede alla storia, ma in seguito scopre che la procura con la quale Ester ha delegato Boggia è un falso e che un notaio scrupoloso si era infatti rifiutato di rilasciarla. È a questo punto che decide di sporgere denuncia.”

boggia
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# Il passo falso del Boggia

Giovanni Comi è un anziano contabile. Attratto nel magazzino di via Bagnera, lì viene colpito con una scure. Comi riesce a fuggire e Boggia, arrestato, viene giudicato folle e rinchiuso nel manicomio della Senavra, dal quale esce dopo pochi anni.

Denunce, uomini scomparsi o donne divenute irrintracciabili, procure e atti legali per vendite e utilizzo di immobili, compresa una cantina sempre in via Bagnera, le testimonianze dei vicini che avevano visto Antonio Boggia armeggiare con sacchi da muratore, mattoni e sabbia in un magazzino di Stretta Bagnera nei pressi di via Torino nel pieno centro di Milano tra la Basilica di Sant’Ambrogio e il Duomo: a poco a poco la maschera del Boggia cade. La fine della sua delinquenza arriva dopo una prima perquisizione nella quale, murato in una nicchia, viene trovato il cadavere dell’anziana Ester Maria Perrocchio.

Una nuova ispezione nella cantina dello stabile fa emergere altri tre cadaveri, tre morti ammazzati brutalmente dal Boggia e lasciati a decomporre sotto il pavimento. In totale: quattro vittime abbandonate a imputridire in cantina. Quattro persone di cui aveva conquistato la fiducia e dalle quali si era fatto lasciare le deleghe per gestirne il patrimonio.

Inutile dire che durante il processo il Boggia si finse pazzo.

boggia
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Inevitabile per i tempi la condanna a morte, per impiccagione: fu eseguita l’8 aprile 1862 nei pressi dei bastioni di Porta Ludovica e di Porta Vigentina. Curioso è notare come quella, così piena di sangue, fu l’ultima condanna a morte di un civile eseguita a Milano fino alla Seconda Guerra Mondiale. Milano, infatti, era così poco propensa alle pubbliche esecuzioni da non avere nemmeno un boia suo: dovette chiederlo in prestito a Torino e Parma.

Non stupisce che la sua testa fu oggetto degli studi di Cesare Lombroso, il padre della criminologia, che ne confermò la fisiologica natura delinquenziale, e poi portata al cimitero di Musocco, nel 1949.

Il corpo del primo serial killer italiano finì sepolto nel cimitero del Gentilino, presso il Bastione di Porta Ludovica (oggi, Corso Italia), e solo nel 2009 dal mercato collezionistico emerse una mannaia da macelleria, già di proprietà dell’Ospedale Maggiore, oggi conservata al Museo di Arte Criminologica di Olevano di Lomellina, in provincia di Pavia.

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Oggi Vicolo Bagnera è un budello che, con una curva, collega Via Santa Marta a Via Nerino, nei pressi di Via Torino, e per quanto nefasto e tetro è sempre troppo spesso imbrattato dai vandali con scritte e spray.

Bagnera
Bagnera

La leggenda narra che quando l’incauto passante venga avvolto da un soffio di aria gelida nella Stretta Bagnera è come fosse assalito dallo spirito dell’assassino di Milano, rimasto nel luogo del crimine. Per sempre.

 

Continua la lettura con: 6 Aprile: il giorno nero del Covid in Italia

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Il tragitto della 90/91 diventerà una foresta circolare urbana con Giorgio Armani

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Il Gruppo Armani sostiene la trasformazione verde di Milano con il progetto di forestazione urbana lungo il tragitto della linea filoviaria 90/91.

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Il tragitto della 90/91 diventerà una foresta circolare urbana con Giorgio Armani

# Armani per il verde: la 90/91 diventa un corridoio ecologico

Credits: forestami.org

La moda si mette al servizio della sostenibilità e lo fa con uno dei nomi più iconici del Made in Italy: Giorgio Armani. Il gruppo dello stilista milanese è tra i principali sostenitori del progetto Milano Green Circle 90/91, un’iniziativa lanciata dal Comune di Milano in collaborazione con Forestami e il Politecnico di Milano, con l’obiettivo di rinaturalizzare il percorso della linea filoviaria 90/91. Un’azione concreta di riqualificazione ambientale che punta a rendere la città più verde, vivibile e resiliente ai cambiamenti climatici.

