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Da Monza ad Opera, da Corsico a Paullo: le ultime novità sulle 9 estensioni della metro a Milano

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Chatgpt - Metro del futuro

Le estensioni della metro. Alcune sono in corso, altre in attesa di bando e altre ancora in fase di studio preliminare. Tutto quello che manca per vedere realizzati i progetti di estensione della rete metropolitana.

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Da Monza ad Opera, da Corsico a Paullo: le ultime novità sulle 9 estensioni della metro a Milano

# M1 verso Monza: si attende di trovare la nuova impresa costruttrice

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

L’opera più attesa di tutte, soprattutto se si pensa a quando è stata posta la prima pietra: oltre 13 anni fa. L’estensione della M1 in direzione di Monza è una vera e propria odissea, una piccola Salerno-Reggio Calabria, con un tracciato di appena 1,9 km e due fermate: Sesto Restellone e Cinisello/Monza Bettola. Dopo diversi stop per motivi burocratici ed economici, sono riprese alcune lavorazioni nell’area della futura stazione capolinea e sono state recuperate le risorse per gli extra costi di circa 30 milioni di euro. Si attende ora di trovare la nuova società incaricata a completare i lavori, dopo che quella precedente ha rescisso il contratto. Un aiuto potrebbe arrivare dal bando pubblicato per realizzare l’estensione della linea ad ovest, come vedremo nel paragrafo successivo. L’inaugurazione al momento è stata spostata ancora in avanti, dal 2027 al 2029, sempre che arrivino delle buone notizie nei prossimi mesi.

Leggi anche: La M1 corre a Monza: arrivano i soldi! 

# M1 fino al quartiere Olmi: pubblicata la nuova gara d’appalto che potrebbe risolvere anche lo stop dell’estensione verso Monza

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

La M1 prevede un prolungamento ad ovest da Bisceglie di 3,3 km e tre fermate: Parri, Baggio e Quartiere Olmi. Dopo la copertura dei 145 milioni di euro di extra costi e il nulla di fatto con il primo bando, per l’offerta economica ritenuta troppo bassa e perchè l’unica azienda partecipante non è stata ritenuta idonea, il 29 novembre 2024 ne è stato pubblicato un secondo rivisto. Nel dettaglio, si prevede una base d’asta di 485 milioni di euro e due opzioni: la costruzione del deposito e il completamento dell’estensione della linea verso Monza. L’obiettivo è partire con il cantiere a settembre 2025. La durata prevista è di 6 anni e quindi i primi treni dovrebbero correre sui binari entro la fine del 2031.

Leggi anche: M1, M2, M3, M4 e M5: il punto sui 7+1 prolungamenti più attesi dai milanesi

# Estensione M5 a nord: stanziati gli extra costi, atteso il bando di gara

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

Anche per l’estensione a nord della linea M5 c’è già pronto il progetto esecutivo. Si prevede un raddoppio del tracciato, 11 fermate e 13 chilometri fino al Polo Istituzionale di Monza. Un’opera dal costo di 1,296 miliardi di euro, nel bilancio regionale da poco approvato è stato confermato lo stanziamento di 37,2 milioni all’anno dal 2027 al 2032 sul totale di 283 milioni di euro di quota dell’ente, mentre mancano all’appello circa 300 milioni di extra costi. La buona notizia è che alla Camera nelle votazioni della legge di bilancio 2025, come segnalato dalla pagina facebook MetroxMilano, è stato accolto l’ordine del giorno n. 184 del deputato Crippa (Lega) che impegna il Governo a erogare tale somma nell’arco di 10 anni: 30 milioni annui dal 2027 al 2036. Si attende quindi a breve la pubblicazione del bando, sui cui sta lavorando MM, per far partire i cantieri entro la fine del 2025 o al più tardi all’inizio del 2026, per inaugurare il prolungamento tra il 2032 e il 2033.

# M4 fino a Segrate: approvato lo studio di fattibilità, servono 44 milioni di euro extra per realizzare l’opera

Credits segratecitylab – Hub segrate

All’inizio del mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica per il progetto di estensione della linea fino a Segrate, un tracciato di 3,1 km con 2 nuove fermate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est, il nuovo capolinea dove è previsto l’interscambio con la futura stazione AV di Segrate. Al momento sono stati finanziati 420 milioni di euro, mentre sono saliti a 70 i milioni di extra costi da recuperare, dovuti all’incremento delle materie prime. Attesa la Conferenza dei Servizi decisoria nella primavera 2025 per dare avvia alla gara di appalto tra il 2025 e 2026, previo copertura finanziaria integrale. Inaugurazione non prima del 2030. Al futuro capolinea prevista anche la nuova stazione di alta velocità, a servire la direttrice Milano-Venezia, oltre che i treni suburbani e regionali.

Leggi anche: La M4 punta a EST: il CAPOLINEA sarà oltre LINATE

# M3 a Paullo: in corso la stesura dello studio di fattibilità, ma la Regione punta solo su Peschiera e prevede un summit a gennaio 2025

Tracciato M3 fino a Paullo

Per la M3 a sud oltre San Donato siamo più indietro nel processo. In questo caso è infatti in corso la stesura di un piano di fattibilità tecnica ed economica. Si prevede un prolungamento di 4,4 chilometri da San Donato fino a Peschiera Borromeo, con due fermate: San Donato-De Gasperi e Peschiera. Un investimento di 435 milioni. A questi vanno aggiunti altri 265 milioni per la prosecuzione del tracciato in metrotranvia con 8 fermate da Peschiera a Paullo TEEM. Le risorse economiche sono ancora tutte da reperire. Regione Lombardia non è però convinta della tratta in metrotranvia e a gennaio 2025 prevede di incontrare MM e i comuni interessati al tracciato, compreso il bacino cremasco, per dare concretezza alla parte del progetto di sola metropolitana fino a Peschiera Borromeo.

Leggi anche: La M3 guarda a Peschiera: atteso incontro tra Regione e sindaci

# M5 fino a Quinto Romano: in lavorazione lo studio di fattibilità, 350 milioni di euro necessari per il prolungamento

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Da parte di MM è in corso uno studio di fattibilità anche per allungare la linea M5 di due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano, quindi per ora ci si ferma prima di Settimo Milanese rispetto alle ipotesi iniziali. Stiamo parlando di tracciato di 2,5 km per un investimento di 350 milioni di euro. Anche in questo caso non sono state stanziate ancora la risorse necessarie per proseguire con il progetto esecutivo e realizzare l’opera.

# M2 fino a Vimercate: avviato mini studio per l’estensione come metrotranvia, ma il progetto è a rischio stop

Prolungamento M2

Avviato da poco un mini studio di fattibilità per il prolungamento della M2 verso nord fino a Vimercate come metrotranvia. L’investimento stimato è di circa 600 milioni di euro. In tutto 12 chilometri per 10 fermate, a servire Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorrezzo oltre al capolinea. Nelle ultime settimane il progetto però sembra essersi arenato, con i comuni interessati sempre meno convinti dato che ancora le richieste di modifica del tracciato non sono state accolte.

Leggi anche: M2 fino a Vimercate? Queste le criticità del tracciato

# M4 ad ovest: diversi scenari sul tavolo, ma Regione e Comune sembrano prediligere l’estensione di una sola fermata

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

La linea M4 potrebbe allungarsi anche ad ovest, oltre la futura stazione di San Cristoforo FS. Tra gli scenari possibili c’è il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico, altri che ipotizzano l’estensione fino a Trezzano sul Naviglio o in alternativa il potenziamento del servizio da parte di Trenord dalla linea ferroviaria Milano-Mortara. Attualmente si sta ragionando sull’estensione fino a Buccinasco, anche se ancora non è stata presa una decisione definitiva sul tracciato. L’investimento per una sola fermata aggiuntiva sarebbe pari a circa 150 milioni di euro.

# M6 da MIND a sud-est: lo “scontro” sul tracciato tra Comune e Governo. Stanziate le risorse per lo studio di fattibilità

Credits metromilano – Nuova M6

Qui siamo nel regno delle ipotesi. Il Comune di Milano ha ottenuto le risorse per realizzare lo studio di fattibilità per un tracciato che copra in modo orizzontale l’area sud della città, con l’obiettivo di proseguire ad ovest chiudendo idealmente il percorso della futura Circle Line.

Credits: Urbanfile

La linea M6 andrebbe da MIND a Santa Giulia intercettando tutte le linee metropolitane esistenti incrociando la Circle Line alla stazione MIND-Merlata, la M1 e M5 ad ovest, la M4 a sud ovest, la M2 e la M3 a sud con probabile interscambio a Lodi T.I.B.B. a servizio dello Scalo Romana. Le fermate e il tracciato sono però ancora da individuare anche perchè il Governo italiano sembrerebbe prediligere un’altra opzione.

