In una Milano presa da assalto per la Design Week, abbiamo considerato una experience di un certo livello quella di andarsi a fare un’idea della M4 sei mesi dopo l’apertura della linea completa. Nemmeno a dirlo, i vagoni erano strapieni.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
Milano al tempo della M4 (fotoreportage): come si presentano le nuove fermate a sei mesi dall’apertura
# San Cristoforo: splendido capolinea
Ph. Lorenzo Zucchi
Punto nevralgico di collegamento con i treni, si sta definendo come un capolinea tra i più dignitosi di tutta la rete milanese. E il collegamento sotterraneo è davvero ben realizzato.
# Segneri: il ghetto
Ph. Lorenzo Zucchi
Non conoscevamo la pronuncia corretta: si dice Ségneri, come annunciato dalla voce parlante. Fermata inutile per le distanze, utile solo a riqualificare il tratto di via in mezzo alle case popolari. I bambini giocano a calcio in strada in mezzo ai lavori in corso, forse c’è speranza.
# Gelsomini: la giostra del Giambellino
Ph. Lorenzo Zucchi
Rivedere questo punto senza sezionamenti di cantieri ci ha spalancato il cuore, mancano solo gli ultimi ritocchi prima di far sparire le transenne residue.
# Frattini: una nuova piazza per Milano
Ph. Lorenzo Zucchi
Da rotonda di passaggio a centro focale del quartiere, cantiere terminato e prima ottima rivalutazione del tracciato.
# Tolstoj: l’eleganza dei portici
Ph. Lorenzo Zucchi
Dimessa, ma con una sua certa semplicità berlinese e cantieri ormai sgomberati che la rendano un’altra fermata riuscita del percorso della M4 ad aprile 2025.
# Bolivar: il busto donato dal Venezuela
Ph. Lorenzo Zucchi
Qui c’è ancora qualcosa da fare e non potrebbe essere altrimenti all’incrociare la circonvalla. Forse qualcosa di più monumentale ci sarebbe stato bene.
# California: la libertà ha il nome di una pista ciclabile
Ph. Lorenzo Zucchi
Foppa vive a intervalli regolari, in mezzo ci sono ancora le auto parcheggiate sui marciapiedi, ma se ne andranno a breve. Fermata piccola, di quartiere.
# Coni Zugna: il Parco Solari
Ph. Lorenzo Zucchi
Aiuole strane, con piante che non abbiamo riconosciuto. Eppure l’imponenza dei palazzi circostanti è ormai sgombra di transenne e pronta a farsi apprezzare da chi salirà e scenderà qui.
# Sant’Ambrogio: non pervenuta
Ancora troppi cantieri bloccano l’accesso alle uscite della M4 dalla strada. Torneremo, oh sì, se torneremo.
# De Amicis: la nobiltà
Ph. Lorenzo Zucchi
Piastrellatura in rifacimento circa a metà dell’opera, poi resterà l’alberatura. Ingressi consoni con scalinate metropolitane.
# Vetra: il Parco delle Basiliche
Ph. Lorenzo Zucchi
Lavori ancora in gran parte in corso, ma potenzialmente la fermata dal potenziale più alto, Colonne e Navigli a un passo e il profilo di San Lorenzo sullo sfondo della grande rampa di discesa.
# Santa Sofia: il vibrare del turismo
Ph. Lorenzo Zucchi
Ormai in vista di Corso Italia e del Duomo, l’ingresso principale risulta ampio e imponente. Ancora in completamento i lavori dei marciapiedi, mentre su Molino delle Armi rimangono gli inquietanti New Jersey bianchi e rossi abbandonati un po’ ovunque in città.
# Sforza: l’incompiuta
Ph. Lorenzo Zucchi
In attesa della passerella pedonale di collegamento con Missori, il cantiere invade ancora il palazzo a fianco dell’università. Manca una tettoia per la pioggia. Però le scale mobili di Sforza sono impressionanti.
# Gli interni: una nuova M5
Questo lo avevano già detto tutti, nulla di sconvolgente.
# Passerella ciclopedonale: l’incognita del futuro
Ph. Lorenzo Zucchi
Potrebbe assurgere a simbolo, come certi ponti di Calatrava, o venire odiata dalle persone che la useranno. Per ora sembra una scommessa sul futuro di Milano.
# In conclusione, come possiamo valutare questa nuova linea del metrò milanese?
Ph. Lorenzo Zucchi
Punti a favore: alcune stazioni eleganti, riqualifica delle strade esterne con piste ciclabili e aiuole, risorsa importante per i milanesi e i turisti.
Punti di discussione: lo stravagante collegamento con la M3, alcune fermate molto ravvicinate, lo stile anonimo degli arredi interni.
Era uno dei luoghi simbolo del Fuorisalone. Non solo: una delle icone della città, dove i milanesi amavano passare, sia per necessità che per svago. Ma è chiuso ormai da dieci anni. Ritornerà mai alla luce il ponte più caro ai milanesi?
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
Porta Genova: che fine ha fatto il ponte simbolo del Fuorisalone?
# Un simbolo senza tempo
felicitac IG – Ponte degli artisti
Per quanti milanesi e turisti il ponte di ferro di Porta Genova è diventato un passaggio obbligato, attraversando la passerella sospesa di colore verde scuro che collega i Navigli a Tortona? Durante il FuoriSalone spesso la folla lo rendeva impraticabile, ma non per questo meno iconico. Per oltre un secolo questo ponte è stato il punto di passaggio tra le due sponde dei binari della linea ferroviaria per Mortara, diventando un simbolo riconoscibile e amato dai milanesi.
Costruito tra il 1912 e il 1917 dalla Società Nathan Uboldi, famosa per la sua maestria nei ponti e passerelle in ferro, i suoi progetti sono custoditi nell’archivio del Castello Sforzesco. Si racconta che l’azienda collaborasse con lo Studio Eiffel di Parigi per i suoi progetti, portando il ponte a essere un vero e proprio capolavoro industriale. Eppure, nel tempo, è diventato più di un semplice attraversamento: è un’icona della città, a cui i milanesi hanno dedicato più di un soprannome: il “ponte di ferro”, la “scaletta”, il “ponte di Nana”, il “ponte dei 100 colori”. Nel 2013, è arrivato quello che tutti oggi conoscono: il ponte degli artisti.
# La chiusura nel 2016
barbara_martinazzi IG – Ponte degli Artisti
Il 22 agosto 2016 il ponte ha chiuso per “motivi di sicurezza”. In teoria, doveva essere solo un intervento temporaneo. L’obiettivo era di proteggere un luogo di interesse storico e artistico come definito dal Ministero dei Beni Culturali. A quel punto, la promessa era quella di rimetterlo in sesto con lavori di messa in sicurezza e la sostituzione delle scale. Ma il tempo è passato e, a oggi, il ponte è ancora chiuso dopo quasi 10 anni. Una domanda resta: tornerà mai a vivere come un tempo?
# La passerella a livello strada: un passaggio alternativo, ma meno romantico, tra Porta Genova e Tortona
Credits grazianomad IG – Passaggio sui binari Porta Genova
Con la chiusura del ponte, il collegamento tra Porta Genova e Tortona è venuto meno, costringendo chiunque a un giro più lungo per attraversare. Nel 2017, però, Milano ha trovato una soluzione elegante con una passerella a livello strada, dedicata alla stilista Elvira Leonardi Bouyeure, meglio conosciuta come “Biki”. La passerella attraversa i binari inutilizzati, mantenendo viva la traccia storica, con due aperture sui muri perimetrali dello scalo ferroviario: una su via Tortona e l’altra su via Ventimiglia. Una soluzione che ha permesso di ristabilire il collegamento tra due angoli della città, anche se il ponte storico continua a mancare.
# Il probabile futuro del ponte dopo la dismissione della stazione di Porta Genova, forse anticipata al 2026 rispetto ai piani originari
Ingresso a San Cristoforo
Il ponte di ferro sembra avere sempre più il suo destino segnato a causa dei cambiamenti in atto nell’area. Con l’apertura della M4 nel 2024, molti viaggiatori da Mortara hanno già la possibilità di prendere la metro a San Cristoforo. Inoltre, è già stato programmato dal 2026 la prosecuzione della linea R31 fino al nuovo capolinea di Rogoredo, non fermando quindi più a Porta Genova, anticipando di fatto la chiusura della stazione prevista nel piano di Rfi per il 2027.
Nuove linee cintura sud
Lo ha annunciato l’Assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente, spiegando come grazie alla sovrapposizione delle linee S9, della nuova S19 e della R31 si avrà un antipasto della Circle Line nel tratto sud della cintura ferroviaria. Questa riorganizzazione del nodo milanese potrebbe segnare il definitivo declino del ponte. L’unica possibilità per tenerlo in vita potrebbe essere quella di preservarlo come monumento storico, magari inserendolo nel più ampio progetto di rigenerazione di tutto lo scalo merci di cui oggi ancora non si sa nulla.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Un’area abbandonata da quasi 15 anni si prepara a cambiare pelle, con un progetto urbano a misura di quartiere, dove la pedonalità, il verde e i servizi diventano protagonisti.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
A Milano nasce un nuovo quartiere verde: 700 case low cost e un parco nella vecchia pista dei cavalli
# 130.000 mq di rigenerazione urbana: così si ripensa l’ex Trotto
L’area dell’ex Trotto si estende per 130.000 mq tra le vie Piccolomini, Rospigliosi, Aldobrandini e il piazzale dello Sport, a due passi dallo stadio, in una zona storicamente marginale e in attesa di una vera identità. Inutilizzata dal 2012, è pronta a rinascere, seguendo il masterplan sviluppato dallo studio di architettura internazionale Kohn Pedersen Fox Associates (KPF). Le tribune e gli edifici secondari dell’Ippodromo sono stati demoliti già nel 2022. Al loro posto, prende forma un nuovo quartiere pensato per essere NZEB, a bassissimo impatto energetico, e aperto alla comunità con spazi pubblici, servizi e attività locali.