Il progetto, partito a gennaio 2025 e destinato a concludersi entro la stagione agronomica 2026/27, prevede la piantumazione di 350 alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni lungo il tracciato circolare della storica linea di trasporto pubblico.

Il primo tratto completato, da piazzale Brescia a piazza Bolivar, è stato realizzato grazie al supporto economico e comunicativo del Gruppo Armani, che ha scelto di investire in un’idea di città più sana e armoniosa.

Leggi anche: Armani: «Milano centro del mio mondo». La moda uscirà dal Quadrilatero?

# Una città «a misura d’uomo»

Credits: forestami.org

«Sono soddisfatto della realizzazione di questa prima parte del progetto», ha dichiarato Giorgio Armani. «Milano Green Circle non è una dichiarazione di intenti, ma qualcosa di tangibile. Sono convinto che si possa trovare il giusto equilibrio tra città e natura e questa iniziativa è un segnale concreto che desidero dare alla città. La mia speranza è quella di contribuire alla realizzazione di una Milano che sia davvero a misura d’uomo, nella quale stare bene».

La visione dello stilista è pienamente allineata con i principi della forestazione urbana promossa da Forestami: migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento acustico, valorizzare la biodiversità, gestire le acque piovane e contrastare l’effetto isola di calore. Per questo, nel primo tratto sono stati piantati esemplari scelti in base alla loro capacità di adattamento e al contributo rispetto all’ecosistema: salvia da fiore bianca, foglie di quercia, rosa bianca a radice nuda, sorbo, melocotogno, cidonia

L’intervento è stato curato dalla Cooperativa Il Giardinone, che ha progettato le nuove sistemazioni verdi tenendo conto delle caratteristiche del terreno e della presenza del fiume Olona, sotterraneo in quel tratto. L’attenzione all’idrologia ha permesso di creare avvallamenti utili alla raccolta dell’acqua piovana, diminuendo così il fabbisogno di irrigazione artificiale.

Leggi anche: La paura a Milano fa 90 (e 91): i viaggiatori tipici della linea più leggendaria di Milano

# Moda e ambiente si incontrano: il pop-up green di Emporio Armani

In occasione del Salone del Mobile 2025, il Gruppo Armani ha deciso di rendere visibile il proprio impegno anche con un’azione simbolica e coinvolgente per i cittadini. Dal 9 al 12 aprile, un’ape car elettrica con il logo Emporio Armani viene posizionata in via Manzoni 31, proprio di fronte allo store milanese del brand.

Qui, i passanti possono ricevere gratuitamente tote bag in cotone riciclato contenenti un vaso ecosostenibile e una cartolina piantabile con semi di fiori di campo, per portare un po’ di verde anche a casa propria.

Leggi anche: I sette motivi per cui la «Milano green» è pura finzione

# Forestami: la foresta metropolitana cresce

Credits: forestami.org

Il progetto Milano Green Circle 90/91 si inserisce nella più ampia cornice di Forestami, il programma di forestazione urbana nato da un’idea dell’architetto Stefano Boeri e sostenuto da numerose istituzioni pubbliche e private, tra cui il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il Politecnico di Milano e diverse fondazioni.

L’obiettivo è ambizioso: piantare 3 milioni di alberi entro il 2030 nell’area metropolitana milanese, per migliorare la qualità della vita, abbattere l’inquinamento e rigenerare il territorio.

Dal 2018 a oggi, oltre 611.000 piante sono già state messe a dimora, in 70 comuni, coinvolgendo più di 10.000 cittadini e attivando 11 cooperative sociali. Con i suoi 58 interventi realizzati e 38 ettari di territorio trasformato, Forestami rappresenta un modello replicabile di alleanza tra pubblico e privato.