Localizzazione della possibile stazione AV Opera

Nello specifico, il Governo sembra prediligere un percorso diretto a sud lungo l’asse di Via Ripamonti per servire il quartiere Vigentino, lo IEO, Noverasco e fare capolinea nel Comune di Opera, dove verrebbe realizzato il deposito-officina e un hub dell’Alta Velocità per i Frecciarossa e gli Italo Treno diretti a Genova. L’investimento necessario, per entrambe le ipotesi, non è stato ancora ipotizzato e il cantiere non partirebbe comunque prima del 2030.

Continua la lettura con: La linea M6 come la MetroSur di Madrid? Questo il percorso «alla spagnola»

FABIO MARCOMIN

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Milano, «spese record di 4 miliardi». Ma ogni anno «regala» 20 miliardi allo Stato

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Il Comune di Milano ha approvato il bilancio preventivo per il 2025, che prevede una spesa complessiva che sfiora i 4 miliardi di euro (3,9). L’ammontare è stato presentato dalla maggioranza come un record nella storia della città, Una cifra grandiosa ma che risulta molto ridimensionata se raffrontata ai circa 20 miliardi che ogni anno la città di Milano versa allo Stato.
 
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Milano, «spese record di 4 miliardi». Ma ogni anno «regala» 20 miliardi allo Stato

# Un bilancio anticipato per una gestione più efficiente

Il bilancio preventivo 2025, approvato il 18 dicembre 2024 con 26 voti favorevoli e 6 contrari, segna un traguardo storico per Milano. Presentato dalla maggioranza come un risultato record, si configura come un punto di partenza per ambiziosi progetti destinati a migliorare la città. Ma dietro a questa cifra emerge una questione fondamentale: la scarsità di supporto finanziario da parte dello Stato centrale.

La discussione sul bilancio è iniziata il 2 dicembre e si è conclusa il 18 dello stesso mese, con l’obiettivo di garantire l’avvio dei progetti già a partire da gennaio 2025, evitando i ritardi che hanno caratterizzato le approvazioni precedenti. Questo approccio è stato definito fondamentale per un’efficace gestione delle risorse, soprattutto in un contesto economico segnato dall’inflazione e dai tagli statali.

Emmanuel Conte, assessore al Bilancio, ha sottolineato come l’approvazione anticipata del bilancio consenta una gestione ordinata e tempestiva delle risorse, fondamentale per il buon funzionamento della città.

# La composizione della spesa

Il bilancio 2025 prevede significativi incrementi di spesa in vari settori cruciali per lo sviluppo della città. Gli aumenti riguardano principalmente:

  • Welfare: +5 milioni di euro
  • Servizi scolastici ed educativi: +6,7 milioni di euro
  • Sicurezza: +4 milioni di euro
  • Risorse umane: +20 milioni di euro, destinati alle nuove assunzioni e agli adeguamenti salariali

Inoltre, è previsto un massiccio investimento nel trasporto pubblico, con un impegno di circa 1 miliardo di euro, che include un incremento di 40 milioni di euro per la realizzazione della nuova linea metropolitana M4. In ambito infrastrutturale, Milano punta al potenziamento delle metropolitane con il prolungamento delle linee M1 e M4, e alla costruzione del Villaggio Olimpico in vista dei Giochi Invernali del 2026.

A questi aumenti si aggiungono importanti investimenti strategici per la crescita della città. Per il settore culturale, sono previsti fondi per il raddoppio del Museo del Novecento, il potenziamento della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic) e il recupero dell’anfiteatro di via De Amicis.

# Le fonti di finanziamento

Per finanziare questi ambiziosi piani di sviluppo, il Comune di Milano ha messo in campo diverse strategie. Una delle principali fonti di entrate è la valorizzazione della Galleria Vittorio Emanuele II, che ha portato a incassi record di 80 milioni di euro.

Un’altra misura è l’aumento della tassa di soggiorno, che per gli hotel a 4 e 5 stelle passerà da 5 a 7 euro al giorno, mentre per gli affitti brevi la tassa salirà da 4,50 a 6,30 euro.

Inoltre, sono previsti aumenti dei dividendi delle società partecipate dal Comune e un risparmio di 15 milioni di euro derivante dal rifinanziamento del debito della M4 con un tasso di interesse ridotto dal 5,80% al 4%.

# Il ruolo dell’Unione Europea e del PNRR

In questo contesto di limitato sostegno statale, l’Unione Europea gioca un ruolo fondamentale. Attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Milano ha ottenuto circa 1 miliardo di euro per finanziare ben 95 progetti, di cui 20 completati, 67 in fase di realizzazione e 8 ancora in progettazione. Tra i progetti più significativi finanziati dal PNRR figurano la nuova Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), il potenziamento del trasporto pubblico e la riqualificazione di spazi pubblici e culturali.

L’assessore al Bilancio, Emmanuel Conte, ha sottolineato l’importanza di questi fondi europei, definendoli essenziali per garantire una crescita sostenibile e mantenere Milano competitiva a livello europeo. Tuttavia, resta la consapevolezza che, senza un maggiore sostegno dallo Stato, Milano dovrà continuare a contare sulle proprie risorse e su finanziamenti esterni per realizzare i suoi progetti di sviluppo.

# Il ruolo dello Stato e la critica del Sindaco


Nonostante il bilancio da record e gli ingenti investimenti previsti, il sindaco Giuseppe Sala ha più volte sollevato la questione del mancato supporto finanziario da parte dello Stato, che torna centrale in occasione del bilancio Comunale.

Milano rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana, contribuendo ogni anno con ben 20 miliardi di euro in tasse destinate allo Stato centrale. Con un PIL in crescita del 7% rispetto ai periodi pre-pandemia, Milano non è solo il motore economico del Paese, ma un simbolo di resilienza e innovazione, grazie soprattutto agli investimenti delle imprese lombarde, aumentati del 20% dal 2019 al 2024.

Il paradosso è lampante: mentre la città contribuisce ogni anno con 20 miliardi di euro alle casse dello Stato, riceve in cambio una parte esigua di risorse per lo sviluppo del proprio territorio. Un bilancio comunale da 4 miliardi, dunque, diventa il segno tangibile della capacità di Milano di auto-finanziarsi, pur in un contesto di sostegno insufficiente.

La domanda che resta aperta è se il governo centrale, a prescindere dal colore politico, sia disposto a riconoscere questo squilibrio e a rivedere le politiche di distribuzione delle risorse, per permettere a Milano di crescere ancora di più contribuendo così al benessere non solo della città, ma dell’intero Paese.

Continua la lettura con: L’andamento lento dell’inflazione a Milano: tra le meno colpite in Italia. Eppure è seconda per caro vita

MATTEO RESPINTI

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Con tutte quelle tutte quelle bollicine.

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Il tunnel transatlantico tra Londra e New York: caratteristiche e costo dell’opera più colossale della storia

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Chatgpt - Tunnel transatlantico

Un progetto faraonico: da Londra a New York in treno nello stesso tempo che oggi si impiega per andare da Milano a Bologna con l’alta velocità. Come si intende realizzare, quanto si dovrebbe investire e in quanto tempo potrebbe essere costruito.

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Il tunnel transatlantico tra Londra e New York: caratteristiche e costo dell’opera più colossale della storia

# Torna alla ribalta l’idea di un progetto faraonico

newsweek.com – Tunnel transatlantico

L’idea di realizzare un “tunnel transatlantico” esiste già da un po’ di tempo. A frenare qualsiasi ipotesi di sviluppo sono state finora questioni di scala, costi e utilità. Si tratterebbe di collegare il Regno Unito agli Stati Uniti, Londra con New York, passando sotto l’Oceano Atlantico. In aereo la tratta è coperta in circa 8 ore e fino a poco tempo non esistevano tecnologie che, in teoria, potessero consentire di metterci meno tempo. Ma ora c’è qualcosa di nuovo. 

# In meno di un’ora potrebbero essere percorsi oltre 5.500 km

Maps – Londra-New York

Le due metropoli distano in linea d’aria poco più di 5.500 km. Utilizzando le più recenti tecnologie allo studio, in particolare quella di veicoli simili ai treni a lievitazione magnetica spinti in tubi sottovuoto come Hyperloop, si potrebbe viaggiare molto più veloce che con l’aereo. Si parla di migliaia di km orari. I sostenitori del progetto ritengono che si possano raggiungere anche superare i 5000 km/h, collegando Londra e New York in meno di un’ora, lo stesso tempo che si impiega oggi per andare da Milano a Bologna con l’alta velocità.  