# Il parco che segue le tracce della vecchia pista dei cavalli
Anello ex Trotto
Il cuore del progetto è un grande parco urbano da 50.000 mq, firmato dallo studio LAND. Il disegno del verde ricalca l’impronta della pista dell’ex ippodromo, trasformando un simbolo del passato in un nuovo polmone verde per il quartiere: 1 km di biodiversità per creare ecosistema che favorisce la presenza di specie impollinatrici.
In mezzo ad alberi, prati e percorsi pedonali, si integrano aree pubbliche e spazi per stare insieme, in una zona della città dove il verde scarseggiava.
# Le case: 700 abitazioni a canone convenzionato, 600 sul libero mercato
Rendering riqualificazione ex-trotto
Accanto al parco sono previste 700 abitazioni a prezzi calmierati, pensate per giovani coppie, famiglie e anziani, di cui circa 400 dedicati al Senior Housing, con una superficie complessiva di 43.000 mq. Altre 600 sono destinate al libero mercato. Sviluppate da Borio Mangiarotti, sono arricchite al piano terra da servizi di prossimità quali co-working, baby-sitting, palestra, concierge e l’accesso a sale polifunzionali. Nel complesso, il quartiere può ospitare fino a 3.000 nuovi residenti. L’idea è quella di un mix sociale accessibile e sostenibile.
# Sport accessibile per tutti: impianti aperti alla città
Non solo verde e case. Una porzione di 4.200 mq è riservata allo sport: un palazzetto per associazioni dilettantistiche, una palestra da 200 mq, e campi da padel, sia indoor che all’aperto. Strutture accessibili con tariffe popolari, in un quartiere che da sempre ha fame di spazi per lo sport.
# L’anima del quartiere? Un mercato urbano tra km zero e artigianato
Kohn Pedersen Fox Associates – Mercato ex-trotto
Come porta d’ingresso al quartiere, sull’area sud-ovest verso piazzale Axum, verrà creato un mercato urbano di 3.600 mq. Uno spazio che promette lavoro, vitalità, filiere corte e socialità. Lo spazio è stato pensato per ospitare botteghe con affitti contenuti, laboratori di artigiani, produttori locali e luoghi per iniziative di comunità. Un nuovo punto di riferimento per l’intero quadrante.
# Le ex scuderie diventano servizi: nido, infanzia, doposcuola gratuito
Progetto ex trotto
Il recupero architettonico delle ex scuderie e degli ex fienili è firmato dallo Studio Freyrie Flores. Nessuna demolizione: qui si preserva la memoria del Trotto, trasformandola in uno spazio utile.
Kohn Pedersen Fox Associates
1 of 2
Kohn Pedersen Fox Associates - Parco ex trotto
Kohn Pedersen Fox Associates - Asilo
Negli edifici restaurati trovano posto un nido da 60 bambini (metà dei posti a canone agevolato), una scuola d’infanzia comunale da 125 bambini e un centro educativo gestito da Portofranco, con doposcuola gratuito per i più piccoli.
# 450 milioni per cambiare il volto a San Siro
Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro
L’intero progetto EXTM (Ex Trotto Milano), promosso da Hines Italy e presentato ufficialmente il 26 settembre 2023 da Mario Abbadessa, punta a investire circa 450 milioni di euro. Una parte — 6 milioni — è destinata a piste ciclabili e nuovi percorsi pedonali, in linea con il piano “Mosaico” del Comune. Il cantiere è già partito. San Siro comincia a cambiare davvero.
# A dicembre 2025 pronto il complesso Easy di Edilizia Residenziale Sociale di fronte al futuro quartiere
theplan.it – Vista dall’alto Easy
Mentre prende forma l’area dell’ex Trotto, dall’altro lato della strada qualcosa è già realtà. Proprio di fronte al futuro quartiere verde, è già completata la struttura esterna di un nuovo complesso di Edilizia Residenziale Sociale da 11.000 mq. Un altro tassello della rigenerazione urbana di San Siro. A metterci la firma è lo Studio Marco Piva. Il progetto si inserisce nell’intervento promosso da AXA IM Alts, con Redbrick Investment Group come partner locale. L’area interessata si estende tra piazza Axum e le vie Rospigliosi, Capecelatro e Pessano.
Maps – Area progetto Ers
Il disegno è semplice ma netto: tre corpi scala, due da sei piani e uno che si alza fino a nove. Dentro, 142 appartamenti da affittare con canoni convenzionati, pensati per chi cerca casa a prezzi accessibili senza uscire da Milano.
Progetto Ers
Tre platani storici restano al loro posto. Attorno a loro, il verde si moltiplica: 100 nuovi alberi e arbusti pronti a cambiare faccia al lotto. Il blocco residenziale non punta solo sull’estetica: gli standard energetici sono alti. L’obiettivo è la classe A e la certificazione BREEAM Good per tutta la parte in edilizia sociale. I lavori entrano nella fase finale. L’intero complesso dovrebbe essere pronto entro dicembre 2025, con gli appartamenti in consegna nei nei tre mesi successivi.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Dove si respira l’atmosfera della Milano di una volta e dove mangiare piatti tipici della tradizione cittadina e lombarda. Una selezione con le più consigliate da provare almeno una volta.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
Le dieci trattorie tipiche milanesi che ti consigliamo
#1 Antica Trattoria Arlati
instavittorio IG – Trattoria Arlati
Nel vivace quartiere Bicoccaha inaugurato nel 1936 l’Antica Trattoria Arlati. Un’istituzione storica che celebra la cucina lombarda con un tocco di eleganza rustica, caratterizzata da un’ampia scelta di piatti tradizionali, come risotto alla milanese, ossobuco e cassoeüla, preparati con ingredienti di alta qualità e seguendo ricette autentiche. L’atmosfera calda e accogliente, arricchita da arredi d’epoca, rende ogni pasto un’esperienza autentica e gradevole. Media recensioni Google: 4.6/5
Indirizzo: Via Alberto Nota 47
#2 Al Garghet
Credits: @algarghet – Al Garghet
In mezzo ai campi del Parco agricolo Sud, dove non manca di vedere aironi, fagiani e lepri, c’è una delle più caratteristiche trattorie milanesi: Al Garghet. Immerso in un vero e proprio giardino botanico, con all’esterno un pergolato circondato da giacinti, tulipani, azalee, camelie e gelsomini, anche il menu è scritto rigorosamente in milanese. A tavola la proposta spazia dai primi, come il risotto giallo e pasta e fagioli, ai secondi come la cotoletta, la cassoeula, l’ossobuco e il rognone al marsala. Media recensioni Google: 4.5/5
Indirizzo: via Selvanesco, 36
#3 Barbapedana
el_barbapedana IG
La Trattoria Barbapedana di Milano è un gioiello nascosto nel quartiere Navigli, famoso per preservare la cucina lombarda autentica in un ambiente che richiama le vecchie osterie milanesi. Il nome “Barbapedana” deriva da una figura popolare della tradizione meneghina, un cantastorie vagabondo, simbolo della cultura e delle tradizioni milanesi. Fotografie d’epoca e oggetti vintage decorano le pareti, raccontando la Milano di un tempo. Tra i piatti tipici della tradizione milanese e lombarda c’è la cassoeüla, ma anche di altre regioni italiane. Media recensioni Google: 4.5/5
Andiamo a Baggio, alla Osteria alla Grande, la classica osteria milanese con prezzi bassi, cucina casalinga, familiarità nei modi. Il menu include una varietà di piatti, tra cui risotti, tagliatelle con funghi porcini, ravioli ripieni di brasato e gnocchi artigianali. Non mancano poi pappardelle al sugo di lepre, l’autentica trippa alla milanese e la tradizionale cassoeüla accompagnata da verze e polenta. Media recensioni Google: 4.4/5
Indirizzo: via delle Forze Armate, 405
#5 Masuelli
Trattoria Masuelli
Aperta dal 1921 la Trattoria Masuelli San Marco in zona Porta Romana propone un mix tra la tradizione culinaria piemontese e lombarda. Conosciuta per i suoi piatti autentici come il risotto alla milanese e la cotoletta, oltre alle specialità piemontesi come la bagna cauda, accoglie i clienti con arredamento vintage che riflette la lunga storia del locale. Media recensioni Google: 4.3/5
Tra le più conosciute c’è la trattoria San Filippo Neri: cucina tipica milanese in una trattoria come una volta. All’interno due sale con tavoloni tipo mensa e tovaglie a quadri rosa e una vecchia boiserie di legno, all’esterno un grande dehors riscaldato. Tra i piatti, tutti serviti in porzioni abbondanti, troviamo mondeghili con polenta, risotto, minestra di fregola, lasagnetta con salsiccia, a cui si affiancano secondi di carne e di pesce. Media recensioni Google: 4.4/5
Indirizzo: viale Monza 220
#7 Trattoria Sincera
trattoria_sincera IG – Risotto
Trattoria Sincera è probabilmente la più tipica di tutte, perlomeno per quanto riguarda il cibo. Qui infatti tutto parla lombardo, dalle materie prime alla carta dei vini, anche se nell’ultimo periodo sono comparsi piatti con pasta fresca non presenti nella tradizione. Tra le portate ci sono cotoletta, ossobuco e risotto giallo, l’animella di vitello brasata o le cervella fritte. Accanto al classico risotto ne troviamo altri che variano in base alla stagionalità: all’aglio nero con fegatini d’anatra e quello ortiche e stracchino. Media recensioni Google: 4.2/5
Indirizzo: via Antonio Porpora 54
#8 Trattoria la Pesa dal 1902
albertobaroni IG – Trattoria alla Pesa
Questo locale storico, un tempo affollatissimo, non lascia dubbi sul suo stile culinario: è un omaggio a Milano in ogni piatto. Trattoria la Pesa dal 1902 è frequentato spesso dopo le partite, grazie alla sua vicinanza a San Siro e all’immancabile tema calcistico che anima la trattoria. Il posto perfetto per chi vuole vivere l’atmosfera della Milano di una volta, quasi come in un film d’epoca. Media recensioni Google: 4.3/5
Indirizzo: Via Giovanni Fantoni 26
#9 Al Matarel
lena_3pi IG – Al Matarel
La Trattoria Al Matarel, situata nel cuore di Milano a due passi dall’Arena Civica, è un accogliente angolo di cucina tradizionale lombarda dal 1962. Con un’atmosfera familiare e informale, il locale è rinomato per i suoi piatti tipici come risotto alla milanese, cotoletta e trippa, preparati con ingredienti freschi e ricette autentiche. L’Ambiente rustico con dettagli d’epoca contribuiscono a un’esperienza culinaria genuina e calorosa. Media recensioni Google: 4.2/5
Indirizzo: via Laura Solera Mantegazza 2
#10 Casottel
Credits lucajordan2002 IG – Casottel
In una posizione tranquilla e verdeggiante, la Trattoria Casottel, è un angolo accogliente ai limiti del Parco Agricolo Sud che offre una cucina tradizionale lombarda in un’atmosfera rustica e familiare. Il menu include piatti classici come risotto alla milanese, cotoletta e specialità di carne, preparati con ingredienti freschi e locali. Gli arredi antichi richiamano un senso di calore e convivialità, rendendolo un locale ideale per una cena autentica e rilassante. Media recensioni Google: 4.1/5
Sembrano installazioni del Fuorisalone. Ma non lo sono. Nella parte nord della città, il tessuto urbano nasconde delle sorprese. A ridosso del Villaggio dei Giornalisti, troviamo delle originalissime costruzioni che ancora oggi rappresentano uno degli esperimenti residenziali più curiosi mai realizzati in tutta Italia.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
La strada più fiabesca di Milano: con le case fungo e le case zucca
# Le origini: il villaggio dei giornalisti con “case per l’alta borghesia”
credit: @claudiafoh IG
Ci troviamo in via Lepanto, quartiere Maggiolina, ai margini del cosiddetto Villaggio dei Giornalisti. Zona di (ex) case popolari per la piccola e media borghesia milanese progettata dall’ingegnere Evaristo Stefini e realizzata da una cooperativa composta principalmente da giornalisti, pubblicisti e avvocati (da qui il nome del Villaggio) tra il 1909 e il 1912, nell’allora comune di Greco. Il progetto nacque a seguito di un editoriale pubblicato nel 1911 da Mario Cerati, direttore de Il Secolo, nel quale si denunciava come l’attenzione del governo fosse concentrata solo sulle masse operaie e sull’urbanistica popolare, mentre scarseggiavano i quartieri dell’alta borghesia.