Il sostegno del Gruppo Armani al progetto lungo la 90/91 dimostra che anche il mondo della moda, e del business in generale, può essere protagonista attivo di questa trasformazione. Un esempio virtuoso di come il capitale culturale e imprenditoriale possa lavorare in armonia, restituendo valore alla città e ai suoi abitanti.

Continua la lettura con: Si chiama «Bastioni aperti», ma è il progetto per chiuderli al traffico

MATTEO RESPINTI

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La stazione futuristica di Renzo Piano con passarella trasparente che guarda Milano: il punto sui cantieri

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milanosesto.it - Stazione passerella

La stazione progettata da Renzo Piano a MilanoSesto è uno dei progetti più innovativi degli ultimi anni. La struttura si distingue per una passerella in vetro di 90 metri di lunghezza e 18 di larghezza ed è stata pensata per collegare due parti della città separate dalla ferrovia. Vediamo il punto sui cantieri.

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La stazione futuristica di Renzo Piano con passarella trasparente che guarda Milano: il punto sui cantieri

# La struttura si caratterizzata per una passerella in vetro di 90 metri larga 18 metri

Nel cuore di MilanoSesto, il cantiere della nuova stazione progettata da Renzo Piano sta prendendo forma e promette di diventare il simbolo della trasformazione urbana di una delle zone più dinamiche di Milano. La stazione, parte di uno dei progetti di riqualificazione urbana più ambiziosi d’Europa, mira a unire due aree di Sesto San Giovanni separate dalla ferrovia, con una struttura che si distingue per la sua passerella in vetro lunga 89 metri e larga 18, sospesa a 14 metri d’altezza sopra i binari. Un vero e proprio ponte sospeso tra le diverse anime della città. Prevista inoltre una grande copertura fotovoltaica in vetro di 110 metri per 28 in grado di alimentare la stazione.

La passerella funge da nodo di scambio: prevede un bar, un paio di attività commercial e un’area panoramica, offrendo una vista unica sul nuovo parco urbano di 14 ettari di Unione Zero. La stazione si collega direttamente con la linea M1 della metropolitana: il sottopasso in fase di ristrutturazione viene esteso di circa 42 metri, garantendo un flusso continuo tra i mezzi pubblici e la stazione.

# In completamento la copertura con pannelli fotovoltaici, realizzate le  fondamenta del nuovo edificio viaggiatori

A ottobre 2024 avevamo assistito alla posa della prima pietra per il primo lotto di Unione Zero, il progetto che riqualifica l’intera zona. Nel frattempo, i lavori alla stazione hanno fatto notevoli progressi. Le fondamenta dell’edificio principale, il corpo viaggiatori, sono state completate, e sono già in fase avanzata le opere per i locali sotterranei che collegheranno la stazione con la metropolitana. La demolizione dell’ex stazione, contaminata da amianto, è stata portata a termine a luglio 2024, liberando spazio per la nuova struttura.

Lungo la passerella, sono già in fase di montaggio le scale mobili e la copertura con vetro e pannelli solari della passerella lato piazza, oltre ai vetri a protezione del cavedio di alloggio degli ascensori a servizio delle banchine. Sono stati inoltre montati i telai portanti dei futuri ascensori sotterranei diretti alla passarella a ponte e completati i lavori di rifinitura nelle aree adiacenti, con la realizzazione delle tettoie, dei parapetti e delle scalinate complete.

# Il sottopassaggio collegato alla metropolitana pronto già nei prossimi mesi, la nuova stazione operativa a dicembre 2025

milanosesto.it – Stazione passerella

Secondo il cronoprogramma aggiornato, la struttura principale dovrebbe essere ultimata entro agosto 2025, con la stazione operativa a partire da dicembre 2025.

sestosg.net – Planimetria sottopasso pedonale

Tra i prossimi interventi, è previsto il completamento del sottopassaggio, che renderà possibile il collegamento diretto tra la stazione e la metropolitana, evitando di uscire in superficie.