# Un investimento di 19,8 trilioni di dollari

Credits: milanoevents.it – Hyperloop

Il progetto è tornato alla ribalta per via della disponibilità di tecnologie, un tempo assenti, che consentono di portare e mantenere i lunghi tubi di trasporto a bassa pressione e quelle che permettono di realizzare lunghi motori elettrici lineari. Oggi quindi ci sarebbero le condizioni per giustificare nel prossimo futuro un investimento miliardario, calcolato in 19,8 trilioni di dollari.

# Se si usassero le tecniche del Tunnel della Manica ci vorrebbero 790 anni: ma la tecnologia promette miracoli 

Ti sembra Normale Fb – Tunnel

Sarebbero esagerati anche i tempi di costruzione se confrontati con quelli necessari per costruire un’infrastruttura simile, il Tunnel della Manica. Per collegare i 50 km tra Inghilterra e Francia ci sono voluti 6 anni: con una modalità analoga per il “tunnel transatlantico” ne servirebbero 782, anche se anche in questo caso i progressi della tecnologia potrebbero rivoluzionare le tempistiche. Tra le soluzioni proposte ci sono: un tunnel sotto il fondale oceanico, uno costruito sopra una sorta di palafitte, un tunnel galleggiante o ancora un tunnel tenuto in posizione da cavi attaccati al fondale oceanico.

Continua la lettura con: Il tunnel sottomarino tra i ghiacci del Nord Europa: costruito a 200 metri sui fondali dell’oceano

FABIO MARCOMIN

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I 10 mezzi pubblici più da paura di Milano

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Di Arbalete - Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30977549 - Linea Milano-Mortara

I mezzi pubblici a Milano sono un vanto, se si paragonano con quelli di Roma. Ma esistono delle linee che fanno tremare i polsi. Come queste dieci. 

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I 10 mezzi pubblici più da paura di Milano

#1 La paura fa 90/91

Percorso linea 90-91

La linea circolare 90/91 corre lungo la circonvallazione esterna da piazzale Lodi a Lotto, sul lato est su viale Umbria, viale Campania fino a viale Jenner e Renato Serra, sul lato ovest su viale Isonzo, viale Tibaldi e fino a viale Murillo.

Per molti è la peggiore linea di Milano: “è un far west“, “un incubo” e “mi sembra di esser catapultata nel quarto mondo…“.

Leggi anche: 5+1 cose che ho scoperto viaggiando sulla 90

#2 Porta Genova – Mortara, tra ritardi e treni disastrati

Linea Milano-Mortara

La linea ferroviaria Milano-Mortara, che parte dalla stazione di Porta Genova e collega il sud-ovest della Città Metropolitana di Milano con il comune in provincia di Pavia, può trasformarsi in un incubo per via dei continui ritardi e treni vecchi e disastrati, con riscaldamento e aria condizionata spesso non funzionanti.

#3 La 56 in overbooking

Linea 56 Milano

La linea 56 unisce il quartiere Adriano con piazzale Loreto transitando su via Padova. Molti utenti lamentano il fatto che sia sempre super affollata e frequentata da gente poco raccomandabile.

“La 56 è sempre stracolma non capisco se sono a Milano oppure in un altro pianeta” –  Mila S.

#4 S13 Trenord da Pavia a Bovisa, mai in orario

S13

La linea S13 di Trenord collega Pavia a Milano Bovisa, per complessive 13 fermate di cui 8 nel territorio di Milano. Il problema principale è che ha perenni ritardi, come molte delle linee ferroviarie suburbane.

S13 Trenord da Pavia a Bovisa da Pieve a Rogoredo… tratta 8 minuti, ritardo medio 20 Min” – Fabio M.

#5 Il viaggio sulla linea 64 sembra non finire mai

Linea 64 Milano

La linea 64 unisce il Gallaratese con i comuni di Corsico e Cesano Boscone, con un tracciato che intercetta i quartieri di Trenno, Harar, Primaticcio e Giambellino-Lorenteggio. Il percorso conta circa 45 fermate e serve un’ora di tempo per arrivare al capolinea opposto, una vera odissea.

#6 La 69 tortuoso come il numero

Linea 69 Milano

La linea di bus 69 mette in collegamento piazza Firenze e Molino Dorino percorrendo viale Certosa e poi le vie interne da Benedetto Croce fino al piazzale di Milano Dorino. Il tragitto è parecchio tortuoso, poco adatto ai deboli di stomaco.

#7 La 40, il City Tour del disagio

Linea 40 Milano

C’è chi l’ha definita il City Tour del disagio. La linea 40 collega il Gallaratese con il versante nord del quartiere Niguarda. Serve alcune delle zone con il più alto tasso di microcriminalità, Quarto, Vialba e Comasina e questo la porta ad essere una linea poco sicura per passeggeri e autisti.

#8 I tram della linea 12 con i gradini da saltatori in alto

Tram 12 Milano

Il tram 12 collega via Molise con Roserio passando per corso Ventidue Marzo, il centro storico, Chinatowm la Bullona e Quarto Oggiaro. Il problema in questo caso non è la linea in sé, ma i mezzi utilizzato che hanno dei gradini molto alti da rendere veramente scomoda e pericolosa la salita e la discesa.

Non prendo più il 12, gradini troppo alti” – Cit. Simona R.

#9 La 48, la linea “testacoda”

Linea 48 Milano

La linea 48 collega il Portello con piazzale Lotto, ma con due percorsi diametralmente opposti e poco logici. In un senso passa per il quartiere Cagnola, procede per un breve tratto lungo Corso Sempione e poi su via Colleoni e Silva, nell’altro ha un tragitto di sole 5 fermate tra via De Gasperi, via Serra e via Elia.

La 48 che fa un giro strano” – Cit- Francesco D.

#10 La 95, Cristo si è fermato a Morivione

Linea 95 Milano

La linea 95 collega il quartiere di Santa Giulia, lungo l’asse Marco D’Agrate, Antonini, Cermenate e Famagosta, con la Barona. Il tracciato è parallelo alla linea 90/91 nella parte sud e al pari della linea circolare è una delle peggio frequentate di tutta la città servendo una delle fasce periferiche con la più alta densità abitativa e con i maggiori problemi della città. 

Continua la lettura con: Il BUS degli ANGELI riparte da Milano

MILANO CITTA’ STATO

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“Taaac”, la parola onomatopeica simbolo del milanese

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Taaac

Una narrazione ci dice che risalga al 1984, quando uscì il film “Il ragazzo di campagna” con protagonista Renato Pozzetto. La genesi in realtà è da retrodatare più indietro nel tempo, come ha raccontato anni fa lo stesso attore. Ecco quindi quando è nata questa parola, che significato ha e quando viene utilizzata.

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“Taaac”, la parola onomatopeica simbolo del milanese

# Cosa significa e quando viene usata

Taaac

Il 2024 è stato l’anno dell’uscita di “Ricomincio da Taaac”, il film tratto dal lavoro degli youtuber del Milanese Imbruttito che, oltre a raccontare alcuni divertenti spaccati della città di Milano, reca nel titolo quella parola onomatopeica che da una sessantina di anni è diventata uno dei simboli, dei cliché maggiormente identificativi del milanese doc. Quella parola è “Taaac”, un suono vocale che vorrebbe dire tante cose, come pigiare un pulsane (taaac), cacciare via con un rapido e secco movimento dell’indice un piccolo oggetto che ci da fastidio (taaac), oppure sottolineare un concetto che si ritiene particolarmente importante in un discorso (“ho firmato il contratto … taaac…e adesso quella villa è mia”).

Il “Taaac” per alcuni è il sintomo del tipico milanese che “se la tira”, come se quel suono volesse rappresentare il pulsante che fa aprire una stanza piena di denaro. Per altri è in invece la rappresentazione della dedizione alla precisione del milanese: il Taaac sottolineerebbe un lavoro terminato, fatto bene, con scrupolo. Altri invece il Taaac lo associano all’intercalare della persona che vuole usare un linguaggio forbito, senza averne l’adeguato bagaglio lessicale, finendo per colmare i vuoti del glossario con una parola a caso, il Taaac.

Comunque la pensiate, una cosa è certa, il “Taaac” è uno dei termini tipici milanesi, tanto milanese che, appena lo si sente, viene alla mente il cumenda meneghino, oppure il giovane “drip” stiloso dei giorni nostri.