Fu così che fra palazzine liberty a due o tre piani e ampi spazi di verde che fanno oggi di questo quartiere il primo esempio di città-giardino in Italia, qualche anno più tardi sorsero anche gli otto igloo di cemento, costruiti nel 1946. Cavallè fu anche autore e realizzatore del progetto delle case fungo sempre alla Maggiolina, il cui destino come vedremo è stato meno fausto. Ma procediamo con ordine.
# Le case zucca o igloo: nate come risposta temporanea per gli sfollati della seconda guerra mondiale
credit: @aliscricci_nutrizionista IG
Il progetto di Mario Cavallè, che oggi appare piuttosto eccentrico, era in realtà molto pragmatico: si trattava di unità abitativeprovvisorie che avrebbero potuto rappresentare una risposta veloce ai bisogni delle famiglie sfollate, con le case distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Molti peraltro non sanno che il modello residenziale e la tecnica costruttiva delle case igloo, chiamate anche case zucca, sono un retaggio degli Stati Uniti, dove in quegli anni era piuttosto diffusa un’architettura delle dimore circolari.
# Dovevano essere abbattute ma…
È da qui che Cavalli prese spunto per progettare abitazioni a pianta rotonda di circa cinquanta metri quadrati sviluppate su due livelli (seminterrato e primo piano). Il sistema costruttivo a volta, formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti, permetteva la massima libertà sulla sistemazione degli spazi interni, laddove la disposizione originaria prevedeva ingresso, bagno, due camere e cucina. Esattamente come per le case fungo costruite nello stesso periodo anche per le case zucca si parlò di demolizione negli anni Sessanta, ma l’architetto Luigi Figini si mobilitò per evitare che venissero abbattute, ottenendo per così dire un quarto di vittoria.
Oggi infatti solo due delle originarie otto case igloo (o zucca) hanno mantenuto questo impianto, mentre le altre hanno subito importanti interventi di ampliamento e rifacimento: una di loro ha un nuovo vano accorpato all’igloo originale destinato a bagno, un’altra è stata ripensata come loft open space e pian pianino anche le altre quattro sono progressivamente sparite fra mille ristrutturazioni.
Le due case igloo sonotuttora abitate e di proprietà privata, anche se qualcuno nelle amministrazioni spera che i proprietari possano un giorno cedere per realizzarvi un piccolo museo. Nello stesso quartiere è possibile inoltre imbattersi nell’unica casa palafitta di Milano, la Villa Figini (dal nome del sovracitato urbanista) sospesa da terra grazie a dodici pilastri di cemento. Insieme alle case igloo avremmo potuto vedere anche le case fungo…
Le “case fungo” scomparse
Case a fungo
Le “case fungo” erano state costruite in due esemplari e insieme alle “case igloo” avevano contribuito a rendere il quartiere fiabesco e a tratti onirico.
La caratteristica di queste costruzioni, oltre alla peculiare forma a fungo, era lo sviluppo su due livelli sovrapposti: il gambo al piano inferiore, più stretto, la cappella al piano superiore, più ampio. Sembra che l’ingegnere abbia tratto ispirazione dall’Amanita Muscaria, uno dei funghi psicoattivi più appariscenti del bosco.
Purtroppo chi è giovane non può averne memoria, poichè il nipote stesso dell’ingegnere decise di demolirle nel 1965, per realizzarci una costruzione tuttora abusiva. Però chi vuole vederle ha ancora una possibilità. Deve solo fare qualche chilometro in più.
Le copie a Novate Milanese
Case fungo a Novate Milanese
Per i nostalgici e per chi non ha potuto vederle dal vivo, a Novate Milanese ne hanno riprodotte tre unità, non corrispondenti al 100% alla forma e a i colori degli originali, ma in grado comunque di richiamarne la memoria.
Lanciamo la proposta: e se le ricostruissimo anche a Milano, nel loro luogo natale?
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
La lingua milanese e i suoi vocaboli trasmettono la vera milanesità: anche questa è una parola che non può essere tradotta. Queste sono le 10 parole milanesi intraducibili in italiano. Foto cover: I Barlafus (gruppo musicale).
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Dieci parole della lingua milanese intraducibili in italiano
Il milanese è fantastico perché, per la sua natura di lingua del popolo, è diretto, sanguigno e carico di significati. Ci sono dei vocaboli infatti che da soli racchiudono un mondo di significati, di sentimenti e di sfumature.
#1 PIRLA
Boldi- Faccia da pirla
Ue te se propri un pirla! Chi non ha mai sentito tale frase almeno una volta nella vita?Questo epiteto incarna la tipica caratteristica milanese di voler dire delle cose (anche pesanti) senza incorrere nel turpiloquio.
In origine la parola pirla significava “trottola”, poi nel tempo il significato si è spostato più verso l’accezione offensiva. Il suo diminutivo pirleta è un insulto un po’ più leggero ed è spesso usato per indicare un marito che si fa comandare dalla moglie. In questo caso probabilmente il significato iniziale della parola prende il sopravvento. Infatti chiamando un marito pirletta si sottolinea il fatto che la moglie lo fa girare come vuole.
#2 SCIGHERA
La scighera è tipicamente la nebbia. La nebbia a Milano, ormai quasi scomparsa, non aveva però le caratteristiche delle nebbie presenti in altri luoghi. In passato era talmente presente nella vita di tutti i giorni dei milanesi che si sono creati nel tempo due vocaboli per indicarla. Il primo è appunto scighera, il secondo nebia. La differenza stava nello spessore della nebbia: scighera indicava una nebbia densa e spessa, nebia una leggera bruma.
E’ molto interessante scoprire la sua etimologia. Deriva infatti dal latino caecaria, parola collegata con il latino caecus (cieco). E’ quindi facile comprendere che per i lombardi la scighera sia qualcosa che acceca, che non ti fa vedere al di là del tuo naso.
#3 LIGERA
Esisteva un tempo in cui Milano aveva una sua microcriminalità locale, fatta di ladruncoli, piccoli rapinatori, ricettatori. Era una realtà talmente presente nella società che spesso si ritrova nelle canzoni milanesi, come Porta Romana o Ma Mi. Alcuni personaggi come Renato Vallanzasca, Francis Turatello, che facevano parte della ligera, sono entrati nella storia per le loro scorribande e sono diventati a tutti gli effetti banditi.
L’origine del nome è particolare e dibattuta. Vi sono infatti varie interpretazioni: la prima fa risalire il nome al fatto che i componenti delle bande agivano non armati, quindi “leggeri”. La seconda invece sostiene che gli orfani, i miserabili, i vagabondi che spesso ingrossavano le fila della ligera, indossavano indumenti leggeri rispetto alla media della popolazione. Altra teoria accosta il termine ligera alla leggerezza, poca gravità dei reati commessi. E’ infine molto probabile che il termine di origine gergale vada accostato ad espressioni come “essere della legge”, “appartenere al mondo dei marginali” e provenga quindi da legge con suffisso -era, tipico del gergo milanese.