Continua la lettura con: Cammineremo su una passerella sospesa su piazza Duomo? Chiusa la gara d’appalto 

FABIO MARCOMIN

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Le 10 città più belle del Nord Italia: la classifica definitiva

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Boccadasse
Boccadasse - ph. @ simonacatalano__ IG

Tutto è iniziato per scherzo. Ci siamo detti, anche in questo periodo complicato per che cosa possiamo essere felici di vivere dalle nostre parti? Una delle risposte è stata: perchè qui c’è una concentrazione di città bellissime, unica al mondo. A quel punto abbiamo rilanciato: ma se dovessimo stilare una classifica delle 10 città più belle del Nord Italia, quali metteremo? Così abbiamo deciso di mettere insieme i risultati di alcune classifiche esistenti per arrivare a una superclassifica della bellezza. 

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Le 10 città più belle del Nord Italia: la classifica definitiva

Punteggi elaborato dalle classifiche dei seguenti siti: skyscanner, travel365, unesco, expedia, tripadvisor, walksofitaly, tripssavvy, govisity, thetelegraph

#10 Parma (11 punti)

#9 Bologna (13 punti)

#8 Bergamo (14 punti)

bergamo

#6 Trieste (16 punti)

#6 Mantova (16 punti)

#5 Genova (18 punti)

#4 Torino (19 punti)

#3 Verona (28 punti)

Verona

#2 Milano (42 punti)

#1 Venezia (68 punti)

credit: gamberorosso.it

Note di merito per: Padova, Ravenna e Ferrara.

Continua la lettura con: I 7 piccoli BORGHI più BELLI del NORD Italia

MILANO CITTA’ STATO

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I cinque palazzi più belli di Milano che… non ci sono più

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citydoormilano.it - Ca' Rossa

A Milano il passare dei secoli, lo sviluppo e il progresso hanno portato a un progressivo rimodellamento dei suoi vicoli e dei suoi palazzi. Nel capoluogo lombardo ve n’erano di molto belli, ma non tutti sono a conoscenza della loro esistenza.

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I cinque palazzi più belli di Milano che… non ci sono più

#1 La Casa Rossa

citydoormilano.it – Ca’ Rossa

Costruita nel 1837 dall’architetto Gaetano Casati per il barone Gaetano Ciani nell’aristocratico borgo di Porta Orientale, la casa posta all’angolo con Via Boschetti era particolarmente esuberante e rivestita di decorazioni in terracotta, tanto che venne da subito battezzata Ca’ Rossa. Si presentava con un piano terra finestrato, un primo piano posto sotto ad una balconata ricca e che girava attorno alla casa segnando il piano nobile, terminava con un terzo piano e un ricco cornicione dotato di pinnacoli.

Maps – Ex Ca’ Rossa

Era rossa per via dell’abbondante uso di decorazioni in terracotta che l’hanno caratterizzata per un secolo, e all’epoca divenne una meraviglia da guardare per chi veniva a Milano in visita. Poi nel 1928 l’edificio venne spogliato dalle terrecotte che lo caratterizzavano e rialzato di ben tre piani, e qualche anno fa la casa è stata ulteriormente rialzata di un altro piano fino ad assumere le forme del palazzo odierno.

#2 Palazzo Arcimboldi

Di Anonimo – Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4144741 – Palazzo Arcimboldi

Palazzo Arcimboldi (già Casa dei Corbella) era un palazzo seicentesco storicamente appartenuto al sestiere di Porta Ticinese e si trovava in via dell’Unione 12. Crollò a seguito dei bombardamenti del 1943. L’edificio, alto tre piani, si sviluppava attorno ai due cortili, dei quali il secondo presentava un notevole porticato con affreschi di storie mitologiche. Erano affrescati anche gli ambienti interni, fra cui la cappella con l’Assunzione della Vergine e il teatro. Pregevole poi era lo scalone barocco a quattro rampe, con balaustra in pietra traforata decorata con aquile, putti e altre figure fantastiche.