# Ma da dove arriva il “Taaac”, o meglio, chi lo ha inventato?

movieplayer.it – Renato Pozzetto scena Taac

Una narrazione ci dice che abbia quarant’anni giusti giusti, visto che è stato sentito per la prima volta nel film “Il ragazzo di campagna”, (1984) con Renato Pozzetto che, apparecchiando il minuscolo tavolo, con le minuscole sedie nella sua minuscola casa dall’esorbitante canone di locazione, scandisce i movimenti con il “taaac”.

In realtà è stato lo stesso Pozzetto a dare una versione che fa risalire quel termine onomatopeico a molto prima di quel film: a TV Sorrisi e Canzoni confidò che l’inventore del “Taaac” fu un suo amico di gioventù, Mario Valera, che abitava a pochi passi dallo Stadio di San Siro e negli anni sessanta frequentava la compagnia dello stesso Renato in Piazza Diaz: Valera, mentre raccontava eventi e fatti vissuti in prima persona, puntava il dito su chi gli stava vicino, sottolineando il racconto con il celeberrimo “taaac”.

Valera era un frequentatore del Derby, ai tempi di Pozzetto, Ponzoni, Jannacci, Viola, Abatantuono, Teocoli e chi più ne ha più ne metta. Erano i tempi in cui la vita, vista dalla TV, era ancora in bianco e nero, ma la voglia di costruirsi un futuro, una carriera, senza per forza lavorare, era un sogno molto colorato.

FABIO BUFFA 

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Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

Angelo Morbelli, il pittore che ritrasse gli anziani del Trivulzio

Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

Mirko Stocchetto, l’inventore del Negroni Sbagliato

Guido Spadea, “il poeta di compagnia”; prestato alla recitazione

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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La cascata in città: un’idea per Milano?

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Credits: @andarterceiro Grattacielo Liebian

Negli ultimi anni sono aumentate in modo esponenziale le costruzioni più audaci e avveniristiche, spesso realizzate proprio per attirare l’attenzione internazionale. 

È da questa spietata lotta all’architettura più bizzarra che nasce il grattacielo Liebian, un edificio alto più di 120 metri la cui facciata si può trasformare in una inaspettata e fragorosa cascata.

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La cascata in città: un’idea per Milano?

# Una cascata in città

Credits: @perniajulio
grattacielo con cascata

Siamo in Cina. Nella città di Guiyang, metropoli di oltre 4 milioni di abitanti, è stato costruito il Liebian International Building. Potrebbe sembrare uno dei tanti grattacieli tutti specchi e vetrate che “popolano” le grandi città della Cina, se non fosse per l’audace gioco d’acqua posizionato su una delle sue facciate. A più di 100 metri da terra, infatti, è stata realizzata una vera e propria cascata che sgorga dalla facciata, uno spettacolo mozzafiato per i turisti e per chi lavora nel palazzo, che può rilassarsi guardando l’acqua che scende fuori dalle finestre dell’ufficio.

# Un complesso sistema ingegneristico

Credits: @elitherev
acqua della cascata

La cascata viene alimentata grazie ad un impianto formato da quattro pompe da 185 kilowatt che portano l’acqua fino a 100 metri di altezza, per poi farla precipitare a cascata lungo il lato del grande edificio. Con questo geniale sistema ingegneristico, l’azienda Guizhou Ludiya Property Management Co, che ha progettato l’edificio, è riuscita a realizzare un’idea apparentemente folle. Inoltre, l’acqua utilizzata per alimentare la cascata è un misto di acqua purificata e piovana, che viene immagazzinata e riutilizzata ad ogni accensione per evitare gli sprechi. Unico neo il costo: il funzionamento del sistema a cascata richiede un grande dispendio di elettricità, con un costo pari a circa 100 dollari l’ora.

# Una nuova attrazione turistica

Credits: @andarterceiro
Grattacielo Liebian

Il grattacielo Liedeman si inserisce in un piano di sviluppo urbanistico della provincia di Guizhou, che fino a cinque anni fa era una delle province più povere della Cina. Il palazzo con la cascata si trova nel distretto del business della capitale Guyiang ed è già diventato un elemento di interesse per l’intero quartiere ed una vera e propria attrazione turistica che richiama e incanta visitatori da tutta la regione e da tutta la Cina.

 

Continua la lettura con: La “molletta”: il primo GRATTACIELO ARTISTICO (e l’opera d’arte più grande) del mondo

LAURA COSTANTIN

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Le 7 località più chic delle Alpi

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Credits: @cortinadolomiti (INSTG)

Le vacanze in montagna hanno spesso richiamato l’esclusività e non saremo certo noi a voler smentire questo binomio. Ecco quindi le 7 località più chic delle Alpi dove sentirsi dei ricchi aristocratici, anche solo per un giorno.

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Le 7 località più chic delle Alpi

#1 Gstaad, la capitale elvetica del jet-set internazionale – Svizzera

Credits: agoda.com – Gstaad

Con i lussuosi hotel, i ristoranti di classe, i sontuosi chalet e il vicinissimo aeroporto ed eliporto di Saanen, il piccolo centro di Gstaad, interamente pedonale, è una meta apprezzata dal gotha internazionale. Si trova nel comune di Saanen a un’altitudine di circa 1.050 metri. L’aristocrazia e il jet set hanno eletto Gstaad come propria residenza secondaria per svago e per affari.

 

#2 Kitzbühel, la Regina dei fiori, delle piste e dei sentieri – Austria

kitzbuhel

Kitzbühel combina tutti i vantaggi di una città con quelli di un paesino idilliaco in mezzo ai monti e prati delle Alpi. Una delle mete più amate dagli sciatori anche per la celebre pista della coppa del mondo. Ma non solo sci: ospita anche il giardino dei fiori alpini Kitzbüheler Horn con oltre 300 specie di fiori alpini su una superficie di 20.000 m², oltre a 500 km di sentieri escursionistici, che vale la pena di esplorare soprattutto nelle giornate più calde.

 

#3 Davos, la città più alta d’Europa, centro del gotha della finanza – Svizzera

Credits: svizzera.net – Davos

Situata a 1560 metri di altitudine è considerata la città più alta d’Europa e ospita una delle maggiori stazioni sciistiche della Svizzera e dell’Europa intera. Da piccolo villaggio di montagna tra le cime dei monti grigionesi, la città divenne un importante centro per la cura delle malattie come la tubercolosi. Un centro di cura divenuto cosmopolita a tal punto da essere il luogo di incontro ideale per gli esperti di economia a livello internazionale che qui si riuniscono una volta all’anno in occasione del Forum Economico Mondiale.

 

#4 Sankt Moritz, l'”enclave milanese” del lusso per eccellenza – Svizzera

Credits: gojourny.com – Sankt Moritz

Una delle località turistiche più antiche ed esclusive d’Europa, simbolo del lusso ma anche di outdoor e sport, tradizioni e cultura, un luogo da visitare in tutte le stagioni: eccoci a Saint Moritz. Nato e sviluppatosi come centro termale agli inizi dell’800, questo piccolo comune di poco più di 5000 abitanti, si è affermato come destinazione per le vacanze d’élite durante il secolo scorso, grazie al boom degli sport invernali, ha ospitato ben 2 edizioni delle olimpiadi, perla delle Alpi incastonata a 1822 metri di altitudine e distante solo una cinquantina di chilometri dall’Italia. Meta obbligata da decenni per la borghesia milanese. 

Leggi anche: Sankt Moritz: perché è così amata dai milanesi?

 

#5 Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti (Belluno) – Veneto

Credits: dolimitireview.com – Cortina d’Ampezzo

Cortina d’Ampezzo è il paradiso dello sci e delle arrampicate, delle escursioni sulle più belle montagne, come il Cristallo o le Cinque Torri, dichiarate patrimonio dell’UNESCO, dei grandi eventi internazionali, come la Coppa del Mondo di sci femminile o la gara automobilistica Coppa d’oro delle Dolomiti. Dopo le Olimpiadi Invernali ospitate nel 1956, grazie alla vittoria in tandem con Milano, le ospiterà nuovamente nel 2026 eguagliando il record di Sankt Moritz. Corso Italia è una delle vie italiane più famose per lo shopping e durante il periodo natalizio ospita il Mercatino di Natale.