#4 BALABIOTT
credit: laregione.ch
Un tempo era usuale sentirsi dire dai nonni: “Va là, balabiòtt!”. Non è esattamente un insulto ma nemmeno un complimento. Per comprendere il suo significato dobbiamo analizzare le due parole da cui è composto: balla e biotto, cioè balla nudo.
Ci sono due interpretazioni a tale epiteto: la prima vuole associare alla figura del danzatore nudo quella del matto. Fino alla riforma Basaglia infatti, negli anni ’60 i matti nel manicomio venivano lasciati nudi. Secondo questa ipotesi chi ti dava del balabiòtt ti dava quindi del fuori di testa. La seconda teoria narra che nel 1796, durante le fasi costituenti della Repubblica Cispadana venisse piantato in tutte le città liberate un albero della libertà, un palo addobbato con ghirlande e nastri sormontato da un cappello frigio. Sotto questi alberi la gente, nel cui novero si contavano specialmente scamiciati e straccioni seminudi, ballava a suon di musica. Da qui l’appellativo balabiott.
#5 MALNATT
“Quatter amis, quatter malnatt,
vegnu su insemma compagn di gatt”
Giorgio Strehler, Ma mi.
Il termine malnatt è usato dai milanesi per indicare un personaggio poco raccomandabile. Letteralmente infatti significa “nato male”.
L’origine di tale epiteto risale però a Ludovico il Moro. Egli, pur essendo sposato con Beatrice D’Este, ebbe una serie infinita di amanti e di figli illegittimi. Tra questi Maddalena e Bianca Giovanna e Giovanni Paolo I Sforza. Il popolo iniziò malignamente a chiamare con l’appellativo “malnatt” tutti i figli illegittimi del signore trasformando il termine in un vero marchio ingiurioso. Facendo un salto in avanti nella storia troviamo un altro episodio curioso che riguarda tale termine. Nel 1848, all’epoca delle Cinque giornate di Milano vi erano due fazioni tra gli insurrezionisti: i mazziniani e i democratici di Cattaneo. Costoro vennero chiamati appunto “i malnatt” dai monarchici per essere colpevoli di essere sì rivoluzionari, ma dalla parte sbagliata.
#6 BARLAFÜS
Questa parola ha una origine metà germanica e metà latina. E’ formata da barna che era la piastrina forata dentro la quale si infilava la punta del fuso (fusus in latino) perché questo stesse fisso al suo posto durante la filatura. Il barlafus quindi era un arnese molto povero e modesto, il che spiega perché in seguito ogni utensile di poco conto fosse chiamato così. Nei secoli il termine è stato usato anche riferito alle persone, con l’accezione di persona modesta e sempliciotta.
#7 BAUSCIA
Credits: Facebook – Sncci Lombardia
Questo termine dialettale indicava nel secolo scorso una persona particolare a metà strada tra un Cicerone e un poco di buono che aiutava i forestieri nella ricerca delle botteghe e artigiani in cambio di denaro. I bauscia erano infatti disposti nei confini delle città per poter abbordare turisti e far loro da guida. Gianni Brera, all’inizio degli anni Sessanta in ambito sportivo calcistico durante i derby di Milano iniziò a parlare dei bauscia neroazzurri, cioè i tifosi del Inter (appartenenti alla media e grande borghesia meneghina) che si contrapponevano ai casciavid rossoneri, cioè i tifosi del Milan che provenivano solitamente dagli strati più bassi della popolazione, come gli operai (da qui infatti cacciavite).
Negli anni tale parola si è trasformata parallelamente alla crescita della piccola impresa e all’industrializzazione e ha assunto in senso ironico il significato di piccolo imprenditore poco aperto alle innovazioni, che non ama collaborare e condividere. Tipicamente vuole decidere ed intervenire anche laddove non ha competenza. Tino Scotti, celebre attore e cabarettista milanese, contribuì alla diffusione dell’immagine del bauscia milanese con la sua partecipazione allo spot dei confetti Falqui. Egli interpretava infatti un vero e proprio bauscia doc con modi eleganti e affettati e con vocabolario ricercato. A lui si deve lo sdoganamento della frase “ghe pensi mi”, che era il tormentone dei suoi spettacoli.
#8 GANDULA
Il termine gandula è spesso associato a pirla o a ciula, indicando così una persona poco sveglia e intelligente. Il gandulin è il nocciolino delle ciliegie o delle olive. Da qui si comprende come l’offesa sia collegata alla piccolezza intellettiva di una persona. Uno dei detti più famosi milanesi è infatti : “grand, gros e ciula, piscinin e gandula” (cioè grande grosso e ciula, piccolino e stupidotto).
#9 CUMENDA
fotogramma del film Il secondo tragico Fantozzi
Questo termine è strettamente legato alla parola bauscia di cui abbiamo detto sopra. Il bauscia, nella sua evoluzione verso la figura dell’imprenditore altero, attento solo al guadagno e ai dané e poco incline ai rapporti con gli altri, diventa a tutti gli effetti un cumenda. Il cabarettista Ugo Bologna, a partire dagli anni Settanta e i primi anni Ottanta diventa il cumenda principale della commedia italiana. Celeberrime sono le sue interpretazioni nei vari film dell’epoca come Sapore di mare, del 1983, dove diventa noto come il commendator Carraro, padre dei due fratelli interpretati da Jerry Calà e Christian De Sica.
#10 PECOLA
Quando ero piccola e tentavo di simulare malesseri o febbre per saltare la scuola, mia nonna mi diceva sempre: “ma va, tu hai la febbre della pecola, ovvero la pell del cū che se scola. E’ evidente che tale parola indichi un mix di pigrizia, svogliatezza, insomma di voglia di far niente che come ben sappiamo mal si addice al milanese doc.
GIULIA PICCININI (Ultimo aggiornamento: 9 aprile 2025)
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Autonoma, originale e libera: la Milano che amiamo ogni giorno è sul sito milanocittastato.it Per tutte le rubriche interattive su Milano seguici anche sulla fanpage di milanocittastato su Facebook, su Instagram e sul nostro canale su Youtube
Ti aspettiamo!
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
La grande sfida sulla Milano Roma. L’aereo sembrava non avere rivali ma poi è arrivata l’alta velocità a scompaginare le carte. Fino al sorpasso con l’accoppiata Italo e Freciarossa. Ma ora il nuovo controsorpasso. Per una ragione che molti di noi conoscono bene, purtroppo.
La rivincita dell’aereo: sulla Milano Roma supera il treno ad alta velocità
# Milano Roma: +100% della quota aereo sul treno ad alta velocità
Credits: parkos.it
Centrale-Termini? Macché. Sta tornando sempre più in voga la Linate – Fiumicino. Dopo anni di crisi dei voli per l’Alta velocità ferroviaria, la tratta aerea sta riprendendo quota, letteralmente.
Dati Enac alla mano, nel 2024 sono stati 1.053.000 i passeggeri che si sono avvalsi dell’aereo per viaggiare tra la capitale economica e quella politica del Paese, tra
occasionali e pendolari. Si tratta già questo di un risultato da record: era dal 2018 che la direttrice dei cieli non registrava flussi superiori al milione.
Ma il dato più eclatante emerge dal confronto tra aereo e alta velocità sulla stessa tratta. Nel 2021 appena il 9% dei viaggiatori sulla Milano Roma si era avvalso dei collegamenti aerei, nei dodici mesi del 2024 la percentuale è salita al 18%, segnando un incremento del numero totale del 21% rispetto al 2023. Si è ancora distanti dal record assoluto di 2.550.000 passeggeri del 2005. Ma ai tempi non era ancora scoppiato il boom dell’alta velocità. Ma qual è il principale motivo della rivincita dell’aereo.
# I tre motivi del cambio di rotta: la novità M4 a Linate
Linate-Centrale
Il cambiamento di rotta si deve in buona sostanza a tre fattori: rapidità, prezzi e puntualità.
Rapidità: M4 a Linate. La maggiore rapidità dei cieli rispetto alla rotaia è incontrovertibile: 50 minuti di volo scarsi a fronte di una media di più di 3 ore in treno. Anche se bisogna considerare che le stazioni sono più centrali rispetto agli aeroporti, la M4 a Linate ha ridotto il gap.
Prezzi: pesa il rialzo dei biglietti dei treni. Sono ormai lontani gli anni in cui il treno rappresentava con distacco la soluzione più a buon mercato per percorrere la tratta Milano-Roma. Ora, in virtù di un progressivo abbattimento dei costi
dei voli e di un simmetrico incremento dei prezzi dell’Alta velocità, i costi dei collegamenti della navetta dei cieli, operati da Ita Airways, risultano sostanzialmente concorrenziali e a volte persino più economici se confrontati con il tariffario operato da Trenitalia e Italo.
Per un viaggio andata/ritorno, con l’aereo si spende in media un centinaio di euro scarsi che però arriva a più del doppio nei weekend e nei festivi, mentre per i competitor su ferro si spendono poco più di 200 euro per un biglietto Standard Trenitalia e una decina in meno, mediamente, per una carrozza Smart di Italo.
I ritardi. L’ultimo fattore è l’affidabilità e questo forse è quello più importante, in quanto chi viaggia per lavoro più volte alla settimana ha bisogno soprattutto di puntualità. Deve sapere con certezza quando arriverà a destinazione e in questo senso l’aereo offre più
certezze.
# Un treno su tre arriva in ritardo
Credits anermix IG – Ritardi Trenord
La puntualità, dunque, è la vera pietra d’inciampo delle ferrovie nonché il principale punto a favore dei collegamenti dei cieli: secondo le rilevazioni di Altroconsumo, il Frecciarossa Milano-Roma è in ritardo nel 30% dei casi (il 24% in direzione inversa), sforando per più cinque minuti e tra questi il 43% è attardato di oltre 20 minuti. Poco meglio va a Italo, che segue con il 23% di ritardi verso Termini e il 19% in direzione Centrale.