Leggi anche: I PALAZZI dove VIVERE la Milano dal MEDIOEVO fino alle soglie del ‘700

#3 Villino Hoepli

Di Anonimo – SkyScraperCity – Milano Sparita, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4200768 – Villino Hoepli

Era un signorile villino in stile neorinascimentale realizzato su progetto dell’architetto Carlo Formenti fra il 1894 e il 1896 e fu sostituito nel 1938 dalla Villa Falck, tuttora esistente. Si trovava in via XX Settembre al civico 2, all’angolo con via Tamburini. Col Piano regolatore Berruto si andò a risolvere la controversia legata alla lottizzazione delle aree retrostanti il Castello Sforzesco (la ex piazza d’armi), dando al contempo alla città di Milano un adeguato piano di ampliamento. Sull’area dell’ex piazza d’armi sarebbe stato infatti realizzato il Parco Sempione, mentre le aree comprese fra il Castello e Porta Magenta vennero destinate alla lottizzazione, per la realizzazione di edifici residenziali destinati alla borghesia.

Nello specifico, la via XX Settembre venne suddivisa in piccoli appezzamenti, destinati ad ospitare villini signorili. La villa, malgrado l’imponenza e la sontuosità, non servì mai ad esibire od ostentare la propria posizione e ricchezza, né fu teatro di feste o ricevimenti. Venne impiegata con funzione di rappresentanza soltanto nel 1906, quando ospitò il presidente federale Ludwig Forrer, in visita a Milano per incontrare il re Vittorio Emanuele III in occasione della cerimonia per l’inaugurazione del Traforo del Sempione.

Leggi anche: Le VILLE più BELLE di VIA VENTI SETTEMBRE, la Kensington High Street di Milano

#4 Palazzo Imbonati

Di Marc’Antonio Dal Re – Storia di Milano (http://www.storiadimilano.it/repertori/pres_dalre/dalre0011.html), Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4147516 – Palazzo Imbonati

Palazzo Imbonati era un palazzo cinquecentesco storicamente appartenuto al sestiere di Porta Nuova, e si trovava in via Marino. Venne demolito nel corso del XIX secolo. Il palazzo conservava al tempo un elegante cortile, con capitelli scudati corinzi, che recavano le insegne viscontee e sforzesche, finiti dopo la demolizione al Museo archeologico. Fu particolarmente noto per aver ospitato fra il 1743 e il 1768 la risorta Accademia dei Trasformati, promossa dallo stesso mecenate Giuseppe Maria Imbonati e della quale fecero parte anche Giuseppe Parini e Pietro Verri. Il palazzo, di proprietà inizialmente degli Imbonati, passò poi alla famiglia Blondel ed in seguito a Massimo d’Azeglio e al suo posto sarebbe poi sorto il vecchio Teatro Manzoni, a sua volta distrutto a seguito dei bombardamenti del 1943.

 #5 Coperto dei Figini

credits: @milanoeprovincia IG

Il Coperto dei Figini era un palazzo rinascimentale costruito tra il 1467 e il 1472 da Guiniforte Solari, un ingegnere della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, su commissione di Pietro Figino e situato in piazza del Duomo sul lato occidentale dalla piazza (guardando il Duomo di fronte.) Venne abbattuto nel 1864, quando l’area venne ristrutturata per l’ampliamento della piazza e per la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. Sotto i suoi portici era presente il Caffè Campari, che successivamente si trasformò in un’azienda produttrice di bevande e che esiste tuttora.

La scelta cadde su Solari per questione di prestigio: Pietro Figini voleva un palazzo che rivaleggiasse architettonicamente con gli altri edifici già presenti in piazza del Duomo. Lungo 76 metri, era provvisto di un portico fronte piazza, il cui muro di fondo e le sue 24 colonne,  appartenevano precedentemente alla demolita basilica di Santa Tecla. Della demolizione del Coperto dei Figini e del vicino isolato del Rebecchino si iniziò a parlare all’inizio del XIX secolo, con l’obiettivo dichiarato di ampliare la piazza e renderla spaziosa come la conosciamo oggi. Il Coperto dei Figini venne quindi abbattuto a partire dal 1864, mentre il Rebecchino ebbe la stessa sorte undici anni dopo. 

Continua la lettura con: I 10 PALAZZI più BELLI del MONDO (Immagini)

CARLO CHIODO

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Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio

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Milàn l’è un gran Milàn, ma i milanesi vivono bene? Abbiamo raccolto indagini statistiche e valutazioni di servizi e settore per capire se i milanesi vivono davvero bene. E il risultato presenta sorprese. 