Leggi anche: OLIMPIADI: uniti si vince! I motivi perché il mondo ha scelto Milano (e Cortina)

#6 Courmayer, ai piedi del Monte Bianco – Valle d’Aosta

Credis: paesionline.it – Courmayeur

Courmayer, o per i più “cool” solo Courma, è una della mete preferite dai milanesi. Dominata dal Monte Bianco, la vetta più alta d’Europa con i suoi 4810 si può definire come uno scrigno isolato dai paesaggi alpini. Poco conosciuta fino al 17° secolo il turismo sboccia grazie alle terme di acqua solforosa, mentre un secolo dopo iniziano le grandi esplorazioni, alla scoperta dei meandri rocciosi più segreti del Monte Bianco. Oggi meta imprescindibile dei vip nostrani e non solo.

#7 Madonna di Campiglio, il “paradiso degli sciatori” e degli escursionisti – Trentino Alto Adige

Madonna di Campiglio è un paesino discreto ed elegante adagiato a 1550 metri di altezza nella bellissima conca tra le Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello e della Presanella, oggi è certamente una tra le migliori stazioni sciistiche italiane e una delle più importanti dell’intero Arco Alpino. Nel vicino Parco Naturale Adamello Brenta è possibile per gli amanti della mountain-bike e delle camminate svagarsi con ben 450 chilometri di sentieri. Grazie alle meravigliose Dolomiti di Brenta che fanno da cornice, i paesaggi sono sempre da cartolina. E’ stata definita “il paradiso degli sciatori” e degli escursionisti. 

 

Continua la lettura con: Le gite più belle da fare da Milano 

MILANO CITTA’ STATO

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Ma è vero che a Milano c’è il pesce più fresco d’Italia?

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Credits: mangiare.mondo.info

A Milano si trova il pesce più fresco d’Italia. Fatto assodato dai milanesi, poco accettato da chi vive di mare: leggenda metropolitana o verità? 

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Ma è vero che a Milano c’è il pesce più fresco d’Italia?

# Il mercato del pesce: dalla nascita ai primati di oggi

Credits: imilanesi.nanopress.it
Credits: imilanesi.nanopress.it

Il Mercato del pesce di Milano nasce in epoca fascista, dall’esigenza di avere una struttura specifica per la vendita del pesce, con la sede in via Sammartini 70, vicino alla Stazione Centrale. Nel corso degli anni Novanta, visto il successo e l’aumento del consumo di pesce, l’esigenza di ampliare la sede originale porta al trasferimento nell’attuale struttura di via Lombroso, con ben 11.000 mq di estensione. 

Il mercato di Milano è tra i più moderni a livello europeo e il più grande di prodotti ittici in Italia come qualità trattate. Quali sono i pesci più venduti?

Al primo posto per volumi tonno e pesce spada. A seguire, il pesce azzurro.

# Il 65% del pesce arriva dall’estero, il 35% è nazionale

Credits: mangiare.mondo.info

Fino agli anni Ottanta il pesce di provenienza nazionale era prevalente, poi la nascita degli allevamenti e l’aumento della richiesta ha messo un po’ in crisi la pesca nei nostri mari. Oggi di tutti i pesci venduti al mercato, il 65% arriva dall’estero e solo il 35% è nazionale, le stesse proporzioni si hanno rispettivamente per il pesce da allevamento e per quello pescato.

# Perché allora si dice che a Milano ci sia il pesce più fresco d’Italia?

Credtits: laucinaitaliana.it – Facciata Mercato Ittico

Il segreto è negli aeroporti. Visto che gran parte del pescato arriva dall’estero, non può che giungere per via aerea, e la presenza dei tre aeroporti in città supporta un maggiore scambio di merce internazionale dal Canada, Stati Uniti, Sud Africa, Australia e Oceano Indiano consentendo di mantenere pressoché intatte la freschezza e le altre caratteristiche del pesce. Ovviamente non manca il pesce nazionale che arriva la mattina da tutte le maggiori aste dei pescatori italiani. Svelata quindi la causa di freschezza del pesce a Milano, che grazie al Mercato Ittico fornisce il pesce in tutta la città e in gran parte nel nord del Paese.

Continua la lettura con: Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Il bar più piccolo del mondo è a Milano: il video

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È molto difficile entrarci e riuscire a trovare posto se si passa da lì per caso: bisogna per forza prenotare e al massimo si può essere in quattro persone. Il bar più piccolo di Milano (e anche il bar più piccolo del mondo) è grande 4 metri quadrati e garantisce un’esperienza unica: il bartender accoglie i clienti indossando una maschera di “V per Vendetta”, permettendo loro di immergersi in un clima british. Si trova in Ripa di Porta Ticinese 43 e il suo nome è Backdoor 43.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Francesca Monterisi. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

 

 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

FRANCESCA MONTERISI

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Milano è l’unica città al mondo ad avere conquistato… il Polo Nord!

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E’ una delle spedizioni più epiche della storia dell’umanità: la conquista del Polo Nord in dirigibile di Umberto Nobile. Lo schianto del dirigibile, la tenda rossa, la cagnetta Titina e il salvataggio dei sopravvissuti sono entrati nell’immaginario popolare nazionale.

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Milano è l’unica città al mondo ad avere conquistato… il Polo Nord!

L’impresa fu fortemente voluta da Nobile dopo un procedente fallimento di una simile spedizione scientifica insieme al norvegese Amundsen. Per finanziare l’avventura, dopo il rifiuto del ministro Balbo, il Generale riuscì a ottenere fondi offerti da industriali e privati della città di Milano che si riunirono in un comitato finanziatore. In cambio chiesero l’esclusiva sui diritti giornalistici dell’impresa e la brandizzazione, come si direbbe ora, con il marchio Milano dell’impresa.

Ad esempio, la nave appoggio utilizzata per l’occasione prese il nome di città di Milano.

Il dirigibile “Italia” prese il volo il 15 aprile 1928 dall’hangar di Baggio con a bordo 16 persone più la cagnolina Titina.

Dopo diverse tappe e soste, poco dopo la mezzanotte del 24 maggio l'”Italia” raggiunge il Polo dove furono gettati la bandiera italiana e il gonfalone della città di Milano.

Durante il volo del rientro il dirigibile perse quota e si schiantò sul ghiaccio, lasciando al suolo una parte dell’equipaggio, tra cui Nobile, ferito a una gamba. I sei uomini rimasti a bordo si ritrovarono intrappolati nel dirigibile che riprese quota scomparendo tra i ghiacci.

Per il salvataggio dei sopravvissuti che si ripararono nella “tenda rossa” si mobilitò per prima la nave appoggio “città di Milano” che chiamò in aiuto velivoli e navi di diverse nazioni nel mondo.
I componenti della tenda rossa, tra cui Nobile, furono tratti in salvo. Mentre l’involucro del dirigibile con i 6 uomini ancora a bordo non fu mai ritrovato.

La Tenda Rossa è conservata presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano.

Continua la lettura con: Le 7 domande che chi vive a Milano si fa almeno una volta nella vita

MILANO CITTA’ STATO

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Le tre aree residenziali con le villette più belle di Milano

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Credit: @milaneseimbruttito

Abbiamo già raccontato del Villaggio dei Giornalisti o delle zone residenziali per così dire “borghesi” che, a macchia d’olio, si sono
diffuse in tutta la città prima e dopo il boom economico.

Nate per svariati motivi, evoluzione di movimenti operai o richieste di rappresentanti del ceto medio-alto, molte di queste residenze sono meno note delle ville di villaggi come quello della Maggiolina, mentre altre sono in fase di gestazione per riqualificare ambienti degradati (un esempio su tutti, le ville che sorgeranno nelle ex Scuderie de Montel di San Siro).

A Milano questo tipo di proprietà immobiliare non ha mai avuto storie banali, e molte di queste perle d’architettura hanno origini che val ben la pena di ripassare, per gli
appassionati di storia contemporanea, d’urbanistica e non solo.
Vediamo dunque assieme le principali zone residenziali con villette a Milano.

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Le tre aree residenziali con le villette più belle di Milano

#1 Il Quartiere Arcobaleno, la Burano milanese

Credit: @faidelegazionemilano

Più che un comparto di villette, una tavolozza di colori degna di Van Gogh. Stiamo
parlando del Quartiere Arcobaleno di Via Lincoln, definita non a caso la Burano milanese.

Difficile immaginarne l’origine popolare, vero? Eppure queste case vennero progettate e pensate nell’Ottocento da una cooperativa edilizia per gli operai e ferrovieri della fu stazione di Porta Tosa. L’intenzione era quella di realizzare abitazioni semplici a prezzi accessibili.