A questo proposito, Fabio Minoli, al vertice della comunicazione di Bayer Italia e deputato di lungo corso di Forza Italia, nonché habitué del pendolarismo tra Milano e Roma, fa una sintesi al Corriere della Sera: «I vantaggi dell’aereo rispetto al treno? I tempi di percorrenza più rapidi e l’affidabilità del servizio». Minoli sottolinea come, anche se spesso più economico, il treno presenta un costo di tipo indiretto, perché un’azienda che invia i suoi dipendenti in trasferta deve avere la sicurezza che giungeranno in tempo per fare ciò che devono fare. Anche se, ricorda Minoli, bisogna riconoscere che l’avvento dell’Alta velocità ha rivoluzionato il sistema dei trasporti e consentito a tutti di viaggiare in breve tempo, quando una volta un biglietto aereo costava come uno stipendio medio.
Colazione gratis durante tutti i giorni della Design Week? Si può fare. Più precisamente nel cortile di via Voghera 8, in zona Tortona, la zona dove l’epopea del Fuorisalone ha avuto inizio.
Ph. @milanodascrocco IG
Nei giorni della Design Week si trova il Kellogg’s Extra Hub dove si può gustare la granola Kellogg’s Extra preferita da abbinare a yogurt, latte e toppings. Non solo: puoi anche creare la tua tazza personalizzata con ManiMilano Lab e scoprire l’esposizione artistica con tazze in ceramica animate da ologrammi.
Indirizzo: Kellogg’s Extra Hub – Via Voghera 8, Milano
Tutti i giorni fino al 13 aprile. Orario: 10:00 – 19:00. Ingresso gratuito
9 aprile 1948. Nasce a Venezia Nicoletta Strambelli, poi nota come Patty Pravo. Pochi sanno che negli anni sessanta amava frequentare a Milano un locale chiuso da poco. L’Old Fashion (anche se il nome allora era diverso). Ripercorriamo la storia del mitico Old.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
9 aprile. Nasce Patty Pravo. A Milano diventava la reginetta del mitico Old Fashion
20 gennaio 2024. L’ultima serata dell’Old Fashion. Arriva al capolinea una storia iniziata oltre 70 anni fa. Ma cosa c’entra Patty Pravo?
# Gli Happy Days dell’Old: Patty Pravo, i Camaleonti e Jimi Hendrix
La storia dell’Old (come veniva chiamato dai milanesi) ha inizio durante l’occupazione nazista quando era un circolo ricreativo per gli ufficiali tedeschi. Nel primo dopoguerra il locale prende il nome di Trianon e suona soprattutto il rock’n’roll, anche se il motivo del suo successo era un altro: in una sala si assisteva ai programmi trasmessi dalla tv tra cui i quiz di Mike Bongiorno. Negli anni Sessanta iniziano ad apparire personaggi di grido, come Fred Bongusto, i Camaleonti o la reginetta del Piper, Patty Pravo. Non mancano le star internazionali: epico il concerto di Jimi Hendrix del 23 Giugno 1968 davanti a oltre 4mila persone.
# Le mitiche Serate Internazionali del mercoledì
A fine anni Sessanta il locale prende il nome di “Wanted Saloon“ con una scenografia da Saloon del Far West. Ma questa gestione si rivela fallimentare. Con il nuovo decennio arriva il nome che lo ha reso celebre: Old Fashion. Il nome deriva dal drink a base di Whiskey e soda molto in voga in quegli anni. Assume la formula di ristorante & dancing con una programmazione che varia a seconda della serata.
Il periodo di maggior successo arriva con la ristrutturazione del 1995 che porta il locale a diventare gigante, con due ampie sale al coperto e la possibilità di usare il vasto giardino della Triennale. Soprattutto d’estate il locale spopola, con picchi di 30mila presenze. Prosegue la formula del ristorante & dancing: il mercoledì il locale diventa solo dancing per dare spazio alla serata di maggior successo, forse dell’intera storia del locale, le “Serate Internazionali” che dal 1997 al 2005 diventano il punto di riferimento degli universitari milanesi (e non solo). Nella serata organizzata dalle associazioni Erasmus il locale ospita ogni settimana una nazione diversa che “trasforma” l’Old con musica e buffet tipici, oltre a spettacoli e film in lingua originale.
# Il ridimensionamento del 2006 e gli ultimi anni difficili
Ph. @oldfashionmilano IG
Il tramonto del locale ha inizio con il ridimensionamento degli spazi del 2006, quando il locale perde buona parte del giardino esterno. Nello stesso anno il locale ottiene il riconoscimento di “negozio di rilevanza storica” dal comune di Milano e dalla Regione Lombardia. Gli ultimi anni si fanno sempre più complicati con le chiusure pandemiche e con alcuni fatti di cronaca che ne hanno annebbiato l’immagine. Sembra che proprio questi fatti di cronaca, tra cui un accoltellamento e una violenza sessuale, siano alla base della decisione della Triennale di non rinnovare l’affitto: il 20 gennaio 2024 è di scena l’ultima serata dell’Old Fashion. Cala così il sipario su uno dei locali che hanno fatto la storia di Milano.
Negli ultimi anni, Milano ha avviato un ambizioso progetto di riqualificazione urbana, focalizzandosi in particolare sulla riqualificazione dei sette ex scali ferroviari. Queste aree per complessivi 1,2 milioni di mq, un tempo dedicate al trasporto merci, sono destinate a diventare nuovi poli di sviluppo urbano, combinando residenze, spazi verdi e servizi. Ecco il punto sui progetti di trasformazione dei 7 ex scali.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
La trasformazione dei 7 ex scali ferroviari di Milano: a che punto siamo
Ex scali Milano
#1 Scalo Romana con il Villaggio Olimpico e il parco sopra la ferrovia
scaloportaromana.com – Nuovo masterplan
Lo Scalo Romana è al centro di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana che trasformerà l’area in un quartiere multifunzionale, integrando spazi residenziali, commerciali, uffici e servizi condivisi. Tra i sette ex scali è l’unico in piena costruzione.
Il Villaggio Olimpico, la cui struttura principale è stata completata, con sei edifici nuovi e due edifici storici restaurati, la Squadra Rialzo e il “Basilico”. Nonostante un incremento dei costi di costruzione di circa 40 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali, COIMA prosegue i lavori, confidando in un supporto governativo per la copertura finanziaria. Durante le Olimpiadi Invernali del 2026 mette a disposizione 1.400 posti letto per gli atleti, mentre a partire dal 2027, ne è prevista la riconversione nel più grande studentato d’Italia con 1.700 posti letto.
Il parco. Le opere di bonifica e preparazione per la sua realizzazione sono in corso. Lo sviluppo è in prevalenza al centro, coprendo la ferrovia con una sorta di collinetta, mentre si prevedono percorsi trasversali e longitudinali per mettere in collegamento zone di via Ripamonti, corso Lodi, Symbiosis e Porta Romana ora separata dall’ex scalo. Inizialmente il progetto prevedeva anche la costruzione di una “foresta sospesa”, una passerella verde sopraelevata tra le aree, simbolo di sostenibilità e continuità urbana. Tuttavia, questa parte è stata definitivamente accantonata.
Uffici e Spazi Commerciali.Nella zona adiacente a piazzale Lodi, è prevista la realizzazione di una nuova piazza su più livelli, circondata da edifici destinati a uffici, negozi e ristoranti.Questo sviluppo mira a creare un vivace centro commerciale e d’affari, facilmente accessibile grazie alla vicinanza alla stazione ferroviaria della Circle Line, prevista per il 2031.
Orti Urbani. Il progetto prevede la creazione di orti urbani all’interno del grande parco pubblico di circa 100.000 mq.Questi spazi verdi saranno dedicati alla coltivazione comunitaria, promuovendo l’agricoltura urbana e offrendo ai residenti l’opportunità di partecipare attivamente alla vita del quartiere.
Piazza Olimpica.Nel cuore del Villaggio Olimpico, sorgerà la Piazza Olimpica, uno spazio pubblico polifunzionale destinato a diventare da punto di incontro e aggregazione per residenti e visitatori.Durante le Olimpiadi Invernali del 2026, sarà l’unica area accessibile al pubblico.
#2 Scalo Farini con il campus Brera e la nuova sede Unicredit
Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini
Il masterplan per lo sviluppo dello Scalo Farini e di San Cristoforo è stato affidato al team OMA e Laboratorio Permanente, vincitori del concorso “Agenti Climatici”. Questo progetto ambizioso prevede un intervento di rigenerazione urbana che combina sostenibilità ecologica, mobilità innovativa e spazi funzionali per uffici, residenze e attività culturali. Il masterplan include anche una vasta area verde che funge da filtro ecologico, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo al benessere della comunità. Inoltre, sono previsti spazi pubblici e ciclabili, per ridurre il traffico veicolare e promuovere la mobilità sostenibile. Nel giugno 2024, UniCredit ha annunciato l’intenzione di trasferire la sua nuova sede presso lo Scalo Farini, offrendo un premio di 16 milioni di euro per accelerare il processo. Il progetto prevede la creazione di un hub finanziario nell’area, con un campus, integrandosi nel più ampio piano di rigenerazione degli scali ferroviari milanesi.
Rendering del distaccamento dell’Accademia di Brera
Al momento l’unico vero intervento riguarda la costruzione del nuovo campus dell’Accademia di Brera, recuperando il vecchio complesso ferroviario a forma di “U” presente nell’area. Si prevede il mantenimento della sua architettura originaria, con ampi spazi luminosi e soluzioni energetiche sostenibili. Al suo interno aule, laboratori creativi, gallerie espositive e spazi per la sperimentazione artistica. Il cuore dell’intervento è proprio la commistione tra cultura, natura e architettura contemporanea, con ampie superfici pedonali e un parco lineare, tra i più grandi della città.