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Come ci si sente a vivere a Milano? I tre grandi pregi e… i due motivi di disagio

# I primi due grandi vantaggi di vivere a Milano: cultura e lavoro

Il dossier Qualità della vita (di Lab24) pone la città di Milano all’8° posto nella classifica. La città della Madonnina è preceduta da Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze e Modena. I 6 parametri utilizzati per valutare le città sono:

LE NOTE LIETE:

  • Affari e lavoro: Milano è al 1° posto.
  • Cultura e tempo libero: Milano è al 2° posto.
  • Demografia e società, rispetto al quale la città si posiziona 13° posto.
  • Ricchezza e consumi: Milano è 20°.

LE NOTE STONATE:

  • Ambiente e servizi: Milano è al 41° posto.
  • Giustizia e sicurezza: con il 107° posto affossano il risultato complessivo della città.

I due grandi punti di forza del capoluogo lombardo sono il suo dinamismo economico-lavorativo e culturale. La città, i milanesi lo sanno bene, è riconosciuta come il principale polo economico d’Italia e uno dei più importanti in Europa.

Credits: Janno Nivergall – Pixabay

Il sindacato CGIL parla, per il 2023, di 1.507.000 di cittadini occupati (0,8% in più rispetto al 2019), quindi di un tasso di occupazione complessivo pari al 71,2% dei cittadini abili al lavoro. I maggiori settori di occupazione sono i servizi alle imprese, gli alberghi, il commercio, la ristorazione, l’industria e l’edilizia.

Leggi anche: Ufficiale! M4: c’è la data del primo viaggio tutto blu…e si fa festa con spettacoli gratis lungo il percorso

La cultura e il tempo libero sono l’altro grande punto di forza di Milano: nelle sotto-classifiche di questo parametro ottimi posti sono occupati dalla diffusione della banda larga (segno di una città al passo con la tecnologia) e dalla frequentazione di palestre, piscine e stabilimenti termali, di centri per il benessere fisico e del patrimonio museale. Anche l’indice di sportività, che vede Milano al 5° posto nella classifica nazionale, è un ottimo segno per la città.

In questo quadro, complessivamente molto buono, i tasti dolenti sono: l’assenza di amministratori comunali con meno di 40 anni (67° in classifica), la valutazione dei ristoranti della città (53° in classifica) delle librerie (56° in classifica) e del meteo (91° in classifica), che però poco dipende dagli abitanti.

# Il terzo fattore di forza di Milano: mezzi pubblici a livello (quasi) nord- Europeo

Credits: Comune di Milano

Negli ultimi anni, Milano si è affermata come una delle città italiane più impegnate nella promozione della mobilità sostenibile. Con l’espansione delle piste ciclabili (2,1 km ogni 10.000 abitanti), la cui diffusione ci vede 25° in Europa, e il crescente numero di veicoli elettrici, che, secondo Aci (Automobile Club d’Italia), sono passati da 3.830 nel 2021 a 7.284 nel 2023, la città sta cercando di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria.

Per ridurre il traffico, soprattutto delle auto più inquinanti, l’amministrazione comunale ha introdotto da tempo misure quali Area B e Area C. Più recentemente, il Sindaco, Beppe Sala, ha annunciato la volontà di estendere la durata dell’Area C anche ai weekend, che prima ne erano esclusi.

Da un sondaggio di Confcommercio, condotto su 549 imprese meneghine, emerge che, secondo gli intervistati, le nuove regole danneggeranno le attività commerciali (per il 77%) e renderanno meno attrattivo il centro (per il 65%).

Invece, per quanto riguarda i mezzi pubblici, la RELAZIONE ANNUALE INTEGRATA del Gruppo ATM 2023, parla chiaro: “Il livello di servizio è stato elevato, con una regolarità che mantiene livelli soddisfacenti: maggiori del 96,5% in superficie e del 99,8% in metropolitana, con una soddisfazione media dei Clienti di 7,6 punti su un massimo di 10.”