La Società Edificatrice Abitazioni Operaie, Seao, esiste tuttora e il suo primo intervento fu la “Città Ideale” di Porta Vittoria.
Dopodiché, l’inaspettata crescita dei fondi e il buon gusto degli ingegneri dell’epoca (Cerruti, Mazzocchi e Poggi) crearono questo piccolo capolavoro, bello oltre ogni aspettativa.
Seppur non ancora del tutto sdoganato a visite di gruppo e messo in secondo piano
rispetto ad altre attrazioni di Milano, il turismo dei curiosi in via Lincoln sta crescendo anno dopo anno.

Dal canto nostro, vi garantiamo che il comprensorio di ville non ha proprio nulla da invidiare alle cromatiche villette sul mare che si possono ammirare a Miami beach
(a parte la mancanza del mare e delle palme, ovviamente).
Un vero e proprio caleidoscopio urbano, adorabilmente sviluppatosi in pieno centro città e
a un tiro di schioppo dalla fermata del passante ferroviario di Milano Dateo.

#2 Via Venti Settembre, le ville più imponenti

Credit: @akropolismilano

Intitolata alla celebre breccia di Porta Pia del 1870, pietra miliare nella storia dell’unità d’Italia, la zona residenziale venne progettata con il Piano regolatore Beruto, approvato definitivamente nel 1889.
Anche in essa vi sono meravigliose ville e villette dotate di giardino, molto più imponenti di quelle di via Lincoln, che rappresentano un’oasi di bellezza nel cuore della città a due passi dall’Arco della Pace.

Immobili di maestosa eleganza per nulla inferiore a quella delle cugine maggiori di San Francisco, o di South Kensington a Londra.
Fra quelle esistenti ancora oggi, ne ricordiamo tre ormai scomparse in quanto demolite nel secondo dopoguerra ma, proprio per questo, assurte definitivamente a ruolo di memoria storica di via Venti Settembre.
La Villa dell’editore Hoepli (il libraio svizzero che divenne editore di successo a Milano)
realizzata fra il 1894 e il 1896, il Villino Francetti-Frova, proprietà del commerciante di
legname originario di Verbania e la quasi sopravvissuta Villa di Pasquale Crespi, fratello
del più celebre Cristoforo, capostipite dell’omonimo impero tessile.

#3 Via Giambologna, le ville Tudor

Credit: @gaja_

Di questo quartiere a sud di Milano stretto attorno al terreno dell’ex cimitero
del Gentilino sappiamo poco, ma quanto basta per conoscere la leggenda principe di
zona. Che attribuisce l’appellativo tudor al matrimonio fra una gentiluomo meneghino e
una signora inglese, la quale nel 1925 pretese che il facoltoso marito facesse costruire
come dimora una villa che le ricordasse il Regno Unito.

Verità o leggenda, il tutto oggi si traduce in due villette in puro stile tudor, intelaiatura a graticcio tipica britannica, che attirano l’occhio appena si percorre Via Giambologna, in zona Porta Lodovica.

Il piccolo quartierino racchiuso dalle vie Tabacchi, Castelbarco, Tibaldi e per l’appunto
Giambologna, a due passi dall’università Bocconi, è oggi composto quasi interamente da villette sorte tutte, o quasi, attorno agli anni seguenti al primo conflitto mondiale. Il perfetto contorno per le due ville tudor, che restano le indiscusse regine della zona.

Queste sono le maggiori macro-aree di villette nel tessuto urbano.

Ma il nostro occhio su Milano , da sempre curioso e attento, non arriverebbe dove spesso
arriviamo senza il contributo dei nostri amati lettori.
Conoscete altre zone di ville degne di nota e che ci sono sfuggite?
Diteci la vostra.

 

Continua la lettura con: District Ranking: i 7 QUARTIERI di MILANO dove si vive MEGLIO

CARLO CHIODO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

La linea M6 come la MetroSur di Madrid? Questo il percorso «alla spagnola»

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M6 Circle Line

La prima indiscrezione viene da fonti interne del Comune di Milano: la M6 dovrebbe chiudere la semi-circle line ferroviaria, completando il tratto ovest. E se, invece, non fosse così? Il sud della città è quello più scoperto da un servizio di trasporto metropolitano e allo stesso tempo è anche quello meno urbanizzato in quanto agricolo. Si potrebbe pensare a una soluzione alternativa: collegare solo le aree abitate poste all’esterno di un percorso circolare. Come realizzato a Madrid. 

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La linea M6 come la MetroSur di Madrid? Questo il percorso «alla spagnola»

# Tra gli obiettivi della futura linea: servire il sud di Milano

Maps – Muncipio 5

L’argomento più caldo sul tema metropolitana dei prossimi mesi e, forse, anni riguarda la sesta metropolitana di Milano: la linea rosa o M6. Tra gli obiettivi della nuova infrastruttura c’è quello di servire la zona sud della città, in particolare il Municipio 5, con un trasporto pubblico sotterraneo veloce.

Credits metromilano – Nuova M6

Non a caso, tra le ipotesi di tracciato c’è quella di una direttrice ovest-est nella parte meridionale dei municipi dal 6 al 4. Mettiamo da parte per ora quindi l’idea di immaginare una linea che chiuda ad ovest la Circle Line, come annunciato dall’Assessore alla Mobilità Arianna Censi. Quale potrebbe essere il percorso «alla spagnola»?

# Una linea circolare periferica prendendo spunto dalla MetroSur di Madrid

MetroSur

Tenendo conto che gran parte del territorio in questione non è urbanizzato, in quanto agricolo, si potrebbe adottare la soluzione implementata a Madrid con la MetroSur. Si tratta di una linea circolare, che collega cinque città suburbane a sud-ovest della città, interscambia con una sola stazione della rete e, nonostante parti della linea attraversino territori disabitati, non ci sono sezioni fuori terra. Una situazione simile a quella in cui si trova gran parte del Municipio 5, quello meno servito dalle metropolitane, fino ad arrivare ai primi comuni dell’hinterland a sud.

# Il percorso: 14 fermate tra cui San Giuliano Milanese, Opera e Rozzano

M6 Circle Line

Una soluzione di questo tipo andrebbe a servire un bacino maggiore rispetto a scendere con il tracciato lungo via Ripamonti e potrebbe giustificare di più un investimento di miliardi di euro. Si potrebbe immaginare una linea circolare partendo da piazza Abbiategrasso M2, che proceda verso nord interscambiando con la Stazione Tibaldi, dove ferma S9 e in futuro la Circle Line ferroviaria, e servendo il Campus Bocconi. Il tracciato verso est potrebbe incrociare Lodi T.I.B.B. M3, poi fermare a piazzale Bologna, Pala Italia a Santa Giulia e Ponte Lambro rimanendo a Milano.

Le stazioni nell’hinterland potrebbero essere:

  • San Donato Milanese Centro;
  • stazione di Borgolombardo con interscambio tra i comuni di San Donato Milanese e San Giuliano Milanese;
  • San Giuliano Milanese nell’area commerciale, artigianale e industriale, con ad esempio Ikea e il Fashion District;
  • Opera, dove è allo studio una stazione dell’alta velocità sulla Milano-Genova;
  • Rozzano nei pressi dell‘Ospedale Humanitas;
  • Assago Forum con interscambio M2.

Il percorso si potrebbe chiudere con uno stop nel quartiere Gratosoglio e completare il cerchio a piazza Abbiategrasso M2.

Continua la lettura con: L’annuncio: la M6 chiuderà l’anello della Circle Line. Queste le ipotesi sul tracciato definitivo

FABIO MARCOMIN

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Il Nido Verticale si è preso la skyline di Porta Nuova: ci sarà anche lo sky restaurant in una serra-giardino panoramica?

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carmen_roveri IG - Torre Unipol

La nuova icona architettonica è stata inaugurata e si è presa sin da subito la scena per il suo design unico. Ma le novità non sono finite: c’è attesa per lo sky restaurant in una serra giardino. Scopriamo come è stato realizzato e gli elementi architettonici che lo caratterizzano. 

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Il Nido Verticale si è preso la skyline di Porta Nuova: ci sarà anche lo sky restaurant in una serra-giardino panoramica?

# La nuova icona di Porta Nuova alta 125 metri firmata da Mario Cucinella 

urbanupunipol.it – Interno Torre Unipol

Fin dai primi rendering, l’edificio si è imposto come uno dei più iconici della città e da quando è stato completato, ormai qualche mese fa, si è preso la scena in Porta Nuova. Con un’altezza di 125 metri distribuita su 23 piani fuori terra e 3 livelli interrati, la nuova torre firmata dallo studio Mario Cucinella Architects si sviluppa su una superficie complessiva di 31.000 mq e si distingue per la sua forma unica, simile a un Nido Verticale. 

Credits Andrea Cherchi – Torre Unipol Porta Nuova

La torre, dalla struttura ellittica, si integra armoniosamente nel paesaggio urbano circostante. La facciata, disegnata con una rete geometrica, evoca simbolicamente le connessioni e la complessità della società moderna. La costruzione si basa su pilastri curvilinei che si incontrano in punti strategici, dando vita a un suggestivo e scenografico effetto di nido verticale.

# L’imponente e scenografico atrio di 75 metri di altezza all’ingresso

urbanupunipol.it – Atrio Torre Unipol Milano

Per la realizzazione dell’ultimo grattacielo previsto nel masterplan di Porta Nuova sono stati impiegati vetro, legno e cemento. La facciata ventilata, composta da un vetro singolo esterno e un doppio interno, crea un’intercapedine che fornisce protezione all’edificio dal freddo durante l’inverno e riduce il surriscaldamento nei mesi estivi. L’elevata efficienza energetica dell’edificio è garantita non solo dalla facciata innovativa, ma anche dall’installazione di pannelli solari e da un sistema di raccolta dell’acqua piovana. Questi accorgimenti sono stati progettati per raggiungere la prestigiosa certificazione LEED Platinum.

Dal punto di vista architettonico, osservando il Nido Verticale dall’interno l’elemento più scenografico è l’ingresso, che si sviluppa verticalmente, culminando in un imponente atrio alto 75 metri.

# La tettoia a sbuffo, come una gonna che si alza con il vento

All’esterno invece, oltre alla “maglia” che crea una sorta di rete, a colpire è la struttura “reticolare” che fa da tettoia “a sbuffo” all’ingresso. Contribuisce alla dinamicità del grattacielo, come se si spogliasse della struttura esteriore per aprirsi alla città, come una gonna che si alza con il vento.

# Ci sarà anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica?

Credits: www.mcarchitects.it

Tornando all’interno e spingendosi fino all’estremità dell’ultima opera del Centro Direzionale milanese lavorano, troviamo la serra-giardino panoramica aperta anche per eventi pubblici e culturali e che dovrebbe ospitare uno sky garden restaurant. Al momento però non ci sono specifiche informazioni a riguardo.

Presenti poi diversi giardini pensili, mentre a livello di spazi oltre agli uffici che possono ospitare circa 2.000 persone, c’è una sala congressi di oltre 220 posti. 

urbanupunipol.it – Serra panoramica

Continua la lettura con: La metamorfosi delle “Varesine”: dalla stazione ai grattacieli, passando per il luna park

FABIO MARCOMIN

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Quando incontri un romano che si chiama… Ambrogio

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Corto circuito delle sinapsi. 

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Continua con: Gira voce che hai un posto auto in area C

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Le 5 cose che la «vera» milanese fa a Natale

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pexels-nicole-michalou-Cena Natale

Non sei una vera milanese se non fai a Natale una di queste 5 cose. Beninteso, per vera milanese si intende chi si sente tale, e non necessariamente chi è nata a Milano. E dunque?

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Le 5 cose che la «vera» milanese fa a Natale

#1 Albero di natale 

valefarina IG – Albero di Natale

Deve essere alto, folto e, soprattutto, va allestito il giorno di S. Ambrogio. Recente la tendenza di farlo in anticipo, anche sulla scorta dell’affermazione pseudo scientifica per cui anticipare la preparazione renderebbe più felici. Dunque chi lo prepara a Ferragosto raggiunge il Nirvana? Quanto ai decori, bando alle classiche palline e lucine multicolor anni 80 e via ad addobbi floreali, magari in tessuto e luci rigorosamente calde.

#2 Passeggiate in centro 

Credits Andrea Cherchi – Mercatini di Natale in Duomo a Milano

Con le amiche, con i colleghi, eccetto il fine settimana. La passeggiata deve essere un momento di sano relax, non un incubo. The e pasticcini, cioccolate calde accompagnate da chiacchiere in libertà. La vera chicca? Lamentarsi di continuo per qualunque cosa: è così chic! 

#3 Spesa da Peck

Credits peck_milano IG – Peck via Spadari

Per il pranzo di Natale è obbligatorio recarsi in questo tempio della rosticceria gourmet dove trovare materie prime di eccellenza preparate con sapienza e gusto. Una vera tradizione insomma e alle tradizioni, quelle belle, non si rinuncia mai. 

#4 Regali di Natale… anche per beneficenza

pexels-leeloothefirst-Leeloo The First

La vera milanese ci ha pensato per tempo, non si tuffa certo tra la folla impazzita dei regali all’ultimo minuto. Regali eleganti, studiati e soprattutto utili, senza tralasciare il settore beneficenza. Sarà super impegnata, ma una vera milanese il tempo per aiutare i più bisognosi lo trova sempre. Non solo a Natale.

#5 Organizzare cene e party

pexels-nicole-michalou-Cena Natale

Si organizzano più spesso fuori casa, ma è recente tendenza anche organizzare un piccolo buffet a casa, tipo cinemino più pizza o museo più brunch. Non mancheranno tavole scenografiche, senza eccessi dove trovare mignon dolci e salati, il panettone rigorosamente artigianale e le bollicine che non guastano mai e portano tanta allegria.

Continua la lettura con: I cinque ristoranti di Milano per una cena di Natale da urlo

ALESSANDRA GURRIERI

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Le migliori località per sciare in Lombardia (Mappa)

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Si profilano delle festività spumeggianti per le località sciistiche italiane. Per chi non vuole fare troppa strada e trovare aria di casa anche sulle montagne, queste sono le sette località al top per trascorrere i giorni di festa sulla neve.

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Le migliori località per sciare in Lombardia (Mappa)

 

# Aprica (SO) e le sue tre montagne

Credits: apricaonline.com – Aprica

Nel comune valtellinese dell’Aprica si può sciare dai 2300 metri fino ai 1100 del paese godendo di splendide vedute sulle vallate e montagne circostanti. Sono tre le montagne, unite da panoramiche piste di collegamento, in cui è possibile sciare: Baradello, Palabione e Magnolta. Per la discesa si può scegliere tra i 50 chilometri di piste da sci, per chi ama il fondo c’è un anello lungo 7,5 km. Celebre la Benedetti, la mitica nera del monte Palabione. 

# Bormio (SO), una delle località sciistiche più famose d’Italia, a 3.000 metri d’altitudine

Credits: bormioski.eu – Bormio

Bormio è una delle località sciistiche più famose di tutto il Paese e si trova a 3.000 metri d’altezza, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Nel 2005 ha ospitato anche i Mondiali di sci e oggi con i suoi 50 chilometri di piste da sci e 10 chilometri da fondo è una delle località più apprezzate della Valtellina. Sarà uno dei centri principali delle Olimpiadi 2026. 

# Madesimo (SO), al confine con la Svizzera, dove c’è la prima funicolare sotterranea d’Italia

Credits: siviaggia.it – Madesimo

Siamo sempre nella provincia di Sondrio, al confine con la Svizzera. Negli ultimi anni la località di Madesimo ha visto l’ampliamento dei suoi servizi per gli sciatori: 4 seggiovie quadriposto coperte, due esaposto, una telecabina ad otto posti e la prima funicolare sotterranea in Italia. Per raggiungere gli impianti, 50 km per le discese e 5 km per il fondo, anche una funivia e diverse seggiovie. Celebre il “Canalone”, pista nera mozzafiato. 

# Livigno (SO), meta di shopping d’alta quota con il record di 115 km di piste  

Credits: skypasslivigno.com – Livigno

A Livigno ci sono ben 115 chilometri di piste di differenti livelli, tra i 1800 e i 2900 metri di quota, per lo sci di fondo ci sono invece 30 chilometri di tracciato. Per gli sciatori sono disponibili 6 telecabine e 11 skilift sui due versanti della montagna. La località è anche una nota meta di shopping anche per il fatto di essere un porto franco.

# Piani Di Bobbio (LC), le piste più vicine a Milano

Credits: wikipedia.org – Piani di Bobbio

Per i milanesi Piani di Bobbio, in provincia di Lecco, è l’ideale per una gita fuori porta: è raggiungibile infatti in poco più di un’ora da Milano. Situata a 1700 metri di altezza, gli amanti delle discese hanno a disposizione 35 chilometri di piste e quelli del fondo 7 chilometri di tracciati.

Leggi anche: I piani di Bobbio, la stazione da sci più vicina a Milano

# Ponte di Legno (BS), da antico borgo a uno dei comprensori sciistici più grandi della Lombardia

Credits: orobie.it – Ponte di Legno

Ponte di Legno, in provincia di Brescia, un tempo era un antico borgo dell’Alta Val Camonica. Oggi è uno dei più vasti comprensorio sciistici lombardi, secondo solo a Livigno per km di piste: 30 per la discesa e 39 chilometri per il fondo.

# Foppolo (BG), a 1.600 metri d’altezza nella Valle Brembana

Credits: dovesciare.it – Foppolo

Foppolo si trova a 1600 metri di altitudine, nella Valle Brembana, molto apprezzata come  destinazione sciistica dispone di 47 km di piste da scii per la discesa e 3 chilometri di percorso per chi fa fondo. Per gli sciatori esperti imperdibile la discesa dal Monte Valgussera, il punto più alto del comprensorio di Foppolo.

Continua la lettura con: I 7 posti più chic delle Alpi

FABIO MARCOMIN

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

 

7+1 insospettabili curiosità sul dialetto milanese

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Milano 1896

Secondo un’indagine realizzata a metà del Novecento oltre il 70% dei milanesi parlava abitualmente in dialetto. Vent’anni dopo si era scesi sotto al 50%. Oggi è dura sentirlo parlare sotto alla Madonnina. Eppure rappresenta un patrimonio fondamentale di Milano, i cui aspetti curiosi sono una fotografia della storia e della mentalità della città.

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7+1 insospettabili curiosità sul dialetto milanese

Milano inizio Novecento

#1 Le consonanti “scomparse”

Una delle caratteristiche tipiche del milanese sono le consonanti singole, dove nella parola corrispondente in italiano si ritrovano doppie. Ad esempio, si dice “bela” anziché bella, “penel” anziché pennello. 

#2 La metamorfosi delle consonanti

Le consonanti “p” e “t”, quando si trovano tra due vocali, assumono il tono della “b” e della “v”. Addirittura spariscono in alcuni vocaboli: “roeuda” anziché ruota, “cavèi” al posto di capelli”. La “d” si trasforma spesso in “t”.

#3 Eredità celtica

Credits: lasorgente.net – Milano Celtica

Hanno resistito allo strapotere del latino alcuni suoni caratteristici presenti nelle parlate gallo-celtiche: la più tipica è la “u” pronunciata duramente come quella dell’attuale francese o del tedesco o le vocali “oeu” (ad esempio il sostantivo “boeucc”, cioè il buco), suono inesistente in latino e sconosciuto in italiano.

#4 Le negative alla tedesca

Altra influenza probabilmente asburgica è nella tendenza a costruire le frasi negative con la negazione alla fine, come accade per il tedesco. Ad esempio: “Ti te seet no o ti te seet minga“.

#5 I soldi sono francesi

Fino alla metà almeno del Novecento, anziché “cinquecento lire” si diceva spesso “cinchcent franc”, memoria risalente all’occupazione francese dei primi dell’Ottocento.

#6 Non esiste il passato remoto

Il dialetto milanese ha la stessa coniugazione dei verbi dell’italiano. Ma con una rilevante differenza:  mancano 2 tempi, il Passato ed il Trapassato Remoto. Per esprimere un’azione completamente trascorsa il milanese utilizza il Passato ed il Trapassato Prossimo. Cosa che è rimasta anche nell’italiano parlato: a Milano difficilmente si impiega il passato remoto. 

#7 Il “tradimento” del Manzoni

Il più grande romanziere italiano, il milanesissimo Alessandro Manzoni scrisse la sua opera in italiano, dopo aver sciacquato i panni nell’Arno. Di lui esiste solo una quartina scritta in milanese, dedicata all’amico Carlo Porta:

On badee che voeur fà el sapienton

el se toeu subet via per on badee;

ma on omm de coo che voeur paré mincion,

el se mett anca lu in un bell cuntee

Lo sciocco che vuol fare il sapientone

si vede subito che è uno sciocco;

ma l’uomo di ingegno che vuol apparire incapace

si mette anche lui in un bell’impiccio

#7+1 Wikipedia in milanese

Sapevate che esiste la versione in dialetto milanese di Wikipedia? Questo il link: http://lmo.wikipedia.org/wiki/Dialett_milanes

Fonti: La Gobba, Carlo Radollovich

Continua la lettura con: I 7 incredibili segreti del dialetto milanese

ANDREA ZOPPOLATO

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Il «Sentiero dell’Infinito»: camminare a picco sul mar ligure

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Ph. @lucciola02 IG

Definito alla sua inaugurazione come «il sentiero più bello del mondo»: si cammina tra l’azzurro del mare, il verde della montagna e i colori pastello delle case dei paesi. 

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Il «Sentiero dell’Infinito»: camminare a picco sul mar ligure

# Sentiero dell’Infinito

L’incantevole sentiero parte dall’ultima delle Cinque Terre. Ha inizio da Riomaggiore e arriva a Porto Venere: la strada è a picco sul mare, passa per sentieri piccoli e dislivelli che raggiungono anche i 500m. La camminata è di 6 ore e copre una lunghezza di 12 km. Il sentiero ripercorre antichi tratti, immersi nella macchia mediterranea, e attraversa paesini e falesie senza tempo: questa sua caratteristica di atemporalità è il motivo per cui gli è stato dato il nome Sentiero dell’Infinito. Il tempo qui non scorre, non si torna nel passato ma non si è mai davvero nel presente.

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# I colori della Liguria

Ph. @mazzotti.monica IG

La partenza da Riomaggiore permette di raggiungere in direzione Sud il santuario della Madonna di Montenero da dove si possono ammirare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Passando per i piccoli paesi di Cas Lemmen e Campiglia, si raggiunge una splendida vista sul Golfo di La Spezia. Scalando i monti liguri si raggiunge il promontorio di Muzzerone, da qui, scendendo verso il mare, si raggiunge San Pietro a Porto Venere, chiesa a picco sulla scogliera e immersa nel verde del bosco.

 

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SARAH IORI

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5 nuovi treni tutti i giorni sulla Milano-Genova: orari e durata

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Milano e Genova sempre più collegate. In attesa della svolta storica: quando la tratta si potrà percorrere in meno di un’ora. 

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5 nuovi treni tutti i giorni sulla Milano-Genova: orari e durata

# Le 5 novità sulla tratta per il mare

Dal 15 dicembre si potenzia la tratta Milano Genova. Questi i sette nuovi treni sulla Genova – Milano (e viceversa):

RV 3028 da Genova Piazza Principe (12.14) a Milano Piazza Garibaldi (14.40) – tutti i giorni
RV 3038 da Genova Piazza Principe (16.14) a Milano Piazza Garibaldi (18.36) – tutti i giorni
RV 3069 da Milano Centrale (8.30) a Genova Piazza Principe (10.19) – nei giorni festivi
RV 3031 da Milano Piazza Garibaldi (15.14) a Genova Piazza Principe (17.32) – tutti i giorni
RV 3039 da Milano Piazza Garibaldi (19.10) a Genova Piazza Principe (21.40) – tutti i giorni

E a che punto sono i cantieri per l’alta velocità che dovrebbe collegare Milano a Genova in meno di un’ora? 

# Milano- Genova in un’ora? L’ultimo report con la nuova data del primo viaggio super-veloce per il mare

Milano Genova

Sono attivi attualmente 12 grandi cantieri. Il progetto complessivo del Terzo Valico vede come opera principale la Galleria di Valico, che con una lunghezza di 27 chilometri è in predicato di diventare la galleria più lunga d’Italia, superando di poco quella in costruzioni tra Napoli e Bari. A questo si aggiungono il Nodo ferroviario e lo scalo merci di Campasso, per un totale di 90,7 km di tunnel, con 53 km che collegano Genova a Tortona, di cui 37 km saranno sotterranei.  

La nuova linea AV/AC consentirà ai treni di raggiungere una velocità massima di 250 km/h garantendo un collegamento tra Milano e il capoluogo ligure in meno di un’ora.

L’ultimo report segnala il completamento del 100% degli scavi delle gallerie nel Nodo di Genova e dell’89% di quelle del Terzo Valico. Rispetto all’ultimo cronoprogramma,il 2026 non sarà l’anno del primo viaggio, ma quello della conclusione di tutti gli interventi infrastrutturali, a cui seguiranno la fase di collaudi, le prove e il pre-esercizio. Il primo viaggio slitta al 2027, con la conferma che i treni inizialmente opereranno su una sola canna: sarà transitabile al 75% e verrà completata negli anni successivi. Sempre nello stesso anno dovrebbe essere definito il modello di esercizio.

Continua la lettura con: Milano- Genova in un’ora? L’ultimo report con la nuova data del primo viaggio super-veloce per il mare

MILANO CITTA’ STATO

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