#3 Scalo San Cristoforo: un’ecosistema blu con zone umide collegate al “filtro verde” dello Scalo Farini
Oma – San Cristoforo
Lo Scalo San Cristoforo diventerà la parte “umida” del grande progetto di rigenerazione urbana guidato da OMA e Laboratorio Permanente, connesso allo Scalo Farini. Qui nascerà un “paesaggio blu”, una rete di bacini e aree umide progettate per la depurazione naturale delle acque attraverso fitodepurazione e processi ecosistemici. L’obiettivo è restituire alla città un ecosistema attivo, capace di purificare l’acqua e al contempo creare un habitat per biodiversità urbana, con piante acquatiche, fauna locale e percorsi immersi nella natura.
Oma – Rendering San Cristoforo
Questo parco ecologico fungerà da filtro verde per Milano Sud-Ovest e sarà complementare al grande parco lineare dello Scalo Farini, in un sistema ambientale che risponde alle sfide climatiche e rigenera territorio e paesaggio.
#4 Scalo Greco Breda con “L’innesto”: il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia
A luglio 2024 sono iniziati i primi interventi per dare avvio alla riqualificazione della stazione di Milano Greco Pirelli. Per questa area è stato scelto il progetto “L’Innesto”, che prevede la trasformazione dell’ex scalo Greco-Breda nel primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia.
barrecaelavarra.it – Innesto economia circolare
Su una superficie complessiva di 6 ettari si prevedono 400 appartamenti per housing sociale, 300 posti letto per studenti, con una suddivisione tra locazioni e vendita agevolata. Circa il 60% dell’area sarà destinato a spazi verdi pubblici, inclusi parchi e orti urbani. Il quartiere sarà a zero emissioni, con soluzioni per l’efficienza energetica, l’uso di energie rinnovabili e una gestione sostenibile delle risorse. La mobilità sostenibile sarà incentivata con infrastrutture ciclopedonali, colonnine per veicoli elettrici e car sharing. L’intervento mira anche a migliorare l’accessibilità e a integrare il quartiere con le zone circostanti, promuovendo inclusione sociale e qualità della vita urbana.
#5 Scalo Lambrate con le tre piazze di Lambrate Streaming
Credits Comune di Milano – Rendering Lambrate
Il progetto “Lambrate Streaming” per la riqualificazione dello Scalo Lambrate prevede la creazione di un maxi-parco pubblico di circa 41.500 mq, arricchito da 900 alberi e aree attrezzate per lo sport.Oltre al parco, sorgeranno residenze a prezzi accessibili destinate principalmente a giovani coppie e studenti, con una superficie complessiva di oltre 19.000 mq, pari a circa 307 alloggi.Il masterplan prevede anche la realizzazione di un sistema di tre piazze collegate tra loro, inclusi frutteti, orti didattici e di comunità, aree ricreative attrezzate, campi giochi e sportivi per adulti e bambini, e aree cani.Il muro del rilevato ferroviario verrà riqualificato con un allestimento artistico che si configurerà come una “quinta urbana” incisa di poesie e versi legati ai temi del treno e del viaggio.
Lambrate streaming
1 of 3
Credits Comune di Milano - Lambrate scalo ferroviario 3
Credits Comune di Milano - Lambrate scalo ferroviario 3
Tre Piazze Lambrate
Credits: comune.milano.it
Progetto scalo Lambrate
Credits: comune.milano.it
Progetto scalo Lambrate
A maggio 2024, in via Gaetano Crespi 28, adiacente all’ex scalo, è stato demolito un vecchio edificio industriale per fare spazio a nuove costruzioni residenziali, segnando l’inizio della trasformazione dell’area. La fine dei lavori, inizialmente prevista tra il 2026 e il 2027, non è stata ancora ufficializzata, dato che il cantiere vero e proprio deve essere avviato.
Veniamo infine a quelli di cui non si conosce lo sviluppo futuro.
#6 Scalo Rogoredo con edilizia sociale e parco lineare
Scalo Rogoredo
Il progetto di riqualificazione dell’ex Scalo Merci di Rogoredo rappresenta una delle trasformazioni più significative nel sud di Milano. L’area di circa 21.000 mq, precedentemente adibita a scalo ferroviario, sarà trasformata in un quartiere residenziale e commerciale moderno, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla qualità della vita. Il Piano Attuativo approvato dal Comune di Milano all’inizio del 2024 prevede la costruzione di alloggi a prezzi accessibili, in via esclusiva Edilizia Residenziale Sociale (ERS), spazi pubblici e servizi per la comunità.
Piano attuativo Rogoredo
L’integrazione con il contesto urbano sarà totale, con ampie zone verdi e un parco lineare che attraverserà l’intera area. Al momento, dopo le demolizioni degli edifici nel 2021, non sono disponibili aggiornamenti sulla prosecuzione del progetto.
#7 Scalo Porta Genova ancora in attesa di un progetto
La stazione di Porta Genova è destinata alla dismissione entro il 2027. Tuttavia, con l’introduzione della nuova linea S19, che effettuerà le stesse fermate della S9 nella tratta da Albairate a Porta Romana FS, i treni dovrebbero smettere di fermarsi a Porta Genova già dall’inizio del 2026, proseguendo invece verso Rogoredo. Questo cambiamento anticipa la chiusura operativa della stazione, facilitando il processo di riqualificazione dell’area.
Agroscalo 2020
Ad oggi però non ci sono novità sul suo futuro. In passato erano stati avanzati dei progetti di rigenerazione come Agroscalo, pensato per integrare l’agricoltura urbana con il recupero degli spazi dismessi, ma nessuno di questi è mai stato confermato.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Per il momento, l’unica certezza di questa metrotranvia è il ritardo accumulato in questi anni. Concretamente, però, a che punto sono i lavori? Scopriamolo.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
La «rivoluzionaria» Metrotranvia Milano-Brianza e le sue 25 fermate da record: la nuova data di fine lavori
# 25 fermate per collegare Milano con la Brianza
credits monzabrianzanews ig
25 fermate per percorrere il tratto Milano-Brianza in poco più di mezz’ora. Questo progetto potrebbe rivoluzionare la mobilità del nord Milano, offrendo un collegamento alternativo con la provincia di Monza e Brianza. Al momento però, il cantiere ha subito alcuni ritardi. Così come il termine dei lavori, che è slittato a marzo del 2028.
# Quali sono i problemi principali del collegamento?
credits Comune di Paderno ig
Ma cosa ha causato questo ritardo? I ritardi maggiori sarebbero stati causati dalla mancata consegna delle aree soggette ai lavori da parte del Comune di Bresso. E nemmeno l’idea di procedere con micro-cantieri è stata risolutiva. Resta poi un nodo importante da sciogliere: quello relativo all’impresa di costruzioni CMC di Ravenna. Questa impresa, infatti, ha richiesto la liquidazione giudiziaria e starebbe seguendo un percordo di mediazione previsto in conclusione a febbraio.
# Le rassicurazioni di Daniela Caputo, consigliera delegata alle infrastrutture della Città Metropolitana
credits milanoeprovincia ig
Lo scorso 25 settembre si era tenuto un incontro tra i sindaci dei comuni interessati all’opera, ed erano stati rassicurati dalle dichiarazioni di Daniela Caputo, neo consigliera delegata alle infrastrutture della Città Metropolitana: «Ho informato gli amministratori locali presenti del fatto che con la direzione lavori e i tecnici della Città metropolitana abbiamo fatto un nuovo sopralluogo lungo i 14 chilometri su cui si svilupperà il percorso della metrotranvia e abbiamo verificato che nei cantieri i lavori procedevano» specificando che «in tal senso ho avuto rassicurazioni circa il fatto che le difficoltà societarie sono in fase di risoluzione e ciò favorirà sia la possibilità di reperire le maestranze che la definizione di un nuovo cronoprogramma. Ho inoltre chiesto di limitare al massimo i disagi per i cittadini e le attività commerciali» ha concluso Caputo.
# Il sopralluogo in cantiere e quando dovrebbe aprire il collegamento
credits milanotrasporti ig
Lo scorso 5 marzo ha avuto luogo un confronto tra la Commissione Territorio la Città Metropolitana di Milano e la CMC di Ravenna sulle criticità dei cantieri di questa metrotranvia. «L’opera sconta già un ritardo di sedici mesi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per evitare di allungare ulteriormente i tempi» ha spiegato Jonathan Lobati di Forza Italia. Ma quando aprirà quindi il collegamento? Secondo MilanoToday, il collegamento dovrebbe aprire al pubblico nell’ultimo trimestre del 2027, con un ritardo di oltre 16 mesi rispetto al programma.
# Un’opera rivoluzionaria: da Milano alla Brianza in tempi record
credits cittàmetropolitanamilano ig
L’opera è stata progettata nel 1999 e ha subito poi un iter complesso e travagliato. I cantieri sono stati aperti solo nel gennaio del 2023, per un investimento complessivo che ammonta a 256 milioni di euro. Il tracciato sarà lungo 14,3 chilometri con 25 fermate distanti tra loro, in media, 540 metri. La metrotranvia attraverserà 8 comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino. Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.
Per percorrere l’intera tratta, da Milano a Seregno, si stima quindi un tempo massimo di 40/50 minuti. Nel progetto ci sono anche iniziative green: i treni saranno dotati di trasmettitori in grado di recuperare l’energia che si sviluppa dal tram in fermate e rimetterla in rete, mentre per ogni albero tagliato se ne pianteranno due.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
A Nord si pensa in grande. Vediamo nei dettagli il progetto.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
Le nuove «torri faro»: su Milano Nord si accende la luce
# Un’area abbandonata dal 2010
credits robydistefano ig
A novembre del 2024, l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni ha approvato una delibera di adozione che dà il via libera alla trasformazione dell’ex Enichem, un progetto che mira a riqualificare un’area di oltre 14mila metri quadrati, abbandonata nel 2010. Ma in cosa consiste il progetto?