Questi i punti di forza. Ma quali sono invece gli elementi negativi?

Leggi anche: Ufficiale! M4: c’è la data del primo viaggio tutto blu…e si fa festa con spettacoli gratis lungo il percorso

# I grandi motivi di disagio: 1. Il costo della vita

Credits: Moerschy – Pixabay

Il costo della vita a Milano è tra i più elevati d’Italia, infatti secondo un’analisi del Codacons (2024), che confronta i prezzi di beni e servizi nelle principali città italiane, Milano si trova al secondo posto appena sotto Aosta.

Nel dettaglio, Milano si distingue per alcuni dei costi più elevati nel panorama nazionale. Tra tutti spicca il prezzo del panino al bar, che a Milano raggiunge i 5,39 euro, il più alto d’Italia, con un aumento dell’8,02% rispetto all’anno precedente. Altri costi notevoli sono l’equilibratura gomme e la convergenza, con un prezzo medio di circa 88 euro, ben al di sopra, per esempio dei 38 euro di Catanzaro.

Osservatorio Prezzi, a maggio 2024, rileva che anche rispetto ai beni di consumo la situazione non cambia: il costo del caffè tostato ha raggiunto quasi 12 euro al chilo, il miele è arrivato a 12,50 al chilo, il costo della passata di pomodoro è generalmente aumentato del 17% rispetto allo scorso anno e il costo delle vongole ha visto un incremento del 23%.

L’olio extravergine d’oliva, ingrediente principe della cucina italiana, ha registrato un aumento drammatico del 74%, con un prezzo medio di 9,89 euro per bottiglia da litro.

Leggi anche: Dove a Milano gli affitti costano meno?

# I grandi motivi di disagio: 2. L’insicurezza

Credits: @polizia_locale_fp – Instagram

Ancor più che il costo della vita, la sicurezza è il vero tema negativo che attanaglia la città di Milano. Come riportato prima, nel quadro dell’indagine sulla qualità della vita nelle città italiane (Lab 24), sicurezza e giustizia sono il tema che più penalizza Milano.

Con 6.991,3 denunce ogni 100.000 abitanti, un altro dossier di (Lab 24), indice della criminalità 2023, indica il capoluogo lombardo al primo posto tra le città più insicure d’Italia.

I dati del report, effettivamente, non sono positivi per il 2023 si parla di: 3.489 denunce per minacce, 1.229 denunce per percosse, 3.832 denunce per lesioni dolse, 29.720 denunce per danneggiamenti, 124.631 denunce per furti, 4.123 denunce per rapine, 20.029 denunce per frodi informatiche e 76 denunce per omicidi colposi su 298 omicidi totali in Italia nel 2023.

La Belle Epoque (FIlm)

Quindi, come ci si sente a vivere a Milano? La risposta è complessa. Da un lato, grazie al lavoro e alla cultura, la città occupa l’8° posto nella classifica dei luoghi in cui la qualità della vita è migliore, dall’altro il costo di questa vita risulta tra i più elevati d’Italia e, come emerge dall’ultimo dossier citato, la sicurezza è il tasto dolente della metropoli.

Continua la lettura con: I trucchetti per vivere bene a Milano

MATTEO RESPINTI (Articolo aggiornato)

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Il grande classico: le cose da non perdere al Fuorisalone anticipate da Biraghi

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5 vie - ph. @cosedicasa_com IG

Un grande classico del Fuorisalone. La Super Guida in anteprima anticipata da Giacomo Biraghi, il celebre “expo ottimista”, esperto di urbanistica e di nuove visioni. 

