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A Milano non si può più: la città delle opportunità è diventata la «capitale mondiale dei divieti»

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Manifestazione in Piazza Castello contro il divieto di circolazione per le moto euro 0 e 1 - Ph. @zzfazer IG

Come la rana nel pentolone che non si rende conto di venire cucinata, passo dopo passo si è arrivati a questo. Milano è diventata la città record per i divieti alla libertà dei cittadini. Vediamo quali sono.

In copertina: Manifestazione in Piazza Castello contro il divieto di circolazione per le moto euro 0 e 1 – Ph. @zzfazer IG

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A Milano non si può più: la città delle opportunità è diventata la «capitale mondiale dei divieti»

# Non si può fumare all’aperto

teleone_16 IG – Divieto di fumo

Partiamo da uno degli ultimi divieti in ordine di tempo, quello di fumare in pubblico all’aperto. Dopo quello già presente nei parchi e nelle fermate di mezzi di superficie, il divieto è stato esteso a qualsiasi area della città, con l’obbligo di stare almeno a 10 metri di distanza dalle altre persone. Prevista una sanzione da 40 a 240 euro. Le uniche città al mondo che presentano una norma simile sono New York, Stoccolma e Melbourne. Ma sul prossimo punto Milano non ha paragoni a livello mondiale. 

# Non si può andare in monopattino senza casco, targa e assicurazione

Credits: tuttotech.net

Una norma nazionale che ha colpito più duramente Milano, visto l’ampio utilizzo del monopattino, è quella prevista dal nuovo Codice della Strada: obbligo dell’utilizzo del casco, anche per chi lo usa a noleggio. Obbligo che si aggiunge a quello di dotare il mezzo di targa identificativa e assicurazione. Nessuna città al mondo, fuori dai confini italiani, prevede norme così restrittive per i monopattini. In Spagna l’obbligo del casco si applica solo fino ai 16 anni. E non è finita: la tolleranza zero contro le auto a Milano è da record del mondo. 

Leggi anche: Milano sta perdendo lo sharing: per circolare a Milano ci vuole un’impresa

# Area B: la ZTL più grande (e inaccessibile) del mondo

Telecamere Area B

Arriviamo al vero primato mondiale. Area B copre circa il 72% dell’intero territorio comunale di Milano: nessuna la batte, e il suo perimetro è controllata da ben 188 telecamere. Ci sono infatti altre città con zone a traffico limitato che coprono una superficie maggiore, sia assoluta che in proporzione come la Ulez di Londra o la Low Emission Zone di Bruxelles, ma nessuna vieta in modo assoluto l’entrata all’interno dell’area con veicoli inquinanti. Nella capitale britannica basta pagare, nella seconda sono disponibili dei pacchetti di ingressi da acquistare. A Milano non si possono varcare i confini comunali a meno che si arrivi dall’hinterland a bordo di auto diesel superiori all’Euro 6 o di un benzina più recente dell’Euro 3. 

# Anche il centro è il più selettivo al mondo: accessibile a pagamento solo per le auto più recenti e senza poter sostare per più di due ore 

Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano

Tra le nuove regole relative alla sosta, Milano ha introdotto il limite di due ore per il parcheggio a pagamento in centro. In questo caso ci sono altri esempi come Londra, Parigi o, la più recente, New York. Ma in questi casi basta pagare e non ci sono discriminazioni a seconda del tipo di auto utilizzata, come avviene a Milano. Da considerare che New York, l’ultima arrivata con pedaggio per entrare a Manhattan attivato dal gennaio 2025, è sotto attacco dell’amministrazione Trump: non si può far pagare per lavorare, è l’opinione del governo che rivendica il diritto di decidere sui pedaggi applicati su strade, anche cittadine, costruite con i fondi federali. E se il governo italiano facesse lo stesso con Milano?

Continua la lettura con: Ufficiale, arriva la ZTL per una nuova vasta area del centro: strade, orari, regole ed eccezioni

FABIO MARCOMIN

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In Europa da Milano con l’alta velocità: le 5 città più spettacolari all’orizzonte del Frecciarossa all’estero

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Chatgpt AI - Frecciarossa in Europa

Prima la Francia, poi la Spagna, in futuro la Germania. Le mire espansionistiche di Trenitalia non si fermano però qua: gli orizzonti sono più ampi e alcuni straordinari progetti ingegneristici spingono a sognare ancora più in grande.

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In Europa da Milano con l’alta velocità: le 5 città più spettacolari all’orizzonte del Frecciarossa all’estero

# Il collegamento attuale con la Francia e l’alta velocità in Spagna

iryo.eu IG

Martedì 1 aprile 2025 è previsto il ripristino del collegamento dell’alta velocità con Parigi, dopo lo stop a causa di una frana nell’estate 2023, attualmente coperto dalla combinazione di un servizio treno più bus. È stato il primo servizio veloce all’estero, nel 2021, introdotto da Trenitalia. Nel 2022 i Frecciarossa hanno iniziato a viaggiare in Spagna con il brand Iryo dell’operatore ferroviario Intermodalidad de Levante S.A, in partecipazione con Air Nostrum e Globalvia. Notizia recente l’introduzione del biglietto integrato “treno + areo” grazie alla collaborazione con Ita Airways.

Leggi anche: La rivoluzione dei viaggi tra Italia e Spagna: la formula «treno+aereo»

I progetti in corso

# Da dicembre 2026 la tratta Milano-Monaco, con Berlino nel mirino

Milano-Monaco

Uno dei progetti più concreti è quello di collegare Milano e Monaco di Baviera in poco più di 3 ore. In base all’accordo siglato tra Trenitalia, Deutsche Bahn, ÖBB e Ferrovie dello Stato italiane il primo passo dovrebbe avvenire a dicembre 2026. L’attivazione della Galleria di Base del Brennero, che con i suoi 64 km di estensione diventerà il tunnel ferroviario sotterraneo più lungo del mondo, farà scendere ulteriormente i tempi a 5 ore e mezza. 

L’obiettivo è però ancora più ambizioso: allungare la tratta fino a Berlino. Inoltre a febbraio 2023 la Commissione Europea ha dato il via libera a un progetto pilota per potenziare ulteriormente la velocità e arrivare fino a 250 km/h, riducendo a sole 3 ore la Milano-Monaco. La capitale tedesca si potrebbe raggiungere in appena 7 ore. E potrebbe essere solo l’inizio. Ma prima passiamo a Est. 

# Per Lubiana effettuati i primi test

fsnews.it – Stazione Lubiana

C’è anche Lubiana nelle mire del Frecciarossa. L’11 dicembre 2023 è stato effettuato il primo test da Mestre fino a Sesana in Slovenia con l’ETR.700-08. L’accordo preliminare siglato da Trenitalia e SŽ Passenger Transport prevede l’istituzione di 2 collegamenti giornalieri tra Milano e Lubiana. 

Leggi anche: Frecciarossa e TGV Milano-Parigi sono di nuovo in partenza: queste le 6 fermate intermedie

Le capitali all’orizzonte

# Trenitalia France punta a viaggiare fino ad Amsterdam

pixabay – Amsterdam

I piani del Gruppo FS guardano però ancora più a nord. In un’intervista su Il Sole 24ore di Celestina Dominelli a Carlo Palasciano, il chief international officer della società ferroviaria, viene fatto il punto sulle strategie future della compagnia italiana. In corso c’è la valutazione per espandere la rete di Trenitalia France e aggiungere due nuove tratte internazionali verso Bruxelles e Amsterdam. Rimarrebbero al momento solo alcune verifiche tecniche da ultimare per dare il via libera al progetto.