# Il nuovo progetto: le «torri faro»
credits robydistefano ig
Il nuovo progetto prevede la realizzazione di una torre residenziale di 83 metri (25 piani), un edificio residenziale di 6 piani che si affaccierà su via Luini e un edificio commerciale, rispondendo così alla crescente domanda di abitazioni e spazi commerciali nel quartiere. Verrà anche creata una nuova piazza pubblica, un luogo di incontro e socialità per i residenti. Le nuove «torri faro» permetteranno di preservare le aree verdi e di rispondere all’esigenza di uno sviluppo sostenibile.
# La piazza pubblica per contenere il traffico
credits robydistefano ig
Tra la futura fermata MM1 Restellone e la via Monte Santo nascerà una piazza pubblica con un grande spazio verde. Aiuterà a mitigare il traffico e a favorire la mobilità ciclabile e pedonale.
L’area verde integrata alla piazza verrà piantumata con essenze arboree e arbustive autoctone e ospiterà giochi inclusivi, panchine per socializzare e una piccola collina che diminuirà l’impatto visivo e acustico del cavalcavia Buonarroti. La piazza sarà raggiungibile anche dal parco Gramsci con una pista ciclabile.
# La sintesi delle opere pubbliche previste
credits robydistefano ig
Queste tutte le opere pubbliche previste dal Piano Attuativo:
• piazza pubblica con area verde integrata (circa 3.500 mq)
• parcheggio e verde d’arredo a servizio della funzione residenziale (circa 1.330 mq)
• area verde di vicinato della funzione residenziale e collegamenti verso la piazza (circa 2.535 mq)
• parcheggio e verde a servizio della funzione commerciale (circa 2.290 mq)
• verde di mitigazione lungo il confine con la ferrovia (circa 615 mq)
• riqualificazione di via Monte Santo nel perimetro del progetto (circa 1.575 mq)
• riqualificazione via Monte Santo/Luini esternamente al progetto (circa 2.860 mq)
• nuova rotatoria all’intersezione vie Monte Santo/Monte Nero/Ponchielli (circa 600 mq)
# I costi complessivi e la ricaduta per la collettività
credits robydistefano ig
Il piano sarà ora depositato per un periodo di 15 giorni, durante il quale saranno accettate eventuali osservazioni. Dopo l’approvazione definitiva, seguirà il rilancio dei permessi di costruire, con un iter che si concluderà presumibilmente in circa 90 giorni dalla delibera di adozione. Gli oneri complessivi tra opere pubbliche e servizi saranno pari a poco più di 3,5 milioni di euro, con scomputo del valore di quasi 2,5 milioni di euro.
A tredici anni dall’introduzione della rete notturna che sostituisce di notte le linee metropolitane di Milano, più altre di superficie, resta una linea mancante. Come una Cenerentola: da mezzanotte in poi per lei Milano rimane off limits.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
L’unica metro di Milano che NON ha la sostitutiva di notte
# Nel 2012 l’introduzione della rete notturna sostitutiva della metropolitana e di altre linee di superficie
Elenco linee notturne
Risale al 2012 l’introduzione a Milano della rete notturnasostitutiva della metropolitana e delle più importanti linee di superficie. Il servizio copre la fascia tra la Mezzanotte e le 05:30 circa, anche se non ha ancora raggiunto standard simili a quello di altre metropoli europee. La pecca più grande al momento è quella di aver lasciato ancora scoperta una delle cinque linee metropolitane attive in tutta la loro estensione. Perfino l’ultima arrivata, la M4, ha adottato una linea di superficie di notte.
# La M5 è l’unica senza un bus notturno
Stazione Garibaldi M5
Le linee notturne sostitutive delle metropolitane sono la NM1 (escluse le stazioni di Pero e Rho), la NM2 solo il tratto urbano, la NM3 che copre l’intero tracciato e la NM4 con fermate tra Linate e San Cristoforo da dove i bus continuano fino a Molinetto di Lorenteggio dove fanno capolinea. Ne manca una: per la M5 nessuno a Palazzo Marino o in ATM, da quando ha aperto per intero nel 2015, sembra avere pensato di abbinarle una linea sostitutiva che garantisse il servizio notturno lungo la stessa tratta.
E pensare che non si tratta di un percorso marginale: Stadio San Siro, piazzale Lotto, Citylife, Domodossola, Procaccini/Sarpi, Garibaldi, Isola, Bicocca Università, Bicocca Village e Centro Sarca / Skyline Multiplex. Molti i luoghi di attrazione. Nel 2024 è stata lanciata anche una petizione sul sito del Comune ma con poca fortuna.
# Per fare un percorso simile si deve salire su quattro linee diverse
Atm, percorso ipotetico M5 notturna
Come si può allora percorrere di notte il tragitto della M5? Per prima cosa bisognerebbe armarsi di tanta pazienza e poi mettere in conto di cambiare diverse linee. Partendo da Bicocca si dovrebbe salire prima sulla N42 fino alla Stazione Centrale, poi sulla N25 fino a Cadorna, ancora sulla NM1 fino a De Angeli e infine la N80 fino a San Siro Stadio.
# La Cenerentola tra le metropolitane milanesi
Credits Atm – Metro M5 nella rimessa
La sostitutiva non è però l’unica mancanza di questa linea che sembra a tutti gli effetti la Cenerentola tra le metropolitane milanesi, non solo per il “coprifuoco notturno”. Alla M5 manca infatti anche il deposito per i convogli, tutte le altre linee compresa M4 ne hanno almeno uno: è presente solo un impianto di officina situato nei pressi del capolinea di Bignami che può ospitare un numero limitato di treni. Questo spiega perchè un vagone incidentato della metro lilla è stato visto sulla linea verde. Ma non è il solo punto debole della M5: con molta probabilità rimarrà l’unica linea a non passare per il centro, persino la futura M6 ci passerà, e con l’inaugurazione della M4 ha perso pure il primato di linea più profonda di Milano. (Ultimo aggiornamento: 8 aprile 2025)
Fare colazione a Brera e pranzare a Notting Hill, senza aerei, senza stress, senza code infinite ai controlli. Fra qualche anno potrebbe essere possibile. L’annuncio di FS e quando potrebbe essere il primo viaggio.
Vuoi sostenere Milano Città Stato? Offrici due caffé al mese: potrai leggere tutti gli articoli senza pubblicità.Clicca per scoprire come fare
In treno da Milano a Londra con l’alta velocità del Frecciarossa: l’annuncio di FS!
# Entra nel vivo il progetto “Green Speed”
Chatgpt AI – Frecciarossa Londra
Fare colazione a Brera e pranzare a Notting Hill potrebbe presto non essere più solo un’idea da film romantico. Il progetto “Green Speed”, annunciato nel 2020, sembra essere entrato nel vivo. L’obiettivo è quello di collegare con l’alta velocità la capitale britannica con altre grandi città del continente europeo. L’allora Segretario ai trasporti del Regno Unito, Grant Shapps, aveva confermato pieno appoggio del Parlamento di Londra: «Tra le destinazioni da aggiungere in futuro ci sono Bordeaux, la Spagna, il Portogallo, Ginevra e Svizzera, l’Italia, l’Austria e Francoforte. In definitiva, vogliamo vedere connessioni senza soluzione di continuità con reti continentali ad alta velocità verso moltissime destinazioni europee».
L’apertura da parte di Getlink, un tempo noto come Eurotunnel, ad altre società ferroviarie aveva infatti spinto alla fusione Eurostar con AV Thalys e all’interessamento, tra le altre compagnie, di Trenitalia a coprire il collegamento verso la capitale britannica.
# Un miliardo per l’alta velocità tra Londra e Parigi e poi fino a Milano
Mappa eurostar
FS Italiane ha deciso di giocare in grande: un investimento da un miliardo di euro per portare l’alta velocità tra Londra e Parigi con convogli ispirati al Frecciarossa. In corso ci sono valutazioni per possibili estensioni del servizio oltre la capitale francese verso Lille, Ashford, Lione, Marsiglia e Milano. L’alta velocità italiana, già presente in Spagna e presto in Germania con il collegamento Milano-Moncao dal 2026, punta a diventare un attore protagonista nel disegno continentale dei collegamenti su rotaia. L’obiettivo non è solo quello di portare i treni italiani all’estero, ma anche dimostrare che si può viaggiare veloce e comodo senza per forza prendere un aereo.
# La svolta: accesso al tunnel della Manica e collaborazione con Evolyn
Ideogram AI – Av verso Londra
A rendere possibile tutto questo è anche la partnership con Evolyn, un operatore spagnolo nato proprio per scardinare il monopolio Eurostar, come riportato da una nota ufficiale del Gruppo FS. Il passo decisivo è stato l’accesso al deposito di Temple Mills, vicino a Londra: una condizione essenziale per fare manutenzione ai convogli e ottenere i permessi per l’ingresso nel tunnel della Manica. Dopo aver ottenuto le licenze e i permessi necessari in Francia, il Gruppo FS sta collaborando con i principali soggetti coinvolti per gestire gli aspetti regolatori e operativi, tra cui un’integrazione ottimale dei nuovi servizi tramite l’Eurotunnel e le reti ferroviarie di Regno Unito e Francia.