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Il grande classico: le cose da non perdere al Fuorisalone anticipate da Biraghi

Ph. @aeg.italia IG

# La top 3 delle installazioni

1.     Toilet Paper _ Porta Venezia
2.     Porta Nuova Vertical Connection _ Gae Aulenti
3.     Hyper Portal _ Palazzo Moscova

# La top 10 delle cose da vedere

1.     Cassina _ Teatro Lirico Gaber
2.     Alcova _ ex SNIA e Serre di Pasino (Varedo)
3.     Gucci _ Chiostro grande di San Simpliciano
4.     Mosca and Partners _ Palazzo Litta
5.     Artemest – Via Donizetti 48
6.     Labò – Via Biella 6
7.     6:am – Bagni Piscina Cozzi
8.     Seiko – Palazzo Landriani
9.     Campeggi – Torre al Parco Sempione
10. Saint Laurent – Padiglione Visconti, Via Tortona 58

# 5 cose da fare senza fretta (aperti anche settimana prossima)

1.     Drop City – Magazzini Raccordati Stazione Centrale
2.     Interni _ Università Statale
3.     Wilson _ Pietà Rondanini
4.     Library of Light _ Pinacoteca di Brera
5.     PulpBrother _ CZA Cino Zucchi Architetti, Via Revere 8

Continua la lettura con: 7 idee del «Grande Design» per rendere Milano molto più bella (Immagini)

GIACOMO BIRAGHI

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La stazione della metro più profonda al mondo: praticamente un grattacielo sotterraneo

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Credits: travel.taboos IG - Arsenalna Station

È stata costruita così in profondità che solo la salita o discesa con le scale mobili dura oltre 5 minuti. Praticamente come andare in cima a un grattacielo. Solo che ci si ritrova negli abissi. Scopriamo quanto è profonda e dove si trova. 

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La stazione della metro più profonda al mondo: praticamente un grattacielo sotterraneo

# La metropolitana con la stazione più profonda è in Ucraina: “Arsenal’na” scende fino a 105 metri

Credits: djaunter.com

La stazione della metro più profonda del mondo si trova sulla Linea Svjatošyns’ko-Brovars’ka di Kiev, la capitale Ucraina. Si chiama Arsenal’na ed è stata inaugurata insieme alla prima tratta della metropolitana. Ma quanto è profonda? Si spinge fino a 105,5 metri di profondità. Questo per una caratteristica geofisica di Kiev: in questo punto la riva destra del fiume Nipro si innalza al di sopra del resto della città. Il risultato è che come costruzione, la stazione assomiglia a un grattacielo sotterraneo. Ma quanto ci vuole per arrivare a prendere la metro?

# La corsa delle scale mobili dura 5 minuti

Credits: _kyiv_to_go_ IG

La stazione ha una piccola anticamera direttamente collegata al tunnel delle scale mobili, la cui corsa è una delle più lunghe al mondo. Ci vogliono almeno cinque minuti per salire o scendere. È così profonda che richiede più scale mobili collegate da diversi corridoi solo per raggiungerla.

Credits: tripadvisor Neil K – Percorso dentro stazione Arselana

# Prende il nome dall’impianto di produzione per l’esercito russo “Arsenal Factory”

Credits: Tripadvisor Neil K – Banchina Arselana

La stazione fu completata nel 1960 e prese il nome dalla vicina Kyiv Arsenal Factory, fondata nel XVIII secolo come impianto di produzione per l’esercito russo. Inizialmente la stazione fu costruita come fermata provvisoria sul lungo tracciato prima dell’attraversamento del Nipro, per poi diventare definitiva.

# I piloni alla base degli archi dentro la stazione sono solo decorativi

Credits: explore__ua IG – Interni stazione

L’architettura presenta imponenti piloni che ricordano ai pendolari le tonnellate di terra e acqua sopra le loro teste, ma sono solo un promemoria: esistono solo come decorazione nonostante furono previsti nel progetto iniziale come sostegni reali.

Continua la lettura con: Le 10 METROPOLITANE da RECORD MONDIALE

FABIO MARCOMIN (articolo aggiornato)

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«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti

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Andrea Zoppolato incontra Luca Morotti, imprenditore e analista non convenzionale sugli scenari internazionali.  Nota: questo podcast è stato registrato prima del crollo dei mercati post-dazi. La sua teoria sulla Fine del Mondo ha anticipato il crollo di questi tempi? Questa la sua visione del presente che stiamo vivendo.
 
Geopolitica, economia e cambiamento visti da un punto di vista originale e indipendente.
 
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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

Il lato chiaro di Alessandro Fracassi

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