Leggi anche: FRECCIAROSSA sempre più a NORD: le due CAPITALI EUROPEE nel mirino

# Da Milano a Londra in cinque ore e mezza?

Ideogram AI – Av verso Londra

Anche Londra è nel mirino. Un primo passo è stato fatto, con la fusione tra Eurostar e la società ferroviaria AV Thalys, avvenuta nei primi mesi del 2022. Avere una gestione unitaria del servizio rende più facile un collegamento veloce tra la capitale inglese e le altre grandi città europee nel centro e sud Europa. Mancano ancora lunghi tratti di binari adatti all’alta velocità in direzione di Francia e Svizzera dopo Torino e Milano e nella tratta Lione- Lilla, ma tra gli operatori che si sono fatti avanti c’è anche Trenitalia. In futuro si andrà da Milano a Londra in cinque ore e mezza passando per il Tunnel della Manica?

Leggi anche: Milano – Londra in 5 ore e mezza in treno: un sogno che diventerà realtà?

# Il sogno dell’alta velocità per raggiungere Stoccolma, Oslo e Helsinki grazie ai tunnel sottomarini

Rail-Baltica-in-Europe

Il sogno scandinavo. In costruzione c’è la Rail Baltica, il più grande progetto ferroviario degli ultimi cento anni nella regione baltica. Un tracciato di 950 km con treni fino a 249 km/h dalla Polonia alla Finlandia passando per Lituania, Lettonia, Estonia: il primo viaggio è programma per il 2026. L’ultimo tratto da Tallin a Helsinki è previsto in traghetto, ma si sta lavorando per proseguire con la ferrovia, non prima del 2030, grazie al tunnel sottomarino più lungo del mondo: il Talsinki, ben 50 km di estensione. 

Una volta attivata l’alta velocità prima fino a Monaco e poi Berlino, si potrebbe pensare di far correre i Frecciarossa sulla rete baltica e andare da Milano e da Roma fino alla capitale finlandese a bordo di un treno. Ma c’è un altro tunnel in costruzione sul Baltico. 

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt connessione con rete ferroviaria Europea

L’inaugurazione del “Fehmarn Belt Tunnel”, 18 Km per unire Danimarca e Germania in soli 7 minuti, è fissata invece per il 2029. Realizzato a 40 metri di profondità sotto il Mar Baltico, consentirà una volta inaugurato di proseguire velocemente via Amburgo verso Oslo e Stoccolma. Anche in questo caso si potrebbe passare da Berlino arrivando a Stoccolma e a Oslo con l’alta velocità da Milano. 

Leggi anche: Il Frecciarossa punta al nord Europa: il progetto e il «grande miraggio» all’orizzonte

Continua la lettura con: La super-rete di alta velocità tra i paesi baltici: all’orizzonte il super-tunnel

FABIO MARCOMIN

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Un messaggio forte di Milano per una nuova stagione di pace: va ripristinato il gemellaggio con San Pietroburgo

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Credits: p_semechka IG

La guerra in Europa sta giungendo al termine: si sono già avviate le trattative che sanciscono, di fatto, la resa dell’Ucraina. Un conflitto terribile: non solo ha provocato morti e distruzione, come sempre accade in tutte le guerre, ma ha profondamente compromesso le relazioni tra Europa e Russia, colpendo l’economia e riducendo l’approvvigionamento energetico per il Paese. In una fase in cui l’Europa sta venendo messa in un angolo, serve un messaggio forte: ecco perché dovrebbe partire da Milano. 

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Un messaggio forte di Milano per una nuova stagione di pace: va ripristinato il gemellaggio con San Pietroburgo

# L’Europa è all’angolo. Serve un gesto coraggioso di distensione: da Milano

ottavi mondiali
Un evento di anni fa (prima della guerra) all’Associazione Italia Russia di via Cadore 16 a Milano

La guerra in Ucraina finalmente sembra arrivata alle battute finali. USA e Russia stanno discutendo su come mettere la parola fine al conflitto, riducendo al minimo le possibili conseguenze. In questa fase, l’Europa sta venendo messa nell’angolo. Secondo Putin non ha senso invitarla al tavolo delle trattative in quanto avrebbe semplicemente assecondato la volontà statunitense in ogni sua azione. Non solo: anche il nuovo Presidente Trump ritiene marginale il peso dell’Unione Europea. Se politicamente non si sta contando più, potrebbe essere l’ora di farci valere almeno dal punto di vista culturale: serve un gesto coraggioso di distensione. Che per diverse ragioni deve avere Milano come protagonista.

# Ripartire da Milano: ripristinare il gemellaggio con Piter

rperucho – pixabay – San Pietroburgo

Ormai è evidente: tornerà presto il giorno in cui con la Russia tutto tornerà come prima e i rapporti saranno normalizzati. Ci vorrà tempo e tanta fatica ma da qualche parte dobbiamo cominciare e bisogna farlo il prima possibile. La Russia è un paese troppo importante al quale siamo legati non solo economicamente ma anche culturalmente. Perché non fare il primo passo di riavvicinamento partendo da Milano?

Anche perché Milano era gemellata con San Pietroburgo. Un gemellaggio giustificato da motivazioni storiche e culturali ma che è stato sospeso con motivazioni deboli e, forse, pretestuose: anche se non ufficialmente revocato, le collaborazioni tra le due città sono state interrotte. Ora più che mai sarebbe il momento giusto per lanciare un importante segnale di amicizia come si sarebbe detto un tempo “oltrecortina”: ripristinare il gemellaggio. 

# Milano deve diventare protagonista nella crisi europea

Ripristinare il gemellaggio con la splendida città affacciata sul Mar Baltico sarebbe un segnale forte. Una città che con tanta determinazione e coraggio si oppose al nazismo non può che essere considerata gemella della città medaglia d’oro alla Resistenza. Rompere le relazioni tra città per motivi di contingenza politica è un atto miope. Recuperare i rapporti significherebbe lanciare un messaggio distensivo al mondo e riaffermare Milano come protagonista su una scena dove l’Unione Europea sta raggiungendo i livelli più bassi per rappresentanza internazionale e popolarità tra i suoi cittadini. Anche perché non si può dimenticare il profondo amore del popolo russo per l’Italia e, in particolar modo, per Milano.

Continua la lettura con: Il paradosso: in treno da Milano ci si mette di meno ad andare a Brescia che a Bergamo (anche se è lontana il doppio)

ANDREA URBANO

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San Felice, la prima «città satellite» di Milano

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Modello. Stampa fotografica a colori. (Archivio Vico Magistretti) Milano San Felice

Un progetto visionario nato negli anni ’60 con l’idea di creare un quartiere autosufficiente immerso nel verde, ma a pochi passi dalla città. Ancora prima di Milano Due, distante 6 km sempre nello stesso comune, e Milano Tre. Un’area residenziale che ancora oggi rappresenta un modello unico nel panorama milanese. Scopriamo la sua storia, la sua struttura e cosa lo rende così speciale.

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San Felice, la prima «città satellite» di Milano

# Il sogno di San Felice

Modello. Stampa fotografica a colori. (Archivio Vico Magistretti) Milano San Felice

Negli anni ’60, in pieno boom economico, si pensava a nuove soluzioni abitative che coniugassero modernità, funzionalità e qualità della vita. L’idea di Milano San Felice nasce dalla visione dell’ingegnere Giorgio Pedroni, con il contributo degli architetti Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti. Il secondo si è occupato anche del masterplan. Entrambi hanno realizzato diversi progetti immobiliari a Milano tra gli anni ’50 e ’60 come Casa Caccia Dominioni e Torre al Parco.

Il progetto è stato finanziato e realizzato dall’Impresa costruzioni Bonomi e Comolli di Anna Bolchini Bonom e ha preso forma tra il 1965 e il 1969, per essere completato nel 1975. Una città satellite che prometteva ai suoi abitanti tutti i servizi essenziali, lontano dal caos urbano ma senza rinunciare alla vicinanza con Milano. Un quartiere a misura d’uomo, pensato per un nuovo modo di abitare la città, sviluppato principalmente nel Comune di Segrate, oltre che in modo limitato nei territori di Peschiera Borromeo e Novegro.

Leggi anche: Il «fortino ovattato» di Milano Due: il paese che non sembra un paese

# Un quartiere tra verde e architettura con tutti i servizi essenziali

San Felice si estende su un’area di 800mila metri quadrati, di cui oltre due terzi dedicati a giardini, con più di 30.000 alberi che lo rendono un’oasi di tranquillità. L’asse centrale, una strada a ferro di cavallo orientata verso il lago Malaspina, distribuisce dieci torri residenziali a pianta cruciforme. Intorno, le case a schiera e le ville unifamiliari si sviluppano lungo percorsi sinuosi, garantendo privacy e un forte legame con il verde, gerarchizzati in pedonali, ciclistici o automobilistici, di scala del quartiere o di vicinato.

carlottagaravaglia IG – San Felice

Il cuore pulsante del quartiere è il centro commerciale, che offre supermercato, farmacia, banche, negozi e ristoranti, che insieme alla portineria centrale fornisce servizi essenziali. A questo si aggiungono impianti sportivi come golf club e campi da tennis arricchiscono la qualità della vita dei residenti e un centro civico con biblioteca pubblica.

Leggi anche: Per un’altra MILANO: un NUOVO QUARTIERE SATELLITE?

# I “golfi verdi” 

lauramedri IG – Golfi verdi

Un elemento caratteristico del quartiere sono i “golfi verdi”. Si tratta di ampi giardini interni attorno ai quali si sviluppano le abitazioni. Questi spazi non solo contribuiscono alla bellezza paesaggistica dell’area, ma svolgono anche un ruolo fondamentale nella socializzazione tra i residenti. Offrono aree per il gioco dei bambini, il relax e la vita all’aperto, creando un equilibrio tra urbanistica e natura.

# La linea M4 nel futuro

M4 Segrate

San Felice è collegato a Milano con alcune linee di autobus che lo uniscono alla città e alle vicine stazioni ferroviarie, oltre ad essere vicino all’Idroscalo e all’Aeroporto di Linate. Nel futuro Milano diventerà ancora più vicino grazie all’estensione della linea M4 fino alla stazione di Segrate Porta Est. Il progetto prevede infatti una fermata intermedia a 600 metro da San Felice, nei pressi dell’Idroscalo.

Leggi anche: Hinterland sempre più isolato da Milano: i bus «scomparsi» a Ovest ed Est dopo l’apertura di M4

Continua la lettura con: Le 5 città satellite nel futuro di Milano: la linea metropolitana speciale

FABIO MARCOMIN

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«Il consiglio da dare a chi insegna?»

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«Non nasconderti». Quinto estratto dalla seconda puntata de Il Lato Chiaro, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera con il lato chiaro di Stefano Zecchi in onda da lunedì 24 febbraio sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

Qui la prima puntata: Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @chefaipercena IG

La foto del giorno: oggi siamo a Baggio (Osteria Alla Grande) 

Ph. @chefaipercena IG

Ph. @chefaipercena IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (21 febbraio)

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Quando riesci a trovare l’unico gabinetto pubblico di Milano

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Occupaaaaatoooo…. 

Qui il video: Quando riesci a trovare l’unico gabinetto pubblico di Milano

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Continua con: Goldrake libera Milano dai finti ristoranti di sushi gestiti da cinesi

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Milano, «capitale del brunch»: i 7 locali da provare almeno una volta nella vita

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Credits: dinkey.net - Terrazza 12

Inghilterra, XIX secolo. Nasce il brunch. In origine erano i banchetti che si organizzavano alla fine delle battute di caccia dell’aristocrazia inglese. Una tradizione secolare che da qualche decennio è approdata anche a Milano. Si tratta dell’unione tra breakfast e il lunch, tra colazione e il pranzo, un po’ come l’apericena ma in tarda mattinata: mette insieme chi è in ritardo per la colazione e chi è in anticipo per il pranzo. Ecco alcuni dei migliori locali dove gustarlo.

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# Brunch panoramico da A’Riccione Terrazza 12 in San Babila

Credits: dinkey.net – Terrazza 12

In Piazza San Babila, al decimo piano del Brian&Barry Building si trova A’Riccione Terrazza 12, una lounge dalle eleganti atmosfere anni Cinquanta. Offre una visuale magnifica con uno sguardo di 360 gradi, si può vedere la Madonnina del Duomo, e lo Skyline di Milano City. Il menù offre brunch, pranzi e cene, accompagnati da drink d’ispirazione vintage.

Indirizzo: via Durini, 28. Recensioni Google: 4.3/5

# Atmosfere svedesi all’Upcycle Bike Café 

Credits: upcyclebikecafe IG

In zona Città Studi troviamo un locale a tema ciclismo, si chiama Upcycle bike café. Si possono vedere biciclette appese qua e là, e nel fine settimana offre cibo dolce e salato, di tradizione svedese. Il brunch qui si può vivere come momento di condivisione e cordialità, con la possibilità di vivere testimonianze di incontri e interviste dal mondo del ciclismo.

Indirizzo: via Andrea Maria Ampère, 59. Recensioni Google: 4.2/5

# Il brunch di classe all’Emporio Armani Cafè

Credits: saya_k0105 IG

L’Emporio Armani Cafè, rinnovato in stile anni Trenta e ampliato negli spazi, propone un brunch in un luogo di classe, diverso in ogni giorno della settimana, tra cui spicca in particolare il Sunday Brunch, composto da un tagliere di salumi e formaggi, oppure da pesce, a seguire un piatto a scelta, frutta e dolci. In alternativa ci sono proposte alla carta. Certamente i prezzi sono meno accessibili rispetto alle proposte precedenti, ma adatte se si cerca di vivere un’esperienza di classe.

Indirizzo: via dei Giardini, 2. Recensioni Google: 4.2/5

# I deliziosi pancakes di Ofelé

Credits: ofelemilano IG

Ofelé. Caffè & Coccole è il locale perfetto per gli amanti delle atmosfere più raccolte, che ricordi casa, il luogo ideale. Si tratta di una home bakery che serve il brunch durante il weekend. I pancakes sono la specialità della casa sono e si possono scegliere anche salati oppure realizzati con latte vegano, per soddisfare ogni esigenza. A questo piatto forte si affiancano numerose alternative tra cui i beagles, tradizionalmente gli accompagnatori dei pancakes, insieme ad un dolce sempre diverso. A base di pancakes sono anche le nuove proposte di aperitivo e cena del locale.

Indirizzo: via Savona, 2. Recensioni Google: 4.1/5

# I mitici taglieri di Otto in Chinatown

Credits milanofoodaddicted IG – Da Otto

Da Otto in via Paolo Sarpi, il brunch si serve il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 15, dove si può scegliere dal tagliere il salato, accompagnato da frutta, yogurt, patate e caffè. Chiamato anche L’8 dai milanesi, il locale è sicuramente da provare per passare un momento in compagnia coccolati da ottimo cibo.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 10. Recensioni Google: 4.1/5

# Brunch con vista Duomo al Maio Restaurant

 

Credits: maiorestaurant_milano, IG

Maio Restaurant, al settimo piano della Rinascente, offre un un panorama altrettanto mozzafiato direttamente sulle guglie del Duomo di Milano. Decorato da un design moderno e raffinato, con materiali italiani ricercati e funzionali. L’atmosfera intima e chic unita al panorama, rendono Maio il luogo ideale per un brunch a Milano, rappresentando al meglio la città.

Indirizzo: piazza del Duomo. Recensioni Google: 4.0/5

# God Save the Food nel design industriale in Tortona

Credits iclemyeri IG – God save the food

God save the food è uno dei must a Milano, è presente infatti con quattro locali in città, in zona Tortona, Brera, viale Piave e Duomo. Il locale in via Tortona, dal design industriale, è un luogo alla moda, con cucina a vista, che permette ai suoi fruitori di godere di ottimo cibo salato e dolce ogni giorno, all’interno di un luogo accogliente.

Indirizzo: via Tortona, 34. Recensioni Google: 3.8/5

Continua la lettura con: 3 RISTORANTI PANORAMICI a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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23 Febbraio. Il giorno più freddo della storia di Milano

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Ph. @liveinstyleyourlife IG

Da quando si registrano le temperature, la giornata più fredda è capitata il 23 febbraio. Di tanti anni fa. 

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23 Febbraio. Il giorno più freddo della storia di Milano

23 Febbraio 1855. A Milano si registra la temperatura più bassa di sempre: -17,3° C

Curioso che nel mese di febbraio si sia verificata anche la giornata invernale più calda: il 15 Febbraio 1990 si è arrivati a +24,8°

Ma quali sono stati altri record meteorologici a Milano?

  • Giornata più calda di sempre: 11 Agosto 2003, +39,8° C
  • Giornata più nebbiosa di sempre: 24 Novembre 1992, visibilità sempre sotto i 100 metri
  • La giornata più ventosa di sempre: 29 Luglio 2013, vento a più di 180 km/h
  • L’anno più temporalesco: 1998, 33 giorni di temporali
  • L’anno più assolato: sempre il 1998, 174 giorni di sole
  • La più grande nevicata di sempre: ovviamente lei, La Nevicata del Secolo, 90 cm di neve in 72 ore, dal 13 al 17 gennaio 1985.

Continua la lettura con: Le terme più belle del mondo a un’ora da Milano

MILANO CITTA’ STATO

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I quattro cognomi più diffusi a Milano sono «stranieri». Ma ci sono due novità tra i nomi per i nuovi nati

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Ph. @milano_sguardi_inediti IG

A Milano, la mappa dell’identità si ridisegna anno dopo anno, e i numeri parlano chiaro. La classifica dei cognomi più diffusi conferma un segnale ormai inequivocabile: Hu mantiene salda la sua supremazia, dominando la vetta per il quinto anno consecutivo. Un podio tutto straniero. Il cognome italiano più diffuso? Si trova al quinto posto. Due novità per i nomi scelti per i nuovi nati a Milano. 

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I quattro cognomi più diffusi a Milano sono «stranieri». Ma ci sono due novità tra i nomi per i nuovi nati

# Il cognome Hu è il più diffuso tra i nuovi nati, il primo cognome “italiano” è al quinto posto

https://nontiperdere.com/2020/02/09/6-cose-che-forse-non-sapete-sulla-chinatown-di-milano/

Una Milano sempre più internazionale. Questa è la fotografia della rilevazione della anagrafe comunale. In testa alla classifica dei cognomi più diffusi tra i nuovi nati: il cinese Hu. Seguono altri cognomi di origine straniera: Ahmed, Chen e Mohamed. Rossi si piazza in quinta posizione.

# In crescita il doppio cognome per i neonati. E il 13% ha solo quello della madre

 

Sportelli anagrafe milano

La sentenza del 2022 della Corte Costituzionale che ha annullato l’automatismo che assegnava il cognome del padre ai nuovi nati ha portato ad un aumento delle registrazioni con doppi cognomi o con solo quello della madre. Nel primo semestre del 2024 sono stati rispettivamente il 17% (+1% rispetto al 2023) e il 13% sul totale (+2% rispetto al 2023). Leggera prevalenza tra i neonati del genere maschile: 52% del totale. 

# Due novità tra i nomi dei nuovi nati

bongbabyhousevn -pixabay – Neonato

Per quanto riguarda i nomi, c’è un cambio al vertice. Tra i maschietti il più scelto è Leonardo che scalza dal primo posto Edoardo. Seguono Lorenzo, Tommaso e Alessandro che rientra nella top 5.  

Tra le bambine vola al primo posto Matilde, seguita da Emma, Sofia (era prima lo scorso anno), Beatrice e Giulia

Continua la lettura con: Il 2025 sarà ancora l’anno delle periferie? Le 7 zone di Milano su cui scommettere per acquistare casa

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Le 5 «fissazioni tipiche» di Milano e dei milanesi

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woman-pixabay

Quali sono le fissazioni dei milanesi? Quelle abitudini, quasi entrate nella consuetudine del vivere comune e alle quali nessun milanese rinuncerebbe mai? 

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Le 5 «fissazioni tipiche» di Milano e dei milanesi

#1 Moda: sempre con l’outfit più adatto

woman-pixabay

È impossibile uscire di casa se non si è “conciati” con un abbigliamento consono. Pure la passeggiata col cagnolino alle 6.30 del mattino, ha un suo outfit, che nella sua estrema improvvisazione, risulta inconsciamente glamour: pantalone pigiama con macro disegni a forma di nuvola, piumino firmato, sneakers finto rovinato da migliaia di euro. Troppo glamour, della serie: o il milanese esce di casa con l’outfit giusto, o non esce affatto.

#2 Le insegne con la data di fondazione

La polleria di Giannasi in Piazza Buozzi

La data sui negozi, botteghe ristoranti e pure dal calzolaio. La famosa rosticceria in Porta Romana dal 1967, la pasticceria in corso Magenta dal 1924, la piccola rosticceria di quartiere dei primi del ‘900 gestita da generazioni di famiglie, le gelaterie che dal 1930 ad oggi hanno mantenuto un successo inalterato nel tempo… Della serie: il milanese non entra se non c’è scritto “Renato pelletteria dal 1935”. 

Leggi anche: #13 – 7 BOTTEGHE CULT, gli ALIMENTARI che hanno fatto la storia di Milano

#3 La settimana del “… “

Credits: @milanobelladadio
Gelato Week

La settimana della moda a Milano, ne vogliamo parlare? Subbuglio, fermento, motore dell’economia cittadina e mondiale, vips, finti vips, assalto di cinesi, foto, modelle, finte modelle, via della Spiga, gadgets…un tripudio di bellezza, di superficialità indispensabile, di lusso sfrenato e di esibizionismo esagerato. Ancora il Salone del Mobile che quest’anno inizia il 16 aprile e che scende in campo, con il meglio della design industry non solo presso gli spazi di Rho fiera ma anche presso i quartieri più cool della città. Non manca la beauty week che esalta e valorizza la cultura della bellezza e del benessere, della cosmesi e della cura di sé, la gelato week e persino la montagna week. Della serie: inventiamoci la settimana di qualcosa che poi tra una settimana e l’altra ci si annoia.

Leggi anche: Come IMBUCARSI a una SFILATA della Fashion Week

#4 Parola d’ordine: riqualificare 

Rendering riqualificazione ex-trotto

A Milano non si mette a posto: no, si riqualifica. I milanesi sono fissati in particolare con la riqualificazione territorialeI nuovi quartieri, Nolo, Noce e tanti altri, ne sono un virtuoso esempio perché si tratta non solo di progetti di marketing ma anche e soprattutto di progetti di rinascita di quartieri periferici che assurgono a nuova vita diventando poli attrattivi. Vuoi per un parco bonificato, vuoi per una associazione tra ristoratori che rilancia un quartiere anche tramite la propria attività, vuoi per rispolverare quartieri dimenticati che è interessante visitare perché hanno molto da offrire. Della serie, se tutto ciò serve alla rinascita delle periferie ben venga.

Leggi anche: La MILANO del FUTURO: i 7 QUARTIERI NASCENTI che stanno rivoluzionando la città (Mappa)

#5 Weekend in fuga

Credits francy.gipsy IG – Aperitivo a Courmayeur

Non esiste un weekend divano più poltrona più popcorn. Se il milanese durante la settimana fa la fila in posta, in banca e persino per un croissant cubico, nel weekend fa la coda al casello autostradale. Che si vada a “Courma” o a “Santa”, poco importa, ciò che conta è il distacco dalla città, dai colleghi, dal caos e pure dall’Esselunga. Si fa la carica di energia e si rientra pronti ad affrontare una nuova settimana di lavoro. Della serie, il weekend sta al milanese come il caricabatterie sta al cellulare. 

Continua la lettura con: Milano che SORPRESA! Luoghi poco noti che lasciano a BOCCA APERTA i milanesi   

ALESSANDRA GURRIERI

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I 5 progetti che stanno rivoluzionando Bergamo: diventerà la «nuova Milano»?

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ecodibergamo - Stazione Orio

Bergamo si trasformando in un vero e proprio laboratorio urbano, dando nuova vita agli spazi dismessi e ridisegnando la mobilità cittadina. La sfida con Milano è lanciata. Vediamo gli ambiziosi progetti in corso, dalle rigenerazioni e agli interventi sul trasporto pubblico.

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I 5 progetti che stanno rivoluzionando Bergamo: diventerà la «nuova Milano»?

#1 Il nuovo quartiere Chorus Life nell’area dell’ex stabilimento Ote

Credits comunedibergamo – Rendering riqualificazione area ex Ote

Il primo tassello completato, a fine novembre 2024, è stato il progetto di riqualificazione dell’Ambito Ex Ote dal nome Chorus Life: un’area di 150.000 mq diventata un nuovo polo urbano multifunzionale. Autore e progettista di questa maxi rigenerazione è Joseph di Pasquale. Un tempo in questo luogo, tra il Cimitero Monumentale cittadino, la circonvallazione e il confine con Gorle e Torre Boldone, c’era lo stabilimento della fabbrica Office Trasformatori Elettrici (Ote).

valseriananews IG – Choruslife

Nel nuovo quartiere troviamo:

  • la ChorusLife Arena, un’arena multifunzionale con capacità fino a 6.500 posti, già operativa per eventi culturali e sportivi;
  • oltre 15mila mq di spazi commerciali e di ristorazione;
  • 25mila mq di aree verdi;
  • un residence con 74 alloggi, primo progetto build-to-rent di Bergamo;
  • un hotel quattro stelle superior Radisson;
  • una spa urbana ed un centro wellness di 8mila mq, la più grande in Lombardia, la cui inaugurazione dovrebbe avvenire tra maggio e luglio 2025.

#2 Trasformazione radicale della stazione ferroviaria: nel 2026 dovrebbe essere collegata all’Aeroporto di Orio al Serio

Credits comunedibergamo – Riqualificazione stazione ferroviaria Bergamo

La stazione ferroviaria di Bergamo è destinata a un’importante riqualificazione. Il progetto, promosso da RFI con il supporto dell’architetto Cino Zucchi, ha l’obiettivo di migliorare la connessione tra le zone nord e sud della città, riducendo il divario e migliorando la qualità dell’accessibilità. Tra gli interventi previsti:

  • l’ampliamento degli spazi dello scalo ferroviario;
  • la costruzione di due nuovi “Fabbricati Ponte” per le funzioni primarie della stazione;
  • nuovi percorsi di accesso alle banchine tramite scale mobili e ascensori;
  • la creazione di sovrappassi pedonali coperti che miglioreranno l’accessibilità per pedoni e ciclisti;
  • nuove aree verdi e funzioni commerciali, creando un vero e proprio spazio urbano nuovo e vivibile. 

Il progetto, che prevede un investimento di 80 milioni di euro, è finanziato attraverso il PNRR ed è destinato a diventare un nodo di interconnessione fondamentale per la città e l’intera area metropolitana.

Nel dicembre 2026 dalla stazione rinnovata sono previsti i primi collegamenti ferroviari con quella dell’Aeroporto di Orio al Serio, attualmente in costruzione insieme al tracciato a doppio binario di circa 5,3 chilometri.

Leggi anche: Da Milano a Orio in soli 50 minuti! Le immagini della futura stazione

#3 Bergamo Porta Sud: la riqualificazione dell’ex scalo merci ferroviario

Credits comunedibergamo – Rendering scalo ferroviario Bergamo

A sud della stazione ferroviaria, un altro grande progetto prevede la trasformazione della zona dell’ex scalo merci ferroviario, la più grande area dismessa della città. Con 198.000 mq di superficie edificata, nel progetto Bergamo Porta Sud è incluso:

  • la creazione di 35.000 mq di spazi verdi, tra cui un nuovo landbridge che scavalca le linee ferroviarie e collega il parco ad est dello scalo (oltre 25.000 mq);
  • nuovi spazi residenziali, con 20.000 mq destinati a housing sociale e convenzionato;
  • una superficie commerciale di 25.000 mq, di cui 5.000 mq per un mercato coperto.
  • un polo intermodale, con il trasporto pubblico di superficie spostato in quest’area, e un parcheggio interrato da 2.000 posti. Questa nuova area urbana si integra con la futura linea T2 e la linea e-BRT, permettendo la realizzazione di una vera e propria cittadella intermodale, per semplificare gli spostamenti tra diverse modalità di trasporto.

Completamento non prima del 2030.

#4 Linea T2: la seconda linea tranviaria

Progetto Linea T2 Bergamo

Uno dei progetti più attesi da parte dei bergamaschi è la linea T2, un percorso lungo 16 fermate pensato per collegare Bergamo alla vicina Villa d’Almè, per una lunghezza complessiva di circa 10 chilometri. Il tracciato passa per le zone più densamente abitate della città, come Borgo Palazzo, San Fermo, lo Stadio e De Gasperi, e prevede la costruzione di una nuova infrastruttura tranviaria moderna, ecologica e funzionale. Al 27 gennaio 2025, i cantieri hanno raggiunto un avanzamento del 40%. L’investimento ha registrato un incremento dai 178 milioni di euro iniziali a 211,5 milioni. L’inizio del servizio è stato programmato per il 2026.

#5 E-BRT: la prima linea di bus elettrici veloci

Tracciato e-brt Bergamo

Un altro progetto destinato a cambiare il volto della mobilità a Bergamo, e il suo hinterland, è la prima linea e-BRT (Bus Rapid Transit elettrico). L’infrastruttura, lunga circa 15 km, prevede la realizzazione di corsie riservate per il 73% del percorso e l’adozione di un sistema di preferenza semaforica per rendere più rapidi e fluidi gli spostamenti. Il servizio viene svolto tramite bus elettrici veloci e sostenibili, con una flotta iniziale di 15 mezzi. Il tracciato attraversa i comuni di Bergamo, Lallio, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Verdellino e il Km Rosso di Stezzano, per un bacino d’utenza di circa 200.000 persone. La progettazione esecutiva è stata presentata il 20 settembre 2024, al 5 febbraio 2025 i lavori hanno raggiunto il 30% di avanzamento. Con un investimento di oltre 84 milioni di euro, la linea, finanziata attraverso il piano Next Generation EU, dovrebbe entrare in funzione nel 2026.

Continua la lettura con: Il paradosso: in treno da Milano ci si mette di meno ad andare a Brescia che a Bergamo (anche se è lontana il doppio)

FABIO MARCOMIN

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La M6, la «metro rosa»: come costruire il tratto Extra-Urbano?

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Metro fino a Opera

La linea M6 è il progetto più importante per il futuro dei trasporti milanesi. Il governo italiano punta a dirigere il tracciato verso sud, uscendo dai confini comunali, con destinazione Opera. Vediamo in questo caso le alternative possibili su come si potrebbe costruirla. 

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La M6, la «metro rosa»: come costruire il tratto Extra-Urbano?

# Il progetto del governo per l’hub metro/AV a Opera: dalla metro al mare

Stazione alta velocità

Il governo italiano e in particolare il Ministero delle Infrastrutture è al lavoro per creare una stazione hub per Frecciarossa e Ntv a Opera che interscambi con la futura M6 e che consenta ai milanesi di arrivare al mare della Liguria in 56 minuti. Fondamentale per velocizzare la linea ferroviaria Milano-Genova sarà la conclusione dei cantieri del Terzo Valico e dal quadruplicamento della linea tra Tortona e Milano. 

Tornando alla sesta linea metropolitana di Milano, si tratterebbe di riprendere il tracciato inserito tra le opere essenziali nel dossier Expo 2015 e quindi sbinare il ramo della linea M1 verso Bisceglie, in futuro fino a Baggio, per farlo proseguire lungo l’asse di Via Ripamonti con capolinea Macconago. Da quel punto si dovrebbe procedere verso Opera passando per Noverasco. Ma come si potrebbe costruirla nel tratto esterno alla città?

Leggi anche: TUNNEL, linee della METRO, vie d’ACQUA: cosa manca alla MILANO sognata per EXPO?

# La prima ipotesi: cut and cover 

Mappa M6

Secondo l’esperto di infrastrutture di connessione Marco Figura, potrebbero essere diverse le soluzioni per prolungare la M6 fino a Opera. Dalla classica metropolitana sotterranea, scavando nelle campagne del sud milanese con il metodo cut and cover o metodo Milano, alla realizzazione della linea in trincea. Partendo da Macconago, il capolinea previsto per la M6 nel dossier di Expo2015, si potrebbe scegliere di farla procedere per poco più di 7 km lungo Via Ripamonti ma distaccata oppure internamente. La soluzione migliore in questo caso sarebbe realizzare la stazione di interscambio con l’alta velocità a Locate Triulzi, dietro l’outlet Scalo Milano al confine con il Comune di Opera, in quanto potrebbe avere un senso commerciale.

Si tratta comunque di un territorio quasi disabitato, con problemi ad aumentare l’urbanizzazione. Un tracciato di metropolitana così lungo in una zona così scarsamente abitata probabilmente non sarebbe economicamente sostenibile.

# Seconda ipotesi: Metro fino a Macconago e poi people mover lungo Ripamonti e la Val Tidone

Credits: ilportaledeitreni.it
MeLA

Quando si vuole collegare in modo veloce due luoghi senza centri attrattivi di sorta lungo il percorso, in questo caso tra Selvanesco/Macconato e la stazione AV Opera/Locate, potrebbe essere più conveniente realizzare una navetta automatica di superficie su rotaia come il people mover Marconi Express di Bologna o il MeLa, che collega Cascina Gobba M2 con l’Ospedale San Raffaele.

Si potrebbe quindi realizzarla lungo la carreggiata centrale di via Ripamonti fino a Opera e poi costeggiare la Val Tidone fino al punto di scavalco della linea FS, anche a binario unico con biforcazione solo alle fermate, e a quel punto fare il capolinea in corrispondenza della nuova stazione. In questo modo si alleggerirebbe in modo drastico la 412 della Val Tidone e anche la zona di Rogoredo – Corvetto – San Donato che oggi della via Emilia e A1.

Le fermate intermedie, dove avere anche un doppio binario, potrebbero essere Quintosole, Opera – Noverasco e Opera centro. Tenendo conto di una velocità media della navetta di circa 40 km/h, Opera e Locate raggiungerebbero il capolinea di M6 in meno di dieci minuti con una frequenza di una corsa ogni 5 minuti. 

Leggi anche: La MeLA: la METRO FANTASMA di Milano

# terza ipotesi: il prolungamento del tram 24

Comune di Milano – Tram 24 IEO

Un’alternativa ancora più economica sarebbe il prolungamento del tram 24, che ora fa capolinea al Vigentino, fino ad Opera. Al momento è stato approvato e finanziato l’estensione di una fermata fino allo Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia, lungo il parterre centrale di Viale Ripamonti. L’arteria stradale infatti è stata riqualificata qualche anno fa proprio per poter ospitare, tra i filari di alberi nel corridoio verde che delimita le due carreggiate, la linea tranviaria almeno fino a Noverasco. Dal Comune hanno già comunicato che “il prolungamento del 24 è già previsto nella pianificazione territoriale trasportistica e della mobilità” (Arianna Censi). 

Si potrebbe pensare anche a un mix di soluzioni, tram fino a Macconago e poi people mover fino a Opera/Locate.

Le ultime soluzioni, secondo Marco Figura, sarebbero da preferire per costi e tempi di realizzazione rispetto alla costruzione di una metropolitana anche per il bacino di utenza da servire.

Continua la lettura con: Si sale sulla METRO si scende al MARE: il NUOVO HUB METRO-TAV sarà a OPERA

MILANO CITTA’ STATO in collaborazione con MARCO FIGURA

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Il parco delle basiliche era tra i luoghi più inquietanti al mondo: il suo vero nome non lo conosce quasi nessuno

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Ph. @davide.maiocchi.90 IG

Era uno dei luoghi più malfamati di Milano. I milanesi lo chiamavano genericamente piazza Vetra: a quei tempi tutto era piazza Vetra, anche i giardinetti e il parchetto dove un tempo si bruciavano le streghe.

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Il parco delle basiliche era tra i luoghi più inquietanti al mondo: il suo vero nome non lo conosce quasi nessuno

# Streghe, bruciate!

Nel corso degli anni l’area racchiusa tra le due basiliche ha visto consumarsi tremendi crimini. Nel 1200, in particolare, in piazza della Vetra venivano bruciate le streghe. A quel tempo, il tribunale dell’inquisizione risiedeva in Sant’Eustorgio: ad essere condannate al rogo furono Manfreda Visconti, bruciata viva per l’accusa di essere una strega, e Caterina de Medici, su cui pendette la stessa condanna.

In tempi più recenti venne condannato un altro innocente: Gian Giacomo Mora, che faceva il barbiere in Porta Ticinese. Per un motivo sconosciuto ai più, venne accusato insieme a Guglielmo Pizza, commissario di sanità, di essere un untore della peste e per questo venne giustiziato insieme al suo compagno, attraverso il supplizio della ruota nell’estate del 1630.

# La colonna infame

colonna infame

La casa di Guglielmo Pizza venne bruciata e, come monito, venne eretta sulle macerie dell’abitazione la Colonna Infame, che fu abbattuta nel 1778. Il Manzoni scrisse un saggio storico intitolato “Storia della Colonna Infame”, pubblicato come appendice storica ai Promessi Sposi.

# Il suo vero nome (che nessuno usa)

credits ph Fabio Ravara

Ma torniamo al presente. Il suo vero nome lo conoscono in pochi e quasi nessuno lo usa: si chiama parco Giovanni Paolo II. Perché questo nome? Perché il parco unisce la basilica di San Lorenzo e la basilica di Sant’Eustorgio. In occasione del Giubileo del 2000 sono stati creati dieci varchi controllati da telecamere che hanno migliorato la frequentazione. 

Continua la lettura con Il Ponte di Vetra

ANDREA PARRINO

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Le 10+1 spiagge più belle del mondo (edizione 2025): una è in Italia (Immagini)

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Ph. @ passion4lifeandtravel IG

Sta diventando un classico. La classifica annuale delle spiagge più belle del mondo calcolata in base alle recensioni degli utenti su Tripadvisor. Puntuale arriva quella del 2025 con le 10+1 spiagge più belle del mondo. Una è in Italia. 

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Le 10+1 spiagge più belle del mondo (edizione 2025): una è in Italia (Immagini)

Tripadvisor ha pubblicato la nuova classifica Travelers’ Choice Beaches Awards, con le spiagge più belle secondo gli utenti che le hanno valutate negli ultimi 12 mesi. 

#1 Elafonissi Beach (Creta, Grecia)

Credits: @ferolina81
Elafonissi Island

I viaggiatori hanno apprezzato soprattutto la sua sabbia rosa e le acque turchesi. Non solo: le lagune poco profonde sono perfette per i bambini, mentre l’acqua più alta offre ogni sorta di avventura per adulti, come nuoto, snorkeling e altre attività. 

#2 Banana Beach (Phuket, Thailandia)

Ph. @maybe52277 IG

Il top per i viaggiatori sono le attività che si possono fare: lo snorkeling, le immersioni intorno alle splendide barriere coralline oppure cavalcare le onde sulla tavola da surf. 

#3 Eagle Beach (Aruba)

Ph. @karinan2202 IG
Ph. @karinan2202 IG

La motivazione? E’ una delle spiagge meno affollate di Aruba, pur vantando la soffice sabbia bianca, acque calde e un panorama al tramonto spettacolare per cui è famosa l’isola. Tra le attività: nuoto, snorkeling e acquascooter, oltre a bagni e parcheggi gratuiti. Benefits molto apprezzati dagli utenti.

#4 Siesta Beach (Siesta Key, Florida)

Ph. @
passion4lifeandtravel IG

I suoi punti di forza? La sabbia bianca, le acque cristalline e il tramonto spettacolo. È anche facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e nei dintorni ci sono tantissimi negozi e ristoranti.

#5 Praia da Falesia (Olhos de Agua, Portogallo)

Ph. @pinecliffs IG

Praia da Falésia è apprezzata per le sue scogliere, la sabbia dorata e le scintillanti acque blu. Suggerita anche una passeggiata lungo il sentiero panoramico in cima alle scogliere.

#6 Playa Varadero (Cuba)

Ph. @pindle.cuba IG

Una spiaggia da cartolina: sabbia dorata, acque turchesi e tramonti mozzafiato. Suggeriti: un tour su un catamarano, pescare, giocare a beach volley.

#7 Bavaro Beach (Rep. Dominicana)

Ph. @
manuelsantanatravel IG

Viene considerata un vero paradiso per la morbida sabbia bianca, le acque calde e limpide e le palme ombrose. Grazie alla barriera corallina naturale, le onde sono perfette per nuotare e fare snorkeling. 

#8 Playa de Muro Beach (Maiorca, Spagna)

Ph. @
playa.esperanza.resort IG

Si torna più vicini, alle Baleari. Circondata da pini, Playa de Muro è un luogo adatto alle famiglie, con lunghe distese di sabbia dorata e acque turchesi blu. Ci sono bagni, docce e bagnini in servizio e il parcheggio è gratuito ed è ben collegata con i mezzi pubblici.

#9 Kelingking Beach (Indonesia)

Ph. @amaliemunkskov Ig

La spiaggia di Kelingking stupisce per le sue formazioni di scogliere, la sabbia bianca finissima e il mare blu-verde. L’acqua limpida è perfetta per lo snorkeling e per esplorare la vita sottomarina. È facile da raggiungere e dispone di ampio parcheggio, ma mantiene comunque un’atmosfera appartata e rilassata.

#10 Myrtos Beach (Cefalonia, Grecia)

Ph. @anna.nowo IG

Circondata da montagne, Myrtos Beach è uno scenario da cartolina. Acque blu cobalto e poi un boccone in una caffetteria nelle vicinanze. Raramente si riempie di gente.

#10+1 Spiaggia dei Conigli (Lampedusa)

Credits:@we_lovelampedusa
Isola dei conigli

Altre classifiche la incoronano addirittura ai vertici mondiali. Qui si deve accontentare dell’undicesima piazza. Le motivazioni? Incredibili acque blu e sabbia bianca. Una spiaggia tranquilla, perfetta per rilassarsi, prendere il sole e nuotare. C’è molta fauna marina da scoprire e sulla riva potresti persino avvistare la fauna selvatica. Il parcheggio è gratuito ed è facile raggiungerlo con i mezzi pubblici.

Fonte: Travelers’ Choice Beaches Awards, Tripadvisor

Continua la lettura con: Le 5 terme più belle d’Europa

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

«Che cosa succede dopo la morte?»

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«Noi siamo energia». Quarto estratto dalla seconda puntata de Il Lato Chiaro, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera con il lato chiaro di Stefano Zecchi in onda da lunedì 24 febbraio sul canale di youtube di Milano Città Stato. 

Conduce: Andrea Zoppolato. Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

Qui la prima puntata: Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

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La foto del giorno: dove siamo?

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La foto del giorno: oggi siamo a Chiaravalle.

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Goldrake libera Milano dai finti ristoranti di sushi gestiti da cinesi

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Più temibili di Vega. 

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Sua Maestà, l’ossobuco alla milanese: il simbolo del «mangiar bene lombardo»

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Ossobuco

Lo scrittore, nonché gastronomo, Pellegrino Artusi (1820-1911), che introdusse la scienza in cucina e che, con le grazie del bello scrivere, nobilitò l’arte del mangiar bene, sosteneva che “l’ossobuco alla milanese va lasciato fare ai milanesi”. E, proprio per questo, ne descriveva la ricetta con un dichiarato timore reverenziale, per non venire assalito dall’ira dei puristi della cucina meneghina.

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Sua Maestà, l’ossobuco alla milanese: il simbolo del «mangiar bene lombardo»

# Era il simbolo del «mangiar bene lombardo»

Credits: PH Divina Milano

Questo piatto, che risale al Medioevo, un tempo, più di oggi, fu il simbolo del “mangiar bene lombardo”. La globalizzazione ha poi imbastardito (in senso buono) anche la cucina più identitaria e campanilistica, colonizzando i nostri palati, attraverso contaminazioni che, partite dal ketchup a stelle e strisce, hanno ingaggiato una moltitudine di spezie, sapori  e di colori orientaleggianti.

Nella vicina provincia alessandrina, fino ad una sessantina d’anni fa, si sosteneva, un po’ con ironia e un po’ con provinciale complesso di inferiorità, che le persone ricche le riconoscevi perchè avevano il televisore e perchè mangiavano l’ossobuco tutte le domeniche.

Quindi, fuori zona, rispetto all’ombra della Madonnina, l’ossobuco veniva considerato uno status symbol della gente che se la tira, un po’ come il Rolex Daytona dei tempi moderni.

Qualcuno si sbilanciò a sostenere (addirittura) che l‘ossobuco si sposa bene col risotto alla milanese, perchè quel giallo-zafferano esprime gli stessi riflessi cromatici dell’oro zecchino che riveste la Madonnina che la brilat de luntan. Un paragone a cui non sarebbe giunta neppure l’armocromista di Elly Shlein.

# Come viene preparato

parliamodicucina.com – Ossobuco alla milanese

L’ossobuco viene ricavato dallo stinco posteriore del vitello, con l’osso bucato (l’oss bus) ricolmo di midollo osseo, che si scioglie magistralmente durante la cottura, creando una fantasia di colori, che trasformano quel bolide di proteine in un’opera d’arte, che si sviluppa addirittura su tre dei cinque sensi: vista, olfatto e gusto. Se pensiamo che Van Gogh, Monet e Michelangelo stimolarono un solo senso, ecco che, in un’eventuale sfida tra opere d’arte, un ossobuco ben cucinato, vincerebbe per distacco sulle tele dei migliori pittori della storia.

E fin qui abbiamo dedicato un’ode a questo prelibato piatto, fino ad ora immune da contaminazioni forestiere, sperando che l’eventuale avventore, che al ristorante decidesse di accompagnare l’ossobuco con senape e salsa barbecue, magari bevendoci sopra pure la Coca Cola, venga conciato per le feste.

# Quando Gadda lo definì una sorta di simbolo di una borghesia sull’orlo di una crisi di nervi

Ossobuco

Volendo volare alto, però, ecco che di questo piatto meneghino si interessò anche lo scrittore e poeta Carlo Emilio Gadda, nel romanzo incompiuto “La cognizione del dolore”, ma dando al mito dell’ossobuco una connotazione non confortante. Gadda non si sarebbe mai azzardato a mettere in discussione la prelibatezza del prodotto, bensì (un po’ come facevano gli alessandrini allergici all’opulenza) lo descrive come una sorta di simbolo di una borghesia sull’orlo di una crisi di nervi.

Carlo Emilio Gadda – Garzanti- La cognizione del dolore

“La cognizione del dolore” (scritto tra il 1938 e il ’41) è un’estensione letteraria, narrativa e psicologica, che racconta la storia di Gonzalo Pirobutirro, un asociale ostile al mondo esterno, che vive un rapporto di amore-odio con la madre. La loro grande e lussuosa casa si trova nello stato (inventato) di Maradagal, sulle Ande Argentine. Qui descrive, tra il molto altro, i peggiori aspetti della società borghese: argentina nel libro, ma milanese nella testa del Gadda. La narrazione di stampo sudamericano, vuole nascondere il riferimento alla società lombarda, attraverso un telo che comunque è pressoché (volutamente) trasparente.

Per Carlo Emilio Gadda la situazione per descrivere meglio la bella società milanese, con le sue battute, le sue manie odiose e le sue nevrosi, è il momento della cena al ristorante. Dove i clienti ordinano l’ossobuco.

Nel delicato universo linguistico del Gadda, ecco che l’ossobuco diventa il grossolano esempio della greve monotonia della borghesia. Una borghesia composta da gente che sta economicamente bene e che a tavola diventa mediocre, anzi, esprime tutta la propria mediocrità.

Da Gadda questi benestanti buoni a nulla vengono definiti “manichini ossibuchivori”, voraci sbranatori di ossobuco che, una volta entrato nello stomaco in giulebbe, viene “mantrugiato” e “peptomizzato”, così che la “peristalsi” va via via a trionfare.

FABIO BUFFA

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Il Buco Nero del litorale romano: le tre soluzioni per riportare la luce

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Ph: presidioliberaostia - Instagram

Il litorale romano è sottovalutato e poco valorizzato. Questo non solo dispiace da un punto di vista affettivo, ma è un vero e proprio disastro per l’economia e il benessere di tutta l’area. Come si può accettare che Roma trascuri così una delle sue grandi unicità tra le grandi capitali europee, la vicinanza con il mar Mediterraneo? Come si può, dunque, trovare una soluzione per il Buco Nero del litorale romano?

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# La mafia ha preso in ostaggio il nostro mare

Ph: @i_poliziotti_della_locale – IG

È notizia di pochi giorni fa il blitz della DIA nelle zone tra Anzio e Nettuno che si è concluso con la confisca di diverse ville e beni di proprietà della ‘ndrangheta. Non meno frequenti sono episodi simili nelle zone di Ostia, territorio litoraneo di competenza del Municipio X del Comune di Roma. La presenza malavitosa si rileva anche nei cantieri abbandonati, nelle strutture abusive che abbruttiscono il panorama litoraneo e in un clima di costante, quasi asfissiante, apprensione per la sicurezza propria e altrui. Ciò danneggia anche il potenziale impatto turistico: ma davvero è tutto da buttare?

# Alcuni buoni motivi per liberare le nostre spiagge

Credits: Todoran Bogdan – Pexels

Le spiagge e il mare romano hanno moltissimo da offrire, fosse solo per la vicinanza con la città stessa che permetterebbe, volendo, di visitare la città e farsi il bagno al mare nell’arco di una giornata. Cosa che nessuna grande capitale europea può offrire. Non solo: queste spiagge attirano anche molti appassionati di surf che, qui, trovano condizioni tra le poche in Italia per vivere la propria passione. E poi c’è anche un fatto storico: sulla costa laziale in prossimità di Roma, si sono svolte alcune tra le più sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, e i relativi siti storici sono un’ulteriore elemento attrattivo di questa zona. È dunque un evidente peccato permettere che tutto questo sia vanificato dalla presenza mafiosa: ma come possiamo combatterla?

# Le tre proposte per eliminare la mafia dalle spiagge di Roma

Credits: Pavel Danilyuk – Pexels

Gli strumenti per combattere il cancro mafioso e conseguentemente ribaltare l’opinione sulle nostre spiagge potrebbero essere questi:

  • Bisognerebbe rendere più veloci e agili le operazioni di investigazione, con norme straordinarie che consentano di confiscare quanto più terreno possibile e affidarlo a nuove imprese, possibilmente italiane o romane, che attraverso un rigido sistema di anticorruzione riesca a rivitalizzarle
  • Essendo un problema molto diffuso anche nei comuni vicino a Roma, bisognerebbe pensare all’istituzione di una commissione regionale antimafia, che riesca a studiare i singoli casi e capillarizzare il lavoro di polizia e magistratura oltre i confini amministrativi delle singole città. I soli servizi anticorruzione non bastano.
  • Infine, considerando che il morbo mafioso si contrasta anche con la cultura, servirebbe la creazione di una commissione comunale che si occupi solo del contrasto alle mafie, sotto tutti gli aspetti necessari. È anzi scandaloso che ancora non ce ne sia una.

Se si risolvesse il problema liberando il litorale romano da questo giogo, Roma avrebbe l’opportunità di differenziarsi e di primeggiare rispetto alle altre grandi capitali europee valorizzando il proprio litorale, mettendolo al centro della sua comunicazione internazionale e, perché no, competere con le grandi spiagge in giro per Europa e per il mondo. Non cogliere questa occasione è da stolti. Combattere il Buco Nero fatto di menzogne, criminalità e collusioni è un dovere.

Continua la lettura con: Roma dichiara guerra a traffico e auto in doppia fila: ma la direzione è giusta?

RAFFAELE PERGOLIZZI

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