# Obiettivo primo viaggio nel 2029 tra le due capitali divise dallo Stretto della Manica, negli successivi la tratta Milano-Londra
Credits frecciarossaofficial IG – Frecciarossa a Parigi
Il primo viaggio tra le due capitali divise dallo Stretto della Manica potrebbe avvenire nel 2029, anche se bisogna attendere il completamento delle infrastrutture e delle autorizzazioni tecniche, visto che il nuovo collegamento si inserisce tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029. Negli anni successivi dovrebbe toccare a Milano, città hub per definizione, che con il collegamento diretto con Londra potrebbe accrescere ancora di più il ruolo di porta su rotaia verso il nord Europa.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Uno dei misteri di Milano: a che ora scatta lo sconto per il sushi all’Esselunga
Sconto Sushi
A chiunque di noi è capitato. Arrivare a sera, non avere voglia di cucinare, ripiegare all’Esselunga indecisi tra reparto pronti in tavola e quello del sushi, tra i banconi del pesce. Chi è avvezzo agli acquisti sa bene che ci sono due grandi differenze a seconda dell’ora degli acquisti per i prodotti freschi.
# Quando si fa sera
La prima è nelle quantità. Avvicinandosi alla chiusura la disponibilità di prodotti freschi si assottiglia. La seconda è nei bollini di sconto: sempre avvicinandosi alla chiusura aumentano le probabilità che sui prodotti in giacenza compaiano i bollini di offerta, con la riduzione del prezzo di vendita. Ma a che ora scatta lo sconto per uno dei prodotti più amati da chi la sera non ha voglia di cucinare?
# La certezza: tutto il sushi in offerta è fresco di giornata
Sconto Sushi
La prima cosa certa è che il sushi in vendita al supermercato va prodotto e consumato in giornata. Pertanto la grande distribuzione ha ideato una strategia per evitare l’invenduto e il conseguente spreco. Avvicinandosi all’ora di chiusura è ormai cosa nota che sui prodotti vicini alla scadenza vengano applicati degli sconti.
Ma la grande domanda che molti si fanno è: a che ora scattano gli sconti per il sushi? Dopo scrupolose ricerche e rivelazioni degli addetti al reparto pescheria siamo in grado di svelare l’arcano.
# Da che ora dunque scattano gli sconti?
La procedura è la seguente: tra le 19.30 e le 20 il responsabile di reparto verifica le giacenze presenti nel banco frigo del pesce. A quel punto fa un rapporto e si procede all’applicazione degli sconti su tutte le giacenze di sushi e su quelle del pesce in prossimità di scadenza. Quindi per essere certi di trovare sushi fresco di giornata a un prezzo sensibilmente inferiore rispetto a poco prima e, per evitare il rischio di non trovarlo più, la fascia oraria ottimale è quella tra le 19.30 e le 20.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Uno dei quartieri più iconici di Milano è ricco di curiosità che solo pochi a Milano conoscono. Foto cover di @valeparasec IG
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
21 fatti sulla Bovisa che non conoscevi
E’ un “quartiere ferroviario”: è diviso in due dal tracciato delle Ferrovie Nord con direttrice nord-sud. Non solo: i suoi confini sono delimitati dai binari della ferrovia di gronda nord e a sud dalla circonvallazione esterna della 90/91.
E’ un quartiere senza metro: è attraversato dal passante (linee S1, S2, S3, S4 e S13), da treni regionali, dalMalpensa Express. Ma non dalla metropolitana: la stazione più vicina è Dergano, sulla M3.
Esiste una storica rivalità tra la Bovisa e il quartiere confinante: Dergano. Una rivalità che nasce dalle origini in cui erano due borghi autonomi e agricoli, poi caratterizzatisi in modo diverso. La Bovisa si è trasformato in polo industriale, mentre Dergano è rimasto a lungo un borgo agricolo.
Il gasometro della Bovisa è uno dei più famosi del mondo. Parte del merito deriva dal quadro di Mario Sironi del 1942. Viene considerato uno dei simboli del quartiere.
E’ considerata la “Berlino Est” di Milano. Quartiere storicamente operaio, conosciuto per il suo passato anarchico di sinistra (davanti a molte case di ringhiera sono ancora presenti le targhe dei tanti partigiani caduti), polo industriale, referente come centro cinematografico internazionale e distretto giovane prevalentemente universitario. In Bovisa si respira una besondere Stimmung, come la definirebbero lungo la Sprea.
Un tempo era un borgo agricolo e questa sua origine la si ritrova nelle sue numerose cascine. La più nota è Cascina Albana, che si trova sulla via Bovisasca, ed è circondata da capanne di lamiera e il parcheggio dei camper. Lungo la via Bovisasca correva un tempo una roggia, una specie di Naviglio. In Cascina Albana si ritrovano immigrati, artisti, anziani, professionisti e risulta presente già nel catasto teresiano del 1722.
Era la capitale italiana del Cinema. Qui è nato il cinema italiano: nel 1910 ha inaugurato lo stabilimento della “Milano Films”, in attività fino metà degli anni ’30. I teatri di posa della Bovisa vennero utilizzati da altre aziende. Quello che rimane della prima casa di produzione italiana, l’Armenia Films (ex Milano Film), fa da cornice all’ingresso di un condominio ecologico.
8. Qui è stato realizzato il primo lungometraggio italiano: si chiamava Inferno ed era un film muto del 1911 sulla Divina Commedia. Non solo: è stato celebrato e citato nel cinema (Rocco e i suoi fratelli), oltre che nel notissimo film di Visconti (Inferno). Ma non solo nel Cinema: anche nella letteratura (Il malinconico ragazzo della Bovisa di Ermanno Olmi), nella pittura (ovvio il riferimento nel Gasometro… di Sironi), nella musica da Van de Sfross (40 pass) a Danzi.
9. Ospita l’unico “bosco spontaneo” di Milano. Si tratta della Goccia che ospita residui di archeologia industriale risalenti a inizio Novecento. E’ un’area di 33 ettari di verde e ruderi, chiamata così per la sua forma, compresa tra le stazioni di Bovisa e Villapizzone e dove sorgeva l’Union des Gaz con i suoi gasometri. Sta venendo riqualificata dal Politecnico che la trasformerà in un grande parco scientifico-tecnologico.
10. Era uno dei principali centri di produzione e stoccaggio di gas d’Europa. Era densa di fabbriche che traevano giovamento dalla logistica. Tra le fabbriche ancora in attività c’è la Fernet Branca, uno dei grandi marchi della storia di Milano.
11. Ospita una scuola con rifugio. La Scuola di Viale Bodio è stata frequentata dal regista Emanno Olmi e conserva un rifugio antibombardamento della seconda guerra mondiale. Il rifugio è visitabile.
12. E’ un quartiere di studenti. Questo grazie soprattutto alla seconda sede per dimensioni del Politecnico di Milano. L’area si suddivide in due campus universitari, in attesa dell’ampliamento all’interno della Goccia: quello est per la Facoltà del Design negli spazi della ex Ceretti e Tanfani e quello ovest per Ingegneria.
Ph. @leonino_foto IG
13. Nel cuore della Bovisa si trova una delle più belle fontane di Milano, quella di Piazza Bausan. Costruita nel 1928, è dedicata ai caduti della Prima Guerra mondiale. Sull’orlo del tamburo sono incisi i seguenti versi del Dannunzio “fontana pia, la tua voce quieta in murmure perenne ci racconta storie del piave, storie dell’isonzo. essa è la voce dei nostri morti che giammai si estingue“.
14. Ospita il più grande incubatore d’Europa. Si tratta di TusStar che ha un giro d’affari globale superiore agli otto miliardi di euro e più di un miliardo e mezzo di profitti e che dal 1999 è stato in grado di incubare oltre 5000 aziende, una trentina delle quali già sbarcate in borsa. Di questo record bisogna ringraziare i cinesi dell’omonima società.
15. E’ al centro di un portentoso progetto di riqualificazione chiamato MoLeCoLa. Progetto vincitore della seconda edizione di Reinventing cities comprende la trasformazione della Stazione del quartiere, la cittadella per studenti, percorsi ciclopedonali e boulevard verdi.
16. Ospita forse il locale più rappresentativo della tradizione milanese: lo Spirit de Milan in Via Bovisasca, tra i più ricercati in città, per il suo ampio spazio industriale, con palco e pista da ballo. Ci sono diverse serate a tema, come quelle dello Swing e delle lezioni di lingua milanese. Si mangia anche con menu rigorsamente milanese.
17. Nel quartiere, in via Candiani 131, si trova La Scighera. Si tratta di un circolo culturale di 480 mq che è un riferimento anche a livello cittadino. Si suddivide in due aree: un bar osteria e un grande salone con palco per concerti e spettacoli dal vivo. Non solo: si presentano libri e si fa teatro popolare.
18. Un altro locale di fama cittadina è “il tempio della birra artigianale”: il Birrificio la Ribalta. In via Cedevale rappresenta una garanzia per la birra artigianale, ma non solo: anche per la musica dal vivo, le degustazioni e gli eventi culturali.
19. Il quartiere è stato uno dei più politicizzati della storia di Milano. In particolare per la presenza dello storico circolo anarchico della Ghisolfa
20. Ospita dei murales di livello internazionali. Nel 2019 durante la Design Week quattro urban artist di fama internazionale (Rancy, Zedz, Luca Barcellona, 2501) e 20 studenti del Politecnico hanno coperto con murales artistici 2.000 metri quadri di muri del dipartimento di Design del Politecnico Bovisa.
21. E’ “il quartiere del futuro”: secondo uno studio elaborato da “Scenari Immobiliari” la Bovisa è stata inserita tra i quartieri in cui la qualità della vita sarà migliore a Milano in un prossimo futuro.
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
La foto del giorno: oggi siamo a in Via Magolfa davanti alla Trattoria La Magolfa dal 1862
Ph. Agostino Bonizzi
Ph. Agostino Bonizzi
Autonoma, originale e libera: la Milano che amiamo ogni giorno è sul sito milanocittastato.it Per tutte le rubriche interattive su Milano seguici anche sulla fanpage di milanocittastato su Facebook, su Instagram e sul nostro canale su Youtube
Ti aspettiamo!
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza
Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti gratis: per te è un piccolo gesto, per noi ha grande